lunedì 27 febbraio 2017

Beata Maria di Gesù Deluil-Martiny - Marsiglia, Francia, 28 maggio 1841 - 27 febbraio 1884 - Tema: Riparazione - Soddisfazione - Vittima - Aiuto spirituale ai preti



«Ma ha ancora valore e significato un «Salvatore» per l'uomo del terzo millennio? È ancora necessario un «Salvatore» per l'uomo che ha raggiunto la Luna e Marte?« Malgrado le tante forme di progresso, l'essere umano è rimasto quello di sempre: una libertà tesa tra bene e male, tra vita e morte. È proprio lì, nel suo intimo, in quello che la Bibbia chiama «il cuore», che egli ha sempre necessità di essere «salvato»« Chi può difenderlo se non Colui che lo ama al punto da sacrificare sulla croce il suo unigenito Figlio come Salvatore del mondo?« Non temete, apritegli il cuore, accoglietelo, perché il suo Regno di amore e di pace diventi comune eredità di tutti» (Benedetto XVI, Messaggio del Natale 2006). I Santi, illuminati dallo Spirito santo, percepiscono profondamente fino a che punto il mondo abbia bisogno di un Salvatore; il Regno di Gesù nei cuori costituisce la loro preoccupazione principale. Tale fu il caso di Madre Maria di Gesù Deluil-Martiny, che scriveva: «Bisogna che Egli regni!« Perché a Lui appartiene l'impero nei secoli dei secoli; e gli sono state date in eredità tutte le nazioni. Bisogna che Egli regni!« il nostro Gesù, il nostro Fratello, il nostro Salvatore, il nostro Amico, il nostro Sposo! Bisogna che Egli regni in noi pienamente, senza ombra di riserve o di limitazioni; bisogna che Egli regni sul mondo e sui cuori; e per ottenere questo, pregheremo, offriremo, ci sacrificheremo, moriremo tutti i giorni!«» Chi era la donna infiammata da un simile fuoco dell'amore divino?
Marie Deluil-Martiny è nata a Marsiglia il 28 maggio 1841 ed è stata battezzata il giorno stesso. La maggiore di cinque figli, eredita da suo padre, avvocato profondamente cristiano, quel coraggio che le permetterà di superare le difficoltà della vita; da sua madre, riceve in retaggio una fede ardente unita a una grande delicatezza di cuore. Tuttavia, ella mostra un temperamento fiero e imperioso. Quando arriva il tempo della prima Comunione, i suoi genitori, per assicurarle una preparazione seria, la mettono in collegio alla Visitazione di Marsiglia. Un giorno, durante la ricreazione, Maria interrompe improvvisamente il suo gioco e, prendendo da parte un'amica: «Ci pensate, Angélique, il Sangue di Gesù scorre in questo momento sull'Altare per il mondo!» E rimane qualche istante come assorta in questo pensiero che le ha attraversato la mente come un lampo. Maria fa la sua prima Comunione il 22 dicembre 1853, e riceve il sacramento della Cresima il 29 gennaio 1854 dalle mani di sant'Eugenio di Mazenod, vescovo di Marsiglia. Verso l'età di 15 anni, mentre è ancora in collegio, riunisce un gruppo di allieve, chiamate «Oblate di Maria», che considera come un piccolo ordine religioso, con regola, noviziato e professione. Il gruppo viene scoperto e sciolto dalle Superiore.

Alla fine dei suoi studi, Maria fa un ritiro decisivo per la sua vocazione: «Gesù Cristo è il solo essere amabile, scrive nel suo diario; alla mia morte, vorrei aver amato Lui solo« Per vivere bene nel mondo, devo aborrire il peccato, fuggire le occasioni, odiare il mondo e quello che è del mondo« Venite e seguitemi, dice Gesù; o Dio, com'è bella questa parola!« Ed è per me se io lo voglio!» È in questo periodo che ha anche la grazia di incontrare il Curato d'Ars, san Giovanni Maria Vianney, e di parlargli della sua vocazione. Sente molto chiaramente che Gesù la chiama ad appartenere tutta a Lui, e per questo rifiuta diverse proposte di matrimonio.
