Così dice il Signore Dio:
«Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
Parola di Dio
Riflessione
personale
In
questa lettura del profeta Ezechiele il caro Gesù può apparire
per tanti cristiani, sopratutto per i “convinti”, una persona con
la “memoria corta”. Infatti, se un peccatore si pente Gesù
dimentica all’istante il suo passato, proprio come è successo al
buon ladrone, e ugualmente, se una persona nel passato è
stata “giusta”, ma poi cade e non si rialza, Gesù non solo non
terrà conto del passato, ma per la sua ostinazione a perseverare nel
male la condannerà, proprio come è successo a Giuda, ché ché se ne
dica!
Tuttavia non si può dire che Gesù sia imparziale… in entrambi i casi
infatti dimentica il passato! Quello che conta per Gesù è il
rapporto che abbiamo ora con Lui. Ciò che è importante per Gesù sono le mie attuali disposizioni.
La
memoria corta di Gesù non è affatto un difetto, anzi... se devo
essere sincera trovo che questo, per noi poveretti, è una grande fortuna! E oltre
ad avere la memoria corta ringraziamo che in Cielo non
si tiene il libro della partita doppia, altrimenti saremmo tutti
spacciati!
Quindi,
non abbiamo un Gesù che ci condanna… siamo noi che scegliamo di
metterlo in cantina. La misericordia di Dio non ha limiti, ma
chi non si pente non può accogliere questo grande dono, perché rifiuta la condizione per beneficiare della
salvezza eterna offerta da Cristo Gesù, ossia, rifiutando di pentirsi vuole far prevalere il suo giudizio su quello di Dio. La
misericordia è dunque legata al pentimento e al proposito di non offendere più
Gesù… “Neanche io ti condanno, va e d’ora in poi non
peccare più” (Gv 8, 11).
Gesù
non solo non predestina nessuno all’inferno, ma sono
sicura che non smette di piangere fino a che ogni anima
perduta ritorni alla bellezza di un tempo e ci assicura che nessuna delle sue colpe sarà più ricordata. In questa vita ci è offerta dal buon Dio la possibilità di
scegliere tra la vita e la morte, di scegliere di essere Suoi amici o di rifiutare la sua amicizia, di scegliere se convertirci o continuare fino
alla fine a fare gli affaracci nostri.
Ad
un certo punto Dio afferma: "Voi dite: Non è retto il modo di
agire del Signore"… Ma con
chi ce l’ha il Signore? A chi è riferito il “voi dite”?
E’
naturale che chi mormora contro il Signore sono i giusti “rovinatisi
cammin facendo”… Sono quelli che hanno conosciuto Dio e alla
prima occasione gli hanno sbattuto la porta in faccia, sono quelli
che dicevano di amarlo ma che poi hanno preferito il mondo e i suoi
piaceri, sono sempre quelli ai quali Gesù dirà: “Non
vi conosco, non so di dove siete” (Lc 13, 25) e
sono sempre quelli che diranno a Dio: "Ma
come?!"… ”Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai
trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per
far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha
divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai
ammazzato il vitello grasso (Lc 15, 29-30).
Ebbene
sì… Il modo di fare di Gesù è proprio questo! Lui aspetta, anche
per anni, il ritorno del figliol prodigo e quando lo vede in
lontananza gli va incontro e lo colma con la Sua Misericordia.
Dovremmo allora anche noi arrenderci all'amore di Cristo ed espellere dal nostro cuore le preoccupazioni inutili, le contese, le invidie, le malignità, le malvagità... i falsi idoli che ci promettono mari e monti, ma poi non mantengono le promesse.
Spesso le persone si credono giuste perché dicono di
non commettere peccati gravi, ma solo piccoli peccatucci veniali, piccole debolezze quasi insignificanti e quindi pensano di avere senz'altro il diritto al Paradiso. Mi
sa che voler diventare Santi senza fatica piace a troppa gente! Diceva
bene Sant’Agostino a proposito dei peccati: “Tu li tieni in poco conto quando li
soppesi, ma che spavento quando li numeri!”.
