Sorella
degli Eremiti del Monte Carmelo
Verso la fine del secolo XII
la terza crociata (1189-1192) riconquista il litorale palestinese tra
Tiro (Libano) e Giaffa (Palestina) che verrà difeso per 50 anni,
garantendo la sopravvivenza anche a un piccolo gruppo di eremiti
(pellegrini europei) che avevano scelto di vivere insieme "in
ossequio di Gesù Cristo" una vita di meditazione della Parola
del Signore, di preghiera dei Salmi, di Eucaristia, di lavoro, di
mensa, di accoglienza, in una valletta del promontorio del Monte
Carmelo, dove c'è la fonte detta di Elia, il grande profeta che sul
Carmelo operò il massacro di 400 sacerdoti del dio Baal. Prima di
loro vi abitava una comunità di monaci greci. Ciascuno ha la sua
grotta per riposare e si riuniscono per pregare, lavorare, mangiare e
prestarsi servizio. Si sono scelti uno di loro a guida della
fraternità, probabilmente un sacerdote, che chiamano priore (primus
inter pares = il primo tra uguali), e si danno uno stile di vita
proprio, senza rifarsi alle Regole di antichi Ordini religiosi.
Dato che Gerusalemme è in
mano dell'Islam, il Patriarca, delegato del Papa per la Terra Santa,
si mette al sicuro nella fortezza di San Giovanni d'Acri, porto sul
Mediterraneo, a 30 km circa dal promontorio del Carmelo. Gli eremiti
della fonte di Elia colgono l'occasione della presenza (1206-1214)
del Patriarca, Alberto degli Avogadro di Vercelli, per chiedergli di
stilare per loro una regola, una forma di vita, secondo il loro modo
di convivenza. Il santo Patriarca (verrà pugnalato da un cavaliere
cristiano richiamato da lui per comportamento scandaloso) la compone
e la promulga con la sua autorità di delegato pontificio: è regola
approvata dalla Chiesa. Gli elementi essenziali della spiritualità
degli eremiti sono chiari: totale dedizione a Gesù Cristo; assidua
lettura e meditazione della Bibbia; preghiera personale, vegliando, e
comunitaria, partecipando all'Eucaristia e alla Liturgia delle Ore;
fraternità e reciproca assistenza; esercizio delle virtù teologali
e forte ascesi: umiltà, obbedienza, povertà, lavoro, silenzio,
digiuno; ascesi retta dalla prudenza illuminata dalla fede. Nella
Regola Albertina i modelli da contemplare sono: Gesù Cristo, Paolo,
i profeti (il salmista, Isaia), i santi Padri. Non c'è cenno
all'abito che vestono, né a una denominazione della comunità.
Gli eremiti però hanno
costruito una chiesetta per celebrare la Messa, pregare le Ore,
riunirsi; l'hanno dedicata alla Beata Vergine Maria (Nazaret è
distante poche decine di km). Il testo della regola dei "Frati
Eremiti" residenti sul Carmelo è approvata dal Papa Onorio III
(1226) senza altra specificazione; invece nel testo approvato (1247)
dal Papa Innocenzo IV, e alquanto aggiornato, c'è la dizione:
"Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo". Ne
consegue che la Beata Vergine Maria è considerata sorella dei
religiosi del Monte Carmelo.
È confermato un elemento
essenziale della spiritualità carmelitana, una marianità
particolare. Maria è la sorella maggiore che esprime al massimo i
valori della famiglia consacrata a Dio, le tradizioni, lo stile, le
capacità operative. Perciò gli Eremiti del Carmelo (detti poi
Carmelitani) contemplano Maria di Nazaret: la vergine, la sposa di
Giuseppe, la mamma di Gesù, di Giovanni e in lei trovano
esemplificato il loro stile di vita quotidiana al servizio amoroso di
Gesù Cristo. È il modello della loro "forma di vita";
pertanto parleranno della loro vita "Mariaforme". Soltanto
specchiandosi in Maria potranno conseguire il duplice fine della loro
vocazione: offrire a Dio un cuore santo e purificato da ogni peccato
mediante le virtù e l'aiuto della grazia divina; sperimentare (come
dono di Dio) fin da questa vita terrena la presenza di Dio e la
dolcezza della gloria celeste. Dalla pienezza della contemplazione
deriva per essi l'apostolato autentico, però la contemplazione va
sostenuta da strutture di ascesi evangelica: lettura biblica,
meditazione, penitenza, rinuncia, silenzio, solitudine, ecc.