Prove interiori
Quest'anima scelta ha bisogno di essere purificata. Nostro Signore permette quindi che passi attraverso molte prove interiori, in particolare attraverso una grave crisi di scrupoli. Vedendo ovunque il peccato, teme di essere separata da Colui che ama al di sopra di ogni cosa: «Vivere con il pensiero di essere in disarmonia con Voi, o Gesù, scrive, è morire mille volte; è così duro, mio dolce Maestro, non sentirvi mai pienamente e attendere il Cielo per godere di Voi!» Grazie all'aiuto di un confessore saggio, Maria riesce a uscire da questa situazione angosciante. Nel 1859, Clémence, la più giovane delle sue sorelle, muore di malattia, dopo aver fatto la comunione per la prima volta; le altre due sue sorelle e suo fratello moriranno qualche anno dopo. Maria rimane sola nella casa paterna presso i genitori malati e provati da rovesci di fortuna.
Nel 1864, fa la conoscenza di una nuova associazione fondata da una Visitandina di Bourg-en-Bresse e chiamata «Guardia d'onore del Sacro Cuore di Gesù»; il suo obiettivo è quello di glorificare, amare e consolare il Sacro Cuore offrendosi con Lui in una vita di preghiera, di penitenza e di carità, per riparare i peccati del mondo. Maria riceve ben presto il titolo di «Prima Zelatrice» dell'opera che si consacra a propagare presso numerose anime attraverso il mondo, compresi dei vescovi, per mezzo di stampati, immagini e medaglie.
In occasione della beatificazione della veggente di Paray-le-Monial, suor Margherita Maria Alacoque, nel giugno 1865, Maria viene invitata a fare un ritiro alla Visitazione di Bourg, nel corso del quale riceve preziose illuminazioni. Verso la fine del dicembre 1866, sente una predicazione di un padre gesuita, il Padre Jean Calage, che parla del sangue e dell'acqua sgorgati dal Cuore di Gesù. Ispirata a prendere contatto con questo sacerdote, gli manifesta il suo desiderio di abbracciare la vita religiosa: «Voi siete chiamata, le risponde il santo religioso, è certo; ma non è ancora giunto il momento; il vostro ingresso nella vita religiosa ora sconvolgerebbe i piani di Dio. Egli ha disegni particolari sulla vostra anima« A voi spetta prepararvi con il distacco da voi stessa». La invita quindi a donarsi totalmente a Nostro Signore, ciò che lei fa il primo venerdì del maggio 1867.
Il male più grave
Per conoscere i disegni del Signore su di lei, Maria trascorre lunghe ore in orazione davanti al Tabernacolo. Comprende che Gesù cerca anime disposte a offrigli un perpetuo omaggio di riparazione per le ferite inferte al suo Cuore Divino. Ma che cosa bisogna intendere per «riparazione»? Il peccato è un'offesa fatta a Dio; esso ferisce anche l'umanità: «Agli occhi della fede, nessun male è più grave del peccato, e niente ha conseguenze peggiori per gli stessi peccatori, per la Chiesa e per il mondo intero» (Catechismo della Chiesa Cattolica, CCC 1488). Nella sua onnipotente misericordia, Dio avrebbe potuto cancellare tutte le nostre offese senza esigere riparazione. Ora, la Rivelazione ci insegna che Egli ha voluto una riparazione perfetta; per espiare i peccati, ha inviato suo Figlio: Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo (1Gv 2,1-2). Secondo l'osservazione di san Tommaso d'Aquino, il Padre manifesta così una misericordia più abbondante: sapendo l'uomo impotente a riparare da se stesso il peccato, gli ha donato il suo proprio Figlio per soddisfare al suo posto. «È l'amore sino alla fine (Gv 13,1) che conferisce il suo valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione al sacrificio di Cristo. Egli ci ha conosciuti e amati tutti nell'offerta della sua vita» (CCC 616). Ora, l'oblazione di Gesù sul Calvario si rinnova ad ogni Messa, e i cristiani sono inviatati ad associarsi ad essa. San Paolo scrive ai Colossesi: «sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa (Col 1,24). Per questa ragione il Sacro Cuore cerca anime generose che, come Maria, Madre di Gesù, siano disposte, unendosi al suo Sacrificio rinnovato ad ogni Messa, a cooperare alla sua opera redentrice e ad aggiungere la loro goccia d'acqua al calice della sua Passione.
