lunedì 8 luglio 2019

Madonna del Carmine “ Decor Carmeli” Maria





Sorella degli Eremiti del Monte Carmelo

Verso la fine del secolo XII la terza crociata (1189-1192) riconquista il litorale palestinese tra Tiro (Libano) e Giaffa (Palestina) che verrà difeso per 50 anni, garantendo la sopravvivenza anche a un piccolo gruppo di eremiti (pellegrini europei) che avevano scelto di vivere insieme "in ossequio di Gesù Cristo" una vita di meditazione della Parola del Signore, di preghiera dei Salmi, di Eucaristia, di lavoro, di mensa, di accoglienza, in una valletta del promontorio del Monte Carmelo, dove c'è la fonte detta di Elia, il grande profeta che sul Carmelo operò il massacro di 400 sacerdoti del dio Baal. Prima di loro vi abitava una comunità di monaci greci. Ciascuno ha la sua grotta per riposare e si riuniscono per pregare, lavorare, mangiare e prestarsi servizio. Si sono scelti uno di loro a guida della fraternità, probabilmente un sacerdote, che chiamano priore (primus inter pares = il primo tra uguali), e si danno uno stile di vita proprio, senza rifarsi alle Regole di antichi Ordini religiosi.
Dato che Gerusalemme è in mano dell'Islam, il Patriarca, delegato del Papa per la Terra Santa, si mette al sicuro nella fortezza di San Giovanni d'Acri, porto sul Mediterraneo, a 30 km circa dal promontorio del Carmelo. Gli eremiti della fonte di Elia colgono l'occasione della presenza (1206-1214) del Patriarca, Alberto degli Avogadro di Vercelli, per chiedergli di stilare per loro una regola, una forma di vita, secondo il loro modo di convivenza. Il santo Patriarca (verrà pugnalato da un cavaliere cristiano richiamato da lui per comportamento scandaloso) la compone e la promulga con la sua autorità di delegato pontificio: è regola approvata dalla Chiesa. Gli elementi essenziali della spiritualità degli eremiti sono chiari: totale dedizione a Gesù Cristo; assidua lettura e meditazione della Bibbia; preghiera personale, vegliando, e comunitaria, partecipando all'Eucaristia e alla Liturgia delle Ore; fraternità e reciproca assistenza; esercizio delle virtù teologali e forte ascesi: umiltà, obbedienza, povertà, lavoro, silenzio, digiuno; ascesi retta dalla prudenza illuminata dalla fede. Nella Regola Albertina i modelli da contemplare sono: Gesù Cristo, Paolo, i profeti (il salmista, Isaia), i santi Padri. Non c'è cenno all'abito che vestono, né a una denominazione della comunità.

Gli eremiti però hanno costruito una chiesetta per celebrare la Messa, pregare le Ore, riunirsi; l'hanno dedicata alla Beata Vergine Maria (Nazaret è distante poche decine di km). Il testo della regola dei "Frati Eremiti" residenti sul Carmelo è approvata dal Papa Onorio III (1226) senza altra specificazione; invece nel testo approvato (1247) dal Papa Innocenzo IV, e alquanto aggiornato, c'è la dizione: "Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo". Ne consegue che la Beata Vergine Maria è considerata sorella dei religiosi del Monte Carmelo.
È confermato un elemento essenziale della spiritualità carmelitana, una marianità particolare. Maria è la sorella maggiore che esprime al massimo i valori della famiglia consacrata a Dio, le tradizioni, lo stile, le capacità operative. Perciò gli Eremiti del Carmelo (detti poi Carmelitani) contemplano Maria di Nazaret: la vergine, la sposa di Giuseppe, la mamma di Gesù, di Giovanni e in lei trovano esemplificato il loro stile di vita quotidiana al servizio amoroso di Gesù Cristo. È il modello della loro "forma di vita"; pertanto parleranno della loro vita "Mariaforme". Soltanto specchiandosi in Maria potranno conseguire il duplice fine della loro vocazione: offrire a Dio un cuore santo e purificato da ogni peccato mediante le virtù e l'aiuto della grazia divina; sperimentare (come dono di Dio) fin da questa vita terrena la presenza di Dio e la dolcezza della gloria celeste. Dalla pienezza della contemplazione deriva per essi l'apostolato autentico, però la contemplazione va sostenuta da strutture di ascesi evangelica: lettura biblica, meditazione, penitenza, rinuncia, silenzio, solitudine, ecc.