Maria
sorella e patrona dei Carmelitani
Gli Eremiti, Fratelli della
Vergine Maria, constatando l'instabilità della situazione
politico-militare del litorale palestinese, decidono dopo l'uccisione
del patriarca Alberto (14 settembre 1214) , di emigrare in Europa,
alle loro terre di origine. Non tutti, ma alcuni tornano in Sicilia,
in Inghilterra, in Italia, in Francia e Spagna, e tentano
d'impiantare la vita eremitica del Carmelo. Sono ammirati, hanno
vocazioni, però sono osteggiati particolarmente in Inghilterra per
diversi motivi:
•
la pretesa discendenza
ininterrotta dai profeti Elia, Eliseo e dalla scuola dei profeti (nel
secolo XVII sarà eretta in San Pietro una statua ad Elia padre dei
Carmelitani);
•
la mancanza di un fondatore
illustre per santità e dottrina;
•
la Regola aggiornata da
Innocenzo IV (1247) risulta insufficiente al nuovo indirizzo
apostolico;
•
l'abito è assai curioso: un
mantello bianco a strisce grigionere (lo sostituiranno con la cappa
bianca);
•
la Regola non è di quelle
approvate dal Concilio Lateranense IV (1215).
In queste angustie entra in
scena San Simone Stock (secondo il "Catalogus Sanctorum"
dell'inizio del 1400), carmelitano inglese, priore generale, uomo di
eminente virtù, devoto della VergineMadre del Carmelo, che prega
perché dia ai Carmelitani un segno di protezione, un privilegio.
La
"Signora" gli sarebbe apparsa (verso il 1251) e,
indicandogli l'abito che indossa, gli dichiara che esso è segno di
salvezza eterna per coloro che lo portano. Alla sua pietà mariana è
attribuito l'inno: "Flos Carmeli vitis florigera splendor
coeli Virgo puerpera singularis. / Mater mitis sed viri nescia
Carmelitis da privilegia Stella maris! etc." (Fiore del
Carmelo, vite fiorita, splendore del cielo, vergine madre, singolare.
Mamma mite, che non conosci uomo, dona privilegi ai Carmelitani,
Stella del mare! ecc.).
Il 17 luglio 1274 si tiene
l'ultima sessione del secondo Concilio ecumenico di Lione, nella
quale si concede ai Carmelitani di accogliere novizi, cioè di
sopravvivere: l'Ordine del Carmelo viene equiparato agli altri Ordini
mendicanti. La festa della Madonna del Monte Carmelo, in riconoscenza
del suo patronato riconosciuto (Cambridge 1374) sull'Ordine, viene
istituita il 17 luglio. Poi è anticipata al 16 luglio per ricordare
il giorno in cui apparve a San Simone Stock.
La fantasia devozionale dei
Carmelitani inventò notizie circa il cognome di San Simone, il tempo
del suo generalato, i rapporti con i Papi, i miracoli compiuti, i
cento anni di vita. Alla visione del santo, fantasiosi frati
carmelitani (avevano un convento anche ad Avignone) del secolo XIV
inventarono la visione della Madonna al Papa avignonese Giovanni XXII
(1316-1334) : ella gli avrebbe detto che chi muore con l'abito del
Carmelo viene liberato dal purgatorio il sabato seguente al decesso
(privilegio -sabatino). In seguito a questo episodio stesero la bolla
pontificia (3 marzo 1322).
