domenica 20 settembre 2015

Dal libro della Sapienza - Sap 2,1.12-22 - Condanniamolo a una morte infame.


 
Sap 2,1.12-22

Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.

Parola di Dio

Riflessione

Quanta gente oggi sorride della nostra fede? Quante volte mettono a dura prova la nostra pazienza? Alcuni aspettano con ansia una nostra reazione negativa (che a volte abbiamo), in modo da dire: “ecco... allora non sopporti così tanto!!! Allora non credi così tanto in Dio? E questo tuo Dio tanto amato, dov'è ora?”. Sembra di sentire la moglie di Giobbe!!!
Gesù aveva avvisato i suoi che sarebbero stati oggetto di persecuzione per causa Sua.
E' anche vero che in certi momenti non è facile non lasciarsi scoraggiare, non facile rimanere fedeli nei momenti di tribolazione... La preghiera però aiuta tanto.
La luce, anche se pochina, che irradia dai cristiani, i comportamenti miti e gioiosi, il modo di affrontare le situazioni anche dure della vita, in qualche modo dà fastidio a chi ha deciso di seguire un'altra strada perché mette in evidenza troppe cose che non vanno in loro.
E allora cercano in tutti i modi di metterti i bastoni fra le ruote. Ma chi si ostina a non vedere questo Dio non può capire quanto Lui possa invece aiutare.
Non solo non capiscono, ma non si rassegnano e con frasi tipo: “scusa... ma se il tuo Dio ti è così vicino, perché allora ti succedono questi inconvenienti? Perché hai problemi di lavoro? Perché hai problemi di salute?. Insomma, sono convinti che questo Dio che noi seguiamo, sia l'ASL o l'ufficio di collocamento... appena si prende il numeretto... ecco le medicine, ecco la pratica.
Ma per chi crede il Signore da molto di più. Lui sa di cosa abbiamo bisogno e, se non ci esaudisce subito, significa che vuole per noi cose migliori e allora ci fa aspettare, perché un regalo inatteso, o a lungo atteso, è molto più gradito. Possiamo dire che nei momenti difficili è come se stessimo vicino a Gesù sulla Croce e in qualche modo partecipiamo alle Sue sofferenze, senza scappare. Lui solo è il grande modello di sopportazione. Cerchiamo di imitarlo senza sbuffare come un treno in salita!!! Perché, come dice il salmo 33/34: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore.
Pace e bene


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