Quindi
il figliol prodigo è come l’empio che si pente e si salva... è come l’operaio
dell’ultima ora, talmente grato al Signore che
gli rimarrà fedele fino alla morte. Chi ha sperimentato veramente la misericordia spesso prega con
tanto fervore per i "giusti", perché piange nel suo cuore nel non vederli più innamorati del loro Signore, e ai nostri giorni troppi si sono intiepiditi... A
questo proposito spesso noto con tanta tristezza che a tanti
ministri di Dio, a tante consacrate, a tante coppie di sposi non
brillano più gli occhi e non emanano più il buon profumo di Cristo.
E sia che si tratti di un matrimonio tra un anima e Dio o di un
matrimonio tra un uomo e una donna, il primo incontro, la gioia del
si è per entrambi un donarsi all’Amore. Dio ha previsto due
vocazioni diverse, ma il fondamento è sempre e
solo Lui. Purtroppo
con il passare degli anni qualcosa cambia e a volte anche in modo
irrimediabile. Io sono sicura che all’inizio erano innamorati
davvero del proprio sposo, ma allora cosa è successo? Perché questa decadenza, questa mediocrità, questa tiepidezza?...
Le uniche
risposte che riesco a trovare è che forse il sentimento iniziale non era
vero amore, oppure si è messo in cantina l’unico “collante” che poteva e doveva tener unite le due anime: Gesù Cristo. Senza di Lui e senza una
perseverante vita di preghiera tutto si sfascia… perché una
famiglia che non prega diventa debole, fragile e si espone inevitabilmente alle tentazioni del mondo… e allora ci si perde.
Approfittiamo
di questo periodo di Quaresima per purificare il nostro cuore da ciò
che appesantisce il cammino verso la Patria Beata.
Non
dobbiamo disperare, e se Satana ha avuto tanta forza di trascinarci
verso di lui, molto di più il nostro Gesù ha la forza di portarci
nuovamente fra le Sue braccia. Questo è il momento favorevole…
A
differenza del corpo che una volta morto è morto, l'anima quando è morta può risuscitare
o risvegliarsi fin che dura la vita presente, se invece sarà trovata morta anche nell'altra vita saranno guai. “Nessuno
tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi?” (Sal
6, 6).
Evitiamo
anche di fare troppo affidamento sui suffragi dei nostri amici o parenti
per la nostra salvezza eterna, perché si scorderanno di noi
più presto di quanto pensiamo.
Imploriamo
allora dal buon Dio l'aumento della fede per seguire i
Suoi inviti ad amare il bene e a fuggire dal male. Solo così il mondo vedrà in noi qualche indizio di vera santità.
Questa è la vera evangelizzazione!
Preghiamo
incessantemente… La preghiera deve diventare il nostro cibo
quotidiano, l'aria che respiriamo; evitiamo di dire che abbiamo tanti impegni e non
possiamo dedicare troppo tempo a Dio; ricordiamo quanto diceva Sant’Alfonso
Maria de Liguori: “Chi prega, certamente si salva; chi non
prega certamente si danna”.
Un
anziano di Patmos aveva affermato: "Cristo giunge sovente e bussa alla
tua porta. Tu lo fai sedere nel salone della tua anima e, assorto
nelle tue occupazioni, dimentichi il visitatore Divino. Egli attende
che tu appaia, attende… poi se tardi troppo si alza e se ne va. A
volte, ancora, sei così occupato che gli rispondi dalla finestra:
non hai neppure il tempo di aprire la porta". Terribile…
non credete? Eppure succede anche questo! Poveri noi… che disastri siamo!
Voglio
concludere con un bel pensiero di padre Serafino Tognetti, l'ho trovato nel suo libro “Misericordia ultimo atto”, dice così:
“Il Paradiso è un dono, l’amore di Dio è un dono, non è
scontato, non è ovvio. Guardate
i Santi, che paura di salvarsi l’anima! Vi siete mai chiesti il
perché? Invece i peccatori affermano sorridendo: “Se Dio è buono
si salvano tutti, cosa vuoi che sia un mio peccatuccio...” poi
magari sono peccati anche gravi. Se San Francesco d’Assisi,
penitente al sommo grado, con una vita di preghiera altissima, con le
stimmate, ha paura di non salvarsi, noi siamo messi tutti male!
Perchè? Perchè Francesco conosce Cristo meglio di noi. Si rende
conto che la salvezza, l’amore di Dio è un dono e il dono non s'impone. Dio non è obbligato a salvarci, non è scritto da nessuna
parte che deve per forza salvarci contro la nostra volontà”.
Pace
e bene
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