domenica 25 maggio 2014

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo -1Pt 3,15-18 - Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.


 
1Pt 3, 15-18

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

Parola di Dio

Riflessione

Pietro, oggi, con la sua lettera ci dà tre insegnamenti molto utili: dobbiamo amare Dio, essere capaci di rispondere a chi ci chiede il motivo per cui crediamo e, infine, ci dice di non stupirci se dobbiamo soffrire per la nostra fede.
Partiamo quindi dal primo insegnamento... Gesù deve essere sempre presente nel nostro cuore in ogni momento della nostra vita. Dobbiamo instaurare con Lui un'amicizia speciale, con colloqui confidenziali, senza timore, come se fosse un amico vivo davanti a noi. Una volta che Dio ha preso residenza da noi, essere bravi cristiani, essere degli onesti cittadini, essere dei buoni governanti, non è impossibile... anzi... è una cosa che si farà in automatico. Veniamo al secondo insegnamento... Non dobbiamo lamentarci se qualcuno ci domanda ragione della nostra fede. Un vero cristiano infatti, si dovrebbe preoccupare quando nessuno gli domanda spiegazioni del perché crede in Dio, o del suo comportamento in molte situazioni diverso da quello dei più; perché questo significherebbe che la vita di preghiera e l'amore di Dio sono un po' carenti e non diffondono troppa Luce. Quando invece un cristiano riflette veramente la luce del Signore, succede che molti scappano, altri cercano di oscurarla e altri ancora ne rimangono positivamente colpiti. Ma non dobbiamo scoraggiarci, perché nel momento in cui ci comportiamo bene mentre gli altri parlano male, alla fine chi sparla si vergognerà da solo. Infatti, il nostro modo mansueto di difenderci non farà attecchire le radici del male e la pianta della cattiveria si seccherà e cadrà al suolo.
In ogni caso, per rispondere a chiunque ci domanda spiegazioni, dobbiamo essere prima di tutto preparati. E per questo dobbiamo impegnarci a leggere ed accogliere la Parola di Dio, meditandola giorno e notte. Diciamo pure che a volte è una faticaccia!!!... e non sempre ci si riesce... Ma una volta metabolizzata dentro di noi, potremmo in modo chiaro rispondere alle domande non solo a parole, ma anche con i fatti. L'amore di Dio infatti non si manifesta solo a parole, ma anche col servizio. Chi ama veramente Dio è gioioso, gli brillano gli occhi, non scappa davanti alla luce, non si nasconde con una scusa, è attento a chi soffre e lo consola, non pensa di essere invadente o inopportuno, perché chi si mette questo problema probabilmente la carità l'ha mandata in ferie!!!
Allora chiediamo al buon Dio di essere sempre leali, rispettosi e caritatevoli. Non solo, chiediamogli di aiutarci a non scoraggiarci quando ci capiterà di patire perché siamo Suoi discepoli.
Alla fine vediamo il terzo insegnamento. Le angustie fanno parte di questo cammino e Gesù non ci ha mai detto il contrario. Allora dobbiamo continuare a fare del bene a tutti, perché seminare dei semi non buoni porterà un pessimo raccolto. Un cristiano che si comporta bene infatti, avrà più possibilità di ricevere bene. E' anche vero che a volte nonostante la nostra bontà riceviamo del male. Che dire?... Che dobbiamo sopportare pazientemente le persone moleste!!!... O meglio: “E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi!” (1Pt 3, 14).
Le sofferenze infatti, non sono solo fisiche o economiche, ma anche spirituali, e tante volte le incontriamo in ambienti nei quali non ce lo aspetteremmo. E così ti ritrovi a lottare, oltre che con la tua, anche con la miseria e la tiepidezza altrui. Che fare allora?
Pregare... per noi e per tutti, perché Gesù non è morto e risorto solo per qualcuno, ma per tutti. Durante l'ultima cena Gesù ha promesso di prepararci un alloggio in Cielo, quindi dobbiamo stare tranquilli... Questo alloggio non sarà un bilocale!!! Su questi insegnamenti di Pietro ci possiamo fare tre semplici domande: Cristo, è d'avvero nel mio cuore?... Io, sono capace di rispondere alle domande, a volte provocatorie, sul perché prego, perché amo Gesù, perché vado in Chiesa, perché prendo la comunione?... Mi meraviglio se,  pur essendo amica di Gesù, soffro in continuazione?
Tre belle domande... proviamo a rispondere!!!
Pace e bene

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1 commento:

  1. non " come se fosse...", ma perchè è un amico vivo davanti a noi. Attenti ai lapsus del linguaggio!!

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