Sono
un ragazzo di 22 anni, sono in ospedale e mi è passato per la mente
di scriverti alcune righe ... spero che tu abbia un po’ di tempo
per leggerle.
Sono
Marco, ho i capelli lunghi, sono uno dei tanti ragazzi che hai visto
passare per strada con la moto a tutta velocità, forse qualche volta
mi avrai visto, ma non avrai avuto tempo di fissarmi perché avevo
fretta; il semaforo rosso non mi diceva niente, mi interessava solo
correre. Un giorno sono capitato sotto una macchina, volevo fare un
sorpasso, ma non ci sono riuscito; non ricordo niente di quanto mi è
successo ... mi sono trovato in ospedale senza una mano e senza una
gamba. Per una o due ore ho cercato di pensare che era solo un sogno,
ma invano! Adesso questa è la mia realtà: non
ho una mano e mi manca anche una gamba
... Ma che strano! Adesso che dovrei essere triste sento una grande
pace dentro di me. Avendo urtato così forte mi sono accorto di avere
la vita ... che non ho mai valorizzato.
Caro
amico/a, solo adesso mi sono accorto di essere vivo; quando stavo in
discoteca mi sembrava di esserlo, ma in realtà lì ero morto, ero
come un giocattolo, saltavo, gridavo al suono della musica mentre le
luci annebbiavano i miei occhi. Che sciocco! Sai? Oggi vedo il sole e
ringrazio il Creatore per gli occhi: sono 22 anni che li ho e non mi
ero mai reso conto di averli; ho scoperto un mondo nel quale vivevo,
ma che non conoscevo. Ho scoperto un altro mondo, quello della
sofferenza; oh, quante cose ho visto in ospedale! Ma ora sento in me
una grande pace; oggi ho asciugato le lacrime di un ragazzo che ha
perso sua madre, e ho preso in braccio un bambino malato, ho regalo
un sorriso ad un anziano che era solo e tutto ciò sta riempiendo un
vuoto che avevo dentro di me. Sai? Ti confesso che mai come ora sento
il bisogno di amare, di cantare, di ringraziare il Signore per questa
meravigliosa vita che mi ha donato.
Se
questa lettera ti arriverà vorrei domandarti una cosa: tu ancora hai
le mani e i piedi, hai tutto il corpo ... vero? Ma ti accorgi di
essere vivo? Dove vanno i tuoi piedi? Cosa fanno le tue mani? Beato
te se i tuoi piedi ti accompagneranno a visitare chi è solo, beato
te se le tue mani asciugheranno una lacrima. Spero che anche tu possa
vedere il mondo con occhi nuovi. Ti auguro tutto il bene del mondo.
Ciao.
Marco.
Lettera
pubblicata su Anime e corpi – 1994 - n. 171, pag. 56-57
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