Come per il passato, anche
oggi il Rosario deve essere arma potente per vincere nella lotta
interiore e dare aiuto a tutte le anime. Onora con la tua lingua la
Madonna: il Signore chiede riparazione e lodi dalla tua bocca. Che tu
sappia e voglia seminare in tutto il mondo la pace e la gioia
con
questa mirabile devozione mariana e con la tua vigilante carità.
Al
lettore
Queste
righe non sono state scritte per donnicciole. Sono state scritte per
uomini, per uomini veri che sicuramente, in qualche occasione,
avranno elevato il proprio cuore a Dio, esclamando con il salmista:
Notam fac mihi viam in qua ambulem, quia ad te levavi animam meam. —
Mostrami la via da percorrere, perché a te ho innalzato l'anima
mia (Sal 142, 8).
A questi uomini devo dire un
segreto, una verità che potrebbe diventare veramente l'inizio del
cammino per il quale Cristo vuole condurli. Amico, se vuoi essere
grande, fatti piccolo. Per essere piccolo bisogna credere come
credono i bambini, amare come amano i bambini, abbandonarsi come
sanno abbandonarsi i bambini, pregare come pregano i bambini.
E
queste cose, tutte insieme, sono necessarie per tradurre in pratica
quanto sto per dirti in queste righe: L'inizio del cammino che
ha per termine l'amore folle per Gesù, è un fiducioso amore alla
Madonna. — Vuoi amare la Vergine? E allora parla con Lei,
cerca di conoscerla. - Come? - Recitando bene il suo Rosario.
- Ma nel Rosario… diciamo sempre le stesse cose! - Le stesse cose?
Non si dicono sempre le stesse cose coloro che si amano?... Non sarà
che il tuo Rosario risulta monotono perché, invece di pronunciare
parole come un uomo, stai lì assente, ed emetti suoni senza senso,
perché il tuo pensiero è lontano da Dio? - E poi, guarda:
prima di ogni decina, si indica il mistero da contemplare. Tu...
hai contemplato almeno una volta questi misteri?
Fatti
piccolo. Vieni con me e vivremo - ecco il nocciolo della mia
confidenza - la vita di Gesù, di Maria e di Giuseppe. Ogni giorno
faremo qualcosa di nuovo per loro. Ascolteremo le loro conversazioni
famigliari. Vedremo crescere il Messia. Ammireremo i suoi trent'anni
di vita nascosta… Assisteremo alla sua Passione e alla sua Morte...
Resteremo attoniti di fronte alla gloria della sua Risurrezione… In
una parola: contempleremo, pazzi di Amore (non c'è altro amore che
l'Amore), tutti i momenti della vita di Gesù.
Primo mistero gaudioso: L'Annunciazione
Non
dimenticare, amico, che siamo bambini.
La Signora dal dolce
nome, Maria, è raccolta in preghiera. Tu puoi essere, in quella
casa, quello che preferisci: un amico, un servitore, un curioso, un
vicino… — Quanto a me, in questo momento non oso essere nessuno.
Mi nascondo dietro di te e contemplo attonito la scena:
l'Arcangelo
pronuncia il suo messaggio… Quomodo fiet istud, quoniam virum
non cognosco? Come avverrà questo, se io non conosco uomo? (Lc
1, 34).
Alle parole di nostra Madre si affollano nella mia
memoria, per contrasto, tutte le impurità degli uomini…, anche le
mie.
Come
detesto, allora, queste basse miserie della terra!... Quanti
propositi!
Fiat mihi secundum verbum tuum. Si faccia di
me secondo la tua parola (Lc 1, 38). Nell'incanto di queste
parole verginali, il Verbo si è fatto carne.
Sta per terminare
la prima decina… Ho ancora il tempo per dire al mio Dio, prima di
ogni altro mortale: Gesù, ti amo.
Secondo mistero gaudioso: La visitazione della Madonna
Mio
piccolo amico, ormai sai cavartela da solo. Accompagna con gioia
Giuseppe e Maria Santissima…e ascolterai le tradizioni della casa
di Davide.
Sentirai parlare di Elisabetta e di Zaccaria,
t'intenerirai per l'amore purissimo di Giuseppe; e il tuo cuore
batterà forte ogni volta che verrà nominato il bambino che nascerà
a Betlemme…
Camminiamo in fretta verso le montagne, fino a un
villaggio della tribù di Giuda (Lc
1, 39).
