1
- Dio vi liberi dalle varie qualità di paci che godono i mondani!
Il Signore non ci permetta mai di gustarle perché ci sarebbero di
guerra senza fine.
Ecco
un mondano che ingolfato nei più enormi peccati vive
tranquillamente, contento dei suoi vizi, senza alcun rimorso di
coscienza.
–
Questa
pace, come certo avrete letto, indica che egli e il demonio sono
amici.
E,
fin che vive, il maligno non gli vorrà certo muover guerra.
Vi
sono anime così perverse che per evitare questa guerra – e non
già per amore di Dio – tornerebbero alquanto al suo servizio.
Ma
pur tornandovi, non vi durano a lungo, perché, appena il demonio se
ne accorge, offre loro nuove ebbrezze di loro gusto, con le quali le
ritorna alla sua amicizia, trattenendovele poi fino a quando non le
abbia condotte in quel luogo, ove farà loro intendere quanto una
tal pace sia stata falsa.
Ma
di queste anime non vi è proprio di che occuparci: se la vedano
loro! Spero nel Signore che tanto male fra voi non venga mai ad
allignare.
Tuttavia
il demonio potrebbe incominciare con un'altra pace: quella con i
difetti leggeri.
–
Finché
si vive, figliuole, si deve star sempre con timore.
2
- Quando una religiosa comincia a rilassarsi in certe cose che
sembrano poco gravi, e dura a lungo in questo stato senza che la
coscienza la rimorda di nulla, la sua pace è cattiva, e il demonio
potrebbe servirsene per trascinarla ad ogni sorta di mali.
Forse
non si tratterà che di una mancanza contro le Costituzioni, in sé
non peccato, o di una negligenza nell'obbedire agli ordini del
Superiore, e forse senza malizia; ma siccome il Superiore tiene le
veci di Dio, si deve far di tutto per seguire il suo volere, non
essendo venute qui che per questo.
Quante
di queste cosette che in sé non sembrano peccato e che tuttavia
costituiscono una mancanza! Eppure quante ne commettiamo nella nostra
grande miseria! Comunque, io non dico che questo: cioè, che quando
si commettono, bisogna pentircene e riconoscere di aver sbagliato.
Altrimenti,
ripeto, il demonio potrebbe goderne, e a poco a poco rendere l'anima
insensibile.
Ottenuto
questo, vi dico, figliuole, che non avrà fatto poco, e temo che
andrà ancora più innanzi.
Perciò
vi prego, per amor di Dio, di star sempre in guardia.
Finché
viviamo non dobbiamo mai lasciare di combattere: in mezzo a tanti
nemici non è possibile starcene con le mani in mano.
Dobbiamo
vegliare continuamente e vedere come ci diportiamo sia nell'interno
che nell'esterno.
3
- Posto pure che nell'orazione il Signore v'inondi di tante grazie e
vi conceda i favori di cui parlerò più avanti, vi dico che,
uscite da essa, v'incontrerete in una moltitudine di piccoli inciampi
ed occasioni.
Ora
per negligenza si trasgredirà una cosa, ora non si farà bene
un'altra, ora turbamenti interiori ed ora tentazioni.
Non
dico che sarà sempre così, e nemmeno che così sarà spesso.
Però
è una grande grazia di Dio, perché così si va innanzi.
–
Non
è possibile essere angeli quaggiù: la nostra natura non lo
consente.
Mentre
non mi turba vedere un'anima in mezzo a gravi tentazioni, sapendo io
che, se è ben fondata nel timore di Dio, ne uscirà con un gran
guadagno, non così se ne vedo un'altra continuamente in pace e
senza lotta, come ne ho trovate alcune: allora non faccio che temere,
né mai finisco diassicurarmene, benché non la veda offendere il
Signore.
Giacché
non la tenta il demonio, cerco, potendolo, di provarla e di tentarla
io stessa, affinché si conosca.
Questo
stato, di cui io, a dir vero, ho trovato solo pochi esempi, si
riscontra talvolta anche in anime che il Signore ha elevato a un'alta
contemplazione.
–
Del
resto, le vie di Dio sono molte.
4
- Tali anime sono in una pace interiore quasi continua.
Ma
io credo che non si debbano intendere.
Sottoposte
ad esame, si vede che anch'esse hanno le loro piccole lotte, benché
rare.
