giovedì 26 gennaio 2017

Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4, 26-34 - L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.




In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore
Riflessione

La riuscita dei disegni di Dio non avviene perché siamo noi a portarli avanti. Noi faremmo troppo baccano e troppi guai... ma i disegni di Dio si compiono in silenzio, con modi e tempi a noi sconosciuti. Forse è questo che ci sconcerta...

Oggi Gesù ci invita ad avere speranza anche quando pensiamo e vediamo che i risultati non arrivano o tardano ad arrivare. Dobbiamo porre la nostra fiducia solo in Dio, con la certezza che sarà Lui a portare a termine il lavoro ed assicurare così il successo all'impresa.

E' da stolti pensare o presumere di essere noi a gestire il gioco... infatti, il più delle volte succede che più ci sforziamo a pensare, a prevedere, a fare, a correggere di quà, a voler migliorare di là... più le nostre azioni non cambiano nulla... Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere (1Cor 3, 67-7).

Oggi Gesù ci chiede di avere pazienza... se vogliamo che una pianta cresca bella e forte, non dobbiamo preoccuparci, o farci venire l'ansia perché vogliamo vederla fiorire all'istante sotto i nostri occhi... la natura ha i suoi tempi e noi ci stancheremmo inutilmente se volessimo vedere subito quello che si deve vedere solo più tardi, molto più tardi... Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante” (Qoelet 3, 1-2).

E' come quando una mamma, guardando il suo piccino, già lo immagina all'università, non vede l'ora che cresca... ma, come si dice: bambini piccoli, problemi piccoli; bambini grandi, problemi grandi...

Mi viene in mente una cosa che facevo da piccola e penso che anche tanti di voi lo abbiano fatto... Mettevo un fagiolo o un cece in un barattolo di vetro con del cotone bagnato, stavo poi ore a guardarlo per vedere se spuntava qualcosa... ma ci volevano giorni e giorni. La gioia era grande quando vedevo il seme che si era aperto e spogliato del vestito, e da dentro spuntava un cornetto verde che si conficava nel cotone bagnato; poi, nel giro di qualche altro giorno i gambi uscivano dal barattolo. Era incredibile!!!...

Così è la nostra vita spirituale... All'inizio è dura, perché per crescere dobbiamo prima far morire l'uomo vecchio e cambiare il nostro “abito”; ma non dobbiamo fermarci qui, perché poi, come il seme appena germogliato, abbiamo bisogno di nutrimento. Per questo ci vengono in aiuto i Sacramenti e la Parola di Dio. Se vogliamo stare con Dio ed essere Suoi amici, dobbiamo impegnarci a diventare piccoli e a far morire la mania di Onnipotenza che spesso ci assale... non siamo noi gli agenti principali della nostra vita, ma è la Parola di Dio che penetra con potenza nei cuori e che fa crescere il Suo Regno. “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata (Is 55, 10-11).

Il nostro compito è quello di dire Si, senza illuderci di essere noi gli artefici della crescita...Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio” (1Cor 3, 9).

Inoltre, il nutrimento non basta a custodire la nostra fede... bisogna stare sempre con la zappa e la falce in mano, perché ogni tanto bisogna smuovere le zolle per poter fare entrare bene la pioggia, che è la Parola di Dio, in una terra arida e secca la pianta non tarderebbe a morire.

La cosa buffa è che, nonostante il nostro impegno, più andiamo avanti più ci sembra di tornare indietro. Ma Gesù ci dice di avere pazienza, di non scoraggiarci, di non temere, perché, come diceva il vescovo Giovanni di Napoli: "Chi scorge da lontano la sua patria, sopporta ogni contrarietà, non si rattrista nelle avversità del tempo presente; riprende invece coraggio nel Signore, è umile di cuore, resiste alla prova e, nella sua umiltà, porta pazienza".

Pazienza... una bella virtù che ci aiuta a crescere piano, piano, e che alla fine ci consentirà di cogliere frutti meravigliosi... ad esempio riusciremo a dare amore, a ricevere amore, ad accogliere i fratelli più piccoli, a dare conforto ai sofferenti, a consigliare, a incoraggiare, a portare pace, a portare gioia, a far sentire le persone a proprio agio quando parlano con noi...

Chiediamo al buon Dio di rafforzare la nostra fede, in modo da avere un cuore umile e ben disposto ad accogliere il seme; chiediamogli di venire in nostro aiuto quando pensiamo di essere piccoli, semplici, inadatti per qualsiasi compito e dunque di non valere nulla... perché, quando la Parola di Dio crescerà all'interno del nostro cuore, farà di noi una grande casa dove tanti troveranno riparo e conforto.

Pace e bene

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