domenica 31 gennaio 2016

O BUON SAN GIUSEPPE – Capitolo 52 – Tratto da “Il Bambino nascosto di Medjugorje di suor Emmanuel


 
San Giuseppe con Gesù Bambino


San Giuseppe è il presidente celeste del nostro apostolato per Medjugorje. Per portarlo a buon fine ci occorreva questo Santo efficace, pieno d’amore e... di umorismo!
 
Il gattino
Nel 1998, durante una missione in Polonia, i miei amici mi hanno raccontato questo fatto: durante la seconda guerra mondiale, alcune suore polacche avevano un orfanotrofio nella loro città. Il popolo era poverissimo e queste suore vivevano di provvidenza. Un giorno viene a mancare il latte per gli orfani e ciò ne minaccia gravemente la salute. Che fare? In questa situazione di indigenza,la Madre Superiora chiede alla cuoca, Suor Ewa, di scrivere una petizione a san Giuseppe e di metterla dietro alla sua icona, secondo l’usanza della comunità. Ma, davanti al foglio bianco, Suor Ewa è molto in imbarazzo. Come rappresentare il latte, anch’esso bianco?

Tuttavia ubbidisce come può. L'indomani, un uomo della città bussa alla porta del convento. Vuole salutare le suore e portare loro un regalo. Si rallegrano all’idea che forse fosse arrivato il latte! Ma è grande la loro sorpresa e la loro delusione vedendo che il visita regala semplicemente un gatto, un semplice gattino... bizzaro come regalo! Il visitatore chiede loro: «Avete bisogni particolari?». «Sì, ci manca soprattutto il latte», rispondono le suore a una voce. «Latte?», esclama il Visitatore, «ma io ne ho molto! Ve lo porto al più presto!». Il latte viene consegnato il giorno stesso. Ma la superiora è incuriosita dalla faccenda del gatto... Chiede, allora, alla cuoca di farle vedere la petizione presentata a san Giuseppe. Vedendo il disegno, scoppia a ridere. Suor Ewa aveva disegnato, infatti, un gatto che beveva a grandi sorsate in una scodella! Nella sua bontà, san Giuseppe aveva obbedito: prima aveva fornito il gatto, poi in più anche il latte!
Una benedizione sotto forma di olio
Kim C. non è praticante, ha ventitré anni e pare che Dio non le interessi affatto. Dotata, sensibile, decisa, carina, nel marzo 2005 accetta l’affare che i genitori le offrono: accompagnare una famiglia amica a Medjugorje, non per fare un pellegrinaggio, ma per badare ai loro tre figli in tenera età. Kim va matta per i bambini. Allora i genitori hanno trovato questo mezzo per farla immergere, almeno qualche giorno, nella grazia di Medjugorje. Dal fondo della loro California natale, pregano a più non posso perché il cuore della figlia sia toccato in quest'oasi di pace. L’ultimo giorno del pellegrinaggio a Medjugorje, la nostra cara Kim, sorridendo, dichiara ai suoi amici: «Sono stata contenta di badare ai bambini, contenta di vedere che vi godevate il soggiorno qui, ma anch’io vorrei godermi un po’ Medjugorje; sarebbe possibile cambiare la data del mio ritorno? Potrei restare ancora una o due settimane, ho proprio voglia di saperne di più su questo posto che mi sembra molto speciale...». Con i suoi amici, Kim non ha partecipato a niente, proprio a niente, né alla Messa, né alla scalata delle colline, né all’incontro con i veggenti; il black-out totale! Perché vuole restare? Lì si tocca il segreto della Gospa, e l’arte di una madre che sa conquistare sua figlia attraverso la piccola, piccolissima breccia rimasta aperta...
David L., il leader del gruppo, mi chiede di accogliere Kim per qualche giorno da noi. «Va bene» gli dico. Da allora, la data indicata sul biglietto di ritorno di Kim è stata rimandata tre Volte! Ora, un anno dopo, il biglietto non è più valido! Kim si è immersa talmente nella grazia di Medjugorje che non vuole più ripartire senza avere ricevuto per questo una mozione interiore molto chiara dalla Madonna, quando sarà il momento, il momento di Dio per lei. Il suo cuore è spalancato. Di tappa in tappa si meraviglia di tutto, come una fidanzatina che scopre con gioia qualche nuovo tratto del suo beneamato, e che assapora la gioia di vivere alla sua presenza. Fra le sue scoperte, l’impatto così concreto dei santi e degli angeli custodi nella nostra vita quotidiana la affascina. Non dimenticherò mai la prima volta in cui la tenerezza di San Giuseppe le ha conquistato il cuore. Quella mattina, bisogna confessare che Chrissey" e Kim sono arrivate all’Ufficio delle Lodi abbastanza contrariate. Infatti, in casa non compriamo mai certi alimenti, semplicemente perché sono cari e San Giuseppe stesso è incaricato di provvedere ad essi! L'olio extravergine di oliva fa parte di queste derrate. Orbene, non ne avevamo per il pranzo di mezzogiorno – un pranzo di festa che bisognava preparare con cura per i nostri ospiti. Chrissey e Kim avevano fatto un tentativo per farmi contravvenire, eccezionalmente, alla regola; ma la mia risposta le aveva deluse: - «Olio d’oliva? Nessun problema, pregheremo san Giuseppe, lui vede bene i nostri