Fratelli,
avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a
figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio
Riflessione
La
lettura di oggi è una esortazione molto bella che ci aiuta a
correre verso Cristo, ma sopratutto ci aiuta a non scoraggiarci nei momenti di
tribolazione, di sofferenza, di angoscia, di deserto... che in questa vita non mancano mai! Purtroppo, molto spesso, ci
capita di essere stanchi per le grandi afflizioni, e non solo per le
nostre ma anche per quelle delle persone che amiamo.
Quando
siamo stanchi e oppressi dobbiamo però sempre ricordarci di quanto e
come ha sofferto il nostro Gesù per salvarci dalla dannazione eterna; Lui conosce
la medicina giusta per
curarci. Se
vogliamo un giorno vedere il volto glorioso di Dio e stare al
Suo cospetto, dobbiamo accettare tutte le sofferenze e le prove che
il Padre Celeste permette nella nostra vita e, come dicono tanti
santi, chiedere al buon Dio la Croce, perché è l'unica medicina che
ci salva dalla perdizione eterna.
Naturalmente
tra il dire e il fare, come dice il proverbio, c'è di mezzo il
mare... A volte è difficile accettare con gioia la mano pesante di
Dio... ma chi ha a cuore la vita eterna deve sottomettersi a
questo stato di cose e sopportare con pazienza e umiltà tutte le
correzioni del buon Dio... “Perché il Signore
corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto” (Pr
3, 12). Quindi
mettiamoci l'animo in pace... il buon Dio manda le prove a quelli
che ama veramente ed esercita su di loro una cura paterna
straordinaria. Dobbiamo solo ringraziarlo se ci sta con “il fiato
sul collo”, perché se non agisse così ci lasceremmo andare e
per noi sarebbe la fine.
E'
anche vero che a volte si ha l'impressione che i cattivi prosperino,
mentre i discepoli del Signore subiscono una miriade di prove, allora
con il salmista ci lamentiamo: “Non c'è
sofferenza per essi, sano e pasciuto è il loro corpo. Non
conoscono l'affanno dei mortali e non sono colpiti come gli altri
uomini” (Sal 73, 4-5).
La
verità però è che i malvagi possono anche godere in questa vita, ma
volenti o nolenti, alla fine, non potranno sfuggire al
giudizio di Dio. Succederà
proprio come al personaggio della parabola degli invitati alle
nozze... “Il re entrò per vedere i commensali e, scorto
un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come
hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì” (Mt
22, 11-12). Quando Dio emette la sua sentenza non avremo più il
coraggio di spiccicare una parola, neanche per giustificarci, perché saranno le nostre opere, viste nella sua luce, che parleranno da sole... e così non ci
resterà che ammutolire come pesci!
Quindi
forza e coraggio a tutti gli affaticati, agli oppressi, ai
tartassati... perché Dio ci dice che dobbiamo vedere la Sua
disciplina non come una punizione, ma come un privilegio concesso
solo ai Suoi migliori amici per farli diventare delle persone
speciali e, come sappiamo, solo le prove, le tribolazioni, le
ristrettezze... cambiano il nostro brutto carattere e il nostro
comportamento, perchè come dice il salmista: “L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che
periscono” (Sal 49, 13).
Tutte
le cose che ci capitano non capitano mai a caso... sono sempre
predisposte da Lui o permesse da Lui per il nostro bene, anche
se noi, sopratutto le prove, non riusciamo a vederle come un bene, ma, ben che vada, le consideriamo una medicina molto amara; ma se Dio non
ci sgridasse e non ci punisse significherebbe che il suo amore per noi non sarebbe molto consistente... “Chi
risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a
correggerlo” (Pr 13, 24).
Ci
da speranza sapere
che quanto patiscono ora
gli amici del Signore lo
hanno già patito tutti i
santi, e, se Dio è stato
fedele con loro, lo sarà
anche con noi. Purtroppo noi, poveretti, non siamo così splendidi come i santi e nei
momenti di tribolazione ci lamentiamo con
le solite mitiche frasi: "Perchè mi stai facendo questo? Che ti ho fatto? Non
mi merito tutto questo!"... Inoltre, dopo aver mormorato, arriviamo a pensare
che Dio è adirato con noi o che non ci ama così tanto. La
sofferenza infatti, anche se viene dall'amore di Dio, non piace a
nessuno; il suo vero significato però lo
si comprende solo dopo, ed
esattamente quando ne vediamo i frutti che sono la pace interiore e la
giustizia... ma per arrivare
a gustare i frutti ci vuole pazienza, fiducia, perseveranza... non dobbiamo mai
perdere la speranza, perché Dio mantiene sempre le Sue promesse.
Il
nostro guaio è che non prendiamo sul serio le correzioni di Dio, rischiamo così di non imparare niente per anni e anni facendo sempre
gli stessi errori... diciamo pure che vaghiamo nel
deserto tra una disgrazia e
un altra e, più Lui ci corregge, più noi siamo ribelli... oppure,
se prendiamo sul serio la sua disciplina, dopo un periodo prolungato
di prove, ci stanchiamo, ci scoraggiamo, ci sentiamo sconfitti,
vogliamo mollare, pensiamo che seguire il Signore sia veramente
assurdo e impossibile. Io dico che è veramente impossibile, ma la vita cristiana consiste proprio nell'attraversare situazioni umanamente impossibili con il soccorso della Grazia, col tempo ci rendiamo poi conto che questo è molto bello. Sto imparando, con tanti
sforzi e tanto allenamento quotidiano, ad affrontare le prove nel modo giusto, ossia con lo sguardo
fisso su Gesù, e vedo che si sono
molto rafforzate quelle virtù
cristiane che prima erano piuttosto scarse...
Chiediamo al buon Dio di aumentare la nostra piccola fede affinché il nostro
cuore si apra alla Sua misericordia; chiediamogli il dono di confidare sempre nella Sua
provvidenza; pensiamo che nelle pene sopportate con amore si
nasconde un seme dal potere salvifico eccezionale.
Voglio
concludere questa mia povera riflessione con un pensiero molto bello
tratto dal Sermone
21 sul Cantico dei Cantici
di San Bernardo di Chiaravalle... “Nel
momento della prova, ripeti a te stesso per prendere coraggio:
Attirami dietro a te, Signore; corriamo all'aroma dei tuoi profumi
(Ct. 1, 3). Così la speranza non ti verrà meno nel momento della
sventura, né la prudenza nel giorno della gioia. Nel bel mezzo dei
successi e dei fallimenti di questi tempi instabili, la tua anima
conserverà, ad immagine dell'eternità, un costante equilibrio. Tu
benedirai il Signore in tutti i tempi e così al centro di un mondo
vacillante, tu troverai la pace, una pace per così dire
incrollabile; comincerai a rinnovarti ed a riformarti a immagine e
somiglianza di un Dio la cui serenità dura in eterno”.
Pace e bene
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