In
quei giorni, gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar
Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò
il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci
avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto?
Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo
cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti».
Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Parola di Dio
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti».
Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Parola di Dio
Riflessione
Gli
Israeliti iniziano a essere stanchi di questo cammino nel deserto, ed
ecco l'ennesima mormorazione contro Dio e contro Mosè. Sono
affaticati e stanchi di dover mangiare sempre la stessa minestra che
chiamano: “cibo così leggero” e che è la manna, ma loro ne sono
nauseati; vogliono gustare altro, vogliono di più e non hanno più
intenzione di soffrire, non solo... ma disprezzano le benedizioni di
cui il Signore li colma: “Non abbiamo né pane né acqua... che
libertà è mai questa? Non si stava meglio prima?”. Quindi... ingordi e ingrati!!! La punizione giustamente arriva, e Mosè
deve intercedere un'altra volta per il suo popolo. Anche noi a volte
abbiamo questo atteggiamento nel cammino di fede. Un cammino pieno di
ostacoli in cui, per arrivare a essere veramente liberi, dobbiamo
attraversare ogni giorno il deserto. Ogni giorno dobbiamo
rielaborare un “lutto”, perché ogni volta che cerchiamo di
estirpare dal nostro cuore una brutta radice, in qualche modo è un
distacco forte da una cosa che oramai ci era familiare e con la quale
si era diventati intimi. Il peccato che c'è dentro di noi, altro non
è che l'effetto devastante di un morso di un serpente velenoso che
agisce piano, piano, mettendo radici nel nostro organismo fino a
portarlo alla morte. Noi da soli non siamo capaci di guarire.
Abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio. Dobbiamo chiedere aiuto a Lui...
all'unico e miglior medico che ci sia sulla piazza!!!
Allora la
soluzione non è fermarsi a guardare i piedi anche doloranti, non è
avere malinconia per il passato, ma è alzare lo sguardo davanti a
noi e riprendere a camminare. Come si dice: “Chi si ferma... è
perduto”. Se ci fermiamo, il veleno della nostra ira, del
risentimento e dell'incredulità, entrerà in circolo nel nostro
corpo e sarà causa di morte eterna. L'unico antidoto per essere
salvati sarà quello di guardare con fede Gesù appeso sulla Croce,
ma con piena fiducia... come quella che un bimbo ha verso suo papà.
Questo infatti è il rimedio che Dio ha anticipato a Mosè per gli
Israeliti: guardare il serpente di rame su un'asta per avere la
vita. Quindi dobbiamo credere a ciò che Dio dice:
«Chi crede nel Figlio ha la vita eterna».
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