Germana Cousin
morì nel 1601, a solo 22 anni. Da quando perse la madre, che non ha
mai conosciuto, visse in continua sofferenza.
Figlia di un
povero contadino di Pibrac, villaggio che si trovava vicino a
Tolosa, nacque nel 1579, in un epoca di tristi guerre religiose.
Sottile, malnutrita, scrofolosa, aveva la mano destra deforme.
Il padre non
l'amava, e mai le diede nemmeno un abbraccio. E, quando si sposò
per la seconda volta, mai si preoccupò della persecuzione che la
matrigna sistematicamente faceva a sua figlia.
Così, nella
casa del padre, Germana mai trovò quel riposo e quella pace che
tutti noi incontriamo, un posto sicuro dove siamo nelle peggiori
tempeste.
Uno dei suoi
biografi scrisse:
La matrigna,
sempre arrabbiata, la rimproverava continuamente, e gli diede stalla
come camera da letto, e rami rigidi come il letto. Ancora non
soddisfatta da quella durezza, la matrigna, da un capriccio del
malumore, non permetteva a Germana di avvicinarsi agli altri bambini
della famiglia, ai fratelli e alle sorelle che lei amava con grande
tenerezza, cercando proprio ogni opportunità di servirli senza
manifestare la gelosia di eventuali preferenze odiose dalle quali
fossero oggetti, e lei la vittima.
Dio le ha
insegnato l'amore per la sofferenza, così accettava con gioia
quelle ingiustizie e umiliazioni. Rimaneva zitta e si nascondeva, e,
come se la croce che trasportasse sembrasse piuttosto leggera, univa
ad essa le austerità. Rifiutò, per tutta la vita, altra
alimentazione che non fosse pane e acqua.
Pastora,
Germana era responsabile per le pecore della famiglia. E, si
racconta, per andare in chiesa, le lasciava alle cure di Dio: mai,
in queste assenze, qualsiasi animale scomparì o fu perso, né
nessun lupo mai fece qualsiasi incursione nei campi in cui gli
animali pascolavano.
Si dice anche
che, nel mezzo del cammino della chiesa c'era un grande torrente
senza ponte: in estate, Germana facilmente lo attraversava a piede,
ma nella stagione delle piogge, quando poi il corso era cresciuto,
diventando rumoroso e pericoloso, la giovane (lo videro parecchi
contadini della regione), lo attraversava con i piedi asciutti,
visto che le acque, come nel Mar Rosso, le aprivano un cammino
sicuro.
Quando era nei
campi infiniti, Germana era costantemente con Dio. Il Rosario era la
sua preghiera principale. E quando le campane in lontananza e al
crepuscolo suonavano l'Angelus, lei si metteva in ginocchio, avesse
o no la neve, e pregava alla Madonna con grande ardore perché
ricevesse le forze per superare tutto ciò e quindi essere piacevole
a Dio.
Per i piccoli
dalle vicinanze, che a volte venivano a lei, portati dai giochi, gli
faceva sedersi e delicatamente insegnava loro il catechismo. Alla
fine gli parlava di Dio, di quanto fosse bravo, di quanto era
potente la Madonna e come era dolce il Maestro, il sublime Nostro
Signore Gesù.
Penalizzata
dai poveri che passavano attraverso i campi, decise di raccogliere i
resti della casa e mitigare la loro fame.
Un giorno, la
matrigna sospettò della figliastra. Sarà che lei usciva sempre con
fette di pane nascoste nel grembiule? Sicuramente soluzionerebbe il
caso. Ha dovuto seguirla e, al momento giusto, la prenderebbe
improvvisamente.
Prese in un
pomeriggio un bastone e cominciò a seguire la giovane. A un certo
punto, prese una scorciatoia, ed fu su una curva che sorprese la
ragazza. Rozza, ordinò alla figliastra che mollasse le estremità
del grembiule. Cosa lei portasse lì in modo così nascosto?
Germana
obbedì, e una pioggia di fiori mai vista, strana e di grande
freschezza, cadde a terra, profumando l'aria. Era una meraviglia,
ancora di più perché erano nel più rigoroso inverno.
Un giorno, non
la videro uscire con le pecore, come al solito. Il padre allora
cercò di vedere cosa era successo. Nella stalla, dove dormiva, non
c'era. A volte lei aveva l'abitudine di dormire nel corridoio, sul
letto di rami? Dunque, probabilmente fosse lì e aveva dormito di
più, dimenticandosi degli affari.
Infatti,
Germana era lì, ma dormiva il sonno eterno.
La gente in
massa, partecipò ai funerali della giovane Germana Cousin, perché
era sempre stata dolce, premurosa, umile, gentile, paziente e buona.
E cosa dire del torrente che separava le acque in modo che potesse
attraversarlo? Che dire delle lezioni fatte ai bambini nei campi?
Cosa pensare degli splendidi fiori che, in inverno, sono caduti dal
suo grembiule sporco, alla vista della matrigna sempre cattiva?
Tutti sapevano
che avevano perso un tesoro. Lo sapevano.
Germana fu
sepolta nella chiesa, di fronte al pulpito. Quarantatre anni dopo,
cioè nel 1644, il becchino, facendo i preparativi per seppellire un
parente della Santa trovò, quasi sulla terra, un corpo veramente
conservato. Era il corpo di una giovane, che quando fu completamente
rimosso dalla fossa, attirò l'attenzione perché aveva la mano
destra deformata.
I più anziani
di Pibrac, in un attimo riconobbero il corpo della giovane Germana
Cousin. Molti miracoli sono stati operati poi da Dio, e le virtù
eroiche di Germana furono proclamate il 20 maggio 1850, a Roma. Fu
beatificata il 7 maggio 1854, e poi canonizzata il 29 giugno 1867.
Ben presto, in
tutto il mondo, si diffuse il culto alla dolce pastorella, e nel
1901, a Pibrac, fu lanciata la prima pietra di una basilica in suo
onore.
(Vida
dos Santos, Padre Rohrbacher, Volume X, p. 387 à 390) -Associacao
Arautos do Evangelho do Brasil.
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