"La lettera a Diogneto» è
un'apologia. L'unico manoscritto che possediamo fu
scoperto nel XV secolo. Sembra di poterla datare attorno all'anno 200
e considerarla scritta in Grecia o ad Alessandria. I capitoli tre e
cinque, che sviluppano alcune tesi sul compito dei cristiani nella
storia, sono il centro di questo scritto, e la loro
fecondità è di un'attualità
estrema. In due luoghi, nella "Lumen Gentium» (38) e nel
Decreto "Ad Gentes» (15), il Concilio suggerisce la meditazione
del testo che presentiamo e che costituisce un buon commento alle
parole del Vangelo: Voi siete il sale della terra (Mt. 5, 13).
I cristiani non si distinguono
dagli altri uomini, né per territorio, né per lingua, né
per modo di vivere. Essi non abitano città loro proprie, non usano
un linguaggio particolare né conducono un singolare genere di vita.
La loro dottrina non è conquista del genio inventivo o della
riflessione di uomini irrequieti; né essi professano, come fanno
alcuni, un sistema filosofico umano. Abitando in città civili o
barbare, come a ciascuno è capitato,
e seguendo gli usi del paese nel vestito, nel cibo e in tutto il
resto del vivere, danno prova di una forma di vita sociale
meravigliosa che, a detta di tutti, ha dell'incredibile.
Abitano
la loro patria, ma come pellegrini; prendono parte a tutto come
cittadini e si sottomettono a tutto come stranieri. Ogni terra
straniera è loro patria e ogni patria è, per loro, terra straniera.
Si sposano come tutti gli altri e hanno figli, ma non abbandonano i
neonati. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano
sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi
stabilite, ma con il loro tenore di vita vanno molto al di là.
Amano
tutti e da tutti vengono perseguitati. Non sono capiti, e vengono
condannati; sono messi a morte e ne ricevono vita. Sono poveri, e
arricchiscono molti; sono privi di tutto, e di tutto abbondano. Sono
disprezzati, e nel disprezzo trovano gloria; vengono calunniati, e si
aggiunge testimonianza alla loro innocenza. Sono ingiuriati, e
benedicono; trattati con violenza, rendono onore. Quando fanno del
bene, sono puniti come dei malfattori; ed anche allora godono, quasi
si dia loro vita. I Giudei li combattono
come gente straniera, e i Greci li
perseguitano; ma chi li odia non sa dire il perché.
In
breve, i cristiani sono nel mondo ciò che l'anima è nel corpo.
L'anima è in tutte le parti del corpo, e anche i
cristiani sono sparsi in tutte le città del mondo. L'anima
abita nel corpo, ma non è del corpo: anche i cristiani abitano nel
mondo, ma non sono del mondo... Questo è il posto di combattimento
che Dio ha loro assegnato, e non è loro permesso di disertarlo.
* Epistole
pros Diogneton - V-VI - Corona Patrum Salesiana - Series
Graeca - VoI. XIV -
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