AGOSTO

La morte

1. - Esiste una verità certissima e terribile: noi tutti dobbiamo morire (Gen. 3, 19), e la morte fissa la nostra eternità! Iddio inflisse all'uomo la morte in castigo del peccato, e ne volle riservato a sé il giorno e l'ora. Ha detto soltanto che la morte viene come il ladro di notte, quando cioè uno meno se l'aspetta (Matteo, 24, 43).

Come sono pochi coloro che pensano a quel sepolcro che un giorno rinchiuderà il loro corpo! Anche tu certamente devi morire. Quando vi pensi? Morirai presto o tardi? Di morte calma, dolorosa, repentina?... Terribile incognita! E si può credere a una così certa verità senza pensarvi seriamente?... A qual fine, o Signore, mi tenete nascosto il giorno e l’ora della mia morte?..... Perché stia preparata. Ma qual è stata finora la tua preparazione?

2. - Terribile e spaventosa è la morte del peccatore (Ps. 33, 22). Essa priva di ogni consolazione quell'anima infelice, le rinfaccia il tempo perduto e la facilità che aveva di salvarsi, le ricorda le opere cattive compiute e la omissione delle buone, la fine della vita terrena ed il principio dell'eternità, l'inferno meritato e il paradiso perduto!.... In breve, la morte del peccatore porta la disperazione. Oh, morte veramente orribile!

Tu conosci per esperienza come si faccia presto a cadere in peccato e in peccato grave. Se in quell'istante ti colpisse la morte, che cosa sarebbe di te?.. Lo Spirito Santo ti insegna che il pensiero della morte ti aiuterà a fuggire il peccato. Ti giovi spesso di questo ammonimento?... Liberatemi, o Signore, dalla morte del peccatore e concedetemi di morire in grazia vostra.

3. Preziosa è la morte del giusto (Ps. 115, 15). Il pensiero della fede mantenuta e vissuta, della speranza nutrita, della carità perfezionata, riempie l'anima di consolazione incomparabile. Le pene sostenute, i sacrifici fatti, le tentazioni vinte, il distacco dal mondo e dalle creature, convertono le pene dell'agonia in altrettante consolazioni. Quale gioia sentirsi ripetere in quell'estremo momento da Gesù: Coraggio, figlia, sarai coronata di gloria!...

Preparati fin d'ora a quel giorno estremo e non dilazionare, poiché come si vive così si muore. Togli adesso dalla tua coscienza quello che non vorresti avere nel momento della tua morte. Purifica spesso con buone confessioni l'anima tua dai peccati nei quali purtroppo vai ancora cadendo, e non tralasciare alcuna occasione di fare del bene. Se farai così, anima felice, la morte sarà per te un dolce passaggio da questo esilio alla Patria beata!

Il rendiconto finale

1. - Qualunque persona che ha ricevuto una missione, alla fine deve render conto di quello che ha fatto. Chi gliela ha affidata ha tutto il diritto di esigerlo. Ognuno di noi, su questa terra, ha ricevuto la missione di compiere sempre la volontà di Dio ; per conseguenza deve ricordarsi che verrà il giorno del finale rendiconto. Gesù Cristo insegnò questa verità, con la parabola del fattore che aveva amministrato male la vigna del padrone e che, chiamato al rendiconto e trovato infedele, fu punito.

Anche per te verrà il giorno in cui ti sentirai intimare da Dio : rendimi conto del tuo operato!... Forse adesso tu vivi spensierata, come se questo non dovesse avvenire mai, o dovesse avvenire in tempo molto lontano. Povera anima illusa! Richiama al tuo pensiero quell'incontro dell'anima tua con Dio dal quale dipendi e al quale non puoi nascondere nulla!... Che sarebbe di te, se quell'incontro avvenisse in questo momento?... - Oh Signore, che istante terribile!

2. Il rendiconto finale richiama al pensiero i tanti benefici ricevuti, giacché è appunto dell'uso di essi che bisogna rendere ragione. Se esistiamo, se ci muoviamo, se la terra ci sostiene, e quanti beni di natura possediamo, è tutto dono di Dio. Si aggiungano le grazie soprannaturali; la vera fede, i Sacramenti, le divine ispirazioni, i buoni esempi e tutto ciò che si riferisce al bene spirituale di un'anima; sono tutti doni singolarissimi di Dio. Beato allora chi sarà trovato fedele !

Nutri tu fondate speranze di essere giudicata fedele? Ricordati che non avrai formato un pensiero, pronunciata una parola, sentito un desiderio o un affetto del quale non sia chiamata a rispondere!... Numera, se puoi, i tanti favori, le grazie ricevute!... O Signore, no, non potevate fare di più per me! Ti pare di aver fatto buon uso di tutto? Cosa pensi di fare in avvenire?...

3. - Ciò che più spaventa nel rendi- conto finale è la sentenza del Giudice. Per chi sarà trovato giusto, la sentenza sarà di benedizione; per i reprobi sarà di maledizione!... Poi chi è salvo, è salvo per sempre; chi è condannato, è perduto per sempre! Questo pensiero faceva tremare i Santi, i quali per assicurarsi la sentenza di benedizione, si sottomettevano ai più austeri sacrifici!

Pensa al Signore che dice ai dannati: "Vi cancello dal mio cuore e vi proibisco di chiamarmi Padre... Al fuoco, o maledetti!" (Matteo 25, 41) Mentre fortunate saranno le anime che si sentiranno chiamare benedette, e che saranno invitate ad entrare nel regno di Dio ! Quale sarà la sentenza che il Giudice eterno pronuncerà per te?.... Se volesse pronunciarla in questo momento, quale sarebbe?... Ringrazia il Signore che ti dà il tempo, e guai a te se non utilizzerai questo tempo per l'avvenire!... 

Padre Amadio Tinti OSM – Tratto da “L’anima devota alla scuola di Maria Santissima”



Nessun commento:

Posta un commento