Siamo
giunti. — E' la casa in cui deve nascere Giovanni, il Battista. —
Elisabetta, riconoscente, rende lode alla Madre del suo Redentore: Tu
sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno! E
donde a me tanto bene, che la Madre del mio Signore venga a
visitarmi? (Lc
1, 42 — 43).
Il Battista sussulta nel seno di sua madre… (
Lc 1,
41). — L'umiltà di Maria trabocca nel Magnificat…
— E tu e io, che
siamo — anzi, eravamo — dei superbi promettiamo di essere umili.
Terzo mistero gaudioso: La nascita di Gesù
E'
stato promulgato un editto di Cesare Augusto, che ordina il
censimento di tutto l'impero. Perciò ognuno deve andare al paese
d'origine della sua stirpe. — Giuseppe, che è della casa e della
famiglia di David, va con la Vergine Maria da Nazaret alla città
chiamata Betlemme, nella Giudea (Lc 2, 1-5).
E a
Betlemme nasce il nostro Dio: Gesù Cristo! — Non c'è posto nella
locanda: nasce in una stalla. — E sua Madre lo avvolge in fasce e
lo adagia nella mangiatoia (Lc 2, 7).
Freddo. Povertà. —
Io mi metto al servizio di Giuseppe. Com'è buono Giuseppe! Mi tratta
come un figlio. E mi perdona se prendo in braccio il Bambino e
rimango per ore a dirgli cose dolci e ardenti!
E lo bacio —
bacialo anche tu — e lo cullo, e canto per lui, e lo chiamo Re,
Amore, mio Dio, mio Unico, mio Tutto!... Com'è bello il Bambino… e
com'è corta la decina!
Quarto mistero gaudioso: La purificazione della Madonna
Compiuto
il tempo della purificazione della Madre, secondo la legge di Mosè,
bisogna andare col Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore
(Lc 2,
22).
E questa volta sarai tu, piccolo amico, a portare la gabbia
delle tortore. Vedi? Lei — l'Immacolata! — si sottomette alla
Legge come se fosse impura.
Bambino mio, imparerai anche tu da
questo esempio a non essere sciocco e a compiere la Santa Legge di
Dio nonostante tutti i sacrifici che richiede?
Purificarsi! Noi
due sì che abbiamo bisogno di purificazione! — Espiare, per
trovare aldilà dell'espiazione, l'Amore. — Un amore che
cauterizzi, che bruci le scorie della nostra anima, che sia fuoco che
accende di fiamma divina la miseria del nostro cuore.
Un uomo
giusto e timorato di Dio, che mosso dallo Spirito Santo è venuto al
tempio — gli era stato rivelato che non sarebbe morto prima di
vedere il Cristo — prende fra le braccia il Messia e dice: Ora, o
Signore, lascia che il tuo servo se ne vada in pace, secondo la tua
parola, perché i miei occhi hanno visto il Salvatore (Lc
2, 25 — 30).
Quinto mistero gaudioso: Il Bambino perduto e ritrovato nel tempio
Dov'è
Gesù? — Maria, il Bambino… dov'è? La Madonna piange. — Anche
noi due abbiamo corso inutilmente da un gruppo all'altro, di carovana
in carovana: nessuno l'ha visto. — Giuseppe, dopo aver fatto vani
sforzi per non piangere, piange anche lui... E tu… E io.
Io,
che sono un monello rozzo, piango senza ritegno e grido al cielo e
alla terra… per tutte le volte che l'ho perso per colpa mia e non
gridai.
Gesù, non ti voglio più perdere… Ma intanto la
disgrazia e il dolore ci uniscono, come ci unì il peccato, e salgono
da tutto il nostro essere gemiti di profonda contrizione e frasi
ardenti, che la penna non può, non deve trascrivere.
E mentre
ci consoliamo per la gioia di ritrovare Gesù — tre giorni di
assenza!
— che disputa con i Maestri d'Israele (Lc 2, 46), rimane bene impresso il dovere di lasciare la casa e i propri cari per servire il Padre Celeste.
San Josemaría Escrivá
Tratto dal sito https://it.escrivaworks.org/
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