Non
porto invidia a queste anime, perché in fatto di perfezione – a
quanto si può capire dopo aver tutto esaminato – avanzano assai
di più di quelle che han da combattere, nonostante che la loro
orazione possa esser meno elevata.
Non
parlo qui di quelle che, avendo lottato per lunghi anni, sono ormai
molto innanzi e molto mortificate.
Essendo
già morte al mondo, il Signore le adagia in una pace quasi
continua, benché non mai in tal modo da non sentire i difetti in
cui cadono e ad averne gran pena.
5
- Vero è, figliuole, che il Signore conduce le anime per diverse
vie, ma temete sempre, ripeto, quando non sentite dispiacere per un
difetto che vi succeda di commettere, essendo giusto che il peccato,
sia pure veniale, vi debba compenetrare di dolore fino al profondo
dell'anima, come, grazie a Dio, credo ed ho constatato che così vi
avviene.
Ma
notate questa cosa e ricordatevene per amor mio.
Forse
che una persona viva non sente la più piccola puntura, anche se di
uno spillo o di una spina? Non è allora una grande grazia quella
che Dio fa all'anima, se questa, non morta ma viva nell'amore di Lui,
sente la più leggera mancanza contro la propria professione e i
propri doveri? Ah, quando Dio dà a un'anima questa attenzione,
prepara in lei come un letto di rose e di fiori, ed è impossibile
che presto o tardi vi scenda a deliziarsi.
Ah,
Signore, che facciamo noi in convento? Perché abbiamo abbandonato
il mondo? In che altro possiamo meglio occuparci se non in preparare
nelle anime nostre una dimora per il nostro Sposo ed affrettare il
tempo di chiedergli il bacio di sua bocca? Felice l'anima che gli
rivolgerà questa domanda e che all'arrivo del Signore si farà
trovare con la lampada accesa, senza essersene mai allontanata,
stanca di averlo invano chiamato! Oh, com'è bello il nostro stato,
figliuole mie! No, nessuno ci può impedire di rivolgere questa
domanda al nostro Sposo, poiché tale l'abbiamo scelto nella nostra
professione.
L'impedimento
non può venire che da noi.
6
- Le anime scrupolose m'intendano bene! Non parlo qui di una mancanza
commessa solo qualche volta, e neppure di ogni sorta di difetti,
essendo impossibile avvertirli tutti e sentirne sempre dispiacere.
Parlo
di coloro che vi cadono frequentemente senza farne caso, né
sentirne rimorso, né procurare di emendarsi, giudicandoli da nulla.
Questa
pace è assai pericolosa e dovete guardarvene.
Che
sarà poi di coloro che vivono tranquille, nonostante le grandi
inosservanze della loro Regola? Piaccia a Dio che non ve ne sia
alcuna! Il demonio deve certamente far di tutto per procurar loro
questa pace, e Dio in castigo dei nostri peccati permette alle volte
che vi riesca.
–
Ma
non ho alcun motivo per parlarvi di ciò: vi bastino queste poche
parole.
Passiamo
ora alla pace e all'amicizia che Dio comincia a mostrarci
nell'orazione.
Dirò
quello che il Signore mi vorrà far comprendere.
7
- Riflettendoci, però, mi par prima conveniente parlarvi alquanto
della pace offerta dal mondo e dalla nostra sensualità.
E'
vero che moltilibri ne trattano, e meglio che non ne sappia far io;
ma essendo voi tanto povere, può darsi che non possiate comperarli
e che nessuno ve li dia in elemosina, mentre questo scritto rimarrà
in monastero e vi troverete tutto riunito.
Intorno
alla pace del mondo potreste cadere in vari inganni.
Ve
ne dirò alcuni da cui vi sarà facile dedurre gli altri.
8
- Oh, le ricchezze!.
Certe
persone hanno in abbondanza quanto loro abbisogna e molti denari
nello scrigno sono persuase di soddisfare a ogni loro dovere solo con
astenersi dai peccati gravi.
Godendo
di quel che hanno, elargiscono di tanto in tanto qualche elemosina,
non pensando neppure che di quei beni non sono proprietari, ma
semplicemente amministratori.
Il
Signore li ha loro affidati perché li distribuissero ai poveri, e
gli dovranno rendere ragione anche del tempo che li terranno nello
scrigno senza soccorrere i bisognosi nelle loro necessità.
