martedì 28 gennaio 2014

La sofferenza - Una comunione dei deboli




Un modo molto importante per farci amico il dolore è farlo uscire dall'isolamento e condividerlo con qualcuno che può accoglierlo. Tanta parte del nostro dolore rimane nascosto, anche ai nostri amici più intimi. Quando ci sentiamo soli, andiamo da qualcuno in cui abbiamo fiducia e gli diciamo: "Mi sento solo. Ho bisogno del tuo sostegno e della tua compagnia"? Quando ci sentiamo ansiosi, sessualmente inquieti o inaspriti, osiamo chiedere a un amico di essere con noi e di accogliere la nostra pena?
Troppo spesso pensiamo o diciamo: "Non voglio disturbare gli amici con i miei problemi; ne hanno abbastanza dei loro". Ma la verità è che invece onoriamo i nostri amici confidando loro le nostre lotte. Non diciamo forse anche noi ai nostri amici che ci hanno nascosto i loro sentimenti di paura e di vergogna: "Perché non me l'hai detto, perché l'hai tenuto segreto per tanto tempo?". Certo, non tutti possono accogliere le nostre pene nascoste; ma io credo che se desideriamo veramente crescere acquistando maturità spirituale, Dio ci manderà gli amici di cui abbiamo bisogno.
Tanta parte della nostra sofferenza deriva non soltanto dalla nostra situazione dolorosa, ma dal nostro sentimento di essere isolati nel nostro dolore. Molta gente che soffre profondamente per una cattiva abitudine - all'alcool, alla droga, al sesso o al cibo - trova il suo primo vero sollievo quando può condividere la propria pena con altri e scoprire di essere veramente ascoltata. I tanti servizi di consulenza sono una incisiva testimonianza della verità che condividere il nostro dolore è l'inizio della guarigione. Quando scopro di non essere più solo nella mia lotta e quando comincio a sperimentare una nuova "fraternità nella debolezza", allora può prorompere la vera gioia, proprio in mezzo al dolore.
Non è facile tuttavia uscire dal nostro isolamento. In qualche modo, vogliamo sempre risolvere da soli i nostri problemi. Ma Dio ci ha dato gli uni agli altri per costruire una comunità di amore reciproco, dove possiamo scoprire insieme che la gioia non è soltanto per altri ma per tutti noi.
Henri J. M. Nouwen




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