(Sabato 19 settembre 1846)
"Vedrò con molto piacere la piena
diffusione del 'Segreto'; più lo si diffonderà, più susciterà
timori salutari e numerosi ritorni a Dio. Maria benedirà coloro che
si adopereranno per la sua diffusione, poiché Essa vuole formalmente
che lo si faccia conoscere a tutto il suo popolo. Siamo puniti perché
abbiamo trascurato un ordine così assoluto della Madre di Dio"
(Da una lettera di Melania sul Segreto)
pro-manuscripto
PRESENTAZIONE
Se una madre non può dimenticare i
suoi figli, meno che mai ci può dimenticare la migliore delle
madri, la Madre di Dio e nostra Maria SS.ma. Venerarla in Cielo,
assunta in anima e corpo, non significa considerarla lontana, perché
il Cielo non è lontano da noi. Proclamarla in Cielo significa
semplicemente credere che Maria è ormai completamente immersa in
Dio, trapassata dalla sua luce e dal suo amore infinito. Sì, Maria,
proprio perché è in Cielo, immersa in Dio, ama col Cuore di Dio e
come il Padre non è lontano dai suoi figli, così Lei, la Madre, non
è lontana da noi.
Maria, "piena di grazia" e immersa nella
gloria del paradiso, ama uno per uno tutti i suoi figli che sono
ancora in questa "valle di lacrime", non ancora nella
gloria e spesso, purtroppo, anche privi della grazia.
È alla luce di questa certezza di
fede che vanno viste le sue apparizioni. La Chiesa, autorevole
interprete di tutto ciò che è soprannaturale, ha riconosciuto,
tra le altre, tre grandi apparizioni di Maria SS. ma: a La Salette,
in Francia, nel 1846, a Lourdes, ancora in Francia, nel 1858 e a
Fatima, in Portogallo, nel 1917
Ma a un cristiano non basta forse il Vangelo? Non
è sufficiente la parola di Gesù? Con le parole e le opere di suo
Figlio il Padre non ci ha detto tutto ciò che aveva da dirci? Certo,
nelle sue varie apparizioni la Vergine SS.ma non fa concorrenza a suo
Figlio e non viene a dirci nulla di nuovo. Viene semplicemente a
ricordarci ciò che Gesù ci ha insegnato e che noi uomini non
abbiamo ancora accettato o che abbiamo troppo in fretta e con troppa
incoscienza dimenticato.
Quanto più il mondo si allontana da
Dio, quanto più cresce la corruzione nel cuore degli uomini e
nella società, tanto più Maria ha pietà di noi e viene a
ricordarci la nostra dignità, i nostri doveri e i rischi che
corriamo se perseveriamo su strade che non sono quelle di Dio.
A La Salette Maria è apparsa
piangente. E quale madre non piangerebbe per dei figli che
stanno andando alla rovina? Non ha forse pianto anche Gesù (Lc 19,
41) pensando ai castighi che Gerusalemme avrebbe attirato su di sé
rifiutandolo? "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e
lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto
raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali,
e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata
deserta" (Lc 13, 34-35).
Quelle lacrime di Maria a La
Salette…!!! Sono le stesse lacrime che piangerebbe oggi Gesù
davanti alla nuova Gerusalemme, la Chiesa. Noi cristiani, noi, i suoi
figli, noi, i suoi fratelli, noi che abbiamo coscienza di quanto gli
siamo costati per i nostri peccati, noi lo tradiamo ancora e
ostinatamente, e seme rimorsi, e programmando e giustificando i
nostri tradimenti.In che cosa noi cristiani siamo
diversi da coloro che non hanno conosciuto il Salvatore? I
cristiani dei primi secoli hanno convertito il mondo, mentre noi
cristiani del 19° e del 20° secolo ci siamo convertiti al mondo.
Questo stato di cose, se non fosse per la fede che ci anima, non fa
pensare al quasi fallimento della redenzione operata da Gesù?
A La Salette la Vergine Maria ha
richiamato l'attenzione di quella povera gente su due peccati
particolarmente gravi, la bestemmia e la profanazione della
domenica. E oggi sono forse spariti questi peccati? No, al
contrario, la bestemmia sta dilagando in maniera impressionante
e sempre più sfacciata e i preti non fanno quasi nulla per
correggere questo vizio orrendo (…) loro hanno i piani
pastorali da portar avanti! Chiacchere, chiacchere, chiacchere,
sempre e solo Chacchere. (Sfido a trovare un piano pastorale di
una parrocchia che preveda un impegno serio e sistematico contro la
bestemmia!). E la domenica? A profanata come non mai: le chiese si
svuotano sempre più e si riempiono gli stadi e le discoteche,
con i frutti che tutti ben conosciamo.
Le apparizioni di Lourdes e di
Fatima sono certamente più note, anche perché non sono mai state
seriamente contrastate all'interno della Chiesa. Diversa, purtroppo,
la sorte dell'apparizione avvenuta a La Salette! Gran parte del clero
francese (compresi non pochi Vescovi !!) ha combattuto con
accanimento feroce, anche con calunnie (…), l'apparizione e il
segreto affidato dalla Madonna a Melania, Perché tanto
accanimento? Semplice: perché la Madonna ha "pizzicato"
anche loro, preti e Vescovi, per la loro corruzione e non hanno
affatto "digerito" questa correzione materna.
A che è servita la loro ostinata
difesa contro la verità? A nulla, se non ad aggiungere un muovo
peccato ad altri peccati.
Meglio riflettere con grande umiltà sulle lacrime
di questa Madre, lacrime che ha pianto anche per noi, e
convertirsi davvero e consegnare con passione dl amore la nostra vita
al Signore Gesù.
Solo allora su quel viso bagnato di
lacrime vedremo spuntare un sorriso di gioia e ... per noi
un'alba di luce che preannuncia il paradiso.
Don Enzo Boninsegna
Verona, 30 novembre 1997
Prima Domenica di Avvento
NOTA BENE
Ciò che leggerai su questo libretto è
una semplice ristampa
del testo integrale pubblicato da
Melania con
('IMPRIMATUR
di S. E. Mons. Salvatore Luigi Conte
Zola
Vescovo di Lecce, 1879
seguito da qualche documento
giustificativo. Il tutto pubblicato con
('IMPRIMATUR
del R.P.A. LEPIDI O.P.
Maestro del S. Palazzo Apostolico,
Assistente perpetuo della
Congregazione dell'Indice.
Dato a Roma il 6 giugno 1922
(Società Sant Agostino - Parigi -
Roma - Bruges - 1922)
Nihil Obstat:
Imprimatur datum Lycii ex Curia
Episc.
die 15 Nov. 1879
Vic. Gen.
Arch. COSMA
I - SULLA MONTAGNA CON MASSIMINO
Il 18 settembre 1846, vigilia della Santa Apparizione
della Madonna, ero sola, come d'abitudine; facevo la guardia alle
mucche dei miei padroni. Verso le 11 del mattino, vidi venire
verso di me un bambino. A questa vista mi spaventai, perché mi
sembrava che tutti dovessero sapere che sfuggivo qualsiasi
compagnia. II bambino mi si avvicinò e mi disse: "Piccola,
vengo con te, anch'io sono di Corps ". A queste parole risaltò
subito la mia cattiva indole, e indietreggiando di qualche passo gli
risposi: "Non voglio nessuno. Voglio rimanere sola". Ma il
bambino, seguendomi sempre mentre mi allontanavo, mi disse: "Su,
lasciami con te, il mio padrone mi ha detto di far pascolare le mie
mucche con le tue; sono di Corps ".
Mi allontanai da lui, facendogli segno
che non volevo nessuno; e dopo essermi allontanata, mi sedetti
sull'erba. Là, conversavo con i fiorellini del Signore.
Dopo un momento, guardo dietro di me, e
vedo Massimino che mi stava seduto vicino. Mi disse subito: "Lasciami
stare, sarò buono". Ma il mio cattivo carattere non volle
sentire ragioni. Mi alzai precipitosamente e me ne scappai un
po' più lontano senza dirgli niente, e mi rimisi a giuocare coi
fiori del Buon Dio. Un momento dopo, Massimino stava ancora lì a
dirmi che sarebbe stato buono, che non avrebbe parlato e che si
annoiava da solo, che il suo padrone lo mandava vicino a me, ecc...
Questa volta ne ebbi pietà, gli feci segno di sedersi e continuai
con i fiorellini del Buon Dio.
Massimino non tardò a rompere il
silenzio, si mise a ridere, (credo si burlasse di me); lo guardai ed
egli mi disse: "Divertiamoci un po', facciamo un gioco".
Non risposi nulla, ero così ignorante che non capivo come poter
giocare con un'altra persona, essendo sempre stata sola. Giocavo solo
coi fiori, e Massimino, avvicinandosi ancora di più, non finiva di
ridere e mi diceva che i fiori non hanno orecchie per sentirmi, e che
dovevamo giocare assieme. Io però non avevo nessuna inclinazione
per il gioco che mi proponeva. Tuttavia cominciai a parlargli, e lui
mi disse che i dieci giorni che doveva passare col suo padrone
stavano per finire, e che dopo sarebbe andato a Corps da suo
padre, ecc...
Mentre ancora mi parlava, si fece
sentire la campana de La Salette, era l'Angelus; feci segno a
Massimino di rivolgere la sua anima a Dio. Lui si scoprì il capo e
per un momento rimase in silenzio. Dopo gli dissi: "Vuoi fare
colazione? Sì, - mi rispose - andiamo". Ci sedemmo, tirai fuori
dalla borsa le provviste datemi dai miei padroni e, secondo la mia
abitudine, prima di cominciare a mangiare il mio panino tondo, vi
feci sopra una crocetta col mio coltellino, e nel mezzo un forellino
dicendo: "Se c'è il diavolo che esca; se c'è il Buon Dio
che vi rimanga!", e subito ricoprii il piccolo foro. Massimino
scoppiò a ridere, e dette una pedata a1 mio pane, che mi sfuggì di
mano, rotolando giù per la montagna e si perse.
Avevo un altro pezzo di pane, ce lo
mangiammo insieme; dopo ci mettemmo a giocare; capendo però che
Massimino doveva ancora avere fame, gli indicai un posto sulla
montagna coperto di piccoli frutti. Lo spinsi ad andarli a mangiare,
e lui lo fece subito; ne mangiò e ritornò dopo averne riempito il
cappello. In serata discendemmo dalla montagna promettendoci di
ritornare a pascolare le nostre mucche assieme.
L'indomani, 19 settembre, mi ritrovai
sul cammino con Massimino; salimmo assieme il monte. M'accorsi che
Massimino era buonissimo, molto semplice, e volentieri parlava di
quello che m'interessava; era molto duttile, senza ostinarsi sulle
sue idee; era soltanto un po' curioso poiché quando mi
allontanavo da lui e vedeva che mi fermavo, correva subito per
vedere quel che facevo e sentire quel che dicevo ai fiorellini
del Buon Dio; e se non arrivava in tempo, mi chiedeva cosa avessi
detto. Massimino mi aveva anche chiesto che gli insegnassi un gioco.
La mattina era inoltrata; gli dissi di raccogliere dei fiori per
costruire il "paradiso".
Ci mettemmo tutti e due all'opera; e
ben presto avevamo a nostra disposizione una bella quantità di
fiori di colori diversi. Sentimmo suonare 1’Angelus del
villaggio poiché il cielo era terso e senza nubi. Dopo aver detto al
Signore quel che sapevo, dissi a Massimino che dovevamo condurre le
nostre mucche su un piccolo pianoro presso il ruscelletto, dove
avremmo trovato delle pietre per costruire il "paradiso".
Avviammo le mucche verso il luogo indicato, e dopo facemmo
colazione; poi incominciammo a trasportare pietre e a costruire la
nostra piccola casa, consistente in un pianterreno, che avrebbe
dovuto servirci da abitazione, e in un primo piano che, secondo
noi, doveva essere il "paradiso".
Questo piano era ornato di fiori
multicolori e di corone sospese ai gambi. Il "paradiso" era
coperto da un'unica larga pietra, essa pure ricoperta di fiori; altre
corone pendevano tutt'intorno. Ultimato il "paradiso", lo
guardavamo; quando ci sorprese il sonno, ci allontanammo di
appena due passi, e ci addormentammo sull'erba.
II - L'APPARIZIONE
Svegliandomi, e non vedendo le mucche,
chiamai Massimino e cominciai a salire sulla piccola altura. Da
lì vedevo che le mucche se ne stavano tranquillamente distese;
ridiscesi mentre Massimino saliva, allorché all'improvviso vidi una
bella luce, più splendente del sole, ed ebbi appena il tempo di dire
queste parole: "Massimino, vedi laggiù? Ah! Dio mio!'. Nello
stesso istante lasciai cadere il bastone che avevo in mano. Non so
cosa sia passato di delizioso in me in quel momento, ma mi sentivo
attratta, ero presa da un grande rispetto pieno d'amore, ed il mio
cuore avrebbe voluto correre più presto di me.
