martedì 4 novembre 2014

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 2, 12-18 - Dedicatevi alla vostra salvezza. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare.


 
Miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore.
Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita.
Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.

Parola di Dio
Riflessione

Paolo, in questa lettera, condivide con noi la sua gioia nel sapere che i fratelli di Filippi, nonostante la sua assenza, si comportano in maniera degna di essere chiamati figli di Dio.
Questo ottimismo dell'apostolo, forse è dettato dal fatto che i Filippesi erano davvero delle persone sincere. Generalmente quando il gatto non c'è... i topi ballano... ma in questo caso Paolo è convinto che siccome è stato Dio ha operare nei loro cuori, non lascerà incompiuta la Sua opera. Dio ha un disegno stupendo per tutti noi e una volta che ha iniziato le fondamenta non lascerà che il “cantiere” fallisca... a meno che noi decidiamo di licenziarci. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo” (Ef 2, 10). E' anche vero che lavorare nel cantiere del buon Dio è un po' faticoso... non solo, con tutto il materiale che si trova sparso dappertutto, molto spesso ci troviamo a terra e siamo costretti a metterci in infortunio... E' proprio in questi momenti che non dobbiamo mollare, la preghiera fiduciosa deve essere la nostra medicina. Senza la mano di Dio infatti, noi siamo spacciati perché, oltre a non avere la forza, molto spesso non comprendiamo... L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito” (1 Cor 2, 14). Siamo forse dei somari? Ebbene sì... Gesù mio... ma chi te l'ha fatto fare? Non stavi bene da solo? Eri in paradiso... tutto bello... tutto beato... Dì la verità: ti annoiavi?
Paolo però esorta tutti noi a dedicarci alla salvezza con impegno e anche con qualche sforzo. E se non riusciremo a vedere la luce la responsabilità sarà solo nostra. Dio infatti mette nei nostri cuori il volere e l'agire, ma ci rende liberi di dire di si o di dire di no... Lui non può salvarci senza il nostro consenso e di conseguenza la nostra salvezza sarà data dalla risposta affermativa al Suo amore.
Chi cerca di avere amico Gesù deve stare lontano dall'amicizia degli uomini che amano solo le cose terrene. Deve avere insomma il coraggio di andare nella direzione opposta, anche se si troverà da solo; deve guardare la monetina dalla parte opposta a quella di “Cesare”!!!
Nella società in cuoi viviamo non è facile e Gesù conosce le nostre difficoltà. Ma Lui, se noi lo vogliamo, ci darà la Sua forza rendendo i Suoi comandamenti meno gravosi. Evitiamo allora di essere sicuri di noi stessi o pensare di essere a posto con il Signore, perché lungo il cammino, che non conosciamo, potremmo avere delle amare sorprese.
Paolo ci esorta quindi ad essere obbedienti prendendo come esempio i Filippesi, ci esorta a non brontolare troppo, a tenere a freno la lingua, ma soprattutto a essere coerenti con il Vangelo. Infatti, solo l'esempio di cristiani coerenti potrà far brillare una pietra grezza. E se la pietra non si trasformerà in un diamante forse sarà perché noi non abbiamo dato una bella testimonianza... Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16).
Chiediamo al buon Dio di rafforzare la nostra fede, in modo da essere delle pietre autentiche e non delle belle opere di bigiotteria... belle da vedere, ma finte... Gesù mio, non metterò più il mio reggiseno magico... te lo prometto.
Pace e bene


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