–
Ma
questo non ci riguarda, se non per indurci a supplicare il Signore ad
illuminare quelle persone affinché si tolgano da tanto inganno per
non incorrere nella sventura toccata al ricco avaro.
Ringraziate
Sua Maestà che vi ha volute povere, riconoscendo in ciò una sua
grazia particolare.
9
- Che gioia, figliuole mie, sentirsi libere da tante cure! Sì,
questo nostro stato ci fa star bene anche quaggiù, senza poi dire
della gioia che ci procurerà nell'ultimo giorno, superiore a ogni
vostra immaginazione.
Sono
i ricchi gli schiavi, voi le padrone: ed ecco un esempio che ve lo
dimostra.
Chi
è più tranquillo, il gentiluomo che si vede mettere sulla tavola
quanto serve a suo cibo e presentarsi quanto gli occorre in
vestimento, o il suo amministratore che è obbligato a rendergli
conto di tutto, fino all'ultimo maravedi? Il gentiluomo spende senza
misura perché i denari sono suoi, mentre il povero amministratore
non ne ha che la pena, e tanto più forte quanto più grandi sono i
beni, per la maggiore preoccupazione che ne deve avere al momento di
presentare i conti.
Che
se poi questi dovessero risalire di molti anni, ed egli fosse stato
alquanto negligente, il deficit potrebbe essere considerevole.
No.
Io
non so proprio come possa vivere in pace.
Figliuole
mie, non vogliate passar oltre senza prima ringraziar molto il
Signore e radicarvi nella decisione di non possedere mai nulla in
particolare, come fate attualmente.
Qui
noi mangiamo senza alcuna preoccupazione quanto il Signore ci invia,
ma non ne abbiamo mai in tale abbondanza da doverne rendere conto.
Sua
Maestà si è assunta la cura di non lasciarci mancar nulla e
veglia pure perché non ce ne venga tanto in superfluo da essere
obbligate a distribuirlo.
10
- L'importante, figliuole, è di contentarci di poco.
Non
sia mai che cerchiamo di avere le cure di coloro che devono rendere
così stretto conto.
In
questa condizione è appunto ogni ricco, sia pure non in questo
mondo dove una tal cura spetta tutta ai suoi intendenti.
Ma
quanto essa gli sarà gravosa! Se ne fosse persuaso, non
banchetterebbe con tanta gioia, né scialerebbe i suoi beni in tante
frivolezze e vanità.
Dal
canto vostro, figliuole, procurate di contentarvi di quanto vi è di
più povero, sia nel cibo che nel vestito, sotto pena di trovarvi
assai deluse, perché Dio non vi darebbe più nulla e perdereste la
sua pace.
Vostra
cura incessante si di servire Iddio così fedelmente da non mangiare
il pane dei poveri senza averlo guadagnato, benché questo in fondo
non si di tal valore da meritarvi la pace e la tranquillità di cui
il Signore vi favorisce con l'esentarvi dalle cure di dover dar conto
delle ricchezze.
So
bene che ne siete persuase, ma è necessario che di tanto in tanto
ne ringraziate molto il Signore.
11
- Della pace che il mondo dà negli onori non ho motivo di parlarvi,
perché dal mondo i poveri non sono molto onorati.
Tuttavia
dovete stare attente alle lodi per il gran danno che ne può venire.
Se
il mondo comincia, non la finisce più, per poi umiliarvi
maggiormente, com'è suo costume.
Vi
diranno che siete sante, servendosi di espressioni così esagerate
da far pensare che siano suggerite dal demonio, il quale alle volte
vi entrerà realmente.
Passi,
se vi lodano quando siete assenti, ma in presenza, che bene ve ne
può venire? Se in ciò non state molto attente, ne avrete del
danno.
12
- Vi prego quindi, per amor di Dio, di non far mai pace con queste
lodi, perché a poco a poco vi potrebbero nuocere, inducendovi a
credere che sono vere, a pensare che avete già fatto ogni cosa, o
almeno che avete molto lavorato.
Non
lasciate passare tali lodi senza ributtarle, almeno nel vostro
interno, come vi sarà assai facile se ne avete l'abitudine.
Ricordate
in che stato il mondo ha ridotto Cristo Signor Nostro dopo averlo
tanto esaltato il giorno delle Palme.
Ricordare
la stima di cui ha circondato S.
Giovanni
Battista, fino a tenerlo per Messia, e come poi, e per qual motivo,
ha voluto che fosse decapitato.
