giovedì 30 gennaio 2014

I CRISTIANI E IL MONDO Lettera a Diogneto *



"La lettera a Diogneto» è un'apologia. L'unico manoscritto che possediamo fu scoperto nel XV secolo. Sembra di poterla datare attorno all'anno 200 e considerarla scritta in Grecia o ad Alessandria. I capitoli tre e cinque, che sviluppano alcune tesi sul compito dei cristiani nella storia, sono il centro di questo scritto, e la loro fecondità è di un'attualità estrema. In due luoghi, nella "Lumen Gentium» (38) e nel Decreto "Ad Gentes» (15), il Concilio suggerisce la meditazione del testo che presentiamo e che costituisce un buon commento alle parole del Vangelo: Voi siete il sale della terra (Mt. 5, 13).


I cristiani non si distinguono dagli altri uomini, né per territorio, né per lingua, né per modo di vivere. Essi non abitano città loro proprie, non usano un linguaggio particolare né conducono un singolare genere di vita. La loro dottrina non è conquista del genio inventivo o della riflessione di uomini irrequieti; né essi professano, come fanno alcuni, un sistema filosofico umano. Abitando in città civili o barbare, come a ciascuno è capitato, e seguendo gli usi del paese nel vestito, nel cibo e in tutto il resto del vivere, danno prova di una forma di vita sociale meravigliosa che, a detta di tutti, ha dell'incredibile.
Abitano la loro patria, ma come pellegrini; prendono parte a tutto come cittadini e si sottomettono a tutto come stranieri. Ogni terra straniera è loro patria e ogni patria è, per loro, terra straniera. Si sposano come tutti gli altri e hanno figli, ma non abbandonano i neonati. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro tenore di vita vanno molto al di là.
Amano tutti e da tutti vengono perseguitati. Non sono capiti, e vengono condannati; sono messi a morte e ne ricevono vita. Sono poveri, e arricchiscono molti; sono privi di tutto, e di tutto abbondano. Sono disprezzati, e nel disprezzo trovano gloria; vengono calunniati, e si aggiunge testimonianza alla loro innocenza. Sono ingiuriati, e benedicono; trattati con violenza, rendono onore. Quando fanno del bene, sono puniti come dei malfattori; ed anche allora godono, quasi si dia loro vita. I Giudei li combattono come gente straniera, e i Greci li perseguitano; ma chi li odia non sa dire il perché.
In breve, i cristiani sono nel mondo ciò che l'anima è nel corpo. L'anima è in tutte le parti del corpo, e anche i cristiani sono sparsi in tutte le città del mondo. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo: anche i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo... Questo è il posto di combattimento che Dio ha loro assegnato, e non è loro permesso di disertarlo.
* Epistole pros Diogneton - V-VI - Corona Patrum Salesiana - Series Graeca - VoI. XIV -


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