Maria sorella e patrona dei Carmelitani

Gli Eremiti, Fratelli della Vergine Maria, constatando l'instabilità della situazione politico-militare del litorale palestinese, decidono dopo l'uccisione del patriarca Alberto (14 settembre 1214) , di emigrare in Europa, alle loro terre di origine. Non tutti, ma alcuni tornano in Sicilia, in Inghilterra, in Italia, in Francia e Spagna, e tentano d'impiantare la vita eremitica del Carmelo. Sono ammirati, hanno vocazioni, però sono osteggiati particolarmente in Inghilterra per diversi motivi:
la pretesa discendenza ininterrotta dai profeti Elia, Eliseo e dalla scuola dei profeti (nel secolo XVII sarà eretta in San Pietro una statua ad Elia padre dei Carmelitani);
la mancanza di un fondatore illustre per santità e dottrina;
la Regola aggiornata da Innocenzo IV (1247) risulta insufficiente al nuovo indirizzo apostolico;
l'abito è assai curioso: un mantello bianco a strisce grigionere (lo sostituiranno con la cappa bianca);
la Regola non è di quelle approvate dal Concilio Lateranense IV (1215).
In queste angustie entra in scena San Simone Stock (secondo il "Catalogus Sanctorum" dell'inizio del 1400), carmelitano inglese, priore generale, uomo di eminente virtù, devoto della VergineMadre del Carmelo, che prega perché dia ai Carmelitani un segno di protezione, un privilegio.
La "Signora" gli sarebbe apparsa (verso il 1251) e, indicandogli l'abito che indossa, gli dichiara che esso è segno di salvezza eterna per coloro che lo portano. Alla sua pietà mariana è attribuito l'inno: "Flos Carmeli vitis florigera splendor coeli Virgo puerpera singularis. / Mater mitis sed viri nescia Carmelitis da privilegia Stella maris! etc." (Fiore del Carmelo, vite fiorita, splendore del cielo, vergine madre, singolare. Mamma mite, che non conosci uomo, dona privilegi ai Carmelitani, Stella del mare! ecc.).
Il 17 luglio 1274 si tiene l'ultima sessione del secondo Concilio ecumenico di Lione, nella quale si concede ai Carmelitani di accogliere novizi, cioè di sopravvivere: l'Ordine del Carmelo viene equiparato agli altri Ordini mendicanti. La festa della Madonna del Monte Carmelo, in riconoscenza del suo patronato riconosciuto (Cambridge 1374) sull'Ordine, viene istituita il 17 luglio. Poi è anticipata al 16 luglio per ricordare il giorno in cui apparve a San Simone Stock.
La fantasia devozionale dei Carmelitani inventò notizie circa il cognome di San Simone, il tempo del suo generalato, i rapporti con i Papi, i miracoli compiuti, i cento anni di vita. Alla visione del santo, fantasiosi frati carmelitani (avevano un convento anche ad Avignone) del secolo XIV inventarono la visione della Madonna al Papa avignonese Giovanni XXII (1316-1334) : ella gli avrebbe detto che chi muore con l'abito del Carmelo viene liberato dal purgatorio il sabato seguente al decesso (privilegio -sabatino). In seguito a questo episodio stesero la bolla pontificia (3 marzo 1322).
Ne deriveranno controversie a non finire perché i privilegi della salvezza eterna e della liberazione dal purgatorio trovarono grande accoglienza nel popolo cristiano. Porrà fine un Decreto della Sacra Congregazione dell'Indice (20 gennaio 1613): esso stabilisce che il privilegio sabatino può essere creduto e predicato come espressione del patronato della Madonna sui devoti che portano lo Scapolare del Carmine e assolvono i doveri inerenti ad esso.

Lo Scapolare dei Carmelitani

I nuovi Ordini mendicanti (Domenicani, I Francescani, Carmelitani, Servi di Maria) riscuotono ammirazione e consenso presso i fedeli laici, i quali vogliono condividere in vita la loro spiritualità e in morte fruire dei loro suffragi. Per riconoscersi associati all'Ordine portano un segno di appartenenza: un rosario, un cordone, una cappa, uno scapolare, una medaglia.
Lo scapolare è una lunga banda di stoffa che pende dalle spalle (scapole) sul petto e sulla schiena, e che i monaci antichi (Benedettini, Cistercensi, ecc.) indossano per il lavoro. Diviene anche segno del "giogo soave" di Gesù che il religioso prende per la sequela evangelica. Ovviamente i fedeli laici che vogliono appartenere all'Ordine non indossano l'abito o lo scapolare lungo, ma uno scapolare-simbolo, cioè due pezzetti di stoffa marrone penduli sul petto e sulla schiena, che viene chiamato "abitino".
Lo Scapolare o abitino dell'Ordine carmelitano può recare su una parte l'immagine della Madonna del Monte Carmelo (del Carmine) e dall'altra lo stemma dell'Ordine (un monte con tre stelle per i Carmelitani, un monte con la croce e tre stelle per i Carmelitani teresiani o scalzi) oppure il Sacro Cuore di Gesù. Pertanto lo scapolare lungo è indossato da tutti i religiosi e religiose appartenenti alle due famiglie; l'abitino è portato dai membri dell'Ordine Secolare del Carmelo e dagli iscritti alla Confraternita dello Scapolare del Carmine. Per tutti è un simbolo sacro mariano. Non è un sacramento istituito da Gesù Cristo, segno e fonte di grazia salvifica; è un sacramentale istituito dalla Chiesa, segno e invocazione di grazia salvifica. La Chiesa docente (i Papi, i Dicasteri pontifici), la Chiesa militante (i santi della terra e del cielo) esaltano questo simbolo mariano e lo abbinano al Rosario: lo Scapolare del Carmine è la corazza e lo scudo mariano che protegge la persona che lo porta devotamente; il Rosario pregato con devozione è l'arma efficace che vince il maligno e il mondo.