13
- Il mondo non esalta che per abbassare: sempre così quando si
tratta dei figliuoli di Dio, e io in questo ho grandissima
esperienza, tanto che se prima mi affliggevo del grande accecamento
di queste lodi, ora invece me ne rido, come ad udire un mentecatto.
Ricordatevi
dei vostri peccati e, supposto pure che i qualche cosa si dica il
vero, pensate che, dopo tutto, si tratta di un bene non vostro, per
il quale siete obbligate a servire Iddio di più.
Eccitatevi
piuttosto al timore, onde impedire alla vostra anima di addormentarsi
nel bacio di una pace così infida, com'è questa che il mondo vi
offre.
E'
la pace di Giuda: credetemi! D'accordo che non tutti vi loderanno a
questo scopo, ma intanto il demonio vi starà osservando; se voi non
vi difenderete, qualche bottino farà sempre.
In
questo occorre aver sempre in mano la spada della riflessione e non
mai fidarsi, nonostante che le lodi non vi sembrino di alcun danno.
Ricordatevi
di coloro che salirono al sommo ed ora sono nell'abisso.
No,
non vi è sicurezza in questa vita.
Per
amor di Dio, sorelle, non lasciate mai di opporvi nel vostro interno
a queste lodi.
Così
avanzerete in umiltà, il demonio che vi sta spiando ne uscirà
confuso, e col demonio anche il mondo.
14
- Molto ci sarebbe da dire intorno alla pace della nostra carne e ai
danni che ne derivano.
Ne
toccherò solo qualcuno, da cui, come ho detto, vi sarà facile
dedurre gli altri.
Già
sapete che la nostra carne ama molto le comodità, per cui è assai
far pace con essa.
Oh,
se l'intendessimo! Penso spesso, senza mai finire di persuadermi,
come le persone che vivono fra le delizie possano essere così
tranquille ed in pace.
Forse
che il sacratissimo corpo di Gesù, nostra luce e modello, meritava
d'esser trattato peggio di questo nostro? Che aveva fatto per
sottostare a tanti strazi? E di quei santi che sappiamo già in
cielo, abbiam forse letto che siano vissuti fra le delizie? Donde
viene che oggi si viva sì mollemente? Chi ci ha mai detto che
questa via è buona? Come mai certuni passano spensieratamente i
loro giorni a mangiar bene, a dormire e
a
procurarsi ogni divertimento e possibile comodità? Io ne son tutta
meravigliata.
Sembra
che non vi debba essere alcun altro mondo, e che questo modo di fare
non presenti alcun pericolo.
Ah,
figliuole mie, se sapeste il gran male che qui si cela! Il corpo
ingrassa e l'anima dimagrisce: se ci fosse dato di vederla, diremmo
che sia già per spirare.
–
In
molti librisi parla del gran male di questa pace.
15
- Vi sarebbe una certa speranza di rimedio se almeno comprendessero
di far male, ma temo che non vi pensino neppure; è una costumanza
così generale che ormai non mi stupisco più.
Goda
pure la loro carne, ma io vi dico che, se vogliono salvarsi, devono
sottostare anch'essi a mille lotte, per cui sarebbe meglio che
aprissero gli occhi per tempo e praticassero poco per volta quella
penitenza che in caso contrario verrebbe loro imposta tutta insieme.
Ho
detto questo, figliuole mie, onde ringraziate assai il Signore per
avervi chiamate in questo luogo, dove la vostra carne non può aver
pace neppure volendolo.
Tuttavia
vi potrebbe nuocere di nascosto sotto pretesto di malattia: e in
questo dovete star molto guardinghe.
Un
giorno vi farà male la disciplina, e dopo otto giorni non più.
Un
altro sarete obbligate a usare il lino; ma se il bisogno è per
pochi giorni, non dovete usarlo di continuo.
Qualche
volta vi farà male il pesce; poi lo stomaco si abitua e non soffre
più.
Altre
volte vi parrà di essere molto deboli.
Ho
molta esperienza di queste ed altre simili miserie, e so che non si
comprende mai abbastanza il danno che ne viene quando le dispense non
siano molto necessarie.
Quello
che voglio dire è di non riposare sulle dispense, ma di provare di
tanto in tanto le nostre forze, perché la carne è molto bugiarda,
ed occorre conoscerla.
