venerdì 11 aprile 2014

I sommi sacerdoti e gli scribi decidono di uccidere Gesù - Meditazioni sul Vangelo di di Eugenio Pramotton


Mc 14, 1-9

La resa dei conti

Gesù ed i suoi oppositori stanno giungendo alla resa dei conti, al combattimento finale che dovrà chiarire una volta per tutte chi ha ragione, chi è il più forte: i sommi sacerdoti, gli scribi e i farisei con il loro potere e la loro dottrina oppure Gesù con il suo potere e la sua dottrina. La tensione fra le due posizioni è giunta ad un estremo tale per cui i sommi sacerdoti e gli scribi hanno ormai deciso di uccidere Gesù, aspettano solo di attuare il loro piano nel momento più propizio.
Qui conviene fermarsi e riflettere su un fatto strano: come mai un uomo buono, santo e sapiente come Gesù è oggetto di un simile odio? Come mai Lui, che aveva percorso i sentieri della Galilea e della Giudea sanando i lebbrosi e dando la vista ai cechi, facendo udire i sordi e parlare i muti, scacciando i demoni e risuscitando i morti, in una parola facendo del bene a tutti, si trova ora sul punto di subire il più grande di tutti i mali? Che gli uomini vogliano uccidere chi è malvagio lo si può capire, ma perché voler uccidere con quell'accanimento un uomo buono?
E poi c'è un altro fatto altrettanto sconvolgente, ed è che Gesù, consapevole di quanto lo attende, non fa nulla per sfuggire alla morte ormai imminente, anzi, si consegna nelle mani dei malvagi come un agnello innocente nelle mani del carnefice. Questi sono misteri che danno le vertigini, misteri di fronte ai quali la cosa più opportuna è il silenzio e la supplica che giustamente la Chiesa ci propone ad ogni Messa: Signore pietà, Cristo pietà…


La miseria dell'uomo

Per tentare di cogliere qualche ulteriore aspetto della vicenda che tutti ci riguarda conviene riflettere su un altro fatto sconvolgente, questo fatto è la profonda miseria e la profonda infelicità in cui l'uomo si trova immerso. Questa miseria è sia materiale che morale, l'uomo infatti non è più capace di amare veramente. Combattuto fra la virtù e il vizio è vinto il più delle volte da quest'ultimo, così, più diventa vizioso e cattivo più diventa infelice e più diventa infelice più diventa vizioso e cattivo con il rischio di precipitare in una spirale crescente di orrori e mostruosità.
Un altro aspetto della miseria e dell'infelicità dell'uomo è costituito dall'approssimazione della sua conoscenza. Molto spesso quanto riesce a conoscere è provvisorio, misto ad errori ed incertezze, incertezze che riguardano soprattutto gli interrogativi a cui tutti siamo confrontati, quelli sul senso della vita e sul mistero che l'uomo è a se stesso. Come mai esistiamo? Chi siamo veramente e a che cosa siamo destinati? Come mai siamo infelici? Dove si trova la felicità? Come mai il male assume in certi momenti aspetti intollerabili? Come mai gli ingiusti sembrano cavarsela meglio dei giusti? E dopo la morte? C'è qualcosa o il nulla?
Questi interrogativi non sono dei rompicapi facoltativi. La bontà della vita di ognuno dipende dalla correttezza con cui si risponde a queste domande. Più si avranno le idee confuse su questi punti più si condurrà una vita disordinata e instabile. Allora, sarà difficile non prendere qualche dolorosa cantonata. La miseria materiale è poi nel fatto evidente che nessuno può sfuggire alla malattia e alla morte.

La compassione di Dio

Ora, questa situazione miserevole e lamentevole in cui si trova l'umanità, muove a compassione il cuore di Dio, una compassione così viscerale da spingerlo a venire personalmente in nostro soccorso per illuminarci, guarirci, salvarci. Ma la cosa non è così semplice e priva di rischi, anzi, è piuttosto complicata e richiede molta preparazione, prudenza, sapienza. Tutte cose che, evidentemente, a Dio non mancano.

