martedì 12 agosto 2014

Santa Giovanna Francesca di Chantal - 12 agosto



S. Giovanna Francesca di Chantal nasce a Digione il 23 gennaio 1572 e muore nel Monastero della Visitazione di Moulins il 13 dicembre 1641.
Giovane vedova, madre di quattro figli, il suo temperamento appassionato e generoso l’ ha lanciata in una ricerca ardente di Dio.
Vi vedo, mi pare, mia cara Figlia, con il vostro cuore vigoroso che vuole potentemente e me ne compiaccio, ma vorrei di più?” (lettera di S. Francesco di Sales): così inizierà la grande amicizia spirituale che spingerà Giovanna Francesca di Chantal sul cammino della santità.
Fu sposa teneramente amata e che amava con lo stesso ardore il proprio marito, morto prematuramente in un incidente di caccia; donna intelligente, madre amorosa ed educatrice eccezionale; caritatevole verso gli afflitti e i miserabili, serviti di propria mano per anni; vedova afflitta, ma non disperata nella prova; donna forte che sa sopportare per lunghi sette anni la tirannia di una serva-padrona nel castello del proprio suocero.

Fu fondatrice di un Ordine che ancora nella sua vita si espanse in più di 80 Monasteri pur attraverso grandi prove e difficoltà, lutti, peste, guerre, calunnie; capace di tenere una corrispondenza serrata ( quasi 4000 lettere pubblicate), instancabile madre e viaggiatrice per le necessità del suo Ordine; ricercata e onorata da tutti i Grandi di Francia e della Savoia; universalmente considerata santa, già in vita.
Sarebbe un amore interessato il lasciare il mondo, che é nulla, per possedere Dio che é tutto? No, bisogna lasciare tutto e restare a disposizione dell’ amore divino, affinché faccia di noi quello che vorrà “ .Queste le sue parole più frequenti.
(per approfondimenti “Come piace a Dio” di Giorgio Papàsogli Ed. “Città Nuova”).
Donna di gran cuore e di fede sincera, mette la sua vivacità di carattere al servizio della spiritualità di Francesco di Sales, fedele sempre a se stessa nell’essere presente dovunque Dio la volesse; una figura affascinante ed estremamente attuale, sotto il segno di un’ascesi vissuta con semplicità e grazia”.

(A. Ravier, Giovanna di Chantal, fascino femminile e santità, Ed. Città Nuova 2000)

Dopo la rinuncia ai suoi beni terreni Giovanna è davvero povera quando inizia il suo apostolato : il 6 giugno 1610, insieme alle sue compagne Giacomina Favre e Giovanna Carlotta de Bréchard. Dopo la benedizione del Vescovo S. Francesco di Sales, sotto la sua autorevole e paterna guida, entra nella piccola “Casa della Galleria”, culla dell’Ordine della Visitazione.
C’è estrema povertà, ma una grande pace invade il cuore delle tre religiose, davvero fin dall’inizio “alla Visitazione tutte le cose sono piccole, umili e di poco conto, fuorché l’ideale che è quello di giungere alla perfezione dell’amore di Dio”.
Inizia così una nuova fase della vita di S. Giovanna Francesca, importante e decisiva, non solo per il suo cammino personale di santità, ma anche per quello di tante anime che, nel corso dei secoli, si metteranno sotto la sua umile guida e la riconosceranno come Madre e Maestra spirituale.
Per Madre di Chantal questa scelta comporta rottura e distacco con tutto ciò che, fino a quel momento, aveva costituito il suo mondo. La grazia però, anche quando si impadronisce in modo così potente di un’anima, non distrugge la natura, non chiede di rinnegare i sentimenti più belli e più puri che ci sono nel cuore, spinge invece, tutto, verso l’Assoluto di Dio.
Proprio per questo Giovanna rimarrà sempre “Madre” : continuerà ad amare profondamente e teneramente i suoi figli, illuminandoli nella loro scelta di vita, accompagnandoli con la preghiera e soffrendo poi intimamente - pur accettando la volontà di Dio - per la loro prematura scomparsa. Alla morte del Signor de Toulonjon, suo genero e sposo di Francesca, unica figlia che sopravviverà alla Santa, Madre Chantal
si lascerà sfuggir l’affermazione: ”
Quanti morti !”, subito corretta in: “Quanti pellegrini che si affrettano a recarsi alla Dimora eterna, accoglili, Signore, tra le braccia della tua Misericordia”. Essa dimostra di avere un cuore vigoroso“che ama e vuole potentemente”, come lo aveva definito San Francesco di Sales e che, durante tutto il corso della vita, compirà l’esercizio di“volere e amare la Volontà di Dio ancor più vigorosamente, più teneramente e più amorosamente di qualsiasi altra cosa al mondo e non solo negli avvenimenti sopportabili, ma anche in quelli insopportabili”.
Così Dio diventa veramente l’ unica ricerca, l’unica realtà, l’unico fine, il “tutto” della sua vita e, in Lui, si apre anche a una nuova maternità, quella spirituale.
Dio le dona le anime ed Ella le ama con passione, con tenerezza, perché sono sue, perché vuole portarle a Lui, perché vuole che lo amino tanto.
Questo spiega la sua dedizione senza limiti, lo zelo, l’ansia di ogni sua giornata. E questa sollecitudine veramente materna si manifesterà in tutta la sua estensione, soprattutto dopo la morte di
S. Francesco di Sales (28 dicembre 1622).Giovanna Francesca si ritrova sola alla guida della sua famiglia religiosa, non si perde di coraggio e proprio allora l’Ordine ha un incredibile sviluppo.
Ella si fa, in questi ultimi diciannove anni della sua vita, pellegrina sulle strade di Francia e nel 1638 giunge anche in Italia, a Torino.
Continuamente richiesta per nuove Fondazioni, alla sua morte queste raggiungeranno il considerevole numero di ottantasette.




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