Stamane,
dopo la Messa, ho trovato la vostra lettera. Non temete per nulla di
affaticarmi scrivendo, perché vi ripeto ciò che vi dissi a voce: io
non fo neppure la metà del lavoro che potrei fare, date certe
misericordie speciali del Signore. Ora per esempio ho finito di
scrivere la lezione di Religione per domani, e fino alla predica ho
qualche ora libera e posso scrivervi.
Non
sapete voi che un'anima vale quanto tutto il mondo innanzi a Gesú?
Poter
consolare ed illuminare un'anima anche a costo di un piccolo
sacrifizio è un dovere stretto per me. In ordine poi a voi, a me
pare che io ci abbia un dovere anche piú stretto, perché so quanto
aiuto mi viene dalle , vostre preghiere, e le delicatezze della
vostra carità spirituale mi hanno commosso assai.
Non
sapete voi che trovare un'anima che preghi insieme alla propria, che
cooperi col cuore ai medesimi ideali di gloria per Dio, significa
trovare un tesoro ed una grande benedizione di Dio?
Un'anima
buona è come un avvertimento continuo, una spinta, una esortazione;
equivale ad un beneficio continuato. A me piace di trovare in altri
quella virtú che non ho, piace di meditarla e di ricavarne profitto.
Il Signor Positano si ingannava certamente nel suo giudizio.
Noi
siamo ciechi sopra di noi stessi, e dovremmo essere grati anche ad un
bambino che ci rimprovera. Ogni avviso, ogni lume, ogni consiglio,
ogni esempio è un benefizio che spesso può produrre i frutti piú
abbondanti nel campo dello spirito nostro.
Ne
volete un esempio minimo, anzi sciocco? Ecco, a me produce
distrazione il sentir ronzare un moscone per la stanza, anzi mi urta
e sono costretto ad aprire il balcone per farlo andare via. Oggi me
ne è entrato uno che faceva un chiasso straordinario; mi sono
ricordato della vostra energia nel dominarvi e mi sono provato a
lasciarlo stare. Ecco un piccolo fiore spuntato dal vostro cuore.
Oh,
quanto bene potremmo fare noi se sapessimo ascoltare tutti gli avvisi
che la misericordia di Dio ci dà per tutte le creature sue! Siamo un
ammasso di stoltezza, ed anzi che normalizzarci delle riprensioni
altrui, anche ingiuste, dovremmo ringraziare Dio, e colpire
l'occasione per liberarci da qualche difetto.
Fin
dalle prime volte che vi ho scritto, io volevo dirvi che l'anima
vostra mi sembrava scelta ed accolta come vittima di amore alla
presenza di Gesú. Non lo scrissi per timore di mettervi nell'anima
qualche preoccupazione nuova, o per timore di confondervi lo spirito.
Vi confesso che dubito sempre di me, ed ho un grande timore di
nuocere alle anime anche volendole aiutare. Ma ora che voi mi
rivelate il segreto della vostra offerta, debbo dirvi francamente che
a me pare che Gesú l'abbia accettata, e che siete ancora ai
principii di una immolazione tutta interiore e completa.
Certo
lo stato vero di vittima non è quello nel quale l'anima si consuma
soavemente di amore per Gesú; no! È uno stato di immolazione e di
riparazione per i peccati altrui, nel quale si risente piú l'urto e
lo spasimo della miseria che la dolcezza della grazia. Mettete voi
nella famiglia una persona adibita alla pulizia di quanto
sta
in casa: qualunque miseria passa per le mani di questa persona; le
persone di casa si dilettano della pulizia, la padrona se ne
compiace, ma chi la fa raramente prova un momento di soddisfazione,
assorta com'è in continue miserie.
Ora
l'anima vittima non fa che risentire in sé l'urto del male altrui ed
espiarlo. Dio le infiamma il cuore di amore, la incredulità altrui
lo gela; essa resiste, si sforza di amare, si immola e scioglie il
gelo.
Ecco
la ragione dei sentimenti più contraddittori, ecco la ragione per la
quale l'anima vittima soffre quasi sempre.
Essa
non ha il tempo di compiacersi del suo Dio; lo ama assai, ma non se
ne accorge, e questa è una misericordia grande che la eleva a grandi
altezze senza che le possano venire le vertigini. Si, figlia mia,
tante volte viene persino l'avversione al Signore!
Come
geme l'anima allora, come se ne affligge, come si sforza di
apprezzarlo!... essa reagisce contro l'indifferenza del mondo e la
espia nel suo cuore. La stessa sensibilità squisita di cui Dio dota
un'anima vittima le fa risentire il male morale degli altri; allora
le immagini piú brutte si formano nella sua fantasia; essa le
annienta, le scaccia, ne sente orrore, e poi rimane sempre con quel
poco di incertezza amara sull'esito della sua lotta, incertezza che
la umilia.