Ne deriveranno controversie a
non finire perché i privilegi della salvezza eterna e della
liberazione dal purgatorio trovarono grande accoglienza nel popolo
cristiano. Porrà fine un Decreto della Sacra Congregazione
dell'Indice (20 gennaio 1613): esso stabilisce che il privilegio
sabatino può essere creduto e predicato come espressione del
patronato della Madonna sui devoti che portano lo Scapolare del
Carmine e assolvono i doveri inerenti ad esso.
Lo
Scapolare dei Carmelitani
I nuovi Ordini mendicanti
(Domenicani, I Francescani, Carmelitani, Servi di Maria) riscuotono
ammirazione e consenso presso i fedeli laici, i quali vogliono
condividere in vita la loro spiritualità e in morte fruire dei loro
suffragi. Per riconoscersi associati all'Ordine portano un segno di
appartenenza: un rosario, un cordone, una cappa, uno scapolare, una
medaglia.
Lo scapolare è una lunga
banda di stoffa che pende dalle spalle (scapole) sul petto e sulla
schiena, e che i monaci antichi (Benedettini, Cistercensi, ecc.)
indossano per il lavoro. Diviene anche segno del "giogo soave"
di Gesù che il religioso prende per la sequela evangelica.
Ovviamente i fedeli laici che vogliono appartenere all'Ordine non
indossano l'abito o lo scapolare lungo, ma uno scapolare-simbolo,
cioè due pezzetti di stoffa marrone penduli sul petto e sulla
schiena, che viene chiamato "abitino".
Lo Scapolare o abitino
dell'Ordine carmelitano può recare su una parte l'immagine della
Madonna del Monte Carmelo (del Carmine) e dall'altra lo stemma
dell'Ordine (un monte con tre stelle per i Carmelitani, un monte con
la croce e tre stelle per i Carmelitani teresiani o scalzi) oppure il
Sacro Cuore di Gesù. Pertanto lo scapolare lungo è indossato da
tutti i religiosi e religiose appartenenti alle due famiglie;
l'abitino è portato dai membri dell'Ordine Secolare del Carmelo e
dagli iscritti alla Confraternita dello Scapolare del Carmine. Per
tutti è un simbolo sacro mariano. Non è un sacramento istituito da
Gesù Cristo, segno e fonte di grazia salvifica; è un sacramentale
istituito dalla Chiesa, segno e invocazione di grazia salvifica. La
Chiesa docente (i Papi, i Dicasteri pontifici), la Chiesa militante
(i santi della terra e del cielo) esaltano questo simbolo mariano e
lo abbinano al Rosario: lo Scapolare del Carmine è la corazza e lo
scudo mariano che protegge la persona che lo porta devotamente; il
Rosario pregato con devozione è l'arma efficace che vince il maligno
e il mondo.
L'abito
santo della Mamma del Carmine
Tutti i battezzati nel nome
della Trinità sono consacrati radicalmente a Dio per la fede in
Gesù: il carattere del Battesimo è uno stigma indistruttibile che
li pone in rapporto vitale con la Trinità nel bene a salvezza, nel
male a condanna. La condizione battesimale è evidenziata ed
arricchita dal carattere crismale e clericale, dai sacramenti. A
ricordare sensibilmente, giorno e notte, che il cristiano è di Dio,
di Cristo, della Chiesa e di Maria, serve il sacramentale mariano più
espressivo: lo Scapolare del Carmine. La consacrazione a Dio allora è
vissuta con l'aiuto della Madonna onorata e pregata da chi porta il
suo segno, vive sul suo esempio e nella gioiosa speranza delle sue
promesse di salvezza in vita, in morte ed oltre.