Il
Signore nella sua bontà ci dia luce in ogni cosa! –
Importantissimo è agire con prudenza, fidandoci non di noi, ma dei
nostri Superiori.
16
- Ritorno al mio argomento.
La
sposa dice: Mi baci col bacio di sua bocca.
Con
queste parole essa chiede una pace determinata.
E
ciò vuol dire che Dio, per dare la sua pace e testimoniare la sua
amicizia, deve disporre di vari mezzi.
Ve
ne voglio segnalare alcuni affinché intendiate quanto sia sublime
questa domanda, e quale la differenza fra una pace e l'altra.
Gran
Dio, Signor nostro! Com'è profonda la vostra sapienza! La sposa
poteva dire soltanto: Mi baci; formulando la domanda con meno parole.
Perché
aggiunge: Col bacio di sua bocca? Il perché non lo so, ma è certo
che non vi è parola superflua.
Tuttavia
ve ne dirò qualche cosa.
Poco
importa se l'applicazione non sarà esatta.
Basta,
ripeto, che ne caviamo profitto.
Il
nostro Re, come vediamo ogni giorno, dà la pace alle anime e fa
amicizia con loro in molte maniere, tanto nell'orazione che fuori,
mentre noi, come suol dirsi, la facciamo con Lui soltanto per
complimento.
Considerate
invece, figliuole mie, quali devono essere le disposizioni per poter
rivolgere a Dio la stessa domanda della sposa quando Egli vi
attrarrà
a
sé.
In
caso che non vi attragga, non dovete perdervi di coraggio, perché
se non è per colpa vostra, qualunque sia l'amicizia che possiate
avere con Lui, sarete sempre assai ricche.
–
Ma
è assai triste e desolante contentarci di poco e non arrivare per
colpa nostra a così alta amicizia!.
17
- Oh, Signore! Perché non pensiamo che il premio è immenso e
senza fine, e che ce lo date fin da quaggiù, una volta giunte a
questa grande amicizia? Quanti potrebbero arrivare alla vetta, e
invece rimangono alle falde!.
Ve
l'ho già detto varie volte in alcuni avvisi che vi ho dato e ora
ve lo torno a ripetere e a raccomandare.
I
vostri pensieri siano sempre generosi, ed otterrete da Dio che tali
si facciano pure le opere.
Questo
– persuadetevi – è assai importante.
Alcune
persone riacquistano l'amicizia con Dio confessando i loropeccati e
pentendosene; ma non passano due giorni che sono come prima.
–
Non
è questa l'amicizia che la sposa domanda.
Figliuole
mie, procurate di non andar dal confessore sempre con la stessa
mancanza!
18
- Vero è che di difetti ne avremo sempre, ma almeno vi sia
cambiamento, onde evitare che prendano radici, perché allora è
più difficile strapparli, e ne possono venire molti altri.
Se
piantiamo un'erba o un ramoscello e andiamo ogni giorno a
innaffiarli, divengono così forti che poi, per strapparli,
occorrono vanghe e zappe.
Così
mi pare quando commettiamo ogni giorno la medesima mancanza, anche se
piccola, senza alcuna cura di emendarci, mentre è più facile se
la commettiamo un giorno
o
dieci e poi cerchiamo di strapparla.
Però
occorre che ne supplichiate il Signore nell'orazione, perché da noi
non possiamo che assai poco: capaci piuttosto di aggiungere che di
levare.
Pensate
che queste mancanze non appariranno piccole nel terribile giudizio
che avverrà all'ora della morte; specialmente per noi che il
Giudice ha scelto in questa vita in qualità di sue spose.
Oh,
che eccelsa dignità! Come dovrebbe stimolarci a far di tutto per
contentare questo nostro Re e Signore!
19
- Ma come ricompensano male la sua amicizia quelli che così presto
tornano ad essere suoi mortali nemici! Ah, che veramente grande è
la misericordia di Dio! Vi è forse un amico più paziente di Lui?
Se ciò avvenisse fra due amici, anche una sola volta, mai più lo
dimenticherebbero, né più come prima rimarrebbe la loro amicizia.
Invece
quante volte noi manchiamo a nostro Signore! Eppure da quanti anni
Egli continua ad aspettarci! Siate Voi benedetto, o mio Signore e mio
Dio, che ci sopportate con tanta compassione da far credere che
dimentichiate la vostra grandezza per non castigare, come si merita,
un così nero tradimento! Lo stato di queste anime mi appare assai
pericoloso, perché, nonostante che la misericordia di Dio sia
appunto come la vediamo, vediamo pure molte volte che queste persone
muoiono in quel loro stato senza confessarsi.