Guardavo con attenzione profonda quella
luce che era immobile, e come se fosse aperta; ne scorsi un'altra
molto più brillante e che si muoveva, ed in quest'ultima una
bellissima Signora, seduta sul nostro "paradiso" con la
testa fra le mani. La bella Signora si alzò ed incrociate
appena le braccia, guardandoci, ci disse: "Venite
avanti, figli miei, non temete, son qui per annunciarvi una grande
notizia":
Queste dolci e soavi parole mi fecero
volare fino a Lei ed il mio cuore avrebbe voluto attaccarsi a
Lei per sempre. Arrivata vicinissima alla bella Signora, proprio
davanti a Lei, alla sua destra, Ella iniziò il suo discorso, e le
lacrime cominciarono a scendere dai suoi begli occhi:
"Se il mio popolo non vuole
sottomettersi, sono obbligata a lasciare andare la mano di mio Figlia
Essa è così grave e così pesante che non riesco più a sostenerla.
"
"Da quanto tempo sto
soffrendo per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, devo
pregarLo incessantemente. Quanto a voi, non ve ne curate
nemmeno. Avete un bel pregare e darvi da fare, voi non potrete mai
ricompensare la pena che mi sono presa per voi. "
"Dio vi ha dato sei giorni
per lavorare, si è riservato il settimo, e non glielo si vuole
concedere, Ed è proprio questo che appesantisce tanto il braccio di
mio Figlio. "
"Quelli che conducono i
carri, non sanno parlare senza frapporvi il nome di mio Figlio, Sono
queste due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio
Figlio. "
"Se il raccolto si guasta, è
per causa vostra. L'anno scorso ve l'ho fatto vedere con le patate;
ma voi non ve ne siete curati; anzi, quando le trovavate marcite,
bestemmiavate, usando il nome di mio Figlio. Le patate si
guasteranno ancora e, per Natale, non ce ne saranno più. "
A questo punto io cercai di capire la
parola pommes de terre; mi sembrava di capire che volesse significare
‘mele’. - (NA: Melania e Massimino non capivano il francese, ma
solo il loro dialetto) - La bella e buona Signora, indovinando il mio
pensiero, ripigliò il discorso (in dialetto) così:
"Voi non mi capite, figli miei? Ve lo dirò
in altro modo. "
Ed ecco la traduzione (dal francese):
"Se il raccolto si guasta, è
per causa vostra; ve l 'ho fatto vedere l'anno scorso con le
patate; ma voi non ve ne siete curati; anzi, quando le trovavate
marcite, bestemmiavate, usando il nome di mio Figlio. Le patate
si guasteranno ancora e, per Natale, non ce ne saranno più. "
"Se avete del grano, non lo
seminate. Tutto quello che seminerete, sarà mangiato dai
parassiti, e quello che crescerà si ridurrà in polvere quando
lo batterete. Verrà una grande carestia, ma prima ancora, i
bambini al di sotto dei sette anni moriranno di tremito in
grembo a coloro che li terranno in braccio; l'uva marcirà. "
A questo punto la bella Signora, che mi
affascinava, rimase un momento senza farsi sentire; tuttavia
vedevo che continuava, come se parlasse, a muovere graziosamente
le labbra. In quel momento Massimino riceveva il segreto. Poi,
rivolgendosi a me, la Vergine SS.ma mi parlò e mi dette un segreto
in francese. Eccolo qui per intero, tale e quale come me l'ha dato.
III - IL SEGRETO
"Melania, ciò che ti dirò adesso, non sarà
sempre un segreto: lo potrai pubblicare nel 1858".
"I Sacerdoti, ministri di mio Figlio, i
Sacerdoti dico, per la loro cattiva condotta, le loro irriverenze e
la loro empietà nel celebrare i santi misteri, per l'amore del
denaro, l'amore degli onori e dei piaceri, i Sacerdoti sono diventati
cloache d'impurità. Sì, i Sacerdoti chiedono vendetta, e la
vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai preti e alle
persone consacrate a Dio che per la loro infedeltà e la loro cattiva
condotta, crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone
consacrate a Dio gridano verso il Cielo, attirano la vendetta,
ed ecco che questa batte alla loro porta, perché non vi sono più
anime generose, non vi è più alcuno degno di offrire all'Eterno la
Vittima senza macchia in favore del mondo. "
"Dio colpirà in modo
esemplare".
"Guai agli abitanti della
terra! Dio sfogherà la sua collera e nessuno potrà sfuggire a tanti
mali messi insieme. I capi, i condottieri del popolo di Dio,
hanno trascurato la preghiera e la penitenza e il demonio ha
ottenebrato la loro intelligenza; sono diventati quelle stelle
erranti che il vecchio diavolo trascinerà con la sua coda per farli
perire. Dio permetterà al vecchio serpente di mettere divisione
fra i regnanti, in ogni società e in ogni famiglia; soffrirete pene
fisiche e morali, Dio abbandonerà gli uomini a se stessi, e
manderà dei castighi che si susseguiranno per più di
trentacinque anni. "
"La società è alla vigilia
dei più tremendi flagelli e di grandi avvenimenti; ci si deve
aspettare di essere governati con verga di ferro e bere il calice
della collera di Dio. "
"Il Vicario di mio Figlio, il Sovrano
Pontefice Pio IX che non esca da Roma dopo l'anno 1859, ma che sia
fermo e generoso, che combatta con le armi della fede e dell'amore;
io sarò con lui. Che non si fidi di Napoleone; il cuore di costui è
doppio, e quando vorrà essere contemporaneamente Papa e Imperatore,
Dio si ritirerà da lui; egli è quell'aquila che volendo innalzarsi
sempre di più, cadrà sulla spada di cui voleva servirsi per
obbligare i popoli ad innalzarlo. "
"L'Italia sarà punita per
l'ambizione di voler scuotere il giogo del Signore dei Signori;
per questo finirà in guerra ed il sangue colerà da tutte le
parti; le chiese saranno chiuse o profanate; i preti, i
religiosi, saranno cacciati via; li faranno morire, e morire di morte
crudele. Parecchi abbandoneranno la fede, e il numero dei preti e
religiosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande;
fra costoro vi saranno anche dei Vescovi. "
"E che il Papa si guardi dagli
operatori di miracoli, poiché è venuto il tempo in cui i prodigi
più strabilianti avranno luogo in terra e nell'aria. "
"Nell'anno 1864 Lucifero, con un gran numero
di demoni, sarà staccato dall'inferno: aboliranno poco a poco la
fede perfino nei consacrati a Dio; li accecheranno in modo tale
che solo per una grazia particolare essi non saranno investiti dallo
spirito di questi angeli cattivi; alcune case religiose
perderanno interamente la fede e molte anime. "
"I libri cattivi abbonderanno sulla terra, e gli
spiriti delle tenebre diffonderanno dappertutto un totale
rilassamento per quel che riguarda il servizio di Dio; avranno un
gran potere sulla natura; vi saranno delle chiese per servire questi
spiriti. Alcune persone saranno trasportate da un luogo all'altro da
questi spiriti cattivi, anche dei preti, non avendo seguito lo
spirito buono del Vangelo che è spirito di umiltà, carità e
zelo per la gloria di Dio. Faranno risuscitare alcuni morti e alcuni
giusti (ciò vuol dire che queste anime somiglieranno alle anime
giuste che erano vissute su questa terra, e tutto ciò per sedurre
meglio gli uomini; questi sedicenti morti risuscitati, che non
saranno altro che il demonio stesso sotto simile aspetto,
predicheranno un altro Vangelo contrario a quello del vero Gesù
Cristo, negando l'esistenza del Cielo ed anche quella delle
anime dannate. Tutte queste anime appariranno come unite ai loro
corpi). "
"Vi saranno in tutti i luoghi
dei prodigi straordinari, poiché la vera fede s'è spenta, mentre la
falsa fede rischiara il mondo. Guai ai Principi della Chiesa che si
saranno occupati ad accumulare ricchezze su ricchezze, a
salvaguardare la loro autorità e che hanno dominato con orgoglio! "
"Il Vicario di mio Figlio
soffrirà molto, poiché per un certo tempo la Chiesa sarà
abbandonata a grandi persecuzioni sarà il tempo delle tenebre. "
"La Chiesa si troverà in una
crisi orrenda. "
"Essendo dimenticata la santa
fede di Dio, ogni individuo vorrà guidarsi da solo, ed essere
superiore ai suoi simili. I poteri civili ed ecclesiastici
saranno aboliti, ogni ordine ed ogni giustizia sarà messa sotto i
piedi, non si vedranno che omicidi, odii, gelosie, menzogne e
discordie, senza amore per la patria e per la famiglia. "
"Il S. Padre soffrirà molto.
Io sarò con lui fino alla fine per ricevere il suo sacrificio. I
cattivi attenteranno più volte alla sua vita senza però poter
nuocere ai suoi giorni; ma né lui, né il suo successore... (N.B.:
Nel suo originale di Lecce, Melania faceva seguire a queste parole la
seguente parentesi: "che non regnerà molto") vedranno
il trionfo della Chiesa di Dio. "
"I governanti civili avranno
tutti il medesimo programma, di abolire cioè e far scomparire ogni
principio religioso, per dar posto al materialismo, all'ateismo, allo
spiritismo, e ad ogni specie di vizio.
"Nell'anno 1865 si vedrà l'abominazione nei
luoghi santi; nei conventi, i fiori della Chiesa saranno putrefatti e
il demonio sarà il re dei cuori. Quelli che sono a capo delle
comunità religiose, stiano attenti a quelli che ricevono,
perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli
ordini religiosi delle persone viziose, perché il disordine e
l'amore ai piaceri carnali saranno diffusi su tutta la terra. "
"La Francia, l'Italia, la
Spagna e l'Inghilterra, saranno in guerra, il sangue scorrerà per le
strade; il francese si batterà col francese, l'italiano con
l'italiano. Infine vi sarà una guerra generale, che sarà
spaventosa. Per un certo tempo, Dio non si ricorderà più della
Francia, né dell'Italia, perché il Vangelo di Gesù Cristo non sarà
più conosciuto. I cattivi useranno tutta la loro malizia; si
uccideranno, mi massacreranno a vicenda, perfino nelle case. "
"Al primo colpo della sua spada
sfolgorante, le montagne e tutta la natura tremeranno dallo spavento,
perché i disordini e i delitti degli uomini squarceranno la volta
del cielo. Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; diverse
grandi città saranno scosse e inghiottite dai terremoti, si crederà
che tutto è perduto; non si vedranno che omicidi, non si sentirà
che rumore di armi e bestemmie. I giusti soffriranno molto; le loro
preghiere, le loro penitenze e le loro lacrime saliranno fino al
Cielo, e tutto il popolo di Dio domanderà perdono e misericordia, e
chiederà il mio aiuto e la mia intercessione. Allora Gesù Cristo,
con un atto della sua giustizia e della sua grande misericordia per i
giusti, comanderà ai suoi Angeli, che tutti i suoi nemici siano
messi a morte. Ad un tratto, i persecutori della Chiesa di Gesù
Cristo e tutti gli uomini votati al peccato periranno e la terra
diventerà come un deserto. Allora vi sarà la pace, la
riconciliazione di Dio con gli uomini; Gesù Cristo sarà servito,
adorato e glorificato; la carità fiorirà dappertutto. I nuovi Re
saranno il braccio della Santa Chiesa, che sarà forte, umile, pia,
povera, piena di zelo e imitatrice delle virtù di Gesù Cristo. Il
Vangelo sarà predicato dappertutto, e gli uomini faranno grandi
progressi nella fede, poiché vi sarà unione fra gli operai
di Gesù Cristo e gli uomini vivranno nel timor di Dio. "
"Questa pace fra gli uomini non
durerà a lungo; venticinque anni di raccolto abbondante saranno
sufficienti per far loro dimenticare che i peccati degli uomini
sono la causa di tutte le pene che piombano sulla terra. "
"Un precursore dell Anticristo,
con le truppe di diverse nazioni, combatterà il vero Cristo, il
solo Salvatore del mondo; spargerà molto sangue e vorrà annientare
il culto di Dio per farsi considerare come Dio. "
"La terra sarà colpita da ogni specie di
piaghe (oltre la peste, la fame) che saranno generali; le guerre
si susseguiranno fino all'ultima che sarà condotta dai dieci re
dell’Anticristo, i quali avranno tutti un unico intento e saranno i
soli a governare il mondo. Prima che ciò si verifichi, vi sarà una
specie di falsa pace nel mondo, si penserà soltanto a divertirsi, i
cattivi si abbandoneranno ad ogni specie di peccato; ma i figli
della Santa Chiesa, i figli della Fede, i miei veri imitatori,
cresceranno nell'amor di Dio e nelle virtù che mi sono più
care. Beate le anime umili, condotte dallo Spirito Santo! Io
combatterò con loro finché non saranno arrivate alla pienezza
della loro età. "
"La natura chiede vendetta per
gli uomini, e freme di spavento in attesa di ciò che deve
accadere alla terra insozzata di delitti!!.
