sabato 20 agosto 2016

Beato te se i tuoi piedi ti accompagneranno a visitare chi è solo...




Sono un ragazzo di 22 anni, sono in ospedale e mi è passato per la mente di scriverti alcune righe ... spero che tu abbia un po’ di tempo per leggerle.

Sono Marco, ho i capelli lunghi, sono uno dei tanti ragazzi che hai visto passare per strada con la moto a tutta velocità, forse qualche volta mi avrai visto, ma non avrai avuto tempo di fissarmi perché avevo fretta; il semaforo rosso non mi diceva niente, mi interessava solo correre. Un giorno sono capitato sotto una macchina, volevo fare un sorpasso, ma non ci sono riuscito; non ricordo niente di quanto mi è successo ... mi sono trovato in ospedale senza una mano e senza una gamba. Per una o due ore ho cercato di pensare che era solo un sogno, ma invano! Adesso questa è la mia realtà: non ho una mano e mi manca anche una gamba ... Ma che strano! Adesso che dovrei essere triste sento una grande pace dentro di me. Avendo urtato così forte mi sono accorto di avere la vita ... che non ho mai valorizzato.

Caro amico/a, solo adesso mi sono accorto di essere vivo; quando stavo in discoteca mi sembrava di esserlo, ma in realtà lì ero morto, ero come un giocattolo, saltavo, gridavo al suono della musica mentre le luci annebbiavano i miei occhi. Che sciocco! Sai? Oggi vedo il sole e ringrazio il Creatore per gli occhi: sono 22 anni che li ho e non mi ero mai reso conto di averli; ho scoperto un mondo nel quale vivevo, ma che non conoscevo. Ho scoperto un altro mondo, quello della sofferenza; oh, quante cose ho visto in ospedale! Ma ora sento in me una grande pace; oggi ho asciugato le lacrime di un ragazzo che ha perso sua madre, e ho preso in braccio un bambino malato, ho regalo un sorriso ad un anziano che era solo e tutto ciò sta riempiendo un vuoto che avevo dentro di me. Sai? Ti confesso che mai come ora sento il bisogno di amare, di cantare, di ringraziare il Signore per questa meravigliosa vita che mi ha donato.

Se questa lettera ti arriverà vorrei domandarti una cosa: tu ancora hai le mani e i piedi, hai tutto il corpo ... vero? Ma ti accorgi di essere vivo? Dove vanno i tuoi piedi? Cosa fanno le tue mani? Beato te se i tuoi piedi ti accompagneranno a visitare chi è solo, beato te se le tue mani asciugheranno una lacrima. Spero che anche tu possa vedere il mondo con occhi nuovi. Ti auguro tutto il bene del mondo. Ciao.
Marco.

Lettera pubblicata su Anime e corpi – 1994 - n. 171, pag. 56-57


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