Isidoro (Isidro de Merlo y Quintana)
nacque a Madrid attorno al 1070 da poveri contadini e contadino
"sotto padrone" fu egli stesso per tutta la vita, così
come per tutta la vita fu analfabeta, cosa del tutto normale a quei
tempi. Rimasto presto orfano di padre si vide costretto a lasciare la
zona di Madrid per via della guerra (le conquiste musulmane degli
Almorávidi) per andare verso Torrelaguna (a una cinquantina di
chilometri) dove trovò anche moglie: Maria Toribia, contadina pure
lei. Rientrò a Madrid solo alla fine della guerra.
(Nel 1697 papa Innocenzo XII proclamò
beata sua moglie Maria Toribia, ora nota come Santa María de la
Cabeza)
Profondo credente, durante la giornata
lo si vedeva spesso appartato a pregare, tanto da essere accusato di
svogliatezza dagli altri lavoranti che spinsero il padrone Juan de
Vargas a controllarlo. Ma dai "controlli" emerse
semplicemente che, pur con le soste di preghiera, alla fine della
giornata il lavoro che Isidoro avrebbe dovuto fare era comunque
sempre completato "per intervento di due angeli", come ebbe
a raccontare il padrone; questi, ormai convinto dell'onestà del suo
contadino, se lo affiancò come suo uomo di fiducia. Isidoro fu pure
accusato di rubare il grano dai sacchi da portare al mulino; e nella
faccenda c'era del vero perché Isidoro ne dava effettivamente ai
poveri (taluno racconta che ne dava anche agli uccellini), solo che
all'arrivo il grano era miracolosamente di nuovo tutto al suo posto,
malgrado i "prelievi" fatti, sicché....
Guadagnando di più per la
considerazione del padrone, Isidoro e Maria dividevano ancora più di
prima le loro cose con i poveri attorno a loro. Il miracolo più noto
è tuttavia legato alla sua famiglia: essendo suo figlio caduto in un
pozzo profondo quasi trenta metri, Isidoro con le sue preghiere fece
salire l'acqua fino al bordo, che così sollevò il bimbo che si
salvò.
Il figlio sarà conosciuto come San
Illán (Giuliano), eremita a Cebolla (presso Toledo) dove viene
ricordato la terza domenica di settembre.
Isidoro morì il 30 novembre 1172,
"circa" novantenne. Dopo una quarantina d'anni il corpo fu
riesumato dal cimitero madrileno di Sant'Andrea a furor di popolo e
fu portato nella vicina chiesa omonima; la gente già si rivolgeva a
lui per chiedere favori legati ai raccolti e ai campi.
Annessa alla chiesa sorse poi la
"Capilla de San Isidro" costruita a partire dal 1657 e più
volte ristrutturata; secondo la tradizione la Cappella si trova sul
luogo della casa dove erano vissuti Isidoro e Maria. Ora ospita un
piccolo museo.
Fu il re di Spagna Filippo II,
ritenutosi miracolato per intercessione di Isidoro, a "dare la
spinta" per la sua canonizzazione, proclamata nel 1622 da papa
Gregorio XV (assieme a Filippo Neri, Teresa d’Avila, Ignazio di
Loyola e Francesco Saverio). In realtà la morte del Pontefice fece
slittare la Bolla di Canonizzazione al 4 giugno 1724 quando fu
firmata da Benedetto XIII.
Isidoro era stato beatificato da Paulo
V il 14 giugno 1619, ed allora ne era stata fissata la festa al 15
maggio. Dal 1212 è patrono di Madrid (addirittura dal 1621 la sua
festa è "giorno di precetto" nella capitale spagnola).
San Isidro Labradòr (labradòr =
contadino), come dicono in Spagna (o anche semplicemente "el
Santo Labradòr"), è patrono dei contadini, dei raccolti, dei
campi e come tale la sua fama si diffuse prima in Spagna e nelle sue
colonie americane e quindi in molti Paesi europei.
La ricorrenza di Sant'Isidoro è
l'evento più importante per tutta Madrid sia per il sacro, con
grandi celebrazioni e una seguìta processione sia sotto l'aspetto
più profano, con concerti, mostre e spettacoli dove non è raro
incontrare madrileni vestiti con il tipico castizo
che gustano le tradizionali ciambelle. Evento nell'evento e clou
delle celebrazioni di San Isidro è il Festival Taurino che riempie
la "plaza de toros de Las Ventas" per un mese intero con
corride giornaliere.
Dal sito
http://www.comunitasantiapostoli.it/
Sant'Isidoro
venerato anche in Sardegna
Sant'Isidoro
è venerato in numerosi paesi della Sardegna (Sinnai, Mandas,
Senorbì, Orosei, Galtellì, Sedilo, Genoni, Orroli, Calangianus,
Santa Teresa Gallura, Teulada) e le celebrazioni in suo onore
rappresentano una delle principali feste della primavera. Un tempo le
processioni in onore del Santo vedevano la partecipazione di bovi
aggiogati e inghirlandati con fiori di campo, mentre oggi prevalgono
lunghe teorie di trattori infiorati. Ma oggi come in passato si
chiede al Santo di propiziare un buon raccolto e gli si affidano le
messi chiedendogli di allontanare le carestie. Nelle varie località
dell'isola oltre alla processione religiosa con il canto dei gosos o
goccius (antichi canti sacri con i quali si celebrano le lodi del
santo cui sono dedicati), si può assistere alle sfilate di costumi
tradizionali, a spettacoli folkloristici quali balli, canti
tradizionali e gare poetiche in lingua sarda.
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