bisogni!». Per Kim questa connessione celeste era molto irreale, quindi ha pronunciato un coraggioso: «Amen!» quando, come ogni mattina, abbiamo rivolto a san Giuseppe le nostre richieste: olio e altre necessità. Dopo le Lodi, un buon caffè caldo ci aspettava in cucina; ma non era solo! Una bella bottiglia di olio d’oliva proveniente dall’Italia stava dietro alla porta d’ingresso, con queste parole scarabocchiate in fretta e furia: «Non vogliamo disturbare la vostra preghiera, ripasseremo più tardi! I vostri amici di Verona». Sotto choc, Kim ha dovuto sedersi. Scuoteva la testa, non sapendo più se ridere o piangere. «Sai» ha finito per dirmi, «negli Stati Uniti non conosciamo queste cose, non sappiamo niente di tutto questo! Se la gente lo sapesse! Non si ha la minima idea di cosa significhi Vivere con Dio!».| Bisogna riconoscere che quel giorno san Giuseppe aveva fatto colpo su Kim: ha schiuso per lei lo splendido mistero della comunione dei santi... con l’olio extravergine d’oliva!
Il carpentiere di Varsavia
San Giuseppe lavora troppo bene per restare ignorato! Ecco la bella testimonianza di Marysia S., la mia amica di Varsavia molto impegnata a favore di Medjugorje: «Quattro anni fa, suor Emmanuel mi ha donato un’icona di San Giuseppe, dicendomi: “Non lo preghi mai? Ma è un santo straordinario! Prendilo come amico, vedrai, ti aiuterà molto!”». «Con Bogdan e i nostri due figli, avevamo un grande bisogno di una casa, perché il nostro apostolato per la Gospa richiedeva uno spazio sempre maggiore. Ma avevamo troppo poco denaro per comprarne una. Su consiglio di Suor Emmanuel, piena di fiducia e di speranza ho scritto una lettera a san Giuseppe, l’ho messa dietro l’icona e ho iniziato una novena. Sono passati dei mesi... niente!! Allora il mio padre spirituale mi ha detto: “San Giuseppe è un semplice carpentiere, un uomo molto pratico. Dovresti piuttosto fargli il disegno della casa che desideri trovare”. Ho fatto dunque un disegno preciso della casa, vista dall’esterno, e ho messo il biglietto dietro l’icona. Sono passati dei mesi... niente! Ho detto al mio padre spirituale che evidentemente San Giuseppe non mi amava, ma lui ha ribattuto: “Probabilmente san Giuseppe non ti ha esaudita perché è un padre di famiglia e vuole trattare questo affare direttamente con un altro padre di famiglia. Chiedi a tuo marito di comunicare lui stesso la sua richiesta a San Giuseppe: fra padri di famiglia si capiranno!”. Bogdan ha obbedito il giorno stesso e quella settimana abbiamo trovato la casa! Evidentemente, san Giuseppe voleva incoraggiare Bogdan nel suo ruolo di capofamiglia. La casa costava esattamente la somma di cui disponevamo, ma il suo valore reale era molto superiore. Includeva tutte le stanze, richieste, perfino la cantina e la soffitta, e l’aspetto esterno riproduceva il disegno che avevo fatto! Da bravo carpentiere, san Giuseppe l’aveva scelta tutta di legno, e non di un legno qualunque, ma di quercia! Esaminando le finestre e le porte, abbiamo constatato con un sorriso che le rifiniture erano realizzate in modo ingegnoso ed erano in perfetto stato.|
Siamo stati accolti all’ingresso dai quadri del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Per l’appunto, a Medjugorje Maria chiede di mettere queste immagini nelle nostre case. Troneggiava anche un’antica immagine della piccola Teresa —una strizzatina d’occhio per il nostro legame spirituale con la Francia.
Per anni, l’ex proprietaria aveva consacrato una delle stanze alla preghiera, dovevamo solo darle il cambio e riaccendere i ceri! Infatti, questa signora, una malata grave, aveva pregato per ore davanti all’immagine della Madonna di Czestochowa, offrendo le sue sofferenze giorno e notte. Altra strizzatina d’occhio per non dimenticare il messaggio della sua sposa Maria sul digiuno: San Giuseppe aveva previsto anche il forno per il pane! Un pane delizioso fatto in casa per aiutare a perseverare nel digiuno, due giorni alla settimana!
Un sacerdote ci ha portato da Gerusalemme un quadro raffigurante san Giuseppe che veglia sulla Sacra Famiglia. È posto d’onore all’ingresso, poiché la nostra famiglia ormai sotto la sua protezione. La casa si trova vicino a Varsavia, i mezzo alla natura e la scuola per i bambini è migliore rispetto a quella di Varsavia».
San Giuseppe fa progetti
Duemila anni fa, in Galilea, i carpentieri erano anche architetti. Dovevano elaborare progetti ben realizzati per far stare in piedi le costruzioni e senza le armature metalliche e gli altri mezzi tecnici odierni. Possiamo immaginare san Giuseppe mentre conversa con Gesù su questo o quel modo di erigere una casa e mentre cerca insieme a lui il miglior piano possibile per soddisfare un cliente. Peraltro, san Giuseppe è stato il primo a mettere sulle spalle del figlio le travi pesanti che i carpentieri devono portare. Così facendo, senza saperlo, lo esercitava a portare la pesante trave della croce. Il Padre celeste aveva previsto anche questo per Gesù, gli aveva dato questo saggio carpentiere come capocantiere nei lunghi anni di nascondimento a Nàzaret. Dimentichiamo spesso che — in modo invisibile – è Giuseppe che ha aiutato Gesù a non crollare Sulla Via del Calvario.