Due esempi

Per cercare di comprendere qualche aspetto del problema a cui Dio va incontro nel venire in nostro soccorso, proviamo ad aiutarci con due esempi. Un uomo può avere un cuore talmente malato da essere certo di morire entro breve tempo. A meno che non si riesca a sostituire il suo cuore malato con uno sano. Tutti sappiamo che la chirurgia moderna è in grado di compiere questa operazione. L'operazione è complicata e delicata e comporta anche il rischio del rigetto. L'ammalato cioè, potrebbe non tollerare la presenza del nuovo cuore e, se questa crisi non venisse superata, l'ammalato morirebbe.
Proviamo ancora ad immaginare una classe di studenti piuttosto turbolenta, dove la voglia di scherzare e divertirsi è tanta, mentre la voglia di studiare è poca. Supponiamo ancora che un giorno arrivi, da una città vicina, un nuovo studente, uno studente modello che si impegna nello studio, non fa scherzi di cattivo gusto, non dice parolacce, rispetta tutti: i professori, i compagni, le aule, l'ambiente, gli orari. È gentile, ordinato e pulito nella persona, pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà, non si mette mai in mostra, non mente… Come pensate che sia accolto questo ragazzo? Non si sbaglia a pensare che le sue virtù saranno messe a dura prova. Verrà osteggiato e mal visto dai più, evitato da altri e saranno pochi i suoi amici.
Ora, la situazione di Gesù che entra in questo mondo è un po' simile a quanto descritto negli esempi. Le reazioni che suscita la sua venuta sono simili a quelle che suscita un cuore sano quando sostituisce un cuore malato. Come quelle che suscita un uomo santo e sapiente quando vive fra uomini rozzi, corrotti, cattivi, orgogliosi, lussuriosi… il cui male maggiore è forse quello di non rendersi ormai conto della loro reale situazione.

Abitudine al degrado

Conviene allora riflettere sulla singolarità di questa situazione. Una prima considerazione è che quando l'uomo vive per tanto tempo in un ambiente degradato, corrotto, volgare… tende ad abituarsi e trovare normale questo tipo di vita. Si rende conto tuttavia che se non si impegna a vivere secondo giustizia e verità la sua esistenza diventerebbe orribile e insopportabile. Ecco allora il proliferare di leggi e regolamenti per tentare di frenare le inclinazioni alla trasgressione e rimediare ai disordini. Succede però che, nonostante le leggi, c'è sempre chi le studia tutte per non osservarle. In definitiva, quanto si riesce ad ottenere sul piano della convivenza civile o dell'amore reciproco è piuttosto superficiale e formale. Così, nel migliore dei casi, l'uomo riesce a vivere come un buon fariseo che osserva le leggi in modo esteriormente perfetto, ma nel suo cuore non c'è vero amore. Considerazioni simili si possono fare per la ricerca della verità e della felicità. Quanto l'uomo riesce ad ottenere in questi campi è piuttosto insoddisfacente e deludente. La sua mente è più che altro occupata da idee incerte e confuse in cui poche verità convivono accanto a molti errori. Ma soprattutto, il vuoto che sente nel suo cuore non lo riesce a colmare neanche concedendosi ogni possibile esperienza. Neanche infrangendo ogni barriera morale per andare al di là di ogni limite. Nonostante ciò, molti si dimostrano orgogliosamente affezionati ai loro corti pensieri e ai loro errori. Accanitamente attaccati ai loro piccoli piaceri.

