Fratelli carissimi, i precetti evangelici non sono altro che
insegnamenti a noi dati da Dio: sono le fondamenta su cui si edifica la
speranza, la solida base su cui si innalza la fede, il cibo che dà forza al
cuore, il timone che dirige il cammino, l'aiuto che ci fa ottenere la salvezza.
Essi, mentre in terra illuminano le intelligenze disposte a seguirli, conducono
al regno dei cieli. Sono molte le parole che Dio ha voluto far giungere a noi
attraverso i profeti, suoi servi, ma le più importanti sono quelle dette dal
Figlio, quelle che la Parola di Dio, presente già nei profeti, afferma con la
sua stessa voce. Non comanda più di preparare la via a chi deve venire: viene
lui stesso, e ci mostra e ci apre la via. E così noi che, incauti e ciechi,
andavamo errando un tempo nelle tenebre della morte, ora, illuminati dalla luce
della grazia possiamo camminare per la via della vita sotto la guida e la
direzione del Signore.
Fra gli altri consigli salutari, fra i precetti divini ordinati alla salvezza del suo popolo, il Signore ci ha dato anche la formula della preghiera, ci ha comandato di pregare come insegnava lui. Colui che ci ha dato la vita ci ha insegnato anche come pregare, con la stessa bontà con cui ha voluto offrirci tutti gli altri suoi doni. Così, quando parliamo al Padre con la preghiera che il Figlio ci ha indicato, possiamo essere ascoltati più facilmente. Gesù aveva annunciato come prossima l'ora in cui i veri adoratori avrebbero adorato il Padre in spirito e verità (cfr. Gv. 4, 23); e questa promessa l'ha poi adempiuta, in modo che noi, avendo ricevuto con la sua azione santificatrice lo spirito e la verità, potessimo poi adorare in spirito e verità grazie al suo insegnamento. E davvero come ci potrebbe essere preghiera più spirituale di quella che ci è stata data da Cristo, dallo stesso Cristo che ci invia lo Spirito Santo? Come potremmo rivolgere al Padre una preghiera più vera di quella pronunciata dalle labbra del Figlio, che è la Verità?..
Preghiamo dunque, fratelli carissimi, come ci ha insegnato Dio facendosi nostro maestro. Affettuosa e familiare è la preghiera in cui ci rivolgiamo a Dio con le sue stesse parole, in cui ci facciamo sentire attraverso la preghiera di Cristo. Che il Padre riconosca, quando noi preghiamo, le parole del proprio Figlio. Sia presente anche nella nostra voce colui che abita nel nostro cuore. E poiché l'abbiamo come avvocato presso il Padre per i nostri peccati (cfr. 1 Gv.2, 1), quando, peccatori, supplichiamo per le nostre colpe, serviamoci delle parole del nostro avvocato. Gesù ha detto infatti: Se domanderete qualche cosa al Padre mio in mio nome, egli ve la darà (Gv. 16, 23). Quanto più facilmente otterremo quello che chiediamo in nome di Cristo, se lo facciamo con la sua stessa preghiera!
Fra gli altri consigli salutari, fra i precetti divini ordinati alla salvezza del suo popolo, il Signore ci ha dato anche la formula della preghiera, ci ha comandato di pregare come insegnava lui. Colui che ci ha dato la vita ci ha insegnato anche come pregare, con la stessa bontà con cui ha voluto offrirci tutti gli altri suoi doni. Così, quando parliamo al Padre con la preghiera che il Figlio ci ha indicato, possiamo essere ascoltati più facilmente. Gesù aveva annunciato come prossima l'ora in cui i veri adoratori avrebbero adorato il Padre in spirito e verità (cfr. Gv. 4, 23); e questa promessa l'ha poi adempiuta, in modo che noi, avendo ricevuto con la sua azione santificatrice lo spirito e la verità, potessimo poi adorare in spirito e verità grazie al suo insegnamento. E davvero come ci potrebbe essere preghiera più spirituale di quella che ci è stata data da Cristo, dallo stesso Cristo che ci invia lo Spirito Santo? Come potremmo rivolgere al Padre una preghiera più vera di quella pronunciata dalle labbra del Figlio, che è la Verità?..
Preghiamo dunque, fratelli carissimi, come ci ha insegnato Dio facendosi nostro maestro. Affettuosa e familiare è la preghiera in cui ci rivolgiamo a Dio con le sue stesse parole, in cui ci facciamo sentire attraverso la preghiera di Cristo. Che il Padre riconosca, quando noi preghiamo, le parole del proprio Figlio. Sia presente anche nella nostra voce colui che abita nel nostro cuore. E poiché l'abbiamo come avvocato presso il Padre per i nostri peccati (cfr. 1 Gv.2, 1), quando, peccatori, supplichiamo per le nostre colpe, serviamoci delle parole del nostro avvocato. Gesù ha detto infatti: Se domanderete qualche cosa al Padre mio in mio nome, egli ve la darà (Gv. 16, 23). Quanto più facilmente otterremo quello che chiediamo in nome di Cristo, se lo facciamo con la sua stessa preghiera!
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