Pensiamo poco a san Giuseppe come a un uomo che prepara progetti. Deve essere un tratto di famiglia: poiché a Medjugorje la sua sposa, la Gospa, parla spesso dei suoi piani per il mondo e ci chiede di aiutarla a realizzarli. Anche Gesù ha il suo progetto di salvezza per l’umanità. Tutta la Sacra Famiglia è specializzata nei progetti!
E noi, che progetto abbiamo per la nostra vita?
San Giuseppe è il santo che ci occorre per diventare entusiasti della vita e del dono della vita. Da bravo architetto, abile, meticoloso, coraggioso nel lavoro, ci aiuta a far quadrare nuovamente la nostra vita e ad “aggiustarla” in base al sogno di Dio su di noi. Infatti lui è il Giusto per eccellenza, cioè, per i giudei dell’epoca, un uomo che “aggiusta” tutta la Sua vita in Dio. Niente a che Vedere con i nostri ministeri della giustizia! Le nostre vite hanno talmente bisogno di essere riaggiustate in Dio! Questo grande esperto dei progetti di Dio è stato scelto dal Padre per accompagnare la crescita di suo Figlio Gesù fino alla sua statura di uomo — e per accompagnare la nostra crescita! San Giuseppe sarebbe molto felice di continuare il suo compito sulla terra in mezzo a noi, soprattutto in coloro che si prendono a cuore i messaggi della sua sposa Miryam!
Terrore dei demòni
Santa Caterina Labouré stava per morire in Rue du Bac, a Parigi. La Madonna le aveva dato la Medaglia Miracolosa Caterina era nota come “la Santa del Silenzio”. Pochissime sue parole sono registrate ma, sappiamo che, poco prima della morte i nipoti e le nipoti le chiesero: «Chi dobbiamo pregare al momento della tua morte, zietta?». «Il terrore dei demòni!», rispose; titolo preso dalle litanie di san Giuseppe. «E quando il demonio cerca di dettarvi pensieri di impurità, di odio, di invidia, di menzogna... fate questa piccola preghiera: “San Giuseppe, terrore dei demòni, proteggimi!”, e ditela su ogni dito della mano. San Giuseppe bloccherà allora questi pensieri. È tutto! Ma ritorneranno; allora trattateli di nuovo nello stesso modo. “San Giuseppe, terrore dei demòni, proteggimi”. Ripetete questo tante volte quante sono le dita delle mani, allora avrete la meglio nella lotta». San Giuseppe somiglia a questi uomini che stanno all’ingresso di una discoteca o di un night club, scrutando con lo sguardo ogni persona che arriva e decidendo chi lasciar entrare senza rischio. È così che Dio Padre lo ha fatto! Bisognava che fosse così, perché nessuno venisse a interferire con suo Figlio o con la sua figlia preferita, che era la sua arma segreta...|
Ha il cuore tenero
Vicka ce lo ripete spesso: «Non abbiate paura, basta chiedere!».
San Giuseppe ha grazie “in giacenza”. È una gioia per lui sostenere colui che lo invoca con amicizia e fiducia, per proteggere la sua vita familiare dalla disgregazione, per capire quale scelta compiere dinanzi a una situazione spinosa, per vincere gli assalti del maligno, per proteggere un bambino dall’impurità, per ricostruire nell’armonia una personalità ferita dalla vita, per non ritardare più un “si” alla chiamata di Dio, per perseverare nella preghiera in mezzo a un mondo ostile , per guadagnarsi da vivere mediante un lavoro che genera pace, per testimoniare a tutti la carità e la gioia di Dio, per offrire una sofferenza nella pace, per vivere un grande amore con la Madonna... in breve, per camminare con umiltà e sicurezza sulle vie della santità! Quello che mi colpisce in San Giuseppe è la sua tenerezza. Cede come un bambino davanti a un cuore fiducioso. Una volta ho fatto una novena a San Giuseppe perché avevo bisogno di un’automobile per Medjugorje. Gli ho precisato: «È per servire meglio la tua sposa là dove lei appare». Non era forse un caso di forza maggiore? Pensavo che mi avrebbe esaudito per amor suo! Effettivamente l’auto è arrivata il nono giorno della novena. Ma una ragazza, avendo saputo questo fatto, ha pensato di non poter usare lo stesso argomento per convincere san Giuseppe. Infatti aveva bisogno di un’auto, ma semplicemente per andare al suo lavoro d’ufficio, in un’azienda che non aveva nulla di particolarmente cristiano. Tuttavia, contando sulla bontà del santo, ha fatto comunque la novena. E l’auto le è arrivata provvidenzialmente, della dimensione desiderata; non credeva ai suoi occhi! Quel giorno ho scoperto un nuovo aspetto della personalità di San Giuseppe: la gratuità della sua tenerezza per noi! Potrei scrivere un libro sugli atti di bontà di San Giuseppe, ma ora preferisco concludere con una bella preghiera. Così ciascuno avrà l’occasione di rendere grazie per i suoi doni generosi nella propria vita!