Lo scapolare della Madonna
del Carmine:
•
è la costante e sensibile
memoria di essere amati da Dio Trinità Santissima, da Gesù Verbo
Incarnato, dalla Chiesa, dalla sua e nostra madre Maria;
•
è il costante e sensibile
ricordo che si deve ricorrere a Maria se si vuole riconoscere in
pienezza l'amore di Dio e ricambiarlo, perché lei è la persona
umana che l'ha fatto amando Gesù nel modo più perfetto e totale;
•
è il costante e sensibile
richiamo all'imitazione delle esimie virtù teologali (fede,
speranza, carità) e di quelle morali (prudenza, umiltà, fortezza,
ecc.) della Vergine-Madre e ad essere zelante promotore della
devozione a lei;
•
è il singolare pegno dei
privilegi concessi dalla Madonna per una sua presenza: nella vita
quotidiana aiutando ad evitare le occasioni prossime del male
(cattivi spettacoli, divertimenti, compagnie) ed a compiere le opere
di misericordia spirituale e corporale; in prossimità della morte
donando pace sul tempo passato e speranza per il futuro; oltre la
morte assicurando una sua mediazione nel giudizio particolare;
•
è il campanello che chiama a
compiere le pratiche quotidiane di pietà unite allo scapolare: le
preghiere del cristiano, almeno 7 Ave Maria, possibilmente il
Rosario, lettura meditata della Bibbia e della vita dei santi.
Lo
Scapolare segno di alleanza e comunione
L’Abitino della Madonna del
Carmine ha ottenuto la sua proclamazione ecclesiale, a prescindere
dalle controversie circa la storicità di particolari della visione
del santo inglese e della visione del Papa Giovanni XXII (benevolo
verso i Carmelitani), dal Beato Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) in
una lettera indirizzata (25 marzo 2001) ai Superiori generali delle
due famiglie carmelitane. Rifacendosi ad una "venerabile
tradizione dell'Ordine del Carmelo, lo Scapolare è un umile segno
che esprime la consacrazione al Cuore immacolato di Maria... Il ricco
patrimonio mariano del Carmelo è divenuto nel tempo, attraverso la
diffusione del santo Scapolare, un tesoro per tutta la Chiesa. Per la
sua semplicità, per il suo valore antropologico e per il ruolo di
Maria nei confronti della Chiesa e dell'umanità, questa devozione è
stata profondamente e ampiamente recepita dal popolo di Dio, tanto da
trovare espressione nella memoria del 16 luglio, presente nel
calendario della Chiesa universale. Lo Scapolare è essenzialmente un
abito. Chi lo riceve viene aggregato o associato in un grado più o
meno intimo all'Ordine del Carmelo, dedicato al servizio della
Madonna per il bene di tutta la Chiesa... Due quindi sono le verità
evocate nel segno dello Scapolare: la protezione continua della
Vergine santissima... una condotta cristiana intessuta di preghiera,
di vita interiore... e di opere di misericordia spirituale e
corporale. In questo modo lo Scapolare diventa segno di alleanza e di
comunione reciproca tra Maria e fedeli: esso traduce in maniera
concreta la consegna che Gesù, sulla croce, fece a Giovanni, in lui
a tutti noi, della Madre sua, e l'affidamento dell'apostolo
prediletto e di tutti noi a Lei, costituita nostra Madre spirituale".
Lo
Scapolare è "l'armatura di Dio"
Tutti i santi e i beati delle
famiglie carmelitane hanno investito nella vita la preziosa
spiritualità significata dall'abito della Vergine Madre Maria,
chiamata: nostra Sorella, la Signora, la Mamma, la Regina e Decoro
del Carmelo.
Santa Teresa di Gesù
(1515-1582) , dottore della Chiesa e riformatrice del Carmelo, scrive
nel suo Castello Interiore: "Confido nei meriti del Figlio di
Dio e della sua Vergine Madre, di cui indegnamente porto l'abito. E
voi, figliole mie, che pure lo portate, ringraziate Dio di essere
vere figlie di questa Signora, perché avete in lei una Madre così
grande... Imitatela, considerate la grandezza e il vantaggio che
abbiamo nell'averla a Patrona" (M 3,1,3).