–
Figliuole
mie, ci liberi Iddio, per Quegli che è, dal vivere in uno stato
così pericoloso!
20
- Un'altra specie di amicizia, superiore questa che ho detto, è
quella di coloro che evitano di offendere Iddio mortalmente.
E
con ciò fanno assai, sapendo noi cosa sia il mondo.
Però
costoro, malgrado la loro cura di non commettere peccati mortali,
credo che di quando in quando ne commettano ugualmente, per la
ragione che non fanno caso dei peccati veniali: commettendone molti
ogni giorno, si fanno vicinissimi ai mortali.
Dicono
– e ne ho sentito parecchi - “Fate caso di questo? Ma per questo
v'è l'acqua santa, senza dire dei molti altri rimedi che tiene in
serbo la Chiesa nostra Madre!”.
Fanno
veramente compassione!.
Per
amor di Dio, figliuole, vegliate attentamente onde non mai commettere
un sol peccato veniale, ancorché piccolo, con il pensiero che vi
sia il modo di cancellarlo, non essendo giusto che il bene divenga
stimolo di male! Ricordatevi del rimedio dopo aver commesso il
peccato e ricorrervi senza indugio, questo sì.
21
- Importantissimo è mantenervi sempre con la coscienza così pura
da non aver mai nulla che v'impedisca di domandare a Dio la perfetta
amicizia chiesta dalla sposa, ben diversa da quella di cui ho
parlato, assai sospetta per molte ragioni.
Essa
non cerca che il proprio accontentamento,
e
mena a grande tiepidezza, nel quale stato si finisce col non sapere
se quello che si fa sia peccato mortale o veniale.
Dio
vi liberi daquest'amicizia! Sembra a chi la pratica di non commettere
i gravi peccati che vede farsi dagli altri, e giudica questi altri
per assai perversi: cosa molto contraria alla perfetta umiltà.
Essi
invece ne possono essere assai migliori, perché piangono i loro
peccati, se ne pentono sinceramente, e forse con più saldo
proposito di lui, giungendo infine a non mai offendere il Signore,
né in poco né in molto; mentre lui credendosi esente da quei
peccati, si abbandona placidamente ai propri comodi e recita male in
gran parte anche le sue preghiere vocali, come colui che in queste
cose non guarda tanto per il sottile.
22
- Vi è un'altra specie di amicizia e di pace: quella che Dio
comincia a dare a coloro che non vogliono più offenderlo in nessuna
maniera.
Questi,
benché ancora non si allontanino del tutto dalle occasioni
pericolose,, tuttavia hanno i loro tempi per l'orazione, nella quale
il Signore dà loro lacrime e tenerezze.
Ma
essi vorrebbero condurre vita virtuosa e regolata senza privarsi dei
piaceri del mondo, sembrando loro che questo sia un buon mezzo per
vivere tranquilli.
Ma
siccome la vita è soggetta a frequenti mutazioni, sarà già
molto, se facendo così, potranno perseverare nella virtù, perché
non volendo rinunciare ai piacere e alle soddisfazioni del mondo,
finiranno col rallentarsi nelle vie di Dio, essendo molti i nemici
che ce ne contendono la perseveranza.
–
Questa,
figliuole mie, non è l'amicizia che la sposa domanda.
Non
domandatela neppur voi.
Se
volete che la vostra anima vada innanzi e viva in sicurezza,
allontanatevi da ogni occasione cattiva, anche se piccola.
23
- Non so perché vi dico questo, se non per mostrarvi quanto sia
pericoloso non allontanarsi risolutamente da tutte le cose del mondo.
–
Quante
colpe e travagli ci risparmieremmo allontanandocene! Sono tanti i
mezzi con i quali Dio comincia a fare amicizia con le anime, che non
si finirebbe più anche solo a dir quelli che ho intesi io, che sono
donna.
Quanti
ne potrebbero dire i confessori e quelli che trattano a fondo con le
anime!.
Certe
anime mi sconcertano profondamente, perché mi pare che non manchino
di nulla per essere grandi amiche di Dio.
–
Vi
parlerò particolarmente di una, con la quale ho avuto rapporti poco
fa.
