martedì 19 agosto 2014

San Bernardo di Chiaravalle Abate e dottore della Chiesa - Digione, Francia, 1090 - Chiaravalle-Clairvaux, 20 agosto 1153 - Scritti dei Santi sull'adorazione


(Saint Bernard and the Virgin Oil on canvas, 1645-1652 CANO, ALONSO Museo Nacional del Prado)
 
O Spirito Santo,

anima dell'anima mia, in te solo posso
esclamare: Abbà, Padre.
Sei tu, o Spirito di Dio,
che mi rendi capace di chiedere
e mi suggerisci che cosa chiedere.

O Spirito d'amore,
suscita in me il desiderio
di camminare con Dio:
solo tu lo puoi suscitare.

O Spirito di santità,
tu scruti le profondità dell'anima
nella quale abiti, e non sopporti in lei
neppure le minime imperfezioni:
bruciale in me, tutte,
con il fuoco del tuo amore.

O Spirito dolce e soave,
orienta sempre più la mia volontà

verso la tua,
perchè la possa
conoscere chiaramente,
amare ardentemente
e compiere efficacemente.

AMEN

Dal De Diligendo Deo

Secondo Bernardo esistono quattro gradi sostanziali dell'amore, che presenta come un itinerario, che dal sé esce, cerca Dio, e infine torna al sé, ma solo per Dio. I gradi sono:

1) L'amore di se stessi per sé: «[...] bisogna che il nostro amore cominci dalla carne. Se poi è diretto secondo un giusto ordine, [...] sotto l'ispirazione della Grazia, sarà infine perfezionato dallo spirito. Infatti non viene prima lo spirituale, ma ciò che è animale precede ciò che è spirituale. [...] Perciò prima l'uomo ama sé stesso per sé [...]. Vedendo poi che da solo non può sussistere, comincia a cercare Dio per mezzo della fede, come un essere necessario e Lo ama.»

2) L'amore di Dio per sé: «Nel secondo grado, quindi, ama Dio, ma per sé, non per Lui. Cominciando però a frequentare Dio e ad onorarlo in rapporto alle proprie necessità, viene a conoscerlo a poco a poco con la lettura, con la riflessione, con la preghiera, con l'obbedienza; così gli si avvicina quasi insensibilmente attraverso una certa familiarità e gusta pura quanto sia soave.»

3) L'amore di Dio per Dio: «Dopo aver assaporato questa soavità l'anima passa al terzo grado, amando Dio non per sé, ma per Lui. In questo grado ci si ferma a lungo, anzi, non so se in questa vita sia possibile raggiungere il quarto grado.»

4) L'amore di sé per Dio: «Quello cioè in cui l'uomo ama sé stesso solo per Dio. [...] Allora, sarà mirabilmente quasi dimentico di sé, quasi abbandonerà sé stesso per tendere tutto a Dio, tanto da essere uno spirito solo con Lui. Io credo che provasse questo il profeta, quando diceva: -Entrerò nella potenza del Signore e mi ricorderò solo della Tua giustizia-.»

Nel De diligendo Deo, dunque, San Bernardo presenta l'amore come una forza finalizzata alla più alta e totale fusione in Dio col Suo Spirito, che, oltre a essere sorgente d'ogni amore, ne è anche «foce», in quanto il peccato non sta nell'«odiare», ma nel disperdere l'amore di Dio verso il sé (la carne), non offrendolo così a Dio stesso, Amore d'amore.

Dagli scritti

…“Non sembri assurdo ciò che ho detto, che anche Dio vive di una legge; non lo direi di una legge che non fosse quella della carità. Che cosa infatti in quella suprema e beata Trinità conserva quella suprema e ineffabile unità, se non la carità? E’, dunque, una legge, una legge del Signore, la legge della carità, che stringe in unità la Trinità e la racchiude in un legame di pace. Ma non si creda, a questo proposito, che io concepisca la carità come una qualità, come un qualche accidente. Io la concepisco come la sostanza stessa di Dio, il che non è una dottrina nuova né insolita, dato che Giovanni dice “Dio è carità”. Perciò la carità può essere giustamente definita Dio.”


