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Vissuto tra il 406 e il 450. Nato a Imola, divenne diacono di questa
città e poi diacono ed arcivescovo di Ravenna (433 circa). È famoso
soprattutto per l'assiduità e l'eloquenza con cui predicava, che gli
valsero il soprannome "Chrysologus", cioè "parola
d'oro", esistono ancora molti suoi sermoni. Fu dichiarato
dottore della Chiesa da Benedetto XIII nel 1729.
Chi
dice queste parole giaceva a terra. Prende coscienza della sua
caduta, si accorge della sua rovina, si vede immerso nel peccato e
grida: « Mi leverò e andrò da mio padre ». Da dove viene questa
speranza, questa certezza, questa fiducia? Dal fatto che si tratta
proprio di suo padre. « Ho perso la mia condizione di figlio, dice
dentro di sé; ma lui non ha perso quella di padre. Non c'è bisogno
di un estraneo per intercedere presso un padre: il suo stesso affetto
interviene e supplica nel più profondo del cuore. Le sue viscere
paterne lo spingono a generare di nuovo il figlio per mezzo del
perdono. Pur colpevole, andrò da mio padre. »
E il padre, visto il figlio, vela subito la sua colpa. Preferisce la parte di padre a quella di giudice. Lui che desidera il ritorno del figlio e non la sua perdita, trasforma subito la sentenza in perdono ... « Gli si gettò al collo e lo baciò ». In questo modo il padre giudica e corregge: dà un bacio al posto di un castigo. La forza dell'amore non tiene conto del peccato. Perciò il padre, con un bacio, rimette la colpa di suo figlio; la copre col suo abbraccio. Il padre non svela il peccato di suo figlio, non bolla il figlio, ma cura le sue ferite in modo che non lascino nessuna cicatrice, nessun disonore. « Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato » (Sal 32, 1).
E il padre, visto il figlio, vela subito la sua colpa. Preferisce la parte di padre a quella di giudice. Lui che desidera il ritorno del figlio e non la sua perdita, trasforma subito la sentenza in perdono ... « Gli si gettò al collo e lo baciò ». In questo modo il padre giudica e corregge: dà un bacio al posto di un castigo. La forza dell'amore non tiene conto del peccato. Perciò il padre, con un bacio, rimette la colpa di suo figlio; la copre col suo abbraccio. Il padre non svela il peccato di suo figlio, non bolla il figlio, ma cura le sue ferite in modo che non lascino nessuna cicatrice, nessun disonore. « Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato » (Sal 32, 1).
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