"Tremate, terra, e voi che fate
professione di servire Gesù Cristo e che al di dentro adorate voi
stessi! Tremate; poiché Dio vi consegnerà al suo nemico, perché i
luoghi santi sono nella corruzione; molti conventi non sono più case
di Dio, ma pascolo di Asmodeo e dei suoi. "
"Durante questo tempo nascerà
l'Anticristo, da una religiosa ebrea, da una falsa vergine che
sarà in comunicazione con il vecchio serpente, il maestro di
impurità; suo padre sarà Ve; nascendo vomiterà bestemmie, avrà
dei denti; in una parola sarà l'incarnazione del diavolo,
emetterà grida spaventose, farà prodigi, non si nutrirà che
d'impudicizie. Avrà dei fratelli che, sebbene non saranno come lui
dei demoni incarnati, saranno figli del male; a 12 anni si faranno
notare per le valorose vittorie che riporteranno; in poco tempo
ciascuno sarà alla testa di armate, assistiti da legioni infernali.
"
"Le stagioni cambieranno; la
terra produrrà soltanto frutti cattivi; gli astri perderanno i loro
movimenti regolari, la luna metterà solo una debole luce rossastra;
l'acqua ed il fuoco daranno al globo terrestre dei movimenti
convulsi ed orribili terremoti che faranno inghiottire montagne,
città, ecc. "
"Roma perderà la fede e
diverrà la sede dell'Anticristo. "
"I demoni dell'aria con l'Anticristo faranno
grandi prodigi sulla terra e nell'aria, e gli uomini si pervertiranno
sempre più. Dio avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini
di buona volontà; il vangelo sarà predicato ovunque, tutti i popoli
e tutte le nazioni avranno conoscenza della verità!'"Rivolgo un
pressante appello alla terra: chiamo i veri discepoli del Dio
vivente e regnante nei Cieli; chiamo i veri imitatori del Cristo
fatto uomo, il solo vero Salvatore degli uomini, chiamo i miei figli,
i miei veri devoti, coloro che si sono dati a me perché li conduca
al mio divin Figlio, coloro che io porto per così dire nelle mie
braccia, coloro che sono vissuti del mio spirito; chiamo infine
gli Apostoli degli Ultimi Tempi, i fedeli discepoli di Gesù
Cristo, che sono vissuti nel disprezzo del mondo e di se stessi,
nella povertà e nell'umiltà, nel disprezzo e nel silenzio, nella
preghiera e nella mortificazione, nella castità e nell'unione con
Dio, nella sofferenza e sconosciuti dal mondo. E’ tempo che escano
e vengano a rischiarare la terra. Andate, e mostratevi come i miei
figli prediletti; io sono con voi, perché la vostra fede sia la luce
che vi rischiari in questi giorni di sventura. Che il vostro zelo vi
renda come degli affamati della gloria e dell'onore di Gesù
Cristo. Combattete, figli della luce, piccolo numero che ci vedete;
poiché ecco il tempo dei tempi, la fine delle fini. "
"La Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione:
Ma ecco Enoch ed Elia ripieni dello Spirito di Dio; essi
predicheranno con la forza di Dio, e gli uomini di buona volontà
crederanno in Dio e molte anime saranno consolate; faranno grandi
progressi in virtù dello Spirito Santo e condanneranno gli errori
diabolici dell’ Anticristo. "
"Guai agli abitanti della terra! Vi saranno
guerre sanguinose e carestie, epidemie di peste e di malattie
contagiose; vi saranno delle piogge di una spaventosa grandine
di animali, dei tuoni che scuoteranno le città, dei terremoti che
inghiottiranno i paesi; si sentiranno delle voci nell'aria; gli
uomini sbatteranno la testa contro i muri; invocheranno la morte, e
d'altro canto, la morte farà il loro supplizio; il sangue scolerà
ovunque. Chi potrà vincere, se Dio non accorcia il tempo della
prova? Per mezzo del sangue, delle preghiere e delle lacrime dei
giusti, Dio si lascerà piegare; Enoch ed Elia saranno uccisi;
Roma pagana sparirà; cadrà il fuoco dal cielo e consumerà tre
città; l'intero universo sarà colpito dal terrore, e molti si
lasceranno sedurre, perché non hanno adorato il vero Cristo vivente
in mezzo a loro. E tempo; il sole si oscura; la fede soltanto vivrà.
"
"Ecco il tempo; l'abisso si
apre. Ecco il re delle tenebre. Ecco la bestia coi suoi sudditi,
che si dice salvatore del mondo. S'innalzerà con orgoglio nell'aria
per andare fino al cielo, sarà però soffocato dal soffio di San
Michele Arcangelo. Cadrà, e la terra che, da tre giorni sarà in
continue evoluzioni, aprirà il suo seno pieno di fuoco; egli sarà
scaraventato per sempre, con tutti i suoi, negli abissi eterni
dell'inferno. Allora l'acqua ed il fuoco purificheranno la terra, e
consumeranno tutte le opere dell'orgoglio degli uomini, e tutto
sarà rinnovato: Dio sarà servito e glorificato. "
IV - RACCOMANDAZIONI FINALI
Poi la Madonna mi diede, sempre in
francese, la Regola di un nuovo Ordine religioso.
Dopo avermi dato la Regola di questo
nuovo Ordine religioso, la Madonna riprese così il seguito del suo
discorso:
"Se si convertono, le pietre e le rocce si
cambieranno in grano e le patate si troveranno disseminate sulla
terra ".
"La preghiera, la fate bene,
figli miei? "
Rispondemmo insieme: "Oh, no,
Signora, non molto ".
"Ah, figli miei, bisogna farla bene, sera e
mattina, e quando non potete fare meglio, dite un "Pater' ed un
"Ave Maria', e quando avrete tempo e potrete far meglio, ne
direte di più ".
"C'è solo qualche donna piuttosto anziana che
va a Messa; gli altri lavorano la Domenica, per tutta l'estate; e
durante l'inverno, se non sanno cosa fare, vanno a Messa, ma solo per
scherno verso la religione. Durante la quaresima vanno in
macelleria come dei cani ".
"Non avete visto del grano
guasto, figli miei? " Tutti e due rispondemmo: "Oh!
no, Signora ".
La Madonna, indirizzandosi a Massimino:
"Ma tu, figlio mio, devi averlo visto
una volta, nei pressi di Coin, con tuo padre. Il padrone del locale
disse a tuo padre: - Venite a vedere come si guasta il mio grano. - E
voi ci andaste. Tuo padre prese due o tre spighe in mano, lo
strofinò, e si ridusse in polvere, poi, durante il ritorno,
quando eravate a mezz'ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di
pane dicendoti: - Tieni, figlio mio, mangialo ancora per quest'anno,
poiché l'anno venturo non so chi potrà mangiare, se il grano
si guasta così ".
Massimino rispose: "E’ proprio vero, Signora,
non ci pensavo più ". La Madonna termina il suo discorso in
francese: "Ebbene, figli miei, voi lo farete conoscere a
tutto il mio popolo ".
La bellissima Signora attraversò il ruscello; e a
due passi dal ruscello, senza voltarsi verso di noi che la
seguivamo (perché attirava a Lei per il suo splendore ed ancor più
per la sua bontà che m'inebriava e sembrava facesse fondere il mio
cuore) ci disse ancora:
"Ebbene, figli miei, voi lo farete
conoscere a tutto il mio popolo." Poi continuò a
camminare fino al posto in cui ero salita per vedere dove si
trovassero le nostre mucche. I suoi piedi toccavano appena la punta
dell'erba, senza piegarla. Arrivata sulla piccola altura, la bella
Signora si fermò e subito mi posi davanti a Lei per guardarla ben
bene e poter capire in quale direzione volesse maggiormente andare:
poiché, per me, era fatta, avevo dimenticato e le mucche e i padroni
preso i quali ero in servizio; mi ero legata per sempre e senza
condizioni alcuna alla mia Signora; sì, non volevo più, mai più,
lasciarla; la seguivo senza pregiudizio alcuno, e disposta a servirla
per tutta la vita.
Con la mia Signora mi sembrava aver
dimenticato il "paradiso"; non pensavo ad altro che a
servirla, per il mio meglio, in tutto; e pensavo che sarei anche
riuscita a poter fare tutto quello che mi avrebbe detto di fare,
perché avevo l'impressione che fosse molto potente. Lei mi guardava
con una tenera bontà che mi attirava a Lei; avrei voluto, ad occhi
chiusi, lanciarmi nelle sue braccia. Lei non mi diede il tempo di
farlo. Si alzò da terra, in modo insensibile, all'altezza di circa
un metro e più; e restando così sospesa in aria un momentino, la
mia bella Signora guardò il cielo, poi la terra a destra e a
sinistra e poi mi guardò con degli occhi così dolci, così amabili
e così buoni che mi sembrò come se mi attirasse nel suo intimo ed
il mio cuore si aprisse nel suo.
E mentre il mio cuore si fondeva in una
dolce dilatazione, la bella immagine della mia Signora poco a poco
spariva: mi sembrava come se la luce, in movimento, si moltiplicasse
e si condensasse attorno alla Vergine SS.ma per impedirmi di
contemplarla ancora. Così, la luce sostituiva le forme del corpo che
sparivano ai miei occhi; ovvero sembrava che il corpo della mia
Signora si cambiasse in luce, fondendosi. Così, sotto forma di
globo, la luce dolcemente andava diritto verso l'alto.
Non riesco a dire se era il volume di
luce che diminuiva man mano che si alzava, o se invece era
l'allontanamento che dava l'impressione di veder diminuire la luce
mentre si alzava; ciò che so è che sono rimasta con la testa
in su e gli occhi fissi sulla luce, anche dopo che quella luce, che
si allontanava e sempre più diminuiva di volume, finì per sparire
del tutto.
I miei occhi si staccarono dal
firmamento, mi guardai attorno, ed osservai Massimino che mi
guardava, e gli dissi: "Massimino, sarà stato il Signore di mio
padre, o la Madonna, o qualche gran Santo". E Massimino,
slanciando la mano in aria, disse: "Ah, se l'avessi saputo! "
V - PRIMA DIFFUSIONE
La sera del 19 settembre ci ritirammo
un po' più presto del solito. Appena arrivata dai miei padroni, mi
occupai ad attaccare le mucche e a mettere tutto in ordine nella
stalla. Non avevo ancora finito che la mia padrona venne verso di me
piangendo e mi disse: "Perché, figlia mia, non vieni a dirmi
ciò che è accaduto sulla montagna?" (Massimino, non avendo
trovato i suoi padroni perché non erano ancora tornati dai lavori,
era venuto dai miei ed aveva raccontato tutto quanto aveva visto ed
inteso). Risposi: "Volevo ben dirvelo, ma prima volevo finire il
mio lavoro ".
Dopo un momento entrai in casa e la
padrona mi disse: "Racconta tutto quello che hai visto; il
pastorello di Bruite (soprannome di Pietro Selme, padrone di
Massimino) mi ha raccontato tutto ".
Incomincio e, verso la metà del
racconto, i miei padroni arrivano dai campi; la mia padrona, che
stava piangendo sentendo le lamentele e le minacce della nostra
tenera Madre, disse: "Ah, voi avete intenzione di andare a
raccogliere il grano domani; non ve lo permettete, venite a sentire
cosa è capitato oggi a questa figliola e al pastorello di Selme".
E, voltandosi verso di me, disse: "Incomincia daccapo tutto
quello che mi hai detto". Io ricomincio; e dopo aver finito, il
mio padrone mi disse: "Era la Madonna, oppure una grande
Santa, venuta da parte di Dio; ma è come se fosse venuto il Signore
stesso; bisogna fare tutto quello che ha detto questa Santa. Come
farete per dire tutto al popolo?". Io gli risposi: "Voi
mi direte come devo fare, ed io lo farò". Dopo, guardando sua
madre, sua moglie e suo fratello, aggiunse: "Bisogna pensarci".
Ed ognuno si ritirò per i fatti suoi.
Si era dopo cena. Massimino e i suoi
padroni vennero presso i miei per raccontare ciò che aveva detto
loro Massimino e per sapere cosa si sarebbe dovuto fare: "Poiché
- dissero - ci sembra che sia la Madonna che sia stata inviata dal
Signore; le parole che ha detto ce lo fanno credere. E Lei ha anche
detto loro di farlo conoscere a tutto il suo popolo; forse
bisognerà che questi piccoli percorrano il mondo intero per far
sapere che bisogna che tutti osservino i comandamenti di Dio,
altrimenti grandi disgrazie cadranno su di noi". Dopo un
momento di silenzio, il mio padrone disse, voltandosi verso di me e
di Massimino: "Sapete, figli miei, cosa dovete fare? Domani
alzatevi presto, andate tutti e due dal signor Curato e raccontategli
tutto quello che avete visto e sentito; ditegli con cura come si sono
svolte le cose: sarà lui a dirvi cosa bisogna fare".