…“Dio sapeva bene che la creatura è di carne e che essa non è capace che di un amore carnale, cioè che essa avrebbe dato tutto il suo slancio soltanto verso un amore salvifico della sua carne. Egli conosceva bene il cuore dell’uomo; sapeva bene, perciò, quali mezzi fossero capaci di scuotere i sentimenti dell’uomo. Volendo dunque riconquistare la nobile creatura dell’uomo Dio disse: Se la costringo contro la sua volontà, ne otterrò solo un asino e non un uomo. Egli non tornerà me liberamente (libens) né spontaneamente (spontaneus), e non potrà dire: di tutto cuore ti offrirò un sacrificio. E io dovrei dare il mio Regno a degli asini? Che forse Dio ha cura dei buoi? Cercherò allora – Dio continuò – di farlo ritornare a me mediante il timore. Forse così riuscirà a convertirsi e a vivere. E Dio minacciò all’uomo i castighi più terribili, che si possano immaginare: tenebre eterne, vermi immortali e fuoco inestinguibile. Ma anche così l’uomo non fece ritorno a Dio. Allora Dio si disse: L’uomo non è soltanto un essere pauroso; è anche un essere avido: Gli prometterò ciò che egli desidera di più. Gli uomini bramano oro e argento e cose simili; ma più di tutto bramano vivere. Su questo non c’è dubbio! E’ del tutto chiaro! E Dio aggiunse: Se gli uomini desiderano questa vita terrestre, misera, faticosa e precaria, quanto più desidereranno la mia vita, tranquilla, eterna, beata E Dio promise all’uomo la vita eterna; promise ciò che mai occhio ha visto, ciò che mai orecchio ha udito, ciò che mai il cuore dell’uomo ha sognato. Ma Dio si accorse che anche così non si approdò a nulla.

E Dio disse: Non mi resta che un’ultima cosa. L’uomo non ha soltanto paura e desiderio, ma anche amore. E nessun’altra cosa è più forte dell’amore, per attirarlo.

Per questo motivo Dio è venuto nella carne e si è manifestato così amabile, di un amore tale, maggior del quale nessun può avere. E ha dato la sua vita per noi.”

…“La carità crea la carità; quella sostanziale crea quella accidentale. Questa (Dio) è la legge eterna, che crea e governa l’universo…Nulla è lasciato senza legge, dato che essa stessa, è legge.”
…“E’ assolutamente degno di morte, colui che, o Signore Gesù, rifiuta di vivere per te; anzi, egli è già morto. E’ un insensato colui che non ha il gusto di te; è un nulla e deve essere considerato un nulla colui che non si preoccupa di vivere unicamente per te” (Sul Cantico 20, 1). Insomma “Gesù è miele nella bocca, melodia soave all’orecchio, gioia nel cuore – Iesus mel in ore, in aure melos, in corde jubilus.”

…“Come una gocciolina d’acqua entro una grande quantità di vino sembra perdere interamente la propria natura fino ad assumere il sapore e il colore del vino, come un ferro, messo al fuoco e reso incandescente, si spoglia della sua forma originaria per divenire completamente simile al fuoco, - come l’aria percorsa dalla luce del sole assume il fulgore della luce, cosicché non sembra solo illuminata, ma luce essa stessa, così nei santi sarà necessario che ogni sentimento umano, in una certa misura ineffabile, si dissolva e trapassi a fondo nella volontà di Dio.”

…“Tutto il tempo in cui non pensi a Dio, devi considerarlo come tempo perduto” – “ omne tempus in quo de Deo non cogitas, hoc te computes perdidisse”.”Non bisogna mettersi in preghiera una volta o due, ma frequentemente e assiduamente, presentando a Dio i desideri del tuo cuore e, a tempo opportuno, anche ad alta voce” – “Non enim semel vel bis ad orationem est accedendum, sed frequenter et assidue, ad Deum extendentes desideria cordis et in tempore opportuno aperientes vocem oris.”

…“Chi vuole pregare, è opportuno che scelga il tempo e il luogo adatti. E’ più comodo e più utile pregare quando si è in riposo, particolarmente durante la notte; allora la preghiera nasce più libera e più pura. Alzati, quindi durante la notte, sul principio delle tue veglie, ed effondi come acqua il tuo cuore alla presenza del Signore tuo Dio. Come è segreta la preghiera fatta di notte; la conoscono soltanto Dio e il santo angelo che la accoglie per presentarla sull’altare del cielo…Come sorge serena e quieta, senza essere disturbata da strepiti o da schiamazzi! Infine, come nasce pura e sincera, senza essere imbrattata dalla polvere delle preoccupazioni terrestri o tentata dalla ricerca di lodi o di adulazioni delle persone presenti.”

