sabato 10 dicembre 2016

Figlia mia in Gesú... Tratto da “Il piccone che scava i brillanti...”(Epistolario volume I) di don Dolindo Ruotolo





Stamane, dopo la Messa, ho trovato la vostra lettera. Non temete per nulla di affaticarmi scrivendo, perché vi ripeto ciò che vi dissi a voce: io non fo neppure la metà del lavoro che potrei fare, date certe misericordie speciali del Signore. Ora per esempio ho finito di scrivere la lezione di Religione per domani, e fino alla predica ho qualche ora libera e posso scrivervi.

Non sapete voi che un'anima vale quanto tutto il mondo innanzi a Gesú?

Poter consolare ed illuminare un'anima anche a costo di un piccolo sacrifizio è un dovere stretto per me. In ordine poi a voi, a me pare che io ci abbia un dovere anche piú stretto, perché so quanto aiuto mi viene dalle , vostre preghiere, e le delicatezze della vostra carità spirituale mi hanno commosso assai.

Non sapete voi che trovare un'anima che preghi insieme alla propria, che cooperi col cuore ai medesimi ideali di gloria per Dio, significa trovare un tesoro ed una grande benedizione di Dio?

Un'anima buona è come un avvertimento continuo, una spinta, una esortazione; equivale ad un beneficio continuato. A me piace di trovare in altri quella virtú che non ho, piace di meditarla e di ricavarne profitto. Il Signor Positano si ingannava certamente nel suo giudizio.

Noi siamo ciechi sopra di noi stessi, e dovremmo essere grati anche ad un bambino che ci rimprovera. Ogni avviso, ogni lume, ogni consiglio, ogni esempio è un benefizio che spesso può produrre i frutti piú abbondanti nel campo dello spirito nostro.

Ne volete un esempio minimo, anzi sciocco? Ecco, a me produce distrazione il sentir ronzare un moscone per la stanza, anzi mi urta e sono costretto ad aprire il balcone per farlo andare via. Oggi me ne è entrato uno che faceva un chiasso straordinario; mi sono ricordato della vostra energia nel dominarvi e mi sono provato a lasciarlo stare. Ecco un piccolo fiore spuntato dal vostro cuore.


Oh, quanto bene potremmo fare noi se sapessimo ascoltare tutti gli avvisi che la misericordia di Dio ci dà per tutte le creature sue! Siamo un ammasso di stoltezza, ed anzi che normalizzarci delle riprensioni altrui, anche ingiuste, dovremmo ringraziare Dio, e colpire l'occasione per liberarci da qualche difetto.

Fin dalle prime volte che vi ho scritto, io volevo dirvi che l'anima vostra mi sembrava scelta ed accolta come vittima di amore alla presenza di Gesú. Non lo scrissi per timore di mettervi nell'anima qualche preoccupazione nuova, o per timore di confondervi lo spirito. Vi confesso che dubito sempre di me, ed ho un grande timore di nuocere alle anime anche volendole aiutare. Ma ora che voi mi rivelate il segreto della vostra offerta, debbo dirvi francamente che a me pare che Gesú l'abbia accettata, e che siete ancora ai principii di una immolazione tutta interiore e completa.

Certo lo stato vero di vittima non è quello nel quale l'anima si consuma soavemente di amore per Gesú; no! È uno stato di immolazione e di riparazione per i peccati altrui, nel quale si risente piú l'urto e lo spasimo della miseria che la dolcezza della grazia. Mettete voi nella famiglia una persona adibita alla pulizia di quanto

sta in casa: qualunque miseria passa per le mani di questa persona; le persone di casa si dilettano della pulizia, la padrona se ne compiace, ma chi la fa raramente prova un momento di soddisfazione, assorta com'è in continue miserie.

Ora l'anima vittima non fa che risentire in sé l'urto del male altrui ed espiarlo. Dio le infiamma il cuore di amore, la incredulità altrui lo gela; essa resiste, si sforza di amare, si immola e scioglie il gelo.

Ecco la ragione dei sentimenti più contraddittori, ecco la ragione per la quale l'anima vittima soffre quasi sempre.

Essa non ha il tempo di compiacersi del suo Dio; lo ama assai, ma non se ne accorge, e questa è una misericordia grande che la eleva a grandi altezze senza che le possano venire le vertigini. Si, figlia mia, tante volte viene persino l'avversione al Signore!

Come geme l'anima allora, come se ne affligge, come si sforza di apprezzarlo!... essa reagisce contro l'indifferenza del mondo e la espia nel suo cuore. La stessa sensibilità squisita di cui Dio dota un'anima vittima le fa risentire il male morale degli altri; allora le immagini piú brutte si formano nella sua fantasia; essa le annienta, le scaccia, ne sente orrore, e poi rimane sempre con quel poco di incertezza amara sull'esito della sua lotta, incertezza che la umilia.

