venerdì 24 gennaio 2014

PECCATO

PECCATO


Quando lo spirito desidera solo lo spirito e nulla lo può distogliere da questo desiderio, allora noi possiamo capire che cosa è il peccato. Quando la nostra coscienza vuole la libertà, vuole uscir fuori come una fonte che si scioglie dal ghiaccio, allora potrà comprendere completamente tutta la malizia del peccato e non potrà dimenticare neppure per un momento che deve distruggerlo, deve liberarsene. La nostra coscienza, pur debole, assalterà il peccato da tutte le parti: nel cammino dello spirito sentirà i suoi colpi, la sua influenza come pietra d'inciampo e più nulla le passerà inosservato.

Prima, pensavamo il peccato e la virtù come vantaggi o svantaggi, beni o mali sociali. Pensavamo di formarci un carattere adatto alla società, secondo gli ideali della gentilezza. Adempiuto questo, noi ce ne stavamo senza alcuna altra preoccupazione. Pensavamo che, arrivati alla perfezione del galateo, saremmo diventati uomini perfetti.

Quando poi lo spirito si è risvegliato e ha cercato nel mondo lo spirito, si è accorto che non è necessario salvare soltanto l'etichetta e le convenienze sociali, ma che il necessario è ancora più grande, che le difficoltà sono ben più profonde. Abbiamo con fatica pulito la superficie della strada e nel mondo non troviamo difficoltà: nessuno le vede! Le catene che ci legano sono tutte dentro: qui, metro per metro, devono essere fatte le arature spirituali. Ci sono poi tante catene, tanto piccole e tanto sottili, che ci legano e ci avvolgono. Dentro possiamo vedere e capire che cosa sono le difficoltà del peccato. Prima non cadevano sotto i nostri occhi: non vedevamo! Allora, senza badare alla gente, senza guardare alle convenienze sociali chiameremo peccato il peccato, e con tutte le nostre forze cercheremo di sbatterlo fuori, perché ci sarà impossibile sopportarlo. Non ci si permetterà più di dividerci e di restare inerti sulla via del vero amore e della vera unione, di ingannare noi stessi e gli altri. Non godremo più di apparire buoni di fronte agli uomini: con tutto il cuore si griderà al Purissimo: Allontana ogni peccato! Allontana tutte le depravazioni dell'universo, che non resti assolutamente nulla del peccato, perché lo spirito Ti vuole!

Diventerò un'anima semplice in tutti i sensi: riceverò il diritto di penetrare ogni cosa. Non posso immaginare quanto sia meravigliosa questa fortuna. Fammi questa grazia: almeno, se non posso avere il diritto di penetrare tutte le cose, fa' entrare un raggio della tua luce per le fessure della mia porta chiusa. Alla notte, con porte e finestre chiuse, ho dormito incosciente di tutto; al mattino, quando un raggio di luce è penetrato dentro le fessure, dal mio giaciglio ozioso ed inerte, la scoperta che fuori c'era la pura aurora ha colpito il mio spirito immerso nel torpore. Allora il caldo del letto mi è diventato insopportabile; l'aria chiusa e malsana del mio stesso respiro ha cominciato a soffocarmi e non ho potuto più stare quieto. La morbidezza, la purezza, la santità del cielo aperto, tutta la bellezza, la fragranza, le voci dei canti mi chiamano fuori.
Così Tu attraverso le fessure dei miei veli manda l'angelo della tua luce, manda l'ambasciatore della libertà, che non mi lasci la pace nel caldo della mia prigione, nella sporcizia e nel buio: il piacere del riposo mi diventi insopportabile.

Robindronath Tagore



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