mercoledì 3 febbraio 2016

I GRANAI DELLA PROVVIDENZA - Tratto da " Il Bambino nascosto di Medjugorje " di suor Emmanuel - Capitolo 78



Cari figli, anche oggi v’invito all'abbandono totale a Dio. Voi, cari figli, non siete consapevoli del grande amore con cui Dio vi ama: è per questo che mi permette di essere con voi, per istruirvi e aiutarvi a trovare la strada della pace. Voi, però, non potrete scoprire questa strada, se non pregate. Per questo, cari figli, lasciate tutto e dedicate il tempo a Dio, e Dio vi ricompenserà e vi benedirà... ” (25.3. 1988).

Quando abitavo a Parigi, il mio lavoro consisteva nell’importare in Francia oggetti di artigianato provenienti dall’India, dal Nepal e da altri paesi asiatici. Quei viaggi mi permettevano di immergermi spesso nella semplicità di vita così avvincente dell’Oriente, così benefica per l’anima! E di sfuggire all’oppressione materialistica di Parigi.
Appena tre giorni dopo la mia conversione, mentre mi libro ancora molto in alto nella felicità sensibile di avere Gesù vivente con me, faccio una preghiera molto sincera: «Signore, se qualcosa nella mia vita non è secondo la tua volontà, mostramelo chiaramente e lo eliminerò subito!». Malgrado i miei venticinque anni, ero ingenua nelle cose di Dio! Ignoro che il Signore va matto per questo tipo di preghiera e la esaudisce subito. Si può perfino essere così audaci da pensare che lui stesso ispiri queste preghiere quando qualcosa in noi lo disturba. Così, ci lascia credere che siamo noi ad avergli chiesto la potatura di un ramo marcio.

Com’è buono Gesù, e come ha saputo prendermi in parola per aggirare il mio orgoglio e farmi del bene! La sua risposta non è andata per le lunghe. Fin dall’indomani mia sorella Marie-Pia viene a trovarmi. Appena entrata in salotto, nota certi oggetti esposti sulla parete ed esclama: «Non capisco come tu possa vendere questi falsi dei e allo stesso tempo portare la luce di Gesù agli altri!? Al tuo posto li butterei via subito!». «Ma... devi capire... è, eh...». Troppo tardi! Il colpo fa centro nel mio cuore e perfino i balbettii di difesa mi sembrano ridicoli. Ha ragione, c’è incompatibilità. Convertitasi alcune settimane prima di me, la mia sorellina era un po’ più avanti di me nella capacità di gestire la conversione in maniera concreta. Nessun compromesso possibile. Un apostolo deve essere senza mescolanza,biologico al 100%. . Dopo che se n'è andata, mi siedo in salotto, molto a disagio. Torno da Katmandu e da Nuova Delhi e sono felicissima di averci trovato oggetti così belli e originali (un pizzico di snobismo parigino en passant!) che nessun altro ha introdotto fino ad allora sul mercato francese. La mia esclusiva crollerà miserevolmente? La lotta interiore dura un’ora buona, nel corso della quale cerco di trovare la breccia che mi permetterà di conciliare ciò che è inconciliabile: promuovere largamente maschere di falsi dei nonché magnifici manifesti sul tantrismo tibetano, e allo stesso tempo portare la luce di Cristo nel mio ambiente. Il colpo di grazia sopraggiunge quando mi torna in mente la preghiera del giorno prima.
«Ma certo!».
Affonderò finanziariamente
Evidentemente, il Signore ha inviato Marie-Pia per rispondere alla mia preghiera e mostrarmi ciò che devo escludere dalla mia Vita!
Colpita, affondata! Con la morte nel cuore, prendo la decisione di far distruggere tutto lo stock comprato in India, che deve essere inoltrato all’aeroporto di Orly ed essere sdoganato alcuni giorni dopo. Telefono, dunque, all’agente doganale perché bruci la merce prima di sdoganarla. La perdita finanziaria dell’operazione,lo so, sarà fatale per la mia piccola impresa e quel sacrificio segnerà la fine del mio mezzo di sostentamento. Le ore Successive passano in calcoli “diversi e avariati”, ma la conclusione rimane inesorabile: affonderò finanziariamente. Quella sera arrivo, dunque, col volto cupo alla chiesa di St. Sulpice per ritrovarmi con il mio gruppo di preghiera e con questi fratelli e sorelle meravigliosi che sono stati gli strumenti della mia conversione. Martine Laffitte mi accoglie con un gran sorriso, ma vedendo la mia aria stravolta si preoccupa: «Sono in una situazione impossibile», le ho spiegato, «il Signore mi ha mostrato che dovevo mollare qualcosa e...». Non ho finito di esporle il problema che lei scoppia a ridere. «Ma Emmanuelle! Come puoi perdere la pace per una cosa simile! Il Signore non ti abbandonerà! Hai fatto questo per lui, ora la palla è nel suo campo e lui stesso ti caverà dagli impicci! Dov'è la tua fiducia? Non è forse Dio?».
La parola “fiducia” mi colpisce profondamente e mi rendo conto con mia grande vergogna di avere omesso questo aspetto fondamentale della vita con Dio. Faccio, dunque, il tuffo, dicendo a Gesù: «Va bene, Gesù, è per il tuo Nome che ho bruciato le mie cose. La mia sorte è nelle tue mani. Sai che mi devo guadagnare da vivere, ora tocca a te agire in mio favore! E ti ringrazio in anticipo!».
Da quel momento, l’oppressione non ha più gravato su di me e ho ritrovato la gioia e la pace. Com’è dolce la fiducia nel cuore! Dal canto suo, Gesù ha aspettato solo questo per agire divinamente. Infatti nei due giorni successivi i negozi mi hanno fatto talmente tanti ordini per altri oggetti – che consideravo minori — da rimborsare tre volte la perdita appena subita! In altre parole, la potatura mi ha reso molto!
Dunque, ho potuto continuare il mio lavoro con la benedizione di Dio, fino al giorno in cui Gesù mi ha chiamata a seguirlo radicalmente e a lasciare Parigi per entrare in una comunità.
Gesù ha detto a santa Caterina da Siena: «Occupati di me, e io mi occuperò di te!». Questa scoperta della potenza di Dio attraverso la sua provvidenza mi ha segnata profondamente; e siccome condivido spesso la mia meraviglia con altri, ciò ha provocato reazioni a catena. Molti hanno fatto, allora, l’esperienza del Dio vivente che agisce potentemente nella loro Vita quotidiana.
Hanno scoperto a loro volta che, nei granai del cielo, tonnellate di tesori chiedono solo di scivolare nel loro cuore,nella loro testa, nei loro rapporti umani, o addirittura nelle loro tasche, e che la chiave di questi granai si chiama: FIDUCIA.
II desiderio sincero di piacere a Dio in tutto e di compiere la sua volontà è fondamentale, ma non basta sempre a sradicare l’angoscia che può afferrarci davanti alla vita. Per questo, la fiducia nella bontà di Dio è il miglior ansiolitico!
Oh, se la gente adottasse questo approccio così semplice, così infantile! Fra tutti coloro che oggi fanno la fila davanti allo studio degli psichiatri contemplando con occhi cupi la moquette delle sale d’attesa, e non aspettandosi più niente, fra tutti questi cuori a pezzi privi di calore, quanti si risolleverebbero e danzerebbero di gioia!


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