Come nei romanzi gialli …
Riflessione di Eugenio Pramotton
Di
solito i romanzi gialli hanno il seguente andamento: una serie
notevole di indizi si concentra su una persona, e così gran
parte di chi è coinvolto nella vicenda ritiene di individuare
in essa l'autore del delitto. Ma vi è anche chi ha il
presentimento che il colpevole o l'assassino deve essere qualcun
altro. E in effetti, dopo attenta ricerca, si scopre che l'assassino
è sempre qualcuno a cui meno di altri si sarebbe pensato.
Qualcosa
di analogo accade nella ricerca della felicità.
Una
serie notevole di indizi sembra indicarla inequivocabilmente presente
in ciò che subito appaga, gratifica, emoziona, da gloria,
splendore e gusto alla nostra vita. Quanti, sedotti dalle apparenze e
senza troppo riflettere, si lanciano su questa via sperando di
raggiungerla, rimarranno delusi. Come chi costruisce sulla sabbia o
come chi vuol dar gusto agli alimenti con un sale insipido. Chi
invece non si lascia sedurre dalle apparenze e si impegna in una
ricerca più attenta e approfondita, sarà condotto su
una via che si inoltra per luoghi e contrade che mai avrebbe pensato
di percorrere.
Un
esempio tipico di questo percorso ci è mostrato nella storia
di Abramo a cui Dio dice: Vattene dal tuo paese, dalla tua patria,
e dalla casa di tuo padre - ossia dal luogo dove tutti sperano di
trovare la felicità - verso il paese che io ti indicherò...
(Gn 12, 1). E ancora con altre immagini: La pietra scartata dai
costruttori è diventata testata d'angolo, ecco l'opera del
Signore: una meraviglia ai nostri occhi (Sal 117, 22-23). Stretta
è la porta e angusta la via che conduce alla vita e quanto
pochi sono quelli che la trovano (Mt 7, 14). Come a dire: "La
via scartata dai più, è l'unica via che conduce
davvero, lì dov'è possibile trovare ciò che il
nostro cuore cerca".
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