Io vi dico che questa è precisamente la via per la quale Dio contiene nei limiti un'anima prescelta a far parte dei disegni della sua provvidenza misericordiosa. Il nostro orgoglio sa trovare una sfuggita in tutte le umiliazioni, ma di fronte alla miseria piú bassa, della quale risente l'urto e la lotta, rimane sconvolto ed annientato. Allora le lodi, le benevolenze degli altri, i propri trionfi, nulla piú fa impressione sullo spirito, e l'anima è sempre dilatata e pronta alla grazia di Dio. Cosí l'irritabilità del proprio carattere è un mezzo per sentirsi debole, per abbandonarsi a Dio, per riconoscersi ultimo di tutti. Nelle tenebre piú fitte di questa immolazione l'anima può attraversare momenti veramente amarissimi. Può sentirsi spinta persino alla disperazione, alla sfiducia, al pensiero di sopprimersi...

Per farvela breve non vi è miseria umana che non urti nel cuore di una vittima prescelta dal Signore, e quindi, o tutto insieme o successivamente, non v'è dolore che non provi. Quale visuale attraente per voi che non desiderate che patire! Io però mi permetto di darvi questi avvisi, affinché il cuore vostro non si entusiasmi troppo e non cada sotto un peso soverchio.

1°- Abbandonatevi intieramente nelle mani di Dio e non gli domandate altro che di fare la sua SS: Volontà.

2°-  Non domandate mai a Dio delle pene determinate, ma lasciatevi guidare dai suoi disegni.

3°- Nei momenti di oscurità e di amarezza non vi agitate, non pigliate nessuna risoluzione, non fate alcuna promessa, ma rimanete ai piedi della Croce di Gesú, immobile e serena.

   4°- Chiudete nel vostro cuore il tesoro delle vostre sofferenze, e cercate di menare una vita normale e sobria, senza esagerare mai in nulla e senza ammantarvi di tristezza per quanto è possibile.

5° - Rivelatevi solo col ministro di Dio, ma anche in questo è necessario trovare chi possa comprendere il vostro stato, diversamente potreste cadere in maggiore confusione.

Io sono sempre a vostra disposizione e voi scrivetemi tutto quello che volete, perché sono pronto a servire un'anima la quale concorre ai disegni di Dio e forse li affretta con la sua immolazione segreta.

Ripeto questo, anzi ve ne prego, perché io so per prova quanto sono amari certi momenti, e quanto è necessario avere una parola di conforto. Chi può conoscere le vie di Dio, figlia mia buona? Forse verrà un momento nel quale vedrete i frutti di certe mirabili vie di Provvidenza e ne benedirete il Signore!

Io sono contento che Gesú vi ha messa nelle sue vie di amore. Diventate il profumo dolce del caro Salvatore, e, dovunque andate, portateci col Nome di Dio la sua SS. Benedizione e la sua bontà. Abbiate una tenera divozione alla Vergine SS. Addolorata, e nelle oscurità del cuore tenetele compagnia dolce ai piedi della Croce.

Oh, santa solitudine nella quale lo spirito vostro si eleva in alto in alto... quanto devi essere cara all'anima che non desidera che Dio solo! O dolce Gesú buono, come sei misericordioso con un'anima che eleggi a tanto!

Ma voi non vi fermerete qui, figlia mia, no! Le opere future di Dio reclameranno il concorso della vostra attività, e voi vedrete quanto sarà diversa l'opera vostra, fecondata dalla grazia e dai lumi di Dio, e preparata dalla immolazione interiore del cuore!

Chi sa che non dovrò io stesso spingervi nelle opere attive della gloria di Dio?... Perciò per voi è di somma importanza l'istruirvi nella fede con uno studio accurato della Religione che vi farò fare io stesso. Se il Signore lo disporrà vi darò pure un accenno di ascetica e di mistica, scienze spirituali tanto ignorate e dirò pure tanto falsate.

Se voi lo volete, io potrò scriverne una lezioncina per settimana, come fo col trattato della fede; cosi mi costringerò a scrivere qualche altra cosa nel Nome di Gesú. Se voi volete io vi scriverò i fascicoli e ve li darò a leggere. Non potrò darveli del tutto, perché io scrivo senza bozze e senza appunti e queste operette dovrò pubblicarle un giorno per la gloria di Dio e per il bene comune delle anime.

Io non so come ringraziarvi della offerta che faceste per me a Gesú quando fui in osservazione per la leva. Il Signore mi liberò forse per la generosità vostra verso il piú vile degli esseri. Dio vi benedica, figlia mia, vi corrobori con grazie speciali, vi esalti alla piú alta perfezione.

Vi benedico di cuore e sono sempre

                                                                              Vostro povero servo

                                                                                   Dolindo Ruotolo

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