«Bisogna che regni!«»
Il primo sabato del settembre 1867, Maria è in preghiera in una chiesa quando Gesù le rivolge la parola: «Non sono conosciuto, non sono amato« Voglio prepararmi anime che mi comprendano« Sono un torrente che vuole straripare e del quale non si possono più trattenere le acque!.. Voglio farmi dei calici per colmarli delle acque del mio amore« Ho sete di cuori che mi apprezzino e mi facciano realizzare il fine per cui sono qui! Sono oltraggiato, sono profanato. Prima che finiscano i tempi, voglio essere ripagato di tutti gli oltraggi che ho ricevuto« Voglio elargire tutte le grazie che sono state rifiutate«!» Maria è profondamente rattristata dal rifiuto che il mondo oppone a Gesù. Scrive: «Il mondo non vuole più saperne di Lui. Oggi, gli uni arrossiscono di Lui, gli altri lo odiano e lo disprezzano; cercano di cacciarlo dai cuori e dalla società. A queste vergogne, a questi odi, a questi disprezzi, a queste empietà sataniche, rispondiamo con voce alta e ferma: Bisogna che regni!». In questo spirito, il Papa Giovanni Paolo II incoraggiava i fedeli ad adorare il Santo Sacramento: «Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell'Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo» (Lettera apostolica Mane Nobiscum, 7 ottobre 2004, n. 18).
L'8 dicembre 1867, Maria pronuncia, con il permesso del padre Calage, il voto di verginità. Nel settembre 1868, davanti alla statua della Vergine della Salette in lacrime, riceve questa ispirazione: «La Santa Vergine vuole delle vittime che si frappongano, in unione con il suo Cuore trafitto e con Gesù immolato, tra i delitti degli uomini e la Giustizia di Dio«» Il mese seguente, fa questa bella preghiera: «O Gesù, ricevetemi dalle mani della Vergine Santissima e offritemi con Voi, immolatemi con Voi« Io mi offro a questa immolazione nella misura che piacerà a voi e che lo permetterà la mia debolezza« Considererò tutte le croci, tutte le sofferenze che la vostra Provvidenza mi destina e mi invierà come altrettanti pegni che mi assicureranno che avete accettato la mia umile offerta». All'inizio dell'anno 1869, Maria mette per iscritto un programma completo dell'opera futura: «Come Maria sul Calvario, unita al Sacerdote Eterno, ha offerto il suo divin Figlio e ha rinnovato questa offerta per le mani di san Giovanni, le Figlie del Cuore di Gesù, unite a tutti i sacerdoti del mondo, offriranno Gesù-Ostia immolato di altare in altare. Esse offriranno specialmente il Sangue e l'Acqua scaturiti dalla ferita divina del Sacro Cuore. Saranno le adoratrici dell'Eucaristia esposta solennemente nelle chiese dei loro monasteri e s'impegneranno a circondarLa delle più profonde testimonianze di rispetto e di amore; sarà la loro vita, la loro ragion d'essere«»
Prove umilianti sopraggiungono contemporaneamente a un'abbondanza di grazie. Il Padre Calage ne approfitta per radicare Maria nell'umiltà: «Cercate di rendere piccolo il vostro spirito; la vostra anima è docile, siete obbediente, ma il vostro spirito deve essere abbassato« Dio di solito abbassa lo spirito attraverso le umiliazioni e le tentazioni; esse vi dicono: ecco quello che tu sei senza la grazia: qualche cosa di orrendo, di esecrabile«»
Votarsi per i preti
Il 14 agosto 1872, Maria scrive: «Il prete ha lui solo la missione e il potere d'immolare la Vittima; è il solo ad avere la missione e il potere di offrirLa come sacrificatore. L'anima del semplice cristiano deve necessariamente passare attraverso l'anima del sacerdote, fondersi in essa per partecipare all'oblazione della vittima e glorificare Dio quanto può esserlo. O sacerdote, ho bisogno di voi per glorificare il Padre« datemi il Figlio ed Egli basta!« I preti sono le braccia della Chiesa, sempre alzate per sacrificare e offrire; e tutta la Chiesa dovrebbe incessantemente, unita ad essi, sacrificare e offrire per le loro mani consacrate« L'unione all'altare, l'unione al Sacrificio, questa identificazione di una vita intera con i ministri del Signore – affinché celebrino più degnamente – è un'attrattiva che è sublime, è puro cristianesimo; aiutare i preti, votarsi per loro». E ancora: «Mando il mio Buon Angelo ad assistere tutti i Preti al santo Altare. Lo invio a portare la mia anima su tutte le patene, affinché vi sia offerta con Gesù Cristo immolato».
