Cardinale
Suenens
Il
primate del Belgio, arcivescovo di Malines - Bruxelles, nato
nel 1904, ha avuto un compito di grande importanza come moderatore
durante il Concilio Vaticano Il. Insieme ad opere vigorose, dedicate
all'incremento dell'apostolato e al problema della
corresponsabilità nella Chiesa, il cardinale Suenens offre
volentieri ai suoi lettori o ai suoi ascoltatori delle
meditazioni personalissime sulla Madonna. Pastore dinamico,
preoccupato di un autentico rinnovamento, in queste riflessioni egli
si rivela animato dai sentimenti più delicati verso la Madre di
Cristo e della Chiesa.
La
vera devozione mariana non parte dal basso, ma dall'alto; è guidata
non dall'affettività, ma dalla fede. E' anzitutto adesione a Dio e
accettazione del suo misterioso disegno. La devozione alla Madonna è
parte integrante della rettitudine d'intenzione che dobbiamo avere
nei riguardi di Dio. Infatti la rettitudine cristiana parte
dall'adesione volontaria al piano stabilito 'da Dio, per mezzo di
un'unione stretta a Dio che traccia come vuole lui la traiettoria
della sua grazia. Dio ha voluto associare Maria alla sua opera di
salvezza. Per mezzo di lei, ha dato al mondo suo Figlio. Ora, i doni
di Dio sono senza pentimento e quest'ordine di cose non cambierà
più. La mediazione di Maria resta per sempre, perché tale è il
disegno di Dio.
Cristo ha sempre fatto la volontà del Padre. Con quale amore è entrato nel mondo per la via che il Padre gli tracciava! Noi, suoi discepoli, non dobbiamo esitare ad assumere i suoi stessi sentimenti nei riguardi di Maria. Dal momento che Dio l'ha scelta per suo Figlio e per noi, noi non 'dobbiamo sceglierla, ma solo riceverla come nostra Madre. La sua bellezza e la sua bontà ci attirano: proviamo il bisogno di ricorrere a lei. Ma noi siamo felici di sottometterei alla volontà di Dio, prima di tutto per obbedienza. Il più grande potere della devozione mariana sta proprio qui. Non tocca a noi tracciare i limiti dell'azione divina o fare a meno di quegli intermediari che egli ha scelto liberamente.
È nell'essenza di Dio amarci con abbondanza e con sovrabbondanza e comunicare alle sue creature la gloria di essere suoi strumenti. In Dio c'è posto per tutte le liberalità: "economia esiste soltanto al nostro livello umano. Il nostro culto filiale verso Maria non è altro che rendimento di grazie per la prodigalità d'amore divino, di cui ella costituisce la testimonianza vivente e perenne. Sarebbe un grave errore considerare la pietà mariana come qualcosa di inutile e di superfluo, che ostacoli i nostri rapporti con Dio.
Questa pietà non è una specie di raffinatezza, una concessione all'immaginazione e alla sensibilità popolare, un mezzo di salvezza a buon mercato. E' invece per tutti, indistintamente, l'espressione della volontà di salvezza che Dio ha nei nostri confronti,... volontà divina che nasconde in sé un mistero d'amore. Perché Maria è, dopo il Cristo, la grazia più insigne che Dio ci ha fatto. Ah! Se tu conoscessi il dono di Dio! diceva Gesù alla samaritana (Gv. 4, 10). In questo dono è racchiuso quello di Maria, perché il mistero del Figlio comprende quello della Madre. Non bisogna esitare ad accettare, dalle mani di Dio, colei che ci viene offerta così. A ciascuno di noi, in un certo senso, Dio di,ce di nuovo la parola dell'angelo a Giuseppe: Non temere di accettare Maria... quel che è nato in lei è opera dello Spirito Santo (Cfr. Mt. 1, 20). Occorre ricevere con umiltà questo dono dell'Altissimo: accogliere, con l'anima dilatata, tutto il capitale d'amore che Dio ha investito in Maria, per la felicità sua e per la nostra.
Cristo ha sempre fatto la volontà del Padre. Con quale amore è entrato nel mondo per la via che il Padre gli tracciava! Noi, suoi discepoli, non dobbiamo esitare ad assumere i suoi stessi sentimenti nei riguardi di Maria. Dal momento che Dio l'ha scelta per suo Figlio e per noi, noi non 'dobbiamo sceglierla, ma solo riceverla come nostra Madre. La sua bellezza e la sua bontà ci attirano: proviamo il bisogno di ricorrere a lei. Ma noi siamo felici di sottometterei alla volontà di Dio, prima di tutto per obbedienza. Il più grande potere della devozione mariana sta proprio qui. Non tocca a noi tracciare i limiti dell'azione divina o fare a meno di quegli intermediari che egli ha scelto liberamente.
È nell'essenza di Dio amarci con abbondanza e con sovrabbondanza e comunicare alle sue creature la gloria di essere suoi strumenti. In Dio c'è posto per tutte le liberalità: "economia esiste soltanto al nostro livello umano. Il nostro culto filiale verso Maria non è altro che rendimento di grazie per la prodigalità d'amore divino, di cui ella costituisce la testimonianza vivente e perenne. Sarebbe un grave errore considerare la pietà mariana come qualcosa di inutile e di superfluo, che ostacoli i nostri rapporti con Dio.
Questa pietà non è una specie di raffinatezza, una concessione all'immaginazione e alla sensibilità popolare, un mezzo di salvezza a buon mercato. E' invece per tutti, indistintamente, l'espressione della volontà di salvezza che Dio ha nei nostri confronti,... volontà divina che nasconde in sé un mistero d'amore. Perché Maria è, dopo il Cristo, la grazia più insigne che Dio ci ha fatto. Ah! Se tu conoscessi il dono di Dio! diceva Gesù alla samaritana (Gv. 4, 10). In questo dono è racchiuso quello di Maria, perché il mistero del Figlio comprende quello della Madre. Non bisogna esitare ad accettare, dalle mani di Dio, colei che ci viene offerta così. A ciascuno di noi, in un certo senso, Dio di,ce di nuovo la parola dell'angelo a Giuseppe: Non temere di accettare Maria... quel che è nato in lei è opera dello Spirito Santo (Cfr. Mt. 1, 20). Occorre ricevere con umiltà questo dono dell'Altissimo: accogliere, con l'anima dilatata, tutto il capitale d'amore che Dio ha investito in Maria, per la felicità sua e per la nostra.
«Pastoralia»
dell'archidiocesi di Malines-Bruxelles del 2-12-1968.
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