Il 20 settembre, l'indomani della
apparizione, di buon mattino me ne andai con Massimino. Arrivati in
parrocchia, busso alla porta. Mi viene ad aprire la domestica del
signor Parroco, domandandoci cosa volessimo. Io le dissi (in
francese, pur non avendolo mai parlato): "Desidereremmo
parlare col Parroco". "Cosa volete dirgli?", ci
chiese. "Signorina, vorremmo dirgli che ieri siamo andati a
pascolare le mucche sulla montagna delle Baisses, e dopo aver fatto
colazione, ecc. ecc...". Le raccontammo buona parte del discorso
della Vergine SS.ma. In quel momento suonò la campana della chiesa:
era l'ultimo rintocco per la Messa. Il Rev. Perrin, Parroco de La
Salette, che ci aveva sentito, aprì la porta con strepito:
piangeva e si batteva il petto; ci disse: "Figli nriei,
sianto perduti, il Signore ci punirà. Ah! mio Dio, è la Madonna
che vi è apparsa!". E se ne andò per celebrare la S. Messa.
Noi ci guardammo in faccia con Massimino e la domestica; poi
Massimino mi disse: "Io me ne vado da mio padre a Corps ".
E ci separammo.
Non avendo ricevuto ordine dai miei
padroni di ritornare subito dopo aver parlato col Parroco, non
credetti far male ad assistere alla Messa. Entrai dunque in
chiesa. Incominciai la Messa e, dopo il primo Vangelo, il signor
Parroco si volta verso il popolo e prova a raccontare ai suoi
parrocchiani l'apparizione che era appena avvenuta, la vigilia, su
una delle loro montagne, esortandoli a non più lavorare di domenica;
la sua voce era interrotta da singhiozzi, e tutta la popolazione era
commossa. Dopo la S. Messa me ne ritornai dai miei padroni. Il signor
Peytard, che ancor'oggi è Sindaco de La Salette, venne ad
interrogarmi sul fatto dell'apparizione; e dopo essersi assicurato
sulla verità di quanto dicevo, convinto si ritirò.
Rimasi al servizio dei miei padroni
fino a Ognissanti. Dopo mi misero in pensione presso le
Religiose della Provvidenza, nel mio paese di Corps.
VI - DESCRIZIONE DELLA VERGINE
La Vergine SS.ma era molto alta e ben
proporzionata; sembrava essere tanto leggera, che sarebbe
bastato un soffio a farla muovere, però era immobile e molto
stabile. La sua fisionomia era maestosa ed imponente come sono i
signori di questa terra. Imponeva una timidezza rispettosa. Mentre la
Sua Maestà imponeva rispetto misto ad amore, attirava a Lei.
Il suo sguardo era dolce e penetrante;
i suoi occhi sembrava che parlassero coi miei, ma la conversazione
proveniva da un profondo e vivo sentimento d'amore verso questa
attraente bellezza che mi liquefaceva. La dolcezza del suo
sguardo, l'aria di bontà incomprensibile, facevano intendere e
sentire che Ella attirava a sé per donarsi; era un'espressione
di amore che a parole non si può esprimere e nemmeno con le lettere
dell'alfabeto.
L'abito della Vergine SS.ma era bianco
argento, molto splendente; non aveva nulla di materiale: era fatto di
luce e di gloria, scintillante e variato; sulla terra non vi sono
espressioni né paragoni da poter fare.
La Vergine SS.ma era tutta bella e
tutta fatta d'amore; guardandola, io languivo per fondermi in
Lei. Dai suoi ornamenti, come dalla sua persona, da tutto trapelava
la maestà, lo splendore, la magnificenza splendente, celeste,
fresca, nuova come una Vergine; sembrava che la parola Amore
sfuggisse dalle sue labbra argentee e pure. Aveva l'apparenza di
una Mamma affettuosa, piena di bontà, di amabilità, di amore per
noi, di compassione e di misericordia.
La corona di rose che portava sulla
testa era così bella e brillante, da non potersene fare un'idea; le
rose di diversi colori non erano di questa terra; era un insieme di
fiori che circondava il capo della SS.ma Vergine, proprio in
forma di corona; ma le rose cambiavano e si ricambiavano, poi
dal centro di ogni rosa usciva una luce così bella che rapiva, e
faceva sì che la loro bellezza risplendesse. Dalla corona di rose
uscivano come dei rami d'oro e tanti altri piccoli fiori misti e
brillanti. Il tutto formava un diadema che da solo brillava più del
nostro sole terreno.
La Vergine portava una graziosissima
Croce sospesa al collo. Questa croce sembrava d'oro, dico d'oro per
non dire un pezzo d'oro; a volte ho visto degli oggetti dorati con
alcune sfumature, ciò che faceva ai miei occhi un effetto più bello
di un semplice pezzo d'oro. Su questa bella Croce piena di luce era
un Cristo, era Nostro Signore con le braccia stese sulla Croce.
Quasi alle due estremità della Croce, c'erano: da una parte un
martello e dall'altra una tenaglia. Il Cristo era color carne
naturale ma riluceva con grande splendore; e la luce che usciva da
tutto il suo corpo, sembrava come dardi lucentissimi che mi
infiammavano il cuore per il desiderio di perdermi in Lui. A volte il
Cristo sembrava morto; aveva la testa inclinata e il corpo rilassato,
quasi cadesse se non fosse trattenuto dai chiodi che lo fissavano
sulla Croce.
Io ne avevo viva compassione; avrei
voluto comunicare al mondo intero il suo amore sconosciuto ed
infondere nelle anime dei mortali il più sentito amore e la più
viva riconoscenza, verso un Dio che non aveva assolutamente
bisogno di noi per essere quello che è, ciò che era e ciò che
sempre sarà; e tuttavia, oh, amore per l'uomo incomprensibile! s'è
fatto uomo, ha voluto morire, sì morire, per poter meglio scrivere
nelle nostre anime e nella nostra memoria il folle amore che ha per
noi! Oh! come mi sento infelice nel constatare la mia povertà di
espressione nel riferire l'amore del nostro buon Salvatore per noi!
Ma, d'altra parte, come siamo felici di poter sentire meglio ciò che
non possiamo esprimere!
Altre volte il Cristo sembrava vivo;
aveva la testa diritta, gli occhi aperti, e sembrava sulla Croce di
sua volontà. A volte, anche, pareva che parlasse: sembrava mostrasse
che era in Croce per noi, per amor nostro, per attirarci al suo
amore, che ha sempre un nuovo amore per noi, che il suo amore
dell'inizio - dell'anno 33 - è sempre quello di oggi e lo sarà
sempre.
Mentre mi parlava, la Vergine SS.ma
piangeva ininterrottamente. Le sue lacrime cadevano una dopo
l'altra, lentamente, fin sopra le sue ginocchia; poi, come scintille
di luce, sparivano. Erano splendenti e piene di amore. Avrei
voluto consolarla e non farla piangere, ma mi sembrava che Ella
avesse bisogno di mostrare le sue lacrime per meglio manifestare il
suo amore dimenticato dagli uomini. Avrei voluto gettarmi fra le sue
braccia e dirle: "Mia buona Madre, non piangete! Io voglio
amarvi per tutti gli uomini della terra". Ma sembrava che mi
rispondesse: "Ve ne sono molti che non mi conoscono!".
Ero tra la morte e la vita, vedendo da
un lato tanto amore, tanto desiderio di essere amata e,
dall'altro, tanta freddezza ed indifferenza... Oh! Madre mia tutta
bella e tanto amabile, amore mio e cuore del mio cuore!
Le lacrime della nostra tenera Madre,
lungi dal diminuire la sua Maestà di Regina e Sovrana, sembravano
invece renderla più bella, più potente, più piena d'amore, più
materna, più attraente; avrei mangiato le sue lacrime che
facevano sobbalzare il mio cuore di compassione e d'amore. Veder
piangere una Madre, ed una tale Madre, senza adoperare tutti i mezzi
possibili per consolarla, per cambiare i suoi dolori in gioia, si può
comprendere? O Madre più che buona! Voi siete stata formata di tutte
le prerogative di cui Dio è capace; Voi avete, in un certo senso,
esaurita la potenza di Dio; Voi siete buona, ed ancora buona della
bontà di Dio stesso; Dio, formandovi come il suo capolavoro
celeste e terrestre si è reso ancora più grande.
La Vergine SS.ma aveva un grembiule
giallo. Ma che dico, giallo? Aveva un grembiule più luminoso di più
soli messi assieme. Non era una stoffa materiale, ma un composto di
gloria, e questa gloria era splendente di una bellezza che rapiva.
Tutto, nella Vergine SS.ma mi portava con forza ad adorare e ad amare
il mio Gesù in tutti i dettagli della sua vita mortale.
La Vergine SS.ma aveva due catene, una
un po' più larga dell'altra. A quella più stretta era sospesa la
Croce di cui ho parlato sopra.
Queste catene (non posso chiamarle
diversamente) erano come raggi di gloria, di un gran chiarore che
variava e scintillava.
Le scarpe (poiché così bisogna
chiamarle) erano bianche, ma di un bianco argenteo, brillante, ed
intorno vi erano delle rose. Queste rose erano di una bellezza
abbagliante, e dal centro di ognuna usciva come una fiamma di luce
bellissima e gradevolissima. Sulle scarpe c'era un fermaglio d'oro,
ma non oro di questo mondo, bensì di paradiso.
La visione della SS.ma Vergine era di
per sé un intero paradiso. Lei aveva con sé tutto quanto poteva
dare soddisfazione, poiché si dimenticava questa terra.
La Madonna era circondata da due luci:
la prima a Lei più vicina arrivava fino a noi e brillava con
vivissimo splendore. La seconda luce si spandeva un po' attorno alla
Bella Signora, e noi ci trovavamo immersi in essa ed era immobile
(cioè non brillava) e molto più luminosa del nostro sole terrestre.
Tutte queste luci non facevano male agli occhi, e non affaticavano la
vista. Oltre queste luci e tutto quello splendore, vi erano altri
fasci di luce o altri raggi di sole, come se nascessero dal corpo
della Vergine, dai suoi abiti, dappertutto.
La voce della Bella Signora era dolce;
incantava, rapiva e faceva bene al cuore; saziava, appianava ogni
ostacolo, calmava, addolciva. Mi sembrava come se volessi sempre
saziarmi della sua bella voce, ed il mio cuore pareva ballare o
volerle andare incontro per struggersi in Lei.
Gli occhi della Vergine SS.ma, nostra
tenera Madre, non possono essere descritti da lingua umana. Per
parlarne occorrerebbe un Serafino, più ancora, occorrerebbe la
lingua stessa di Dio, di quel Dio che forma la Vergine Immacolata
Capolavoro della sua Onnipotenza.
Gli occhi dell'augusta Maria sembravano
mille e mille volte più belli dei brillanti, dei diamanti, delle
pietre preziose più ricercate; brillavano come due soli; erano
dolci, come la stessa dolcezza, limpidi come uno specchio. In quei
suoi occhi si vedeva il paradiso; attiravano a Lei; sembravano come
se Ella volesse donarsi e attirare. Più la guardavo, più desideravo
guardarla; e più la guardavo, e più l'amavo; e l'amavo con
tutte le mie forze.
Gli occhi della bella Immacolata erano
come la porta di Dio, da dove si vedeva tutto quanto poteva inebriare
l'anima. Quando i miei occhi s'incontravano con quelli della Madre di
Dio e mia, sentivo dentro di me una gioiosa rivoluzione d'amore ed
una protesta di amarla e distruggermi d'amore.
Guardandoci, i nostri occhi, a loro
modo, si parlavano, e l'amavo talmente che avrei voluto abbracciarla
proprio nell'intimo stesso di quegli occhi che m'intenerivano l'anima
e sembravano attirarla e farla fondere con la sua. I suoi occhi
comunicarono un dolce tremito a tutto il mio essere; e temevo di fare
il più piccolo movimento, per paura che le potesse essere
minimamente sgradevole.
La sola vista degli occhi della più
pura delle Vergini sarebbe bastata per costruire il Cielo di un
beato; sarebbe bastata per far entrare un'anima nella pienezza della
Volontà dell'Altissimo, per tutti gli avvenimenti che capitano
nel corso della vita mortale; sarebbe bastata per far fare a
quell'anima degli atti di lode, di ringraziamento, di riparazione,
di espiazione. Questa visione, da sola, concentra l'anima in Dio e la
rende come una morta-vivente, che guarda tutte le cose della terra,
anche quelle che sembrano più serie, come se fossero semplici
giuochi di bambini; l'anima vorrebbe soltanto sentire parlare di Dio
e di tutto ciò che riguarda la sua Gloria.
