giovedì 14 maggio 2015

Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16, 20-23 - Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.



 Gv 16, 20-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Parola del Signore
Riflessione

Il giorno prima di morire Gesù fa un discorsetto particolare ai Suoi discepoli, questo discorsetto è ancora valido per noi oggi. Come si dice: "Uomo avvisato... mezzo salvato!!!".
Proviamo ad immaginare la scena... Gesù riunisce i suoi amici e li avvisa che fra poco non sarà più con loro, dice che saranno esposti agli attacchi del mondo molto incredulo, che saranno accusati ingiustamente per causa sua, che avranno momenti di confusione e di tristezza... Una bella prospettiva!!! Cosa sarà frullato nella loro testa e nel loro cuore?
Senza Gesù, che in qualche modo li proteggeva, sarebbero stati capaci di camminare sempre sulla retta via?... Quando il mondo avrebbe fatto di tutto per metterli al tappetto, come avrebbero reagito?... Avrebbero retto senza scoraggiarsi, vedendo il mondo nella gioia e nella prosperità, mentre loro dovevano sopportare tribolazioni, affanni, strettezze?... Mi sa che questi pensieri frullano anche oggi nella testa e nel cuore di tanti di noi. Infatti, come è possibile essere gioiosi quando si attraversano momenti di dolore, di malattia, di persecuzione, di incomprensione, di abbandono... insomma, tribolazioni di ogni genere? Ma se ci fidiamo delle parole di Gesù, con il suo aiuto, riusciremo a vedere con un'altra luce i momenti di afflizione e di disagio. Ci sarà dato di credere che questi momenti non sono inutili e sterili, ma fecondi. Come il chicco di grano che deve morire per portare frutto... Come Maria, quando Gesù le consegna il Suo testamento... "Donna, ecco il tuo figlio!", può intuire la futura moltitudine dei figli di Dio... E' la gioia di Gesù che, grazie alla Sua obbedienza al Padre, salverà l'umanità intera. Tutto questo dovrebbe aiutarci a superare i nostri dolori, i nostri affanni, i nostri momenti di scoraggiamento, dovrebbe darci la speranza che la luce, la gioia, l'amore... avranno l'ultima parola. Gesù è la nostra gioia!
Come sappiamo bene, i veri discepoli del Signore non sono immuni dalle sofferenze, anzi... a dire il vero ne hanno il doppio, ma la presenza reale di Gesù nel nostro cuore è un balsamo nei momenti bui e, prima o poi, Lui li trasformerà in gioia. Attenzione, il male subito o fatto rimane, ma il dolore si trasformerà e diventerà come una sorgente d'acqua fresca che zampilla nel deserto.
Gesù fa poi un esempio della sofferenza e della gioia parlando di una donna che stà per mettere al mondo un bimbo. Un esempio ben azzeccato... bella mossa Gesù!!!
Quante volte abbiamo sentito dire da una neo mamma: "Per carità... ho sofferto così tanto che questa è l'ultima volta, mai più figli!!!"... L'ultima parola famosa!!! Dopo un anno la si rivede nuovamente con il pancione. Allora mi domando: e il dolore, che fine ha fatto?... Eh... mi sa che ha ragione Gesù!!! Dopo un po' non lo si ricorda più!!!
Mi viene in mente quando ero piccola. Avevo le ginocchia che erano una crosta ambulante per le cadute sui pattini. Ogni caduta era una tragedia napoletana... lacrimoni, sangue... e mia madre, dopo avermi spruzzato quell'alcool terribile che faceva più male della ferita, mi diceva la solita frase: “Quando ti sposerai... non te ne ricorderai più!”. Meno male che il dolore è passato molto prima, altrimenti, visto che non mi sono sposata, sarei ancora qui a soffrire!!!
Comunque, tornando al Vangelo, Gesù ci incoraggia tutti dicendo che le sofferenze quaggiù sono necessarie in vista di una nuova nascita che ci otterrà il dono della vita eterna. Una visione molto ottimista!!!... Guardiamo allora Gesù sulla Croce, la sua sofferenza quando si è sentito abbandonato dal Padre... Quando saliva il calvario c'era tra la folla chi gli sputava addoso e lo insultava, e c'erano anche persone che Lui aveva guarito e beneficato... Il fuggi, fuggi dei discepoli non era certo una consolazione; il dolore dei flagelli e dei chiodi... Insomma, dolori fisici, morali e spirituali... Ma Gesù sapeva che tutte queste sofferenze si sarebbero trasformate in gioia. Lui, con la Sua morte e resurrezione, ha dato alla luce una nuova discendenza... ”... se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24).
Chiediamo allora al buon Dio di rafforzare la nostra fede per non vivere quaggiù in modo rassegnato e apatico. Evitiamo di scolpire le nostre sofferenze, i nostri dolori, i nostri tormenti... su una pietra indelebile e le gioie sul bagnaasciuga del mare. Proviamo a fare il contrario, così le gioie rimarranno sempre impresse, nessuno potrà portarcele via e ci serviranno anche da balsamo per i momenti NO...
Il Vangelo termina con una affermazione un pochetto particolare... ”Quel giorno non mi domanderete più nulla”...
Caro Gesù... è vero che in quel giorno di stupore e di gioia a nessuno verebbe in mente di domandarti altro, però una cosa siamo obbligati a fare... renderti grazie e lodarti per essere morto e risorto per noi. Grazie Gesù mio... grazie...
Pace e bene

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