…“La preghiera ottiene la forza per digiunare. Il digiuno rafforza la preghiera, mentre quest’ultima santifica il digiuno e lo presenta a Dio “ Sarà considerato perfetto colui nel quale opportunamente si incontreranno queste tre cose: il pianto per i propri peccati, la gioia in Dio, nonché la disponibilità a venire in soccorso ai fratelli; in questo modo piace a Dio, è prudente nei suoi riguardi, è utile al prossimo.”

…“La Verità non si manifesta a chi non è puro; la Sapienza non si affida a chi non è puro. Perché, quindi, parlano di cose che essi non hanno visto? Dice l’Apostolo:

Parliamo di cose che sappiamo e diamo testimonianza su cose che abbiamo visto. Va pure e ardisci pure testimoniare su cose che non hai visto o parlare di cose che tu non conosci……Molti non si sono preoccupati della purezza e hanno ardito parlare prima di aver visto; e, quindi, sono caduti in gravi errori non sapendo ciò di cui parlavano, oppure sono divenuti spregevoli, perché non avevano insegnato a se stessi prima di insegnare agli altri.”

…“Questo ha di particolare la autentica e pura preghiera (o contemplazione), che infiamma violentemente l’anima del fuoco divino, sino a riempirla di zelo e di brama di conquistare a Dio altri che similmente lo amino. Perciò molto volentieri talvolta interrompe l’occupazione della preghiera per darsi alla predicazione, e poi ritorna più fervorosamente a se stesso…Del resto, in questi mutamenti, di solito l’anima è tormentata dal timore di essersi data più del conveniente ad una sola di queste due cose e di essersi, così, allontanata dalla volontà di Dio.”

…“Mi domandi chi io consideri impuro? E’ colui che cerca lodi umane, chi predica il vangelo solo per guadagno, colui che evangelizza per mangiare, colui, cioè, che considera la pietà come un mezzo per ottenere qualcos’altro.”

…“Vedi che non si perde nulla della santa contemplazione, quando ci si da all’edificazione del popolo, chè anzi tale attività è grandissima lode a Dio.”

…“L’amore di Cristo è un dardo scelto, che non solamente ha trafitto l’anima di Maria, ma l’ha passata da parte a parte, cosicché nel suo cuore verginale non ha lasciato nemmeno una particella prima di amore.”

…“L’affettuoso amore del Cristo si è trasfuso nelle viscere di Maria, nelle quali la stessa Carità, che è Dio, ha dimorato corporalmente per nove mesi.”

…“Chiunque tu sia, se ti vedi portato alla deriva in questo mare del mondo, se ti sembra di navigare fra uragani e tempeste piuttosto che di camminare su terra ferma, se non vuoi essere travolto dalle procelle, non distogliere lo sguardo dallo splendore di questa stella!…Non andrai mai fuori strada, se tu la segui; non ti perderai mai, se tu la preghi; non farai mai passi falsi, se pensi a Lei. Se essa ti tiene per mano, non cadrai; se essa ti difende, non avrai nulla da temere; se essa ti guida, non ti affaticherai mai. Con la sua protezione giungerai felicemente al porto.”

San Bernardo domandò nella preghiera a Nostro Signore quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la sua Passione. Gli fu risposto: “Io ebbi una piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce: questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; ed a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con tre Pater, tre Ave e tre Gloria al giorno perdonerò i peccati veniali e non ricorderò più i mortali e non moriranno di morte improvvisa ed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine e conseguiranno la grazia e la misericordia”.




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2 commenti:

  1. Buonasera Padre,
    Desidero conoscere l' autore del dipinto e dove è collocato.
    Grazie anticipate e buon lavoro!
    Hilda Consalez

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    Risposte
    1. Buonasera Hilda. Ecco il link dove troverà ciò che ha chiesto.
      https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-work/saint-bernard-and-the-virgin/25b83887-3b11-4a99-a9b1-3b3050733d6a
      Cordiali saluti
      Paola Serra

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