Il peccato è il solo male che Lei vede
sulla terra. Se Dio non la sostenesse, ne morirebbe di dolore.
Amen.
Castellammare, 21 novembre 1878
Maria della Croce - Vittima di Gesù nata Melania Calvat - Pastorella de La Salette
LETTERA DI MONS. ZOLA AL SIGNOR GIRARD
(Direttore de "La Terre Sainte"
a Grenoble)
J.M.J.A.J.
6 gennaio 1872
Carissimo Signore,
scusatemi se ritardo sempre a
rispondervi, ma le mie occupazioni, come le sofferenze con cui Dio si
degna di onorarmi, non mi permettono sempre di fare secondo i miei
desideri. Innanzitutto vi ringrazio degli opuscoli sui segreti de La
Salette. Leggendoli, ho provato una gran gioia, perché sono stato
edificato dalla vostra pietà e dal vostro zelo, troppo rari ai
nostri tempi, per la gloria di Dio e della Sua S. Madre, come pure
per la salvezza delle anime e il bene della società.
Questa, cammina a gran passi verso una
completa dissoluzione, cadendo nell'abisso in cui la precipitano
i principii di empietà che la governano. Vi benedico, signore,
che adoperate la vostra vita e i talenti che nostro Signore vi ha
dato per combattere questi errori, per diffondere le buone idee
e difendere la giustizia, la verità e la religione. Sì, Voi rendete
un gran servizio alla società, e vi incoraggio a perseverare in
questa santa missione di buon cattolico.
Per quanto riguarda la grande questione
de La Salette, che avete a cuore e per la quale mi richiedete una
testimonianza sulla pastorella della Santa Montagna, per opporla ai
contraddittori delle misteriose importanti rivelazioni della nostra
Divina Madre, e ai diffamatori della virtuosa Melania, vi dirò ciò
che, davanti a Dio e secondo le luci che si degna concedermi, io
penso in proposito.
Le opere del Signore si certificano da
sole: la parola divina ha la sua forza propria, la verità vive della
sua propria vita; ed è là che si trova la sua più solida
testimonianza. Tutti i profeti sono i testimoni di questo fatto: "Per
la fede i santi sconfissero i regni, praticarono la giustizia e
raggiunsero le promesse di redenzione ", ed è per questo che
"secti sunt, lapidati sunt, in occasione gladii mortui sunt"
(Eb 11, 37). Colui dunque che cercasse con prove umane o personali di
convincersi di una parola divina, si esporrebbe molto al rischio di
sbagliare, poiché molto spesso il Signore, nella sua sapienza, si
serve dei cattivi per annunziare agli uomini dei segreti sublimi.
Balaam era un falso profeta, e Dio se ne servì per far sentire
questa bella profezia sulla venuta del Messia: "Una stella
spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele" (Num.
24, 17). Caifa era un perverso; ma poiché in quell'anno era sommo
sacerdote, Dio volle che profetasse la necessità della morte di Gesù
Cristo per la salvezza degli uomini. "Essendo sommo sacerdote in
quell'anno.. profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non
per la nazione soltanto..." e diceva al Sinedrio: "È
meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione
intera" (Gv. 11, 49-52).
Per poter pubblicare in tempo utile
queste divine comunicazioni, Lei si servì di due piccoli ragazzi, di
due ignoranti e semplici pastorelli. Ora, si vorrebbe fondare la
verità di queste celesti manifestazioni sulle qualità morali dei
due testimoni oppure sulla loro attuale condotta? Ma quale cecità! I
calunniatori della buona e virtuosa Melania, prendendo questa
via per apprezzare le celesti verità, ultimamente da voi
riprodotte, non hanno potuto evitare di cadere nell'errore ed
allo stesso tempo di mancare alla carità. Un uomo di buon senso
si sarebbe contentato di mettere in pratica il buon consiglio
contenuto in queste rivelazioni; ed un uomo intelligente che volesse
assicurarsi della loro importanza e del loro carattere, lo farebbe
secondo le regole stabilite per alti controlli, ma sottomettendo
sempre il suo apprezzamento e tutta la questione al giudizio della
Chiesa e specialmente all'autorità infallibile del suo Capo, il
Romano Pontefice. Ma, Dio mio! Quale esame si vuol fare per verità
che sono conformi alla Sacra Scrittura e ai documenti che offre la
storia della Chiesa e che Essa stessa afferma e non cessa di
ricordare? Per provare la necessità di convertirsi e di ritornare
alla penitenza, certificando le grandi e importanti comunicazioni de
La Salette fatte da Melania e per ridare tutto il valore a queste
rivelazioni scosse un po' dalle calunnie vomitate, come Voi mi dite,
contro questa povera figliola, non c'è bisogno di certificato sulla
sua buona condotta. Questo certificato che non vi è permesso di
rilasciare; come pure non lo è per me o per altri, sebbene noi
conosciamo bene ciò che è la pia pastorella, siamo certi che
Dio lo rilascia, poiché Dio "giudica con giustizia... e
rende a ognuno secondo le sue opere " (cfr.: Geremia, S. Paolo,
S. Matteo).
Dio non manca mai, al momento
opportuno, di far risplendere la verità, di difendere l'innocenza
contro ogni diffamazione. Allora i calunniatori saranno nella
confusione, poiché sta scritto: "Salverà i figli dei poveri e
abbatterà l'oppressore " (Sal 71, 4).
Ma per coloro che vogliono apprezzare
con ogni sapienza e sicurezza questo documento che preoccupa il
pubblico, noi abbiamo più di un certificato da presentare. Sono le
circostanze attraverso le quali la SS. Vergine ha condotto Melania
nel nostro paese; là è stata conosciuta da numerose autorità
ecclesiastiche, famose per la grande santità e profonda scienza; fin
dal suo arrivo, che risale presto a cinque anni, essa trovasi sotto
la speciale tutela del venerabile e sapiente vescovo di questa
diocesi, Mons. Petagna. Voi ne avete sentito parlare a Marsiglia,
dove questo santo vescovo è vissuto durante il suo esilio. Non
aggiungerò dunque nulla a quanto vi è stato detto sulle sue virtù
ed i suoi talenti.
Certamente questo grande vescovo non si
prenderebbe una cura tanto paterna di questa cara figliola e non la
proteggerebbe, se fosse ciò che si osa dire... Statene certo che
questo Pastore conosce perfettamente la Pastorella de La
Salette, sia in tutto il suo passato che in tutto il presente. Questo
è sufficiente ad annullare le calunnie, poiché Monsignore non
diminuisce la sua devozione. Ecco qui, secondo me, un certificato
di fatto che vale molto di più di un certificato di parole. Ora, se
i diffamatori e le persone, che si lasciano imbrogliare, non sono
capaci di fare questa semplice riflessione e di comprendere tutto
questo, non ci resta più che pregare per loro.
Così, Signore, non avete bisogno
alcuno di domandare a nessun altro dei certificati di buona ed
esemplare condotta di Melania, che nel suo ritiro prega senza sosta
per i suoi nemici, i nemici di N.S. de La Salette, quelli della
Chiesa e della povera Francia. Tuttavia questi detrattori, le
cui calunnie non possono nuocere né a Melania, che si crede felice
di poter soffrire qualcosa per la verità, né alle divine parole
rivelate su La Salette, che sì certificano da sole, e che le
contraddizioni renderanno sempre più fulgenti, dovrebbero almeno
rispettare le tristezze ed i veri dolori del nostro Sommo
Pontefice, invece di aumentarle con i loro falsi rapporti.
Oh! Ho proprio paura che questi nemici
della verità non finiscano per fare del male a se stessi, dato che
la loro cattiveria raggiunge l'audacia di aggravare così
ingiustamente le angosce dell'immortale ed incomparabile Pio IX.
Preghiamo per la loro conversione, perché altrimenti saranno
costretti a contraddirsi ed a confessare, loro malgrado, per la
gloria di Dio e della verità, che Dio è là: "Qui c'è il dito
di Dio".
Spero, signore che non avrete poi tanto
a preoccuparvi dei vostri contraddittori e dei calunniatori di
Melania: ed allora continuerete ancora meglio ad utilizzare il
vostro zelo, i vostri talenti, la vostra penna valente, a combattere,
come lo fate nel vostro giornale e nei vostri libri, gli infami
principi di irreligione e d'immoralità di questo secolo, ed a
gridare ancor più forte alla società, che come cieca si precipita
in un abisso di perversità, di tornare indietro e di convertirsi
alla buona fede; altrimenti essa non potrà evitare nessuno dei mali
che le sono stati predetti. Pastori e pecore, tutti abbiamo peccato,
e dobbiamo dunque tutti santificarci.
Ecco, signore, le mie idee sul
contenuto delle vostre lettere: ve lo dico in confidenza,
potrete comunicarle a chi meglio vi pare. Io sono estraneo alla
Francia, per conseguenza anche alla vostra lingua, per cui ho cercato
di esprimermi al meglio.
Tuttavia spero che queste parole
saranno sufficienti per tranquillizzare gli spiriti buoni.
Comunque non pubblicate questa lettera se le circostanze non lo
rendano necessario. E su questo me ne riservo il giudizio. (Il 22
febbraio 1872 Mon. Zola ne autorizzava la pubblicazione secondo
una nota del sig. A. Nicolas).
So di poter contare sulla vostra
discrezione.
Vi prego infine di raccomandarmi al
Signore ed ai Sacri Cuori e di gradire...
S. L. ZOLA
Abbate dei Canonici Regolari del Laterano
LETTERA DI MONS.
ZOLA A S. E. MONS. BAILLES
(Già Vescovo di Lugon)
J.M.J.A.J.
29 gennaio 1872
Monsignore,
colui che ha l'onore di scrivervi è il confessore
straordinario della buona Melania, Pastorella de La Salette.
Alcune lettere del Sig. Girard, di cui
S. Ecc. ben conosce la pietà e lo zelo, ci hanno fatto sapere che si
è osato far arrivare la menzogna e le calunnie sulla condotta di
questa povera figliola fino al nostro S. Padre il Papa che, ahimè,
ha già ben altri dolori troppo amari e reali.
Il degno Vescovo di questa diocesi,
Mons. Petagna, che la tiene sotto sua tutela, è stato desolato di
apprendere questa triste notizia, vi scriverà non appena si sarà
ristabilito, per pregarvi di fare tutto quanto la vostra saggezza
riterrà utile per distruggere le calunnie che si diffondono sul
conto di questa cara figliola.
Sua Eccellenza vi prega anche di
parlarne al Sommo Pontefice, perché il suo cuore paterno non ne
abbia a soffrire ulteriormente.
Ma temendo di essere troppo in ritardo
mi ha incaricato di scrivervi prima e di certificarvi da parte sua
che, da quasi ormai cinque anni, Melania trovasi in questa città,
essa non ne è mai uscita; che essa è alloggiata, nutrita e
mantenuta, per quanto le è necessario, dallo stesso Mons. Petagna,
che ha sempre per lei delle cure davvero paterne; che Melania non ha
mai chiesto o fatto chiedere da nessuno denaro, o se qualche volta
essa ha ricevuto dell'acqua della S. Montagna e degli oggetti di
pietà aveva inviato il denaro necessario in anticipo ai Missionari
de La Salette; che la sua condotta, infine, è sempre stata
veramente religiosa ed edificante e che essa è sottomessa in
tutto e per tutto al suo vescovo ed a quanti hanno autorità su di
lei.
Ecco, Monsignore, la verità, in tutta
sincerità. Essa è davanti al Signore tal quale l'ho appena
certificato dalla parte di Mons. Petagna e mia.
Si vede che questa guerra è suscitata
dal demonio, meno contro questa povera cara figliola, che è stata
sempre perseguitata, che contro le celesti rivelazioni de La
Salette, e con lo scopo di distruggerle, o quanto meno sminuirle, per
impedire il bene delle anime e la conversione del mondo, se
fosse possibile.
Sebbene tutti questi sforzi non
riescono a conchiudere un bel niente, poiché contro Dio e la sua
divina parola, non v'è mezzo che possa resistere, tuttavia
penso che sia nostro dovere di togliere il velo della menzogna
che si cerca di gettare sulla verità, e di difenderla contro le
calunnie; pur lasciando il risultato nelle mani di Dio che finirà
col disporre ogni cosa per la sua maggior gloria ed il bene
delle anime. Voglia gradire, Monsignore...
LETTERA DI MONS. PETAGNA A S. E. MONS. BAIILES
(Già Vescovo di Lugon)
J.M.J.
5 marzo 1872
Monsignore,
avendo saputo le calunnie che sono
state diffuse sulla condotta della Pastorella de La Salette e che
queste calunnie sono state riferite a S. Santità Pio IX, ne sono
stato grandemente afflitto.