L'abito santo della Mamma del Carmine

Tutti i battezzati nel nome della Trinità sono consacrati radicalmente a Dio per la fede in Gesù: il carattere del Battesimo è uno stigma indistruttibile che li pone in rapporto vitale con la Trinità nel bene a salvezza, nel male a condanna. La condizione battesimale è evidenziata ed arricchita dal carattere crismale e clericale, dai sacramenti. A ricordare sensibilmente, giorno e notte, che il cristiano è di Dio, di Cristo, della Chiesa e di Maria, serve il sacramentale mariano più espressivo: lo Scapolare del Carmine. La consacrazione a Dio allora è vissuta con l'aiuto della Madonna onorata e pregata da chi porta il suo segno, vive sul suo esempio e nella gioiosa speranza delle sue promesse di salvezza in vita, in morte ed oltre.
Lo scapolare della Madonna del Carmine:
è la costante e sensibile memoria di essere amati da Dio Trinità Santissima, da Gesù Verbo Incarnato, dalla Chiesa, dalla sua e nostra madre Maria;
è il costante e sensibile ricordo che si deve ricorrere a Maria se si vuole riconoscere in pienezza l'amore di Dio e ricambiarlo, perché lei è la persona umana che l'ha fatto amando Gesù nel modo più perfetto e totale;
è il costante e sensibile richiamo all'imitazione delle esimie virtù teologali (fede, speranza, carità) e di quelle morali (prudenza, umiltà, fortezza, ecc.) della Vergine-Madre e ad essere zelante promotore della devozione a lei;
è il singolare pegno dei privilegi concessi dalla Madonna per una sua presenza: nella vita quotidiana aiutando ad evitare le occasioni prossime del male (cattivi spettacoli, divertimenti, compagnie) ed a compiere le opere di misericordia spirituale e corporale; in prossimità della morte donando pace sul tempo passato e speranza per il futuro; oltre la morte assicurando una sua mediazione nel giudizio particolare;
è il campanello che chiama a compiere le pratiche quotidiane di pietà unite allo scapolare: le preghiere del cristiano, almeno 7 Ave Maria, possibilmente il Rosario, lettura meditata della Bibbia e della vita dei santi.

Lo Scapolare segno di alleanza e comunione

L’Abitino della Madonna del Carmine ha ottenuto la sua proclamazione ecclesiale, a prescindere dalle controversie circa la storicità di particolari della visione del santo inglese e della visione del Papa Giovanni XXII (benevolo verso i Carmelitani), dal Beato Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) in una lettera indirizzata (25 marzo 2001) ai Superiori generali delle due famiglie carmelitane. Rifacendosi ad una "venerabile tradizione dell'Ordine del Carmelo, lo Scapolare è un umile segno che esprime la consacrazione al Cuore immacolato di Maria... Il ricco patrimonio mariano del Carmelo è divenuto nel tempo, attraverso la diffusione del santo Scapolare, un tesoro per tutta la Chiesa. Per la sua semplicità, per il suo valore antropologico e per il ruolo di Maria nei confronti della Chiesa e dell'umanità, questa devozione è stata profondamente e ampiamente recepita dal popolo di Dio, tanto da trovare espressione nella memoria del 16 luglio, presente nel calendario della Chiesa universale. Lo Scapolare è essenzialmente un abito. Chi lo riceve viene aggregato o associato in un grado più o meno intimo all'Ordine del Carmelo, dedicato al servizio della Madonna per il bene di tutta la Chiesa... Due quindi sono le verità evocate nel segno dello Scapolare: la protezione continua della Vergine santissima... una condotta cristiana intessuta di preghiera, di vita interiore... e di opere di misericordia spirituale e corporale. In questo modo lo Scapolare diventa segno di alleanza e di comunione reciproca tra Maria e fedeli: esso traduce in maniera concreta la consegna che Gesù, sulla croce, fece a Giovanni, in lui a tutti noi, della Madre sua, e l'affidamento dell'apostolo prediletto e di tutti noi a Lei, costituita nostra Madre spirituale".