Amava
comunicarsi assai spesso, non diceva male di alcuno, aveva tenerezze
nell'orazione e viveva da sola in casa sua in continua solitudine.
Di
carattere assai dolce, nulla la muoveva ad ira di quanto le si
dicesse – il che è grande perfezione – né mai si lasciava
sfuggire alcuna parola cattiva.
Non
si era mai accasata, né allora poteva farlo per ragione dell'età.
Aveva
sofferto grandi prove senza mai perdere la pace: tutte cose che mi
sembravano indizi di un'anima molto avanzata e di grande orazione,
tanto che da principio la stimavo assai, anche perché, non vedendo
in lei alcuna offesa di Dio, ero persuasa che cercasse di
preservarsene.
24
- Ma, fattane la conoscenza, cominciai a vedere che stava in pace
fino a quando non la toccavano nell'interesse, in rapporto al quale
la sua coscienza non era già delicata, ma molto larga.
Vidi
pure che, nonostante la pazienza con cui sopportava ogni affronto,
era attaccatissima alla propria stima, tanto che non avrebbe voluto
perderne per colpa sua neppure una piccolissima parte.
Era
tanto imbevuta di questi miserabili sentimenti e così curiosa di
tutto sapere, che io mi domandavo meravigliata come potesse stare in
solitudine un'ora sola.
Oltre
a ciò, amava molto i suoi comodi.
E
tutto questo ella indorava così bene da non vedervi alcuna colpa.
Anzi,
stando alle ragioni su cui fondava certe cose, pareva che peccassi io
agiudicarla, benché in certi atti il peccato fosse assai evidente,
ma forse ella non se ne accorgeva.
Quasi
tutti la tenevano per santa, e io ne ero molto meravigliata.
Finii
poi per convincermi che nelle persecuzioni di cui si diceva vittima
doveva avere qualche colpa, per cui cessai d'invidiarla nel suo modo
di vivere e nella sua santità.
Come
lei ne ho incontrate altre due di cui ora mi ricordo, conducenti il
medesimo genere di vita, ma che quando giunsi a conoscerle,
m'ispirarono più timore di tutti i peccatori da me veduti,
nonostante si tenessero per sante.
25
- Perciò supplico il Signore di darci la sua luce.
E
voi, figliuole,ringraziatelo molto per averci condotte in monastero,
dove il demonio, per quanto faccia, non potrà mai ingannarvi, come
inganna coloro che vivono in casa propria.
Vi
sono anime a cui sembra non manchi nulla per volare in cielo, tanto
cercano la perfezione.
Ma
la cercano a modo loro, senza alcuno che le conosca.
Invece
nei monasteri ho veduto che è ben difficile illuderci, perché le
monache devono fare non quello che vogliono, ma quello che vien loro
comandato.
Anche
quelle che vivono nel mondo bramano di contentare il Signor, ma
nonostante il loro desiderio di ben comprendersi, non sempre vi
riescono, perché quello che fanno lo fanno di loro testa.
Magari
di tanto in tanto s'imporranno delle rinunce, ma non mai delle
mortificazioni come nei monasteri.
–
Lasciano
stare le persone a cui da vari anni il Signore ha già compartito la
sua luce.
Esse
cercano un direttore che le conosca e a cui obbedire, perché
l'umiltà, quando è profonda, porta le anime a poco fidarsi di
sé, anche se molto dotte.
26
- Vi sono altri che han rinunciato a tutto per amore di Dio, non
hanno casa né ricchezze, non amano i comodi, sono penitenti, non
trovano piacere nelle cose del mondo, perché il Signore ha fatto
loro comprendere quanto siano miserabili.
Tuttavia
hanno in gran cura l'onore, sino a non far cosa che non sia ben
accetta, non solo a Dio, ma anche agli uomini.
Grande
discrezione e prudenza!.
Ma
si tratta di due cose che non van d'accordo.
E
il male è che spesso il partito del mondo si avvantaggia sopra
quello di Dio, senza che esse ne vedano l'imperfezione.
Costoro
si rammaricano per ogni piccola parola che sentono dirsi in
contrario.
Invece
d'abbracciare la croce, la trascinano, per cui la croce li stanca, li
annoia, li fa in pezzi, mentre è fuor di dubbio che quando la croce
è amata, la si porta con gioia.
No,
neppur questa è l'amicizia che la sposa domanda.
