Quando l’amore impuro infiamma un cuore, lo sollecita a
desiderare le cose della terra e a cercare ciò che, destinato a
perire, conduce l’anima alla stessa rovina: la precipita in basso,
la sommerge nelle profondità dell’abisso. Analogamente è
dell’amore santo. Eleva alle cose del cielo, infiamma per i beni
eterni, desta l’anima a bramare le cose immutabili e immortali,
solleva l’uomo dalle profondità dell’inferno alle sommità del
cielo. In una parola, ogni amore è dotato di una sua forza e,
quand’è in un cuore innamorato, non può restarsene inoperoso:
deve per forza spingere all’azione.
Vuoi vedere come sia il tuo amore? Osserva a che cosa ti
spinge. Non vi esortiamo, quindi, a non amare, ma a non amare il
mondo, affinché possiate amare con libertà colui che ha creato il
mondo. Un’anima irretita dall’amore terreno è come se avesse del
vischio nelle penne: non può volare. Quando invece è pura da quegli
affetti luridi che l’attaccano al mondo, può – per così dire –
volare con ambedue le ali spiegate: le sue ali sono libere da ogni
impedimento, dove per “ali” intendo i due comandamenti dell’amore
di Dio e dell’amore del prossimo.
E dove [volerà] se non verso Dio? Sì, è verso di lui
che volando ascenderà, poiché in effetti amando ascende. Prima però
di potersi elevare e mentre ne sente in cuore il desiderio, geme per
essere ancora sulla terra e dice: Chi mi darà le ali, come di
colomba, e volerò e mi riposerò? Per dove spiccherà il suo volo se
non per un luogo lontano dagli scandali in mezzo ai quali gemeva la
persona che pronuncia le parole or ora ricordate? Vuol volare lontano
dagli scandali; lontano dai cattivi ai quali è mescolato; vuol
separarsi dalla paglia in mezzo alla quale si trova il buon grano.
Giunto alla meta, non dovrà più soffrire per la mescolanza e la
compagnia di alcun malvagio ma potrà vivere nella santa società
degli angeli, cittadini dell’eterna Gerusalemme.
Nessun commento:
Posta un commento