venerdì 4 marzo 2016

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 5, 17-21 - Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo.



2Cor 5, 17-21
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Parola di Dio
Riflessione
Gesù è morto per tutti noi; Gesù, il vero e unico innocente, noi, i veri colpevoli. Lui ha pagato per tutti, e per noi, nessuna condanna... Lui ci ha salvato dalle tenebre eterne, Lui ha preso in carico tutte le nostre iniquità e le ha messe sulla Croce... “Egli portò i nostri peccati nel Suo corpo sul legno della Croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle Sue piaghe siamo stati guariti” (1 Pt 3, 24). Non dobbiamo meravigliarci se, durante la salita al calvario, Gesù è caduto diverse volte schiacciato dalle nostre infedeltà... il peso era veramente grande!
La Croce è stata la nostra salvezza.
Da quel momento siamo diventati nuove creature, o almeno, dovremo esserlo. Ma cosa significa diventare nuove creature? Significa svuotare il cuore dal nostro “Io” per far posto a Dio, significa non vivere più per noi stessi ma per Dio, significa morire con Lui per poter risorgere con Lui, significa diventare nuovi di fabbrica così che noi stessi non ci riconosciamo più, e anche gli altri non ci riconoscono più.
Attenzione, si tratta naturalmente di cambiamenti del cuore, non fisici... Se una persona prima di incontrare Cristo era cicciottella, non è che poi, dopo averlo incontrato, diventa una velina... per quello ci vuole una dieta!!! Quello che diventa nuovo è il cuore, i nostri sentimenti, i nostri gusti, i nostri comportamenti. Tutta la nostra persona subisce una trasformazione radicale: prima era piena di orgoglio, ira, nervosismo, scontrosità, tristezza, malevolenza... poi traboccante di amore, gioia e pace. La presenza di Dio in noi progredisce quando il nostro cuore incomincia a ospitare la mitezza, l'umiltà, la pazienza, la dolcezza, la prudenza, la saggezza, la benevolenza... Se uno continua con le vecchie abitudini significa che in lui è ancora forte l'uomo vecchio.
Accogliamo allora l'assicurazione di Paolo: “… le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove”. Questo non significa che una volta diventati amici del Signore, diventiamo santi all'improvviso... le miserie ci sono sempre, ma con l'aiuto di Dio e il nostro lasciarci fare, riusciremo a soggiogare il peccato nella nostra vita.
Se prima, ad esempio, parlando e discutendo usavamo un “intercalare” volgare, dovremo assolutamente smettere questa abitudine... se prima eravamo rissosi e ogni occasione era buona per litigare, adesso dovremo evitare di farlo... se prima eravamo persone che baravano nel lavoro o con gli amici per ottenere apprezzamenti, per aumentare il prestigio, adesso dovremo cambiare... se prima eravamo invidiosi, pettegoli, pieni di rancore, velenosi, adesso smetteremo di esserlo. Tutte queste inclinazioni e altre simili, devono cessare all'istante.
Ma allora ci vuole un miracolo, dirà qualcuno! Appunto... Il miracolo è la conversione. La Croce deve cambiare la nostra visione del mondo. Allora i nostri fratelli li vedremo in un altro modo, perché sono tutti bisognosi di essere salvati da Cristo; noi dobbiamo diventare degli ambasciatori del Cielo con le nostre parole e con il nostro comportamento. Insomma, una nuova vita, nuovi sensi, nuove amicizie, nuove idee, nuove inclinazioni... una Luce nuova: Gesù Cristo!
Ognuno di noi si porta appreso un baule di peccati grandi come una montagna; tutti nella nostra vita abbiamo ferito qualcuno, tutti abbiamo offeso i nostri fratelli. Se ci fermiamo un attimo a pensare, forse ci vergogniamo pure di tutti questi “orrori”… e ne abbiamo ben ragione!!! Ma l'unico modo per guarire è riconciliarci con Dio. Qualcuno, purtroppo, cerca di nascondere il proprio passato, i propri peccati, la propria infelicità, il proprio fallimento... indossando una maschera, ma non serve a niente, perché mentire agli altri equivale mentire a se stessi e il peso delle menzogne diventerà sempre più insostenibile e non si troverà mai riposo. Il nervosismo, gli scatti d'ira, lo spargere veleno... non si curano con gli ansiolitici; molto spesso la causa di queste inquietudini è il nostro peccato non confessato. Il peccato è come un uovo nell'impasto delle polpette, tiene la coscienza legata... e l'unica cosa che può liberarla è la Croce, ma non si compra certo in farmacia! Se crediamo di poterci liberare da soli e uscire vivi da questa montagna di peccati: nostri e degli altri, siamo dei veri presuntuosi; abbiamo bisogno di una guida alpina molto esperta, abbiamo bisogno di Gesù Crocifisso.
Tutto viene da Dio, come ci dice oggi San Paolo, ad esempio, la chiamata e la forza per rispondere il nostro “Si”, ma a noi è chiesto un contributo, a noi è chiesto di lasciarci amare. Gesù ci vuole e ci vede come nuove creature, non è meraviglioso?... Noi invece, come ci vediamo? Continuiamo a torturarci con il passato?... Ricordiamo le parole di Paolo: “... le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove”. Se dunque Gesù, non ricorda più le nostre iniquità, perché continuare a tergiversare? Se continuiamo a martoriarci, a sentirci colpevoli, stiamo in qualche modo schernendo il sangue che Gesù ha versato per noi, crediamo che la Sua morte non sia bastata, che il Suo sacrificio non sia stato poi così efficace. Ha ragione il nostro Gesù a dire: "Popolo mio, che male t'ho fatto? Che dolore t'ho dato? Rispondimi!".
E' giusto e doveroso ricordarci di tutte le nostre iniquità, ma solo per ringraziare maggiormente Dio per averci guariti. I ricordi delle nostre mancanze infatti, non sono altro che il lettuccio che il paralitico porta a casa dopo essere stato guarito: "... E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare"...
Ogni credente era un peccatore prima di essere stato chiamato, e chi non lo era, in ogni caso se è stato preservato lo deve alla misericordia del buon Dio, altrimenti avrebbe forse fatto di peggio. Quindi, ogni disastro della nostra vita passata è stato sotterrato ai piedi della Croce e non ha più alcun valore; ora siamo diventati degni di essere amici della Sorgente della vita... "Su, venite e discutiamo" dice il Signore. "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1, 18).
Chiediamo al buon Dio di aumentare la nostra fede e di infonderci il Suo Santo Spirito, perché il nostro cuore possa diventare umile e mite come il Suo.
Grazie Gesù per il dono del Tuo amore che mi sta accompagnando ogni giorno e mi aiuta a perdonare le offese, a non sentire troppo le ferite, ad amare gli altri come Tu li ami; il Tuo amore mi aiuta a non turbarmi troppo delle difficoltà megagalattiche in cui mi trovo. Grazie Gesù per avermi chiamata a Te, grazie per il Tuo sorriso, per il tuo conforto, per le tue consolazioni e gli aiuti che mi doni attraverso i fratelli. Grazie per aver fatto pace con me, grazie per avermi perdonato e rigenerato a vita nuova, grazie per la possibilità quotidiana di nutrirmi della Tua Parola e dei Sacramenti.
Voglio concludere questa mia riflessione con un pensiero di Sant'Agostino: Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque; è in rovina: restaurala; alcune cose contiene che possono offendere la tua vista, lo ammetto e ne sono consapevole: ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te: Purificami, Signore, dalle mie brutture ignote a me stesso, risparmia al tuo servo le brutture degli altri".
Pace e bene

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