Questa intuizione di Maria concorda con quello che il Papa Pio XII affermerà nell'enciclica Mediator Dei (20 novembre 1947): «Ponendo « sull'altare la vittima divina, il sacerdote la presenta a Dio Padre come oblazione a gloria della Santissima Trinità e per il bene di tutte le anime. A quest'oblazione propriamente detta i fedeli partecipano nel modo loro consentito e per un duplice motivo; perché, cioè, essi offrono il Sacrificio non soltanto per le mani del sacerdote, ma, in certo modo, anche insieme con lui, e con questa partecipazione anche l'offerta fatta dal popolo si riferisce al culto liturgico...» E il Concilio Vaticano II insegna: «Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro« Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo (in persona Christi) e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa» (Lumen gentium, 10).
Delle belle occasioni fortunate
Il progetto di Dio su Maria ha richiesto del tempo per rivelarsi pienamente; finalmente, è giunto il momento di realizzarlo. Ma i disordini politici rendono impossibile una fondazione in Francia. Quindi , aiutata da un prelato belga, Monsignor Van den Berghe, essa fonda, il 20 giugno 1873, a Berchem-lez-Anvers (Belgio), la Società delle Figlie del Cuore di Gesù. Prendendo il nome di Madre Maria di Gesù, riceve il velo e un abito bianco sul quale sono ricamati due cuori rossi circondati da spine. Nello spirito del messaggio di Nostro Signore a santa Margherita Maria, gli obiettivi del nuovo istituto sono i seguenti: fare riparazione per i peccati commessi contro il Cuore di Gesù, offrirgli un'incessante azione di grazia per tutti i benefici che non cessa di riversare sul mondo, offrire alla Santissima Trinità il Sangue prezioso di Gesù Cristo per ottenere l'avvento del Suo regno nel mondo. Il mezzo privilegiato per realizzare questo ideale sarà una vita di clausura, incentrata sull'ufficio divino e l'adorazione del Santissimo Sacramento. Le religiose del nuovo istituto reciteranno ogni giorno le ultime sette parole di Gesù in Croce, parole di Redenzione e fonte di santità per le anime. Per compensare la mancanza di azione di grazia per i benefici divini, reciteranno il Magnificat diverse volte al giorno. Volendo aprire le porte della vita religiosa alle persone la cui salute non permette loro di sopportare le austerità degli ordini antichi, Madre Maria di Gesù insiste meno sulle penitenze corporali che sulla mortificazione interiore e sulla rinuncia attraverso l'obbedienza. La sua preferenza va alle mortificazioni che si presentano spontaneamente: «Quelle sofferenze causate dal calore o dal freddo, scrive, sono delle belle occasioni fortunate per un'anima mortificata. Non dire nulla in quelle occasioni è una mortificazione preziosa, perché nessuno la vede né vi presta attenzione; tutto è per Gesù solo». La Madonna le aveva detto: «Per il futuro istituto, l'oblazione del Santo Sacrificio della Messa, l'offerta tutta celeste della Vittima divina immolata sull'Altare supplirà in modo eccellentissimo alle immolazioni corporali che alcuni stati di salute non permettono più».
In effetti, come lo insegnava Giovanni Paolo II, «ogni consacrazione eucaristica ottiene un effetto di remissione dei peccati per il mondo e contribuisce così alla riconciliazione dell'umanità peccatrice con Dio. Il sacrificio offerto nell'Eucaristia non è, infatti, un semplice sacrificio di lode; è sacrificio espiatorio o «propiziatorio», come ha dichiarato il Concilio di Trento (Denz.-S. 1753), poiché in esso si rinnova il sacrificio stesso della Croce, nel quale Cristo ha espiato per tutti e ha meritato il perdono delle colpe dell'umanità» (Udienza del 15 giugno 1983).
