domenica 5 gennaio 2014

CANTERÒ PER SEMPRE L'AMORE DEL SIGNORE - San Bernardo


San Bernardo (1090-1153) si fece monaco a Citeaux e, tre anni dopo, divenne il primo Abate di Chiaravalle. I doni di natura e di grazia hanno conferito a questo letterato, teologo e mistico, un fascino tutto particolare. La sua opera conserva ancora oggi un grande valore spirituale. Il tema qui sviluppato si ritrova dappertutto nella patristica, da Origene in poi: nascondersi «nel cavo della faccia» (Es. 33, 22), come aveva fatto Mosè, significa rifugiarsi nell'umanità del Cristo.

Dove una sicurezza più salda, dove un riposo più tranquillo per la nostra debolezza, se non nelle piaghe del Salvatore? Dimoro là dentro ,tanto più sicuro, quanto più potente è nei miei riguardi la sua forza salvatrice. Il mondo freme, il corpo mi aggrava, il diavolo tende le sue insidie: io non cado, perché ho posto le mie fondamenta sopra una roccia sicura. Ho peccato gravemente: la mia coscienza ne è turbata, ma non sconvolta, perché mi ricordo delle piaghe del Signore che è stato trafitto a cagione dei nostri peccati (Is. 53, 5). Cosa c'è di così votato alla morte che non possa essere liberato dalla morte di Cristo? Perciò quando penso a un rimedio così potente, così efficace, nessuna malattia - per quanto grave - mi spaventa più.
È quindi evidente che si sbagliava colui che disse: Il mio peccato è troppo grande, per meritare di essere perdonato (Gen. 4, 13). E' vero però che egli non era un membro di Cristo e i meriti di Cristo non gli appartenevano. Egli non poteva ritenerli come suoi e dire che erano suoi, come può fare un membro rispetto ai beni del suo capo. lo invece, quello che manca a me di mio, me lo prendo con ardire e fiducia dalle viscere del Signore, che lasciano sgorgare la misericordia, e non mancano certo di fenditure, tali da permettere un'effusione abbondante.
Hanno forato le sue mani e i suoi piedi e hanno aperto il suo costato con la lancia. E attraverso queste aperture, io posso succhiare il miele dalla roccia e l'olio che cola dalla pietra durissima, gustare e vedere cioè come è buono il Signore. Egli pensava pensieri di pace e io non lo sapevo. Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore? o chi mai è stato il suo consigliere? (Rom. 11, 34).
Ma il chiodo che penetra in lui è divenuto per me una chiave che mi schiude il segreto della volontà del Signore. Come non vederla attraverso queste aperture? I chiodi e le piaghe gridano che veramente, nel Cristo, è Dio che riconcilia il mondo con sè. Il ferro ha trapassato la sua anima e toccato il suo cuore, perché egli ormai sapesse compatire le mie infermità. Il segreto del cuore si manifesta attraverso le ferite del corpo; appare manifesto questo grande sacramento d'infinita bontà, la profonda e misericordiosa tenerezza del nostro Dio, per cui una luce ci ha visitato dall'alto (Lc. 1, 78). E come questa tenerezza potrebbe non apparire attraverso le sue ferite? C'è qualcosa, più delle tue piaghe in cui appaia con maggior evidenza che tu, Signore, sei dolce e clemente e ricco di misericordia? (sl. 85, 5). Nessuno infatti ha amore più grande di colui che dà la sua vita per dei destinati e condannati alla morte.
La misericordia del Signore è dunque tutto il mio merito. E io non sarò prilvo ,di meriti fin tanto che egli non sarà privo di misericordia. Perché se la misericordia del Signore è grande, grandi saranno anche i miei meriti. E se fossi consapevole di aver commesso molti peccati? Ebbene: Dove si moltiplicò il peccato, ha sovrabbondato la grazia (Rom. 5, 20). E se l'amore del Signore è da sempre e per sempre (sl. 102, 17), anch'io canterò per sempre l'amore del Signore (sl. 88, 1).

Sermones super Cantica

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