Poiché la malattia mi ha impedito di
potervene scrivere, ho incaricato il Rev.mo P. Zola, Abate dei
Canonici Regolari del Laterano, suo confessore, di sostituirmi e di
pregarvi di fare tutto il possibile perché la verità trionfi sulla
menzogna.
Oggi non posso che affermare quanto vi
ha scritto il R. Abate Zola, cioè che la pia Pastorella è quanto
mai edificante nella sua condotta; che da circa cinque anni l'ho
sotto la mia tutela, che essa non ha mai lasciato questo luogo, e che
essa non ha mai accumulato soldi, come si vuole sostenere, poiché
sono proprio io che provvedo ad ogni suo bisogno, e che essa non
è disubbidiente ai suoi superiori.
Vi prego, dunque, Monsignore, di far
conoscere la verità al S. Padre, non appena lo riterrete opportuno,
per sollevarlo della pena che gli causano tali calunnie.
Voglia gradire, Monsignore...
LETTERA DI MONS. ZOLA AL SIG. AMEDEO NICOLAS
(Avvocato - Via Senac, 64 a Marsiglia)
Lecce, 5 gennaio 1880
Signore,
sono veramente meravigliato del rumore
che attualmente si fa in Francia, in occasione della pubblicazione
del racconto e del segreto di N.S. de La Salette. Qualche giorno
prima dell'arrivo della vostra lettera, dello scorso 22 dicembre, ho
risposto ad una lettera simile, scritta dal Vicario generale di...
sotto ordine del suo Vescovo, che era sul punto di colpire di censure
canoniche l'opuscolo di Melania e le persone che lo propagavano nella
sua diocesi.
Da parte mia non so come rendermi conto
di tale opposizione suscitata in Francia dal clero ed anche da
alcuni vescovi, per uno scritto che era già di dominio pubblico. Mi
riferisco al Segreto; poiché voi non ignorate, Signore, che nel 1873
il Rev. Sac. Bliard aveva pubblicato a Napoli il medesimo Segreto
(anche se con qualche piccola reticenza) seguito da una serie di
lettere sullo stesso soggetto. Il detto opuscolo fu pubblicato col
permesso e l'Imprimatur della curia di Sua Emin. il Cardinale Sisto
Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli, la cui santità e saggezza sono
conosciute anche in Francia.
Il detto Segreto, nel 1851, fu
presentato, nella sua redazione originale, al Sommo Pontefice
Pio IX, di santa memoria, ed a diversi vescovi e cardinali; ed
ultimamente è stato sottoposto ad una rispettabilissima e degna
persona di grande autorità (e che non è proprio il caso che qui ve
la nomini), e a quanto io so molto bene, non è stato affatto né
biasimato, né censurato.
Dopo tutto questo, non avrei rifiutato
che a torto all'editore il permesso di stamparlo, il quale mi
chiedeva di pubblicare lo stesso Segreto nel 1879. L'editore ne aveva
diritto; ed anch'io, cioè la mia curia episcopale, in
un'occasione come questa, doveva conformarsi alle regole e alle
prescrizioni date dalla Chiesa; infatti secondo la consuetudine di
Pio IV, "Dominici gregis", il vescovo non si può opporre
che alla pubblicazione di quei libri che "o sono eretici o sono
sospettati di esserlo, o nuociono certamente ai costumi, o alla
pietà".
Ora, nello scritto di Melania, voi non
potete rimproverarvi nulla. Ma sarete piuttosto convinto che è
destinato, e che è in grado, di fare del bene, di scuotere i cuori
induriti, di riportare i cattivi sulla buona strada, e di
rassodare la fede nelle anime tiepide e vacillanti, al suono dei
terribili castighi di cui Dio vendicatore minaccia la nostra società
prevaricatrice.
Se ne vorrebbe fare forse una questione
di prudenza e di opportunismo? Ma questa questione, che poteva
ben essere posta allorché si trattava di pubblicare il segreto
per la prima volta, non ha motivo di esistere, dato che il
medesimo segreto è già, da tanto tempo, di dominio pubblico, senza
che né la S. Sede, né i Vescovi, l'abbiano minimamente
riprovato o incriminato. E si sarebbe voluto farne davvero una novità
indirizzandosi al Sommo Pontefice, prima che la mia curia potesse
rilasciare il permesso di stampa, mentre questo libro, facendo la sua
prima comparsa in pubblico lo fece molti anni prima, con
l'approvazione della curia di un Principe della Chiesa, il Cardinale
Riario Sforza.
In appoggio a queste ragioni, che da
sole sarebbero state sufficienti per giustificare il comportamento
della mia curia episcopale, mi pregio aggiungere qualche osservazione
di carattere personale.
Conosco molto bene la pia Pastorella de
La Salette che è stata affidata alle mie cure spirituali dal
1868, allorché ero Abate dei Canonici Regolari del Laterano, a S.
Maria di Piedigrotta a Napoli.
Da quell'epoca, ho avuto occasione di
parlare e di trattare di Melania e del suo Segreto con prelati e
cardinali i quali, nella Chiesa, erano grandemente venerati per
le loro virtù e prudenza nel governo del loro gregge, quanto
per la loro saggezza nel discernimento degli spiriti. Ebbene, vi
posso assicurare sulla mia coscienza, che il giudizio di Pastori così
rispettabili è stato sempre favorevolissimo alla buona Pastorella.
Ometto i nomi di diversi e vi cito solamente qualche nome che voi
certamente conoscete, cioè: il cardinale Sisto Riario Sforza,
arcivescovo di Napoli, il cardinale Guidi, Mons. Francesco
Saverio Petagna, vescovo di Castellammare di Stabia, Mons. Mariano
Ricciardi arcivescovo di Sorrento.
La grave testimonianza di questi
illustri prelati mi ha sempre confermato nei miei sentimenti di
stima verso Melania, di cui io ammiravo già sia le virtù che il suo
giudizio maturo e riflesso, che non si riscontra se non raramente
nelle donne. Inoltre, avendo tra le mani il manoscritto del segreto,
da molto tempo, sono testimone del compimento delle predizioni che
conteneva; e lo posso attestare adesso davanti a Dio.
Dunque, io sono convinto
dell'autenticità della rivelazione, (pure aspettando l'infallibile
oracolo del Vicario di Gesù Cristo, al quale sottometto
pienamente il mio giudizio), a causa delle virtù della fortunata
Pastorella, del sentimento concorde di diversi vescovi, e soprattutto
a causa del compimento delle predizioni.
Essendo così persuaso, io avrei dovuto
lottare contro la mia coscienza per oppormi alla pubblicazione
del segreto; mentre la SS.ma Vergine manifestava a Melania la
sua volontà, e dichiarava che l'avrebbe potuto pubblicare nel 1858,
io non potevo dire: "Ti proibisco di pubblicarlo ".
Ma, nel segreto si parla
dell'abominazione che è penetrata perfino nel luogo santo...
Ahimè! Signore, trattasi di verità spaventose e molto tristi. Ma il
popolo, disgraziatamente, non l'ignora. Esso è testimone,
diverse volte, delle piaghe che affliggono e desolano la Chiesa; gli
scandali e i disordini delle persone consacrate a Dio non essendo
nascosti ai suoi occhi. Oh! come brucerei molto volentieri tutte le
pagine del segreto, se con esse potessi coprire, con un
impenetrabile e spesso velo, tutti gli smarrimenti dei Ministri
di Dio che armano il suo braccio con le folgori della sua collera, e
mettendo nelle mani dei radicali i coltelli del massacro!
Non posso finire questa lettera senza
dirvi ancora una parola a proposito della virtuosa Melania;
questa anima privilegiata che in Francia si disprezza, e che si
accusa di invenzione, di stravaganza e di follia. Questi signori che
hanno l'abitudine di giudicare tutto e di biasimare tutto con
leggerezza, conoscono molto poco ciò che la concerne. Ora, come fu
onorata, sulla Montagna, dalla Madre di Dio, così è stata onorata
dal Vicario di Gesù Cristo, Leone XIII che, ben lungi dal
disprezzarla o condannarla, l'ha voluta ascoltare personalmente
l'anno scorso, accordandole un'udienza privata.
In quella occasione, essa dimorò a
Roma per cinque mesi, nel convento delle Salesiane (la
Visitazione), ed è in questo periodo che essa è stata meglio
conosciuta e più stimata, soprattutto da queste buone religiose
che l'hanno circondata, e che sono state edificate dalle sue virtù e
dalla sua saggezza. Ne ho avuto degli attestati molto sicuri da
persone di grande autorità, trovandomi a Roma lo scorso settembre.
Queste informazioni, credo, saranno
sufficienti per rispondere alla vostra domanda; se lo ritenete
opportuno, potete farle conoscere a Sua Ecc. il Vescovo di Marsiglia,
ma non ad altri, né pubblicarli a nome mio.
Gradite, signore, l'assicurazione della mia
considerazione ben distinta, con la quale ho l'onore di essere
Vostro umil.mo servo Salvatore Luigi,
vesc. di Lecce
MONS. ZOLA, VESCOVO DI LECCE AL SIG. AMEDEO NICOLAS
(Avvocato a Marsiglia)
Vescovado di Lecce
Lecce 27 maggio 1880
Carissimo Sig. Avvocato,
ho ricevuto la vostra buona lettera del
21 c., che mi ha fatto molto piacere per tutte le informazioni che mi
date; ero già al corrente di quanto è capitato a... a proposito de
La Salette, e dell'articolo veramente empio che sembra scritto
dalla mano del diavolo.
Mi felicito per lo zelo nella difesa e
nella diffusione, per fare ben capire il Segreto de La Salette.
Continuate a lavorare per la gloria di
Dio e della Divina Maria; le anime pie saranno edificate dal vostro
buon libro, i nemici de La Salette saranno confusi; vi benedico
assieme a tutti i vostri pii lavori. Vi seguirò con le mie
preghiere.
Poiché il conflitto ha reso di dominio
pubblico e religioso tutto quello che riguarda il Segreto de La
Salette, non ho ormai più motivo di oppormi al desiderio che mi
manifestate di pubblicare la mia lettera del 5 gennaio; se pensate
che la sua lettura possa produrre qualche frutto, fatene quel che
meglio vi pare davanti a Dio e davanti agli uomini.
Infine, vi ringrazio per tutto quello
che fate a favore della Settimana Religiosa di... e di me; spero che
le vostre pratiche molto zelanti siano coronate da un successo assai
favorevole. Nostra Signora de La Salette, che ha iniziato la sua
opera, la compirà.
Mi raccomando alle vostre preghiere,
perché ne ho molto bisogno, e vi prego di gradire la nuova
assicurazione della mia rispettosa e distinta stima.
Vostro umil.mo servitore
Salvatore Luigi, vesc. di Lecce
MONS. ZOLA,
VESCOVO DI LECCE
AL PADRE GIOVANNI KUNZLÉ
Direttore Generale dei Preti Adoratori
della Svizzera, Germania e Austria Ungheria, a Feldkirch - Austria
Traduzione dall'italiano del Rev. Sac.
Roubaud (St. Tropez - Var)
Vescovado di Lecce
Lecce, 5 marzo 1896
Re.mo Signor Direttore,
essendosi un po' calmate le mie
sofferenze fisiche, rispondo alle vostre due lettere relative al
Segreto de La Salette, contro il quale si direbbe che satana, il
perfido, vuol rinnovare i suoi attacchi con una violenza ancor più
grande, visto che sa bene "che gli resta poco tempo" (Ap
12, 12). La mia intenzione non è di farvi una dimostrazione e
nemmeno un'esposizione del Segreto della Pastorella de La Salette che
ce l'ha trasmesso.
Questo compito, l'ho considerato come
un obbligo di coscienza al quale ho ottemperato durante questi ultimi
sedici anni. Queste dimostrazioni e difese si trovano in diverse
lettere che io ho scritto a varie persone in Francia, lettere che in
gran parte sono state date alla pubblicità, spesso senza il mio
consenso o un previo permesso. Confesso però che tutte queste
lettere sono state fedelmente pubblicate ed in questo momento non
ritratterei nessuna parola che ho scritto su questo soggetto in
epoche diverse. Mi limiterò dunque oggi ad affermare i fatti come si
sono svolti in realtà, lasciandovi la cura di trovare in questa
lettera le risposte alle vostre domande e di attingervi i motivi per
la tranquillità della vostra coscienza.
Nel 1868 Mons. Petagna, di felice e
compianta memoria, allora santo e saggio vescovo di Castellammare di
Stabia, affidava alla mia direzione spirituale Melania Calvat, oggi
Suor Maria della Croce, che in quel periodo abitava in questa città,
ed aveva per compagna una religiosa della Compassione di Marsiglia.
Sia l'una che l'altra erano sotto a1 tutela di questo santo vescovo.
Sono stato incaricato della direzione di Melania fino al
febbraio del 1876, epoca nella quale piacque al Signore di chiamarmi,
malgrado la mia grande indegnità (lo dico davanti a Dio) al
seggio episcopale di Ugento, da dove, dopo quattro anni, fui
trasferito a quello di Lecce.
