sabato 22 ottobre 2016

Dal libro del Siràcide - Sir 35, 1-15 - Chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.




 Sir 35, 1-15

Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
Chi ricambia un favore offre fior di farina,
chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia.
Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
perché tutto questo è comandato.
L’offerta del giusto arricchisce l’altare,
il suo profumo sale davanti all’Altissimo.
Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.
Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.

Parola di Dio

Riflessione

Ogni cristiano dovrebbe tenere a mente una cosa: non sono i riti che contano... quello che vale agli occhi del buon Dio sono l'elemosina, la giustizia e l'astensione dal peccato. Se si rispettano queste regole, si ama... altrimenti no!!! Le pie pratiche e le “dolci parole” non servono a un bel niente se non sono avvalorate dai fatti... Ci vogliono dei gesti concreti. Dunque, la legge che dobbiamo rispettare se vogliamo che ciò che facciamo sia gradito veramente al Signore, è quella dell'Amore. Dio sa molto bene quanto sia difficile oggi essere dei bravi cristiani... per questo ha mandato Suo figlio. Non abbiamo più scuse... Adesso abbiamo un modello da seguire... "Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore" (Ef 5, 1-2).
"L’offerta del giusto arricchisce l’altare"... Quando facciamo qualche sacrificio per altri fratelli, siamo noi che riceviamo di più... siamo noi che diventiamo più ricchi e saremo noi che alla fine ringrazieremo perché abbiamo ricevuto qualcosa che non avevamo... E' come la storia della vedova di Sarepta con Elia: una storia di scambio di doni... La donna infatti ha creduto alla promessa di Dio e ha condiviso quel poco che aveva, così alla fine è diventata ricca perché Dio ha premiato la sua generosità, infatti i vasi che contenevano la farina e l'olio non si svuotavano mai. Imitiamo allora anche noi la fiducia in Dio della vedova, diamo a Lui tutto ciò che possediamo.
Dio non vuole da noi le cose carine, ma desidera ciò che Lui non possiede... ossia le nostre miserie... e una volta che noi le deponiamo sotto la Sua Croce Lui le brucerà, le trasformerà e il fumo sarà per Lui un profumo.
Se amiamo davvero Gesù il minimo che possiamo fare per Lui è donargli tutto quello che possediamo, ma sopratutto tutto quello che siamo... Dio vuole il nostro niente di cui, come sappiamo bene, abbondiamo, e Lui lo trasformerà in tutto... "Di questo sacrificio di comunione offrirà come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore il grasso che avvolge le viscere e tutto quello che vi è sopra" (Lv 3, 3). Impariamo da Teresa del Bambin di Gesù che affermava: “E' la mia povertà che seduce il cuore di Dio. Tutto il resto sono i doni di cui Lui mi ricolma. Anche l'amore è Lui che me lo dona, attraverso ciò gli rassomiglio, non mi distinguo più”. Allora, a Colui che è tutto... dobbiamo dare tutto! Dare un pochetto o dare quello che a noi sembra bello, significa essere tiepidi... significa che dobbiamo stare molto attenti al nostro bel vestitino... "Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca" (Ap 3, 15-16).
Dio non si lascia prendere in giro dal nostro sguardo caruccio, dalle nostre opere stratosferiche, dalle nostre chiacchiere vuote...
Immaginiamo di trovarci su un aereo che sta precipitando nell'oceano e che dagli altoparlanti continuino a dirci di stare calmi, che si tratta solo di un po' di vento o di una turbolenza passeggera... dobbiamo far finta di crederci?...
Oppure, se regaliamo un phon a una persona completamente calva o un dolcetto talmente duro a una persona senza denti che neanche il latte bollette riuscirebbe ad ammorbidire, siamo davvero convinti che la persona destinataria di questi doni non pensi che siano dei regali riciclati?
Quindi, se Dio a volte ci lascia fare, fare e fare... non significa che ciò che stiamo facendo sia perfetto, o che non veda realmente che le nostre opere sono molto inquinate dal desiderio di piacere al nostro io... Lui conosce molto bene il nostro cuore, e se pensiamo di mettere a posto la nostra coscienza dando delle offerte in denaro, abbiamo toppato in pieno!!!... Il paradiso non si compra in questo modo!!!
Dovremmo fare più spesso delle verifiche, e domandarci se siamo convinti o no che viviamo grazie alla Misericordia di Dio, che viviamo grazie all'elemosina di Gesù... Lui ci ha riscattato con il Suo sangue e non con quattro soldi!!! E con quale coraggio noi diamo ai nostri fratelli gli avanzi, facendoli apparire come "l'oro di Bologna" che alla fine si fa nero dalla vergogna!!! Come quando vogliamo rinnovare l'armadio... lo svuotiamo dei vestiti trasandati... bucati... con le palline... colorati da errori di lavaggio... e li diamo alla Caritas o alla Croce Rossa come se i poveri avessero bisogno di stracci per spolverare!!!
Ma oltre ad avere il “braccino corto” nelle cose materiali, molto spesso siamo avari nel donare le cose spirituali e non vogliamo condividerle con altri fratelli... come se fossero nostre e non provenissero da Dio; siamo davvero convinti che i doni che abbiamo ce li siamo meritati? Prendiamo allora sul serio le belle parole del Siracide di oggi, perché - come diceva padre Marie Dominique Molinié nel libro "Chi comprenderà il cuore di Dio?" - "Tutte le persone che si adoperano per addolcire le sofferenze dei loro fratelli sono offerte a Gesù ad alla Sua Gloria come le lacrime ed il profumo di Maria Maddalena”.
Gesù non è una persona spilorcia... ripaga sempre e restituirà sette volte tanto... Se non lo fa è perché siamo ancora troppo “ricchi”... siamo troppo colmi di ragionamenti umani, troppo colmi di nostre sicurezze, troppo colmi di egoismo, troppo colmi di superbia... Una bottiglia piena d'acqua non la potremo riempire di vino se prima non la svuotiamo, non abbiamo altra scelta!!! Diceva ancora padre Marie Dominique Molinié: La misericordia può dire: Ti conosco, ma non abbastanza per i miei gusti! Non ho potuto stringerti al mio cuore, non mi hai lasciato fare...”.
Gesù mio... aumenta la mia fede e non permettere che io volti la faccia al povero, perché se lo facessi significherebbe che non riconosco quanto io devo a Te. Aiutami a donare con gioia, ma sopratutto con discrezione e, se dovesse prendermi la mania della vanagloria, sei autorizzato a darmi un bel ceffone... Sono comunque sicura che anche senza la mia autorizzazione me lo daresti lo stesso!!! E io ti ringrazio... sto crescendo a suon di ceffoni!!! Sono il mio pane quotidiano...
Voglio concludere con un pensiero molto bello di San Basilio: "Sei povero? Ma l'altro è più povero di te. Hai cibo per appena dieci giorni? Ma l'altro ne ha per un giorno soltanto. Se non ti resta che un pane, e un povero sta alla tua porta, dì così: C'è quest'unico pane che tu vedi o Signore; il pericolo incombe: ma io obbedisco al Tuo comando e di questo poco faccio parte a chi ha fame, Tu provvedi al tuo servo in pericolo".
Pace e bene

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