27
- Figliuole mie, giacché avete fatto i primi passi di cui ho
parlato, badate attentamente di non tralasciare di fare gli altri.
Non
si tratta in fondo che di sgravarvi di un peso.
Avete
rinunciato al più, vale a dire al mondo, alle sue ricchezze, alle
sue feste, ai suoi contenti, i quali, benché falsi, finiscono
sempre per piacere: di che cosa ora temete? Vedete un po' quale
errore! Per sottrarvi alla pena che vi può venire da una paroletta,
vi caricate di mille cure e obbligazioni.
–
Sono
così numerose le obbligazioni che si assumono volendo contentare il
mondo, che a dirle tutte andrei troppo per le lunghe, senza tuttavia
riuscirvi.
28
- Ecco un altro genere di anime, e poi finisco.
Se
voi le studiate attentamente, scoprite in base a quello che dico e ai
molti segni che mostrano, che hanno cominciato a far progressi, ma
poi si fermano per la strada, perché, pur non facendo conto di
quanto dicono gli uomini e non curandosi del proprio onore, tuttavia
non si esercitano nella mortificazione e nell'abnegazione della loro
volontà.
Pare
che non sappiano liberarsi dal timore.
Credono
d'esser pronte a ogni sofferenza e di far pococonto di tutto.
Ma
innanzi a qualche affare importante concernente l'amore di Dio, si
risveglia l'attacco al loro onore senza che esse se n'accorgano.
Credono
di non aver più paura del mondo ma soltanto di temere Iddio.
Eppure
paventano gli avvenimenti sino a sospettare una sorgente di guai in
ogni loro opera virtuosa, quasi che in questo abbiano per maestro il
demonio, tanto che, se occorre, profetizzano mille anni prima il male
che può loro avvenire.
29
- Non questi imiteranno certo S. Pietro nel buttarsi in mare, né i
molti altri santi in quello che han fatto.
Sì,
vogliono condurre a Dio molte anime, ma a patto di non sacrificare i
propri comodi ed esporsi ai pericoli.
–
Gli
è che le loro determinazioni non s'ispirano molto alla fede.
Ho
notato questo nel mondo – non parlo quindi dei religiosi: pochi son
quelli che confidano in Dio in ciò che riguarda il loro vitto.
Io
non ne conosco che due.
Si
sa che in religione il necessario non manca.
Però
chi entra in religione solo per amor di Dio, credo che a questo non
pensi nemmeno.
Eppure
quanti, figliuole mie, non lascerebbero i loro beni se non avessero
questa sicurezza! Di tali anime piccine vi ho parlato a lungo in
altri luoghi, dove, insieme ad alcuni avvisi, vi ho pur mostrato il
male che esse si cagionano, e quanto sia vantaggioso che in mancanza
di opere grandi, siano almeno grandi i desideri.
Perciò
non aggiungo più nulla, benché sia pronta
a
parlarvene senza fine.
Le
anime che Dio eleva a tanta altezza devono non già rincantucciarsi,
ma servire il Signore in conformità del loro stato.
Se
come religiosi – specialmente monache – non possono lavorare per
la salute del prossimo, devono dar forza alle loro preghiere con
volontà generosa ed ardenti desideri delle anime.
E
in tal modo potrà essere che il Signore dia loro di far del bene in
vita o dopo morte, come avviene ora del santo fr.
Diego.
Era
un fratello converso, e altro non faceva che servire; ma ecco che
dopo tanti anni dalla morte, il Signore ne fa rivivere la memoria
perché ci torni ad esempio.
–
Benediciamone
Iddio!
30
- Figliuole mie, se il Signore vi ha elevate a questo stato, non
siete molto lontane dal giungere alla pace e all'amicizia che la
sposa domanda.
Pregatene
Iddio con continue lacrime e desideri e fate quello che dipende da
voi per ottenere che vi esaudisca.
Dovete
sapere che se questa non è ancora la pace e l'amicizia che la sposa
domanda, tuttavia è una grande grazia di Dio.
Per
ottenere quell'amicizia occorre esercitarsi a lungo nell'orazione,
nella penitenza, nell'umiltà e in molte altre virtù.
–
Benedetto
per sempre il Signore da cui viene ogni bene! Amen.
Tratto
da “ PENSIERI SULL’AMORE DI DIO” di SANTA TERESA DI GESÙ -
CAPITOLO 2
Nessun commento:
Posta un commento