Io
vi dico che questa è precisamente la via per la quale Dio contiene
nei limiti un'anima prescelta a far parte dei disegni della sua
provvidenza misericordiosa. Il nostro orgoglio sa trovare una
sfuggita in tutte le umiliazioni, ma di fronte alla miseria piú
bassa, della quale risente l'urto e la lotta, rimane sconvolto ed
annientato. Allora le lodi, le benevolenze degli altri, i propri
trionfi, nulla piú fa impressione sullo spirito, e l'anima è sempre
dilatata e pronta alla grazia di Dio. Cosí l'irritabilità del
proprio carattere è un mezzo per sentirsi debole, per abbandonarsi a
Dio, per riconoscersi ultimo di tutti. Nelle tenebre piú fitte di
questa immolazione l'anima può attraversare momenti veramente
amarissimi. Può sentirsi spinta persino alla disperazione, alla
sfiducia, al pensiero di sopprimersi...
Per
farvela breve non vi è miseria umana che non urti nel cuore di una
vittima prescelta dal Signore, e quindi, o tutto insieme o
successivamente, non v'è dolore che non provi. Quale visuale
attraente per voi che non desiderate che patire! Io però mi permetto
di darvi questi avvisi, affinché il cuore vostro non si entusiasmi
troppo e non cada sotto un peso soverchio.
1°- Abbandonatevi intieramente nelle mani di Dio e non gli domandate
altro che di fare la sua SS: Volontà.
2°- Non domandate mai a Dio delle pene determinate, ma lasciatevi
guidare dai suoi disegni.
3°- Nei momenti di oscurità e di amarezza non vi agitate, non
pigliate nessuna risoluzione, non fate alcuna promessa, ma rimanete
ai piedi della Croce di Gesú, immobile e serena.
4°- Chiudete nel vostro cuore il tesoro delle vostre sofferenze, e
cercate di menare una vita normale e sobria, senza esagerare mai in
nulla e senza ammantarvi di tristezza per quanto è possibile.
5° - Rivelatevi solo col ministro di Dio, ma anche in questo è
necessario trovare chi possa comprendere il vostro stato,
diversamente potreste cadere in maggiore confusione.
Io
sono sempre a vostra disposizione e voi scrivetemi tutto quello che
volete, perché sono pronto a servire un'anima la quale concorre ai
disegni di Dio e forse li affretta con la sua immolazione segreta.
Ripeto
questo, anzi ve ne prego, perché io so per prova quanto sono amari
certi momenti, e quanto è necessario avere una parola di conforto.
Chi può conoscere le vie di Dio, figlia mia buona? Forse verrà un
momento nel quale vedrete i frutti di certe mirabili vie di
Provvidenza e ne benedirete il Signore!
Io
sono contento che Gesú vi ha messa nelle sue vie di amore. Diventate
il profumo dolce del caro Salvatore, e, dovunque andate, portateci
col Nome di Dio la sua SS. Benedizione e la sua bontà. Abbiate una
tenera divozione alla Vergine SS. Addolorata, e nelle oscurità del
cuore tenetele compagnia dolce ai piedi della Croce.
Oh,
santa solitudine nella quale lo spirito vostro si eleva in alto in
alto... quanto devi essere cara all'anima che non desidera che Dio
solo! O dolce Gesú buono, come sei misericordioso con un'anima che
eleggi a tanto!
Ma
voi non vi fermerete qui, figlia mia, no! Le opere future di Dio
reclameranno il concorso della vostra attività, e voi vedrete quanto
sarà diversa l'opera vostra, fecondata dalla grazia e dai lumi di
Dio, e preparata dalla immolazione interiore del cuore!
Chi
sa che non dovrò io stesso spingervi nelle opere attive della gloria
di Dio?... Perciò per voi è di somma importanza l'istruirvi nella
fede con uno studio accurato della Religione che vi farò fare io
stesso. Se il Signore lo disporrà vi darò pure un accenno di
ascetica e di mistica, scienze spirituali tanto ignorate e dirò pure
tanto falsate.
Se
voi lo volete, io potrò scriverne una lezioncina per settimana, come
fo col trattato della fede; cosi mi costringerò a scrivere qualche
altra cosa nel Nome di Gesú. Se voi volete io vi scriverò i
fascicoli e ve li darò a leggere. Non potrò darveli del tutto,
perché io scrivo senza bozze e senza appunti e queste operette dovrò
pubblicarle un giorno per la gloria di Dio e per il bene comune delle
anime.
Io
non so come ringraziarvi della offerta che faceste per me a Gesú
quando fui in osservazione per la leva. Il Signore mi liberò forse
per la generosità vostra verso il piú vile degli esseri. Dio vi
benedica, figlia mia, vi corrobori con grazie speciali, vi esalti
alla piú alta perfezione.
Vi
benedico di cuore e sono sempre
Vostro
povero servo
Dolindo
Ruotolo
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