Durante tutto il tempo che sono stato
incaricato della direzione di Melania, posso affermare, sotto la fede
del giuramento, di essere stato sempre edificato dalla condotta
virtuosa ed esemplare di questa buona figliola, come lo era
stato Mons. Petagna stesso ed altri degnissimi prelati, che avevano
avuto l'occasione di parlare con lei. Essa non ha mai dato la minima
occasione di poterla considerare come un'illusa, un'orgogliosa,
un'interessata, o peggio ancora! come hanno detto o scritto i suoi
avversari o piuttosto gli avversari de La Salette in Francia.
Fu nel 1869 (credo nel mese di maggio),
che Melania stessa mi diede una copia del Segreto che la Santa
Vergine le aveva confidato. Ne avevo saputo qualcosa dalla sua
compagna passionista. Questo Segreto, sebbene comunicato diversi anni
prima da Melania al suo confessore in Francia, era fino allora
rimasto segreto e sconosciuto a tutti. Ma dopo che lei me lo diede e
che lei ne aveva dato alcuni stralci al Sac. Bliard, per mezzo di
questo sacerdote fu svelato in Francia, ed in un certo modo
conosciuto a Roma, poiché il Rev. Bliard ne mandò una copia
manoscritta al Rev.mo P. Semenenki, Consultore della Congreg.
dell'Indice e Direttore del Seminario polacco, come pure ad
altri dignitari.
Ma nel 1872, per la prima volta fu
pubblicato a cura del Sig. Girard di Grenoble, redattore del
giornale "La Terre Sainte". Poi nel 1873 con l'approvazione
arcivescovile di Napoli, fu pubblicato in questa città ed
accompagnato da una sapiente lettera esplicativa del Sac. Bliard
sull'argomento; infine nel 1879, fu pubblicato ancora a Lecce con
approvazione del mio Vicario Generale che, in questo opuscolo di
Melania, non trovò nulla contro la fede ed i buoni costumi.
Ma prima di passare ad altro, debbo
dirvi che tutti i prelati ed altri dignitari ecclesiastici di mia
conoscenza che hanno conosciuto il segreto, tutti senza eccezione,
hanno dato un giudizio pienamente favorevole al detto Segreto, sia
per quanto riguarda la sua autenticità, sia dal punto di vista
della sua origine divina, vagliato con le Sacre Scritture, ciò che
conferisce al Segreto un carattere di verità da cui ormai non può
più separarsi. Tra questi prelati mi sia concesso di nominare il
Cardinale Consolini; il Cardinale Guidi; il Cardinale Riario Sforza,
Arcivescovo di Napoli; Mons. Ricciardi, Arcivescovo di Sorrento;
Mons. Petagna, Vescovo di Castellammare; ed altri illustri Prelati il
cui nome in questo momento non mi viene alla memoria.
La guerra e l'opposizione al Segreto
come alla sua verità ebbero inizio non appena fu dato in pasto alla
pubblicità; si rigettava soprattutto la prima parte relativa ai
rimproveri diretti al clero. Per prima questa guerra fu circoscritta;
appena l'opuscolo fu stampato a Lecce con l'approvazione della mia
curia, la guerra divenne accanita e senza tregua poiché essa veniva
sostenuta da diversi vescovi di Francia.
In quella occasione ebbi non poche noie
e contrarietà da subire, e fui obbligato a rispondere a diverse
lettere che mi arrivavano dalla Francia e d'altrove, per difendere il
Segreto, la buona Melania, come pure l'approvazione che avevo
dato all'opuscolo.
Il pretesto di questa guerra fu
sempre lo stesso: "Se la veracità del Segreto viene accettata -
si diceva - si copre di un discredito il clero, già tanto
perseguitato dai settari, e questo la Santa Vergine non può
volerlo".
Nel frattempo si preme con forza presso
la S. Sede, per fare mettere all'Indice l'opuscolo di Melania.
Diversi hanno detto che in questa circostanza diversi cardinali
si siano riuniti per emettere un giudizio in questione: per quanto
riguarda questo fatto, l'ignoro assolutamente; ma posso testimoniare
con certezza, ed anche ufficialmente, che tutti gli sforzi per
ottenere la proibizione formale dell'opuscolo furono vani.
Solo verso la fine, per calmare un
tantino i prelati francesi, che continuavano a fare la guerra al
Segreto, il Cardinal Caterini, segretario del Sant'Ufficio,
scrisse una lettera nella quale diceva che la Santa Sede aveva visto
con dispiacere la pubblicazione del Segreto (facendo soprattutto
allusione alla parte concernente il clero) e non riteneva opportuno
di lasciarlo nelle mani dei fedeli.
Questa lettera diceva di ritirare, per
quanto possibile, tali esemplari dalle mani dei fedeli.
Ecco tutto quanto si poté ottenere da
Roma.
Ma i giornali, bugiardi come sempre,
pubblicarono che il Sant'Ufficio aveva appena lanciato una
proibizione assoluta contro l'opuscolo, e da ciò sorse subito nelle
anime deboli un dubbio che verteva sulla realtà medesima
dell'apparizione di Nostra Signora de La Salette.
In realtà, l'opuscolo di Melania non è
stato mai messo all'Indice: si manifestò soltanto il desiderio di
non vederlo nelle mani dei fedeli, precisamente a causa della parte
che concerne il clero; ma in quella lettera non vi fu una sola parola
che potesse infirmare l'autenticità del Segreto stesso, né il
valore delle profezie che conteneva (Vedi "NOTA" a fondo
libro).
Considerando allora come finita la
missione che era piaciuto a Dio di affidarmi, cioè: di testimoniare
e difendere la veracità, l'autenticità e la divinità del celeste
messaggio, fino ad oggi, non ho voluto rispondere alle lettere che mi
arrivavano specialmente dalla Francia e che mi interrogavano sia
sul Segreto che sulle opere alle quali fa allusione, in particolare
sulla fondazione dell'Ordine degli Apostoli degli ultimi tempi, come
pure sulle regole date dalla Regina del Cielo a Melania, alla fine
del Segreto.
Questo silenzio che ho rigorosamente
mantenuto ha potuto far credere a diversi che la mia opinione e
il mio giudizio sull'autenticità e sul valore intrinseco del Segreto
fossero cambiati, e che in fondo finivo col ritrattare tutto ciò che
avevo detto e scritto in suo favore. Niente di tutto questo.
Ed è appunto per annientare queste
supposizioni che mi sono deciso a rompere il silenzio e a scrivervi
questa lettera. In questo modo ogni malinteso, ed ogni falsa
supposizione cadranno da soli facendo posto alla verità. Il mio
giudizio, davanti al Signore, sull'opuscolo, sul Segreto e su tutto
il resto è lo stesso di prima. Anzi, è ancora più fermo, visto
che, da allora, diverse predizioni che vi erano contenute si sono
avverate.
Promosso all'episcopato, mi diventava
impossibile di continuare ad essere direttore di Melania.
L'impossibilità divenne ancora più grande allorché essa lasciò la
sua residenza di Castellammare per andare ad assistere in Francia la
sua vecchia madre. Vi rimase fino agli ultimi suoi due anni. Allora
ritornò per restare in Italia, ma le nostre relazioni da quell'epoca
sono state per così dire del tutto eliminate. Tuttavia, posso
affermare con tutta sincerità che essa conduce una vita interamente
solitaria ed edificante...
Vi ho appena esposto tutto ciò che
riguarda La Salette. Potete, come vi ho già detto, trarne con ogni
sicurezza le risposte per le vostre domande e sottoporre il
tutto con fiducia al giudizio pieno di saggezza dei vostri superiori.
Però io non scriverò loro direttamente anche se me ne esprimete il
desiderio, visto che, lo debbo dire, non ho più intenzione di
entrare in polemica su questo argomento. Entrerò nel mio silenzio,
in attesa che gli avvenimenti parlino da soli, come del resto hanno
iniziato a parlare con eloquenza, con l'avveramento di una parte
delle profezie contenute nel Segreto, oggetto di tante
discordie. Vi sarò però riconoscente se vorrete tenermi al
corrente dell'effetto che questa lettera produrrà, qualunque esso
sia.
Se a questo proposito desiderate degli
schiarimenti più precisi, potete procurarvi un interessante
opuscolo: "Il gran colpo con la sua data probabile"
pubblicato di recente dal parroco di Diou (Allier), il Rev. Combe.
Alla fine di questo opuscolo troverete
diversi brani di alcune mie lettere inviate ad un parroco francese
nel 1880. Sono state fedelmente riprodotte e, per quello che riguarda
La Salette, sono esatte.
Come prova di una autenticità più
grande pongo qui a fianco il mio sigillo.
Vostro umilissimo servitore in Gesù t
Salvatore Luigi Vescovo di Lecce
Posto del sigillo
STORIA DELLA LETTERA DEL CARD. CATERINI
L'opuscolo di Melania era stato
stampato a Lecce con 1'Imprimatur dell'Ordinario di Lecce, in data 15
novembre 1879.
Nel 1880, Mons. Cortet Vescovo di
Troyes col pretesto che questa pubblicazione "causava disordine
in Francia", ne richiese la messa all'Indice. Rinviato al
Sant'Ufficio, tutti gli sforzi che fece per far condannare
l'opuscolo, furono vani. Fu allora che minacciò il Card. Caterini,
segretario del Sant'Ufficio, di ritirare il denaro di San Pietro, "se
non si fosse fatto qualche cosa in suo favore ". Il Card.
Caterini allora mandò a Mons. Cortet una lettera di cui ecco il
testo tradotto dal latino tal quale è stato pubblicato dall'
"Amico del Clero" del 26 agosto 1897:
Traduzione letterale
Reverendissimo Padre,
la vostra lettera dello scorso 23
luglio relativa alla divulgazione dell'opuscolo intitolato
"L'apparizione della SS. Vergine sulla montagna de La Salette ",
è stato rimesso agli eminentissimi Padri che assieme a me
Inquisitori abbiamo pensato bene di rispondere alla Paternità
vostra, che non ha fatto piacere alla Santa Sede, che il detto
opuscolo sia stato reso pubblico, e che per conseguenza è loro
volontà che, dove è stato diffuso, gli esemplari ne siano per
quanto possibile ritirati dalle mani dei fedeli
.............................
Roma, 8 agosto 1880
P. Card. Caterini
Si è notato che il testo diffuso
dall’"Amico del Clero" finisce con dei puntini di
sospensione. Secondo la testimonianza del Sac. Roubaud di
Saint-Tropez (Var), ciò significa che alla ricezione della lettera
del Card. Caterini, Mons. Cortet rimase deluso. Poiché dopo aver
detto di ritirare dalle mani dei fedeli l'opuscolo di Melania, se,
come afferma il Vescovo, "il Segreto causa confusione in
Francia", il Cardinale aggiungeva. "ma lasciatelo
nelle mani del Clero perché ne approfitti". (Nota del Sec.
Roubaud, nella sua traduzione della lettera di Mons. Zola al R.P.
Kunzlé).
Non osando pubblicare questa lettera,
il Vescovo di Troyes la mandò al Vescovo di Nimes, Mons.
Besson, che nella sua "Settimana Religiosa" del 5
settembre 1880 pubblicò il seguente comunicato:
Mons. il Vescovo di Nimes, come hanno
fatto diversi suoi colleghi, ha denunziato alla S. Congregazione
dell'Inquisizione un opuscolo pubblicato di recente dal titolo:
"L'apparizione della SS. Vergine sulla montagna de La Salette",
il quale conterrebbe il Segreto di Melania. La S Congregazione
dell'Inquisizione ha espresso il suo giudizio su questo opuscolo
in una lettera indirizzata a Mons. Vescovo di Troyes, dal Card.
Caterini, Prefetto della detta Congregazione. L'importanza di questa
decisione ci obbliga a farla conoscere senza ritardo:
Reverendissimo Signore,
La Sacra Congregazione
dell'Inquisizione ha ricevuto dalla Congregazione dell'Indice le
lettere di vostra Eccellenza relative all'opuscolo intitolato:
"L'apparizione della SS. Vergine sulla montagna de La Salette".
Gli Eminentissimi Cardinali assieme a me Inquisitori Generali della
Fede, giudicano degno dei più grandi elogi lo zelo che avete
esplicato nel denunziare loro questo opuscolo. Desiderano che
sappiate che la Santa Sede ha visto col più grande dispiacere la
pubblicazione che ne è stata fatta, e che la sua espressa volontà è
che gli esemplari già diffusi tra i fedeli siano ritirati dalle loro
mani dove la cosa è possibile ...............................
Roma, 14 agosto
P. Card. Caterini
La libertà che Mons. Besson si è
presa nel mutilare la lettera Caterini, per aggravarne la
portata, si può riscontrare dalle sottolineature.
