lunedì 26 maggio 2014

Vangelo del giorno (Gv 15,26—16,4)



In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».


Commento: Rev. P. Higinio Rafael ROSOLEN IVE (Cobourg, Ontario, Canada)
«E anche voi mi renderete testimonianza»


Oggi, nel Vangelo Gesù annuncia e promette la venuta dello Spirito Santo: «Ma quando verrà il Paraclito, (...) che procede dal Padre mio, egli testimonierà di me» (Gv 15,26). “Paráclito” significa letteralmente “colui che è chiamato vicino a uno”, e di solito viene tradotto come "Consolatore". Così, Gesù ci ricorda della bontà di Dio, perché pur essendo lo Spirito Santo l'amore di Dio, Egli infonde nei nostri cuori la pace, la serenità nelle avversità e la gioia per le cose di Dio. Egli ci fa guardare verso l’alto e unirci a Dio.

Inoltre Gesù dice agli apostoli: «E anche voi mi renderete testimonianza» (Gv 15,27). Per dare testimonianza è necessario:

1º Avere comunione ed intimità con Gesù. Ciò deriva dal rapporto quotidiano con Lui: la lettura del Vangelo, ascoltare le Sue parole, conoscere quello che Gesù ci insegna, frequentare i sacramenti, essere in comunione con la Chiesa, imitare il suo esempio, osservare i comandamenti, vederlo nei santi, riconoscerlo nei nostri fratelli, avere il suo spirito e amarlo. Si tratta di avere una esperienza personale e viva di Gesù.


2º La nostra testimonianza è credibile se appare nelle nostre opere. Un testimone non è soltanto una persona che sa che qualcosa è vero, ma è anche disposta a dirlo e viverlo. Ciò che noi sperimentiamo e viviamo nella nostra anima deve passare all'esterno. Siamo testimoni di Gesù non solo se conosciamo i suoi insegnamenti , ma anche se facciamo —e soprattutto— quando vogliamo che altri conoscano e lo amino. Come dice il proverbio: «Le parole muovono , gli esempi trascinano».

Papa Francisco ci disse: «Apprezzo «Ringrazio per il bell’esempio che mi danno tanti cristiani che offrono la loro vita e il loro tempo con gioia. Questa testimonianza mi fa tanto bene e mi sostiene nella mia personale aspirazione a superare l’egoismo per spendermi di più”». E poi aggiunse: «desidero chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa " Quello è sempre una luce che attrae.



Commento: Rev. D. Jordi POU i Sabater (Sant Jordi Desvalls, Girona, Spagna)
«Quando verrà il Paràclito, (...) lo Spirito della verità, (...) egli darà testimonianza di me»


Oggi, il Vangelo è così attuale come negli anni finali dell’evangelista san Giovanni. Essere cristiano in quel tempo non era di moda (anzi era abbastanza pericoloso), come non lo è tuttora. Se qualcuno vuole essere preso in considerazione dalla nostra società, è meglio che non sia cristiano —perché in molte cose— così come i primi cristiani giudei, «Vi scacceranno dalle sinagoghe» (Gv 16,2).

Sappiamo che essere cristiano è vivere controcorrente: lo è stato sempre. Perfino in epoche nelle quali “tutti quanti” erano cristiani: quelli che volevano esserlo veramente, non erano ben visti da qualcuno. Il cristiano è, se vive secondo Gesù, un testimone di ciò che Cristo aveva previsto per tutti gli uomini; è la testimonianza che è possibile imitare Gesù e vivere con completa dignità di uomo. Questo non piacerà a molti, come Gesù stesso non piacque a molti e fu condotto alla morte. Le motivazioni del rifiuto saranno varie, però dobbiamo tener presente che in certe occasioni la nostra testimonianza sarà presa come una accusa.

Non si può dire che san Giovanni, per i suoi scritti, fosse pessimista: ci fa una descrizione vittoriosa della Chiesa e del trionfo di Cristo. Nemmeno si può dire che lui non dovette soffrire le stesse cose che descrive. Non nasconde la realtà delle cose, ne la sostanza della vita cristiana: la lotta.

Una lotta che è per tutti, perché non possiamo vincere con le nostre forze. Lo Spirito Santo lotta con noi. È Lui chi ci dà la forza. È Lui, il Protettore, chi ci libera dai pericoli. Con Lui al nostro fianco, non abbiamo nulla da temere.

Giovanni ebbe piena fiducia in Gesù, gli affidò la sua vita. Così dopo non gli costò aver fiducia in Colui il Quale fu inviato da Lui: lo Spirito Santo.


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