Glorioso San Giuseppe, sposo di Maria, concedici la tua protezione paterna, ti supplichiamo per mezzo del Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria.
O tu, la cui potenza si estende a tutte le nostre necessità e sa rendere possibili le cose più impossibili, apri i tuoi occhi di padre sugli interessi dei tuoi figli.
Nella difficoltà e nel dolore che ci affliggono, ricorriamo a te con fiducia. Degnati di prendere sotto la tua caritatevole guida questo interesse importante e difficile, causa della nostra inquietudine... (menzionare le nostre necessità)
Fa' che il suo esito felice sia per la Gloria di Dio e per il bene dei suoi servi devoti. O tu che non sei mai stato invocato invano, amabile san Giuseppe,tu, il cui credito è così potente presso Dio che si è potuto dire:
«In cielo san Giuseppe comanda più di quanto supplichi», tenero padre, prega per noi Gesù, prega per noi Maria.
Sii il nostro avvocato presso questo divino Figlio di cui sei stato quaggiù il padre putativo così attento, così affettuoso, e il protettore fedele.
Sii il nostro avvocato presso Maria, di cui sei stato lo sposo così affettuoso e teneramente amato.
Aggiungi a tutte le tue glorie quella di vincere la causa difficile che ti affidiamo.
Crediamo, sì, crediamo che tu possa esaudire i nostri voti liberandoci dalle pene che ci opprimono e dalle amarezze di cui è colma la nostra anima.
Abbiamo inoltre la ferma fiducia che non trascurerai nulla a favore degli afflitti che ti implorano.
Umilmente prosternati ai tuoi piedi, buon San Giuseppe, ti scongiuriamo, abbi pietà dei nostri gemiti e delle nostre lacrime. Coprici con il manto delle tue misericordie e benedicici. Amen.
San Francesco di Sales


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