Un buon colpo d'ala
Le costituzioni del nuovo istituto vengono approvate nel 1876 e, il 22 agosto 1878, la fondatrice e le prime quattro religiose pronunciano il loro voti perpetui. Tuttavia Madre Maria di Gesù ha il desiderio di insediare l'opera nel suo paese natale. Nel giugno 1879, si costituisce una fondazione alla «Servianne», proprietà ereditata dai suoi genitori, vicino a Marsiglia. La vita di Madre Maria di Gesù si suddivide ormai tra la guida dei suoi monasteri e una voluminosa corrispondenza. La sua bontà innata si è arricchita della tenerezza di una madre; la sua sollecitudine veglia su tutti i dettagli della vita delle sue Figlie. Se una di loro è malata, trascorre al suo capezzale notti intere, curandola con le sue mani, suggerendole santi pensieri. A una delle sue Figlie, scrive: «Non è forse ridicolo passare il nostro tempo a contemplarci, ad ammirarci, o a lamentarci, a desolarci dei nostri mali così piccoli, che ci sembrano così grandi, a limitarci a gemere sulle nostre miserie, quando i grandi interessi di Dio e della salvezza delle anime ci chiamano, e abbiamo un Dio da amare e da servire, delle anime da aiutare e da soccorrere? Guardate, assomigliamo a un uomo che, nel mezzo di un grande incendio che brucia la sua casa, e che rischia di soffocare sua madre, suo padre, i suoi figli, invece di affrettarsi ad aiutare a spegnerlo, gemesse in un angolo per essersi sporcato i vestiti portando secchi d'acqua, e si occupasse di rimuovere, tra le lamentele, ogni granellino di cenere finito sui suoi abiti. Ebbene! Ecco quello che facciamo noi quando, nel mezzo di questo mondo infelice che cerca di incendiare la Chiesa e che insulta Gesù Cristo Nostro Signore, trascorriamo il nostro tempo a lamentarci dei nostri mali interiori, delle nostre prove personali, ecc. Ci concentriamo su noi stessi, quando potremmo allargarci abbracciando Dio, e diventare sante servendo la sua causa con le nostre rinunce e i nostri sacrifici. Un buon colpo d'ala, e, con la grazia, innalziamoci, lasciamo la terra, lasciamo soprattutto noi stesse, e non guardiamo più che a Gesù solo!»
Nel novembre 1883, Madre Maria di Gesù ha assunto un aiuto giardiniere, Louis Chave, ventun anni, per tirarlo fuori dalla miseria. Ma ben presto si mostra pigro, sgarbato, esigente, e inoltre allaccia rapporti con gli anarchici. Il 27 febbraio 1884, mercoledì delle Ceneri, si mette in agguato nel parco della «Servianne», là dove passeranno le religiose nel corso della loro ricreazione. Si fa vedere e, mentre la Superiora gli rivolge una parola gentile, le afferra la testa e spara due volte a bruciapelo con una pistola. Ferita alla carotide, Madre Maria di Gesù si accascia mormorando: «Gli perdono« per l'Opera!» Muore poco dopo.
Inumato nella tomba di famiglia, poi trasferito a Berchem nel 1899, il suo corpo venne esumato il 4 marzo 1989, in vista della beatificazione. Lo si ritrovò intatto e morbido. La Congregazione delle Figlie del Cuore di Gesù conta oggi monasteri in Francia, Belgio, Svizzera, Austria, Italia, e una fondazione in Croazia. Dopo la morte della fondatrice, l'irraggiamento della sua comunità ha portato alla costituzione della «Associazione delle Anime Vittime», che ha contato migliaia di membri, tra cui i santi Pio X e Massimiliano Kolbe, i beati Charles de Foucauld, Colomba Marmion, Edoardo Poppe, e Marie-Joseph Cassant. In occasione della beatificazione di Maria Deluil-Martiny, il 22 ottobre 1989, il Papa Giovanni Paolo II ha riassunto così il suo itinerario spirituale: «Molto presto ella fu mossa a compassione delle «ferite fatte all'amore di Gesù» e dal rifiuto di Dio troppo frequente nella società. Nello stesso tempo, ella scopriva la grandezza del dono fatto da Gesù al Padre per salvare gli uomini, la ricchezza d'amore che irradia dal suo Cuore, la fecondità del sangue e dell'acqua che sgorgano dal suo fianco aperto. Ella si convinse che occorreva partecipare alla sofferenza redentrice del Crocifisso, in spirito di riparazione per i peccati del mondo».
Che anche noi possiamo, per la salvezza del mondo, unirci al Sacrificio redentore di Gesù con Maria presente ai piedi della Croce.
Dom Antoine Marie osb

"Lettera mensile dell'abbazia Saint-Joseph, F. 21150 Flavigny- Francia 
(Website : www.clairval.com)"


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