Il distacco dalle cose terrene riconduce l’uomo alla vera perfezione
Da
tutto ciò che si è detto, si può concludere che quanto più
saranno completi l’abbandono delle cose terrestri e l’unione con
Dio per mezzo della volontà e dell’intelligenza, tanto più ci si
avvicinerà allo stato d’innocenza e di perfezione. Che vi è di
migliore, di più felice, di più dolce?
E’
dunque cosa della massima importanza tenere l’anima talmente
distaccata da tutte le cose, che né il mondo, né gli amici, né la
prosperità, né l’avversità, né il presente, né il passato, né
l’avvenire, e neppure gli stessi peccati, almeno fino a un certo
grado, siano motivo di grave turbamento.
Il paradiso in terra
Sforzatevi
di vivere soltanto con Dio, fuori dal mondo, in una specie di vita
spiritualizzata, come se la vostra anima fosse già separata dal
corpo e nell’eternità.
Nel
soggiorno dei Beati, la grande preoccupazione dell’anima non sarà
il secolo, né lo stato del mondo, né la pace, né la guerra, né il
buono o il cattivo tempo, né altra cosa di quaggiù, ma Dio solo
sarà l’oggetto dei suoi slanci, dei suoi desideri, dei suoi amori.
Sforzatevi
perciò fin da ora di staccarvi dal vostro corpo e da ogni cosa
creata presente o futura.
Fissate,
per quanto è possibile, immutabilmente, chiaramente, vivamente
l’occhio della vostra anima sulla luce increata.
Allora
l’anima vostra purificata dalle cose terrestri, sarà come un
angelo unito a un corpo cui la carne non dà molestia e che non si
occupa di cose vane e futili.
L’anima
si unisce a Dio nonostante le tentazioni e le prove
Fortificate
la vostra anima contro le tentazioni, le persecuzioni, le ingiurie,
affinché nell’uno o nell’altro caso, essa rimanga saldamente e
tranquillamente unita a Dio. E quando turbamenti, scoraggiamenti,
confusione di spirito vi assalgono, non irritatevi, non lasciatevi
abbattere. Non ricorrete allora a preghiere vocali per esserne
liberati, né ad altri conforti; cercate solamente di riprendervi con
un coraggioso sforzo della volontà e della riflessione, per
ricondurre la vostra anima verso Dio, lo vogliano o no i sensi del
corpo.
L’anima
pia deve essere talmente unita a Dio, deve conservare e rendere il
suo volere così conforme al volere divino, da non sentirsi più
occupata né sedotta da alcuna creatura, come prima della sua
creazione, assolutamente come se non esistessero che Dio e
quest’anima .
L’anima
distaccata dal mondo riceve senza turbarsi ciò che la Provvidenza le
manda
Essa
riceverà allora senza turbamento, senza esitazione, senza timore
tutto ciò che la Provvidenza le manderà. Non cesserà di essere in
ogni circostanza piena di fiducia nel Signore, senza perdere la
pazienza, né la pace, né uscire dal silenzio. Ecco perché il
distacco completo dell’anima dalle cose create è supremamente
utile alla vita spirituale e per restare intimamente unirti e
sottomessi a Dio.
Non occorrono intermediari tra Dio e l’anima
Allora
non vi saranno più intermediari tra Dio e voi.
Da
dove verrebbe infatti l’intermediario? Non dall’esterno, perché
la virtù della povertà volontaria vi ha spogliati di ogni bene
terreno, e la virtù della castità vi ha spogliati del vostro corpo;
non dall’interno, perché l’obbedienza vi ha spogliati della
vostra volontà e della vostra anima. Nulla più sussiste tra Dio e
voi.
Questa dottrina s’impone soprattutto ai religiosi
Che
siete religiosi lo dimostrano la vostra professione, il vostro stato,
il vostro abito, i vostri capelli tagliati e gli altri segni della
vostra vita religiosa; resta però a vedere se siete un religioso
finto o sincero, spetta a voi darne la risposta.
Ma
notate bene quanto gravemente voi pecchereste e prevarichereste
contro il Signore vostro Dio, se offendendo la sua giustizia, agiste
in tutt’altro modo che da religioso; se con la volontà o con
l’amore vi attaccaste alla creatura invece che al Creatore, se
preferiste insomma la creatura al Creatore.
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