L'impresa di Gesù

E allora? Allora per Gesù sono guai. Perché, nonostante tutte le precauzioni del caso, ad un certo punto è costretto a denunciare o manifestare agli uomini la loro reale situazione. Questo avviene sia mediante la santità o bontà del suo comportamento, sia con la sapienza e profondità del suo insegnamento, sia con la potenza dei suoi miracoli. Fin che Gesù rimane nascosto a Nazaret tutto fila liscio, quando inizia la sua vita pubblica incomincia un terremoto, un crescente subbuglio nei cuori. È accolto con ammirazione ed entusiasmo dagli uni, ma è temuto come la peste da altri. Nessuno di fronte alla sua persona può rimanere indifferente.
Che cosa sta succedendo? Sta succedendo che la bontà, la sapienza, la potenza, la libertà del Signore, mettono in evidenza, per contrasto, quanto i cuori degli uomini siano cattivi e gretti, quanto le loro idee siano meschine, confuse e insufficienti, quanto i beni terreni a cui sono attaccati non possano dare loro la felicità che cercano. Accade così che gli umili riconoscono la loro reale situazione e accolgono Gesù come salvatore, mentre gli orgogliosi respingendo la luce che rivela le loro miserie respingono anche Colui che potrebbe guarirli e liberarli. Si realizza così sia la profezia di Simeone: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori (Lc 2, 34), che la parola di Gesù: Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi (Gv 9, 39).
Fino a che estremo la santità del giusto possa dar fastidio ai malvagi è anche descritto nel libro della Sapienza che così si esprime: Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ed è contrario alle nostre azioni; ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore. È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita è diversa da quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. Moneta falsa siam da lui considerati, schiva le nostre abitudini come immondezze. Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre. Vediamo se le sue parole sono vere; proviamo ciò che gli accadrà alla fine. Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti, per conoscere la mitezza del suo carattere e saggiare la sua rassegnazione. Condanniamolo a una morte infame, perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà (Sap 2, 12-20).
È impressionante la precisione con cui queste parole descrivono il clima di tensione che si è venuto a creare fra Gesù e i sui oppositori. Ma non è tutto, altri formidabili colpi di tuono, destinati a scuotere le coscienze fino alla fine del mondo, si odono quando Gesù, con gli atti e con le parole, rivendica la sua origine divina, la sua uguaglianza con Dio. Quando afferma e pretende di essere Lui l'amore, la vita, la felicità, la verità che gli uomini cercano. Quando afferma di essere Lui la via per cui devono passare se vogliono raggiungere questi beni. Quando con le parole e con l'esempio, mostra che questa via prevede un passaggio piuttosto stretto e angusto che si chiama morte.
Tutte queste cose gli uomini di allora e di oggi stentano a comprendere, ad accogliere e ad assimilare. Di qui la reazione di molti: Ma chi credi di essere. E Gesù: Proprio ciò che vi ho detto e che le vostre orecchie hanno udito: Io sono la Via, la Verità e la Vita. E alcuni nel loro cuore pensano: Vedremo! E intanto decidono di farlo morire in croce.

Il nemico invisibile

Per completare la riflessione sul clima di ostilità che si è venuto a creare fra Gesù e i suoi oppositori, la Sacra Scrittura e l'insegnamento della Chiesa ci dicono che dobbiamo anche considerare l'azione di un essere invisibile, nemico di Dio e nemico dell'uomo: Satana. Fin dall'inizio lo vediamo in azione sia per seminare inimicizia fra gli uomini e Dio sia per seminare discordie e morte fra gli uomini. Di lui il Signore dice che è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché la verità non è in lui… è menzognero e padre della menzogna (Gv 8, 44). E San Pietro nella sua prima lettera esorta: Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede. E San paolo nella lettera agli Efesini: La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Altri passi si potrebbero citare, questi sono comunque sufficienti per considerare che, dove c'è opposizione e lotta contro Gesù o contro l'uomo, vi è anche l'azione malefica del demonio. Azione tanto più pericolosa quanto più è nascosta e trascurata dagli uomini.