La seguente lettera di Melania al Sac.
Roubaud riporta la lettera Caterini alla sua giusta portata.
Castellammare, 25 ottobre 1880
Reverendissimo Padre,
non vi preoccupate di tutto ciò che fa
il demonio per mezzo degli uomini; il Signore lo permette per
assodare la fede dei veri credenti. I Personaggi ai quali mi sono
rivolta a Roma appartengono, uno alla Congregazione dell'Indice
e l'altro a quello del Sant'Ufficio, oppure dell'Inquisizione, che è
lo stesso. Sia l'uno che l'altro ignoravano la lettera del Cardinale
Caterini. É questo che ha fatto loro dire che si tratta di un
partito che agisce indipendentemente dal Papa come pure dalle
Congregazioni dell'Indice e dell'Inquisizione.
I due personaggi di cui parla Melania
erano due Cardinali di cui uno il Cardinal Ferrieri. Mons. Pennachi,
Consultore dell'Indice, interrogato da Melania, le scrisse le stesse
dichiarazioni avute dai due Cardinali.
Da questa lettera di Melania si deduce
che il Cardinal Caterini si era permesso, con una lettera privata,
impegnare falsamente i suoi colleghi del Sant'Ufficio e perfino la
Santa Sede; per questo il segretario del Cardinale, che ne era
stato il redattore, presentò le sue scuse a mons. Zola, aggiungendo
che gli era stata forzata la mano.
AUTENTICITA’
L'autenticità del racconto
dell'Apparizione di N. S. de La Salette, tal quale è stato scritto
dalla sola Melania e da essa pubblicato dopo il 1858, secondo la data
che le aveva fissato la SS.ma Vergine, prima in brani, ed infine in
tutta la sua integrità nel 1879 con l'Imprimatur dell'Ordinario di
Lecce, ci viene garantita da testimonianze fuori classe che il
Vescovo di Lecce, Mons. Luigi Zola, ha reso in modo solenne alla
Messaggera di Maria nelle lettere sopra citate ed in particolare in
quella del 24 maggio 1880 al rev. Roubaud ed in quella del 5 marzo
1896 al R.P. Kunzlé.
Il testo di questo racconto tal quale
si trova nella testata di questo opuscolo non è che la riproduzione
esatta, parola per parola, del testo del 1879 tal quale fu ristampato
a Lione da Melania "con i suoi stessi clichés" nel corso
del 1904, cioè pochi mesi prima del suo felice trapasso nella
cittadina di Altamura (Italia), nella notte tra il 14 ed il 15
dicembre 1904.
È questo stesso testo che Melania,
nello stesso anno della sua morte volle ancora una volta
autenticare con queste due ultime dichiarazioni di veridicità:
LETTERA DI MELANIA AL SIG. DE LA RIVE
16 ottobre 1904
Veneratissimo Signor de la Rive,
Vi sono molto riconoscente per il fatto
che, in questi tempi di fede morta, avete osato pubblicare il
Segreto nella Francia cristiana, tal quale io l'avevo pubblicato
nel 1879, con 1'Imprimatur di mons. Zola, Vescovo di Lecce (Italia) e
che quest'anno ho fatto ristampare a Lione, prima di lasciare la
Francia.
Protesto altamente contro ogni altro
testo che si oserebbe pubblicare dopo la mia morte.
Protesto ancora:
1 - Contro tutte le falsissime dicerie
di tutti coloro che hanno osato dire e scrivere che io ho ricamato
sul segreto;
2 - Contro coloro che affermano che la
Regina della Sapienza non avrebbe detto di far conoscere il Segreto a
tutto il suo popolo.
Melania Calvat
Pastorella de La Salette
MELANIA AL REV.
ENRICO RIGAUX
Parroco di Argoeuves (Sonnes)
(Estratto di una lettera del 16/5/1904)
Ora trovandomi nella vecchiaia, e per
grazia di Dio godendo della mia intera libertà di coscienza,
certifico davanti alla Maestà dell'Altissimo, che il Segreto
stampato a Lecce con l'Imprimatur di Mons. Zola nel 1879 è tale
quale l'ho ricevuto dalla nostra dolce Madre Maria e tale quale l'ho
dato nel 1878 ed una seconda volta nel 1879 a S.S. Leone XIII.
Debbo anche dire che il segreto è
stato approvato da S. Em. il Cardinal Sisto Riario Sforza,
Arcivescovo di Napoli, da Mons Mariano Ricciardf, Arcivescovo di
Sorrento, da S. mEm . il Card. Guidi, da Mons. Consolini, poi da Mons
Petagna, vescovo di Castellammare di Stabia, che è stato la mia
provvidenza durante diciasette anni, cioé fino alla sua santa morte.
Tra i Principi della Chiesa che
approvarono il Segreto ho dimenticato S. Em. Il Cardinal
Ferrieri che pongo al secondo posto. Ciò significa che trattasi
di tre Cardinali di Santa Romana Chiesa, tutti dottissimi e
soprattutto molto santi.
IL SEGRETO DI MELANIA È STATO CENSURATO DA ROMA?
Nel bollettino della diocesi di Reims
del 25 maggio 1912, il Card. Frezet dichiarava quanto segue:
"...Dicevamo infatti... che la
struttura di grossolanità e di stupidaggini pubblicate col
titolo di Segreto de La Salette ecc... o di Segreto di Melania
ecc... era stato messo all'Indice il 7 giugno 1901 e il 12 aprile
1907".
Sapendo che queste affermazioni erano
erronee, il Marchese de la Vauzelle, scrisse il 6 novembre 1912 a S.
Em. il Card. Lugon, Arcivescovo di Reims. Con la lettera del 27
novembre 1912, Sua Eminenza gli rispose: "...Gli articoli del
Bollettino riportano bene il mio pensiero". Ed il Cardinale
aggiungeva che trasmetteva al R.P. Lepidi, Maestro del Sacro Palazzo,
membro del Sant'Ufficio e dell'Indice, le tre domande poste dal
Marchese de la Vauzelle, per sapere se le messe all'Indice di cui il
Bollettino di Reims riportavano le date, colpivano l'opuscolo di
Melania o solo che lo citavano o lo commentavano. Sua Eminenza
inoltre aggiungeva: "Non appena avrò la risposta del P. Lepidi,
se si degna rispondermi, ve la farò pervenire".
Il 19 dicembre 1912, il Card. Luzon
scrisse al Marchese della Vauzelle:
Signor Marchese,
ecco la risposta che ricevo dal R P.
Lepidi alle tre domande poste nelle vostre lettere del 6 e 25
novembre e dei 13 dicembre:
"Ecco quanto mi è stato possibile
raccogliere da informazioni serie sull'affare del Segreto de la
Salette in rapporto alle Congregazioni Romane, Indice e Sant'Uffìcio.
Il segreto de La Salette non è mai
stato condannato in modo diretto e formale dalle Sacre
Congregazioni di Roma.
Due libri del Rev. Gilberto Giuseppe
Emilio Combe sono stati condannati dall'Indice: l'uno nel 1901:
‘lI gran colpo con la sua data probabile’, studio sul
Segreto de La Salette, con l'aggiunta della brossura di Melania ed
altri documenti di giustificazione, l'altro libro nel 1907: 'Il
segreto di Melania e la crisi attuale'. Queste condanne riguardano
direttamente e formalmente i due libri scritti dal Sac Combe e per
nulla il segreto.
Prego V. E. di voler gradire ecc...
Vaticano, 16 dicembre 1912
Alberto Lepidi O.P.
Trasmettendovi questa risposta, vi
prego, Sig. Marchese, di gradire l'espressione dei miei sentimenti
rispettosi.
L. J. Card. Lugon,
Arciv di Reims"
Nel numero del 31 dicembre 1915 degli
'Acta Apostolicae Sedis' comparve, come rilasciato dal Sant'Ufficio
in data 21 dicembre 1915, un "Decreto" che non portava la
fuma di nessuno dei Cardinali dignitari o membri della detta
Sacra Congregazione, ma soltanto quella del suo notaio Luigi
Castellano, ed inoltre, senza menzione della data, né del voto del
"Decreto" della riunione della Congregazione del Santo
Ufficio, né della sua presentazione per l'approvazione al Papa
Benedetto XV.
Ora, è vero che questo "Decreto"
proibisce "di trattare e discutere la questione del Segreto de
La Salette". Ma non commina assolutamente nessuna censura,
né sull'opuscolo di Melania, né sul Segreto in particolare, né
proibisce di possederlo, di leggerlo e di diffonderlo.
Questo "Decreto" lascia
dunque i cattolici in godimento delle altre autorizzazioni elargite
all'opuscolo di Melania dall'Imprimatur prima del Cardinal Riario
Sforza, Arcivescovo di Napoli, poi da Mons. Zola, Vescovo di Lecce;
senza voler contare le approvazioni dei Cardinali Ferrieri e
Guidi, ed anche del Papa Leone XIII il quale, non soltanto gradì
per due volte l'opuscolo di Melania offerto a lui dall'autore ma
inoltre incaricò il Sig. Amedeo Nicolas, Avvocato di Marsiglia, "di
redigere una brossura esplicativa dell'intero Segreto perché il
pubblico lo possa capire meglio".
QUESTE PAGINE SONO STATE SCRITTE PER LA PURA VERITÀ
IMPRIMATUR
Sc. Alb.: Lepidi O.P.S.P. Ap. Mag. "Ces
pages ont été écrites pour la pure véritè"
Roma, il 6 giugno 1922
NOTA
La lettera del Card. Catenni era
indirizzata al Vescovo di Troyes che, essendosi anticipatamente
rivolto all'Indice, era stato inviato all'Inquisizione, e aveva
minacciato Roma di ritirare il denaro di San Pietro se non si fosse
fatto qualcosa in suo favore.
Alla ricezione della lettera del Card.
Caterini, il Vescovo di Troyes rimase sconvolto, poiché dopo aver
detto di ritirare l'opuscolo dalle mani dei fedeli se, come diceva il
Vescovo, il Segreto causava confusione in Francia, il Cardinale
aggiungeva: "... ma lasciatelo nelle mani del Clero perché ne
approfitti".
Questa riga, da sola, provava la
divinità del Segreto; poiché non si lascia, anche a fin di bene,
nelle mani di sacerdoti un opuscolo che sarebbe invece nient'altro
che un libello.
11 Vescovo di Troyes, non osando
pubblicare questa lettera, la manda al Vescovo di Nimes. Questi
(Mons. Besson) non si scompone per così poco: sopprime la riga,
la sostituisce con i puntini di sospensione e per primo pubblica il
documento, che non era indirizzato a lui, sulla "Settimana
Religiosa" di Nimes con l'ingegnosa sospensione.
Notiamo ancora che la lettera del Card.
Caterini non riportava affatto la data della riunione del
Sant'Ufficio, ciò che sarebbe stato di rigore per un atto ufficiale;
si trattava infatti di una lettera privata di un sottosegretario,
firmata dal Cardinale. Il sottosegretario, anzi, se ne scusò con
Mons. Zola, dicendogli che gli avevano forzato la mano.
(Nota dei traduttore Sac. Roubaud)
LA SALETTE E IL NOSTRO TEMPO
Sembra che da qualche fessura sia
entrato il fumo di satana nel tempio di Dio... C'è il dubbio,
l'incertezza, la problematica, l'inquietudine, l'insoddisfazione,
il confronto. Non ci si fida più della Chiesa... È entrato il
dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece
dovevano essere aperte alla luce... Si credeva che dopo il
Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della
Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di
buio, di ricerca, di incertezza...`
Bisogna ammettere realisticamente e con
profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran parte
si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi. Si
sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e
da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie in campo
dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è
manomessa anche la liturgia; immersi... nel permissivismo, i
cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo... da un
cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale
oggettiva...'
Opinioni sconsolate di qualche
inguaribile pessimista? Parole scentrate di qualcuno che non conosce
la situazione della Chiesa nel nostro tempo? No, sono parole di
due Papi. La prima denuncia è di Paolo VI, che ha segnalato non solo
un pericolo proveniente dall' esterno: "il fumo di satana che è
entrato nella Chiesa", ma anche un'insidiosa minaccia
proveniente dall'interno: è stato Paolo VI a parlare di
"autodistruzione della Chiesa". E la seconda denuncia è di
Giovanni Paolo II.
Altre voci, sia pur meno autorevoli,
hanno fotografato la situazione drammatica in cui si trova oggi
la Chiesa, anche e soprattutto a causa dei suoi Pastori,
latitanti o complici con i "demolitori" di professione, ma
anche queste voci sono rimaste e continuano ad essere
ostinatamente inascoltate.
Nasce spontanea una domanda: le lacrime
e gli avvertimenti della Madonna apparsa a La Salette non
valgono anche per la Chiesa di oggi? La situazione della Chiesa nel
nostro tempo è forse meno grave di allora?
Per me la risposta è scontata. Dunque
.....
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