Lo Scapolare è "l'armatura di Dio"

Tutti i santi e i beati delle famiglie carmelitane hanno investito nella vita la preziosa spiritualità significata dall'abito della Vergine Madre Maria, chiamata: nostra Sorella, la Signora, la Mamma, la Regina e Decoro del Carmelo.
Santa Teresa di Gesù (1515-1582) , dottore della Chiesa e riformatrice del Carmelo, scrive nel suo Castello Interiore: "Confido nei meriti del Figlio di Dio e della sua Vergine Madre, di cui indegnamente porto l'abito. E voi, figliole mie, che pure lo portate, ringraziate Dio di essere vere figlie di questa Signora, perché avete in lei una Madre così grande... Imitatela, considerate la grandezza e il vantaggio che abbiamo nell'averla a Patrona" (M 3,1,3).
Un altro dottore della Chiesa, Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo (1873-1897), carmelitana scalza di Lisieux, ai piedi della Madonna delle Vittorie a Parigi, parla del manto della Mamma: "Compresi che Ella vegliava su di me, che ero veramente sua figliola, perciò non potevo chiamarla se non con il nome di Mamma, più tenero di quello di Madre... La pregai di custodirmi sempre e di realizzare presto il mio sogno, nascondendomi all'ombra del suo manto verginale! Era questo uno dei miei primi desideri d'infanzia. Crescendo avevo compreso che era al Carmelo che avrei trovato veramente il manto della Madonna" (Manoscritto A 158).
La patrona d'Europa, Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, 1891-1942), carmelitana scalza, martire, due anni prima di morire nelle camere a gas naziste, scrive: " ha rivestita delle vesti della salvezza' (Is 61,10). Così preghiamo nella festa della Regina del Carmelo, la più grande solennità del nostro Ordine. Noi che possiamo chiamarci sue sorelle e figlie riceviamo da lei un abito particolare di salvezza, il suo stesso abito... Come segno della sua materna predilezione, Ella ci dona il santo Scapolare, questa 'armatura di Dio'".
Il Beato Isidoro Bakanja (1885-1909), umile lavoratore del Congo, è battezzato a 21 anni dai padri Trappisti belgi, che gli danno lo Scapolare del Carmine e il rosario. Si fa catechista dei compagni. Un dirigente belga, ateo e anticattolico, Van Cauter, gli intima di rinnegare la fede e di togliersi lo Scapolare; ciò che Isidoro non fa. Viene fustigato a morte. Morente perdona il suo carnefice e promette di pregare molto per lui. Il Beato Giovanni Paolo II nel 1994 lo proclama "Beato" e dice: "Il Beato Isidoro che amava la preghiera del Rosario e portava lo Scapolare della Vergine del Carmelo costituisce un modello di devozione a Maria".


PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE PER LE ANIME DEL PURGATORIO
Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, gloria del Libano, onore del Carmelo, della consolante promessa che saresti discesa a liberare dalle pene de Purgatorio le Anime dei tuoi devoti. Incoraggiati da questa tua promessa, Ti supplichiamo, Vergine Consolatrice, di aiutare le care Anime, del Purgatorio, e specialmente... O Madre dolce e pietosa, rivolgi al Dio di amore e di misericordia con tutta la potenza della tua mediazione: offri il Sangue prezioso del tuo santissimo Figlio insieme ai tuoi meriti ed alle tue sofferenze: avvalora le nostre preghiere e quelle della Chiesa tutta, e libera le Anime del Purgatorio. Amen. 3 Ave, 3 Gloria.  

Preghiera

Santa Madre della Speranza, Vergine del Carmine, distendi il tuo scapolare come mantello di protezione, sulle città e sui paesi, sugli uomini e le donne, sui giovani e i bambini, sugli anziani e gli ammalati, sugli orfani e gli afflitti, sui figli fedeli e le pecore smarrite. Stella del mare e Faro di luce, conforto sicuro per il popolo pellegrino, guida i suoi passi nel suo peregrinare terreno, affinché percorra sempre sentieri di pace e di concordia, cammini di Vangelo, di progresso, di giustizia e di libertà. Riconcilia i fratelli in un abbraccio fraterno; che spariscano gli odi e i rancori, che si superino le divisioni e le barriere, che si appianino i conflitti e si rimarginino le ferite. Fa' che Cristo sia la nostra Pace, che il suo perdono rinnovi i cuori, che la sua Parola sia speranza e fermento nella società. Amen.
(San Giovanni Paolo II)

Tratto dal libro “ Madonna del Carmine -Decor Carmeli Maria – Testi Graziano Pesenti - Editrice Velar 2013 – da pag. 24 a pag.38




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