giovedì 13 febbraio 2014

La misericordia divina è il pentirsi di Dio



Rabbi Baruch cerca la maniera di spiegare che Dio non è uno straniero fra gli uomini, ma un loro compagno d’esilio. Un giorno, suo nipote giocava a nascondiglio con un altro ragazzetto. Quegli si nasconde, ma questi se ne va, rifiutandosi di cercarlo. Piangendo, il ragazzo corre a lamentarsi dal nonno. E Rabbi Baruch, anch’egli con il pianto negli occhi, esclama: “Anche Dio dice così! Mi nascondo, ma nessuno mi viene a cercare…”.

Oppure quest’altra espressione, assai più forte: “Il pentimento apre all’uomo la porta della preghiera e lo riconcilia con Dio, ma la misericordia divina è il pentirsi di Dio…”.

Significativo è pure quell’episodio di cui fu protagonista un santo. Un giorno, venne da noi un santo. Mia madre, vedendolo in cortile fare capriole per divertire i bambini, mi disse: “E’ veramente un santo, vai anche tu da lui”. Posandomi una mano sulla spalla, il santo mi chiese: “Piccino mio, che cosa conti di fare?”. “Non saprei, che cosa volete che faccia?”. “No, dì tu quello che vorresti fare”. “Oh! Mi piace giocare”. “Bene, vuoi giocare con il Signore?”. Non seppi cosa rispondere. Poi egli soggiunse: “Vedi, se tu riuscissi a giocare con il Signore, sarebbe la cosa più grande che si sia mai fatta. Ma tutti lo trattano così seriamente, da renderlo mortalmente noioso… Gioca con Dio, figlio mio; è il più grande compagno di gioco”.

da: Pavel Evdokimov, La preghiera della Chiesa Orientale



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