Un altro dottore della Chiesa,
Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo (1873-1897),
carmelitana scalza di Lisieux, ai piedi della Madonna delle Vittorie
a Parigi, parla del manto della Mamma: "Compresi che Ella
vegliava su di me, che ero veramente sua figliola, perciò non potevo
chiamarla se non con il nome di Mamma, più tenero di quello di
Madre... La pregai di custodirmi sempre e di realizzare presto il mio
sogno, nascondendomi all'ombra del suo manto verginale! Era questo
uno dei miei primi desideri d'infanzia. Crescendo avevo compreso che
era al Carmelo che avrei trovato veramente il manto della Madonna"
(Manoscritto A 158).
La patrona d'Europa, Santa
Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, 1891-1942), carmelitana
scalza, martire, due anni prima di morire nelle camere a gas naziste,
scrive: " ha rivestita delle vesti della salvezza' (Is 61,10).
Così preghiamo nella festa della Regina del Carmelo, la più grande
solennità del nostro Ordine. Noi che possiamo chiamarci sue sorelle
e figlie riceviamo da lei un abito particolare di salvezza, il suo
stesso abito... Come segno della sua materna predilezione, Ella ci
dona il santo Scapolare, questa 'armatura di Dio'".
Il Beato Isidoro Bakanja
(1885-1909), umile lavoratore del Congo, è battezzato a 21 anni dai
padri Trappisti belgi, che gli danno lo Scapolare del Carmine e il
rosario. Si fa catechista dei compagni. Un dirigente belga, ateo e
anticattolico, Van Cauter, gli intima di rinnegare la fede e di
togliersi lo Scapolare; ciò che Isidoro non fa. Viene fustigato a
morte. Morente perdona il suo carnefice e promette di pregare molto
per lui. Il Beato Giovanni Paolo II nel 1994 lo proclama "Beato"
e dice: "Il Beato Isidoro che amava la preghiera del Rosario e
portava lo Scapolare della Vergine del Carmelo costituisce un modello
di devozione a Maria".
PREGHIERA
ALLA MADONNA DEL CARMINE PER LE ANIME DEL PURGATORIO
Ricordati,
o pietosissima Vergine Maria, gloria del Libano, onore del Carmelo,
della consolante promessa che saresti discesa a liberare dalle pene
de Purgatorio le Anime dei tuoi devoti. Incoraggiati da questa tua
promessa, Ti supplichiamo, Vergine Consolatrice, di aiutare le care
Anime, del Purgatorio, e specialmente... O Madre dolce e pietosa,
rivolgi al Dio di amore e di misericordia con tutta la potenza della
tua mediazione: offri il Sangue prezioso del tuo santissimo Figlio
insieme ai tuoi meriti ed alle tue sofferenze: avvalora le nostre
preghiere e quelle della Chiesa tutta, e libera le Anime del
Purgatorio. Amen. 3 Ave, 3 Gloria.
Preghiera
Santa
Madre della Speranza, Vergine del Carmine, distendi il tuo scapolare
come mantello di protezione, sulle città e sui paesi, sugli uomini e
le donne, sui giovani e i bambini, sugli anziani e gli ammalati,
sugli orfani e gli afflitti, sui figli fedeli e le pecore smarrite.
Stella del mare e Faro di luce, conforto sicuro per il popolo
pellegrino, guida i suoi passi nel suo peregrinare terreno, affinché
percorra sempre sentieri di pace e di concordia, cammini di Vangelo,
di progresso, di giustizia e di libertà. Riconcilia i fratelli in un
abbraccio fraterno; che spariscano gli odi e i rancori, che si
superino le divisioni e le barriere, che si appianino i conflitti e
si rimarginino le ferite. Fa' che Cristo sia la nostra Pace, che il
suo perdono rinnovi i cuori, che la sua Parola sia speranza e
fermento nella società. Amen.
(San
Giovanni Paolo II)
Tratto
dal libro “ Madonna del Carmine -Decor Carmeli Maria – Testi
Graziano Pesenti - Editrice Velar 2013 – da pag. 24 a pag.38
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