Nella casa di Simone

Ma la manifestazione di Gesù agli uomini non suscita solo reazioni negative. Molti nel profondo del loro cuore conservano il desiderio della verità, della bontà, della rettitudine, di una vita più piena e più vera. Allora, quando Gesù appare, parla, insegna, guarisce, intuiscono che in Lui può esserci la risposta alle loro più profonde attese, decidono così di fargli credito e di seguirlo.
L'episodio accaduto nella casa di Simone il lebbroso a Betania, mostra tuttavia che, anche coloro che sono diventati amici di Gesù tanto da sedere a mensa con Lui, hanno ancora bisogno di purificare o rettificare la loro mentalità e le loro idee. Non riescono infatti a comprendere il gesto gratuito, di puro amore, rivolto a Gesù dalla donna che unge il suo capo con un olio profumato di gran valore, il che equivale a non capire quanto Gesù sia degno di amore e meriti di essere amato e come nessuna pazzia fatta per Lui sia eccessiva.
Nella sua risposta Gesù suggerisce quanto sia degno di essere amato annunciando, in modo non troppo velato, che attraverserà la morte per amore degli uomini, portando Lui il peso del castigo e del dolore che dovremmo portare noi a causa dei nostri peccati. Non tutti allora compresero le sue parole e nemmeno i fatti che seguirono, ma anche oggi il fatto che Gesù sia morto in croce per amore nostro non è molto compreso.
Gesù manifesta inoltre ciò che veramente conta agli occhi di Dio. Agli occhi di Dio non conta un gran che la gloria che gli uomini di solito cercano per essere ammirati e ricordati. La gloria e gli onori ricercati dai conquistatori, dai politici, dagli attori, dagli atleti, dagli artisti, dagli industriali… ma, ciò che agli occhi di Dio è degno di essere ricordato per i secoli e per i secoli dei secoli, sono proprio i gesti gratuiti di puro amore verso di Lui e verso i fratelli. Gesti tanto più preziosi quanto più sono nascosti e fatti per amore di Dio solo.

E oggi?

Ora, quanto è stato letto nel Vangelo è accaduto, accade e accadrà fino alla fine del mondo. Ad esempio, quanti cristiani che siedono a mensa con Gesù, a volte così si esprimono: Con tanti poveri che ci sono nel mondo, con tanta gente che ha bisogno di essere aiutata, istruita, curata, perché quella ragazza o quel giovane hanno deciso di andarsi a rinchiudere in un monastero di clausura? Non avrebbero fatto meglio ad utilizzare la loro intelligenza, le loro energie, il loro tempo, per aiutare chi è nel bisogno? Dicono così perché in fondo pensano che una vita trascorsa in un monastero di clausura sia una vita sprecata come era sprecato l'olio prezioso che la donna del Vangelo ha sparso sul capo di Gesù. Anche a loro il Signore potrebbe rispondere: Non li importunate, perché l'offerta della loro vita è come un profumo di soave odore che consola il mio cuore dell'indifferenza e dell'ingratitudine di molti.
Osserviamo poi reazioni infastidite e ostili, ogni volta che la Chiesa denuncia le aberrazioni morali degli uomini. Ogni volta che propone la via della rettitudine, della giustizia, della purezza, della castità. Quando gli uomini si sentono minacciati nei loro piaceri, nelle loro voglie, nella presunzione di decidere loro ciò che è bene e ciò che è male, si irrigidiscono e reagiscono con cattiveria e violenza.
Quando la Chiesa afferma che nessuno si può salvare se non attraverso Gesù Cristo, molti insorgono e contestano. Così come quando insegna che non ci sono molte verità, tante quante sono le teste degli uomini, ma esiste una sola Verità, la Verità di Dio e del suo progetto. Questo progetto gli uomini lo possono scoprire e accogliere e diventare così veramente liberi. Se invece si ostineranno a vivere secondo un loro progetto, presto o tardi, se lo vedranno crollare addosso, e la cosa non sarà indolore.
Vale per queste reazioni e contestazioni quanto dice il Signore: La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere (Gv 3, 19-20). O ancora: Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà (Gv 15,20; Lc 21, 16-18).
Vediamo allora che ciò che è accaduto fra Gesù e i suoi oppositori accade anche oggi fra la Chiesa e i suoi oppositori, stesse tensioni, stesse ostilità, stesso martirio e, alla fine dei tempi, qualche cosa di analogo alla Sua morte e alla Sua risurrezione. Ma allora sarà la venuta di Gesù nella gloria e il giudizio del mondo.

 Eugenio Pramotton - Sito http://www.medvan.it/


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