"Aiutami, o Signore, nella tribolazione, perché è vana la
salvezza che viene dagli uomini" (Sal 59,13). Quante volte non
trovai affatto fedeltà, proprio là dove avevo creduto di poterla
avere; e quante volte, invece, la trovai là dove meno avevo creduto.
Vana è, dunque, la speranza negli uomini, mentre in te, o Dio, sta
la salvezza dei giusti. Sii benedetto, o Signore mio Dio, in tutto
quanto ci accade. Deboli siamo, e malfermi; facilmente ci inganniamo
e siamo mutevoli. Quale uomo è tanto prudente e tanto attento da
saper sempre custodire se stesso, così da non cadere mai in qualche
delusione e incertezza? Ma non cadrà così facilmente colui che
confida in te, o Signore, e ti cerca con semplicità di cuore. Che se
incontrerà una tribolazione, in qualunque modo sia oppresso,
subitamente ne sarà strappato da te, o sarà da te consolato, poiché
tu non abbandoni chi spera in te, fino all'ultimo. Cosa rara è un
amico sicuro, che resti tale in tutte le angustie dell'amico. Ma tu,
o Signore, tu solo sei sempre pienamente fedele: non c'è amico
siffatto, fuori di te.
Quale profonda saggezza ci fu in quell'anima santa che poté dire:
il mio spirito è saldo, e fondato su Cristo! Se così fosse anche
per me, non sarei tanto facilmente agitato da timori umani, né mi
sentirei ferito dalle parole. Chi può mai prevedere ogni cosa e
cautelarsi dai mali futuri? Se, spesso, anche ciò che era previsto
riesce dannoso, con quanta durezza ci colpirà ciò che è
imprevisto? Perché non ho meglio provveduto a me misero?; e perché
mi sono affidato tanto leggermente ad altri? Siamo uomini,
nient'altro che fragili uomini, anche se molti ci ritengono e ci
dicono angeli. Oh, Signore, a chi crederò; a chi, se non a te? Tu
sei la verità che non inganna e non può essere ingannata; mentre
"l'uomo è sempre bugiardo" (Sal 115,11), debole, insicuro
e mutevole, specie nelle parole, tanto che a stento ci si può fidare
subito di quello che, in apparenza, pur ci sembra buono. Con quanta
sapienza tu già ci avevi ammonito che ci dobbiamo guardare dagli
uomini; che "nemici dell'uomo sono i suoi più vicini" (Mt
10,36); che non si deve credere se uno dice: "ecco qua, ecco
là!" (Mt 24,23; Mc 13,21)! Ho imparato a mie spese, e voglia il
cielo che ciò mi serva per acquistare maggiore prudenza e non
ricadere nella stoltezza. Bada, mi dice taluno, bada bene, e serba
per te quel che ti dico. Ma, mentre io sto zitto zitto, credendo che
la cosa resti segreta, neppure lui riesce a tacere ciò per cui mi
aveva chiesto il silenzio: improvvisamente mi tradisce, tradendo
anche se stesso; e se ne va. Oh, Signore, difendimi da siffatte
fandonie e dalla gente stolta, cosicché io non cada nelle loro mani,
e mai non commetta simili cose. Da' alla mia bocca una parola vera e
sicura, e lontana da me il linguaggio dell'inganno. Che io mi guardi
in ogni modo da ciò che non vorrei dover sopportare da altri.
Quanta bellezza e quanta pace, fare silenzio intorno agli altri;
non credere pari pari ad ogni cosa, né andare ripetendola; rivelare
sé stesso soltanto a pochi; cercare sempre te, che scruti i cuori,
senza lasciarsi portare di qua e di là da ogni vuoto discorso;
volere che ogni cosa interiore ed esterna, si compia secondo la tua
volontà! Quale tranquillità, fuggire le apparenze umane, per
conservare la grazia celeste; non ambire a ciò che sembri assicurare
ammirazione all'esterno, e inseguire invece, con ogni sollecitudine,
ciò che assicura emendazione di vita e fervore! Di quanto danno fu,
per molti, una virtù a tutti nota e troppo presto lodata. Di quanto
vantaggio fu, invece, una grazia conservata nel silenzio, durante
questa nostra fragile vita, della quale si dice a ragione che è
tutta una tentazione e una lotta!
Capitolo XLV - L'IMITAZIONE DI CRISTO - LIBRO III
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