Questa
amicizia con Gesù normalmente inizia attraverso un’esperienza
avuta con lui.
Il
Battesimo e gli altri Sacramenti che riceviamo non per forza ci
avvicinano automaticamente o necessariamente a Cristo.
Infatti,
ci sono tantissime persone che ricevono la Comunione tutti i giorni,
vanno a Messa tutti i giorni, ma nella loro vita non cambia niente.
Non vivono una vera esperienza di Gesù. Poi arriva un momento in cui
veniamo svegliati!
Ricordate
i discepoli di Emmaus: mentre camminavano lungo la strada, Gesù
iniziò a camminare con loro.
Fu
come se qualcosa stesse impedendo ai loro Occhi di riconoscerlo.
Lo
videro e lo riconobbero solo quando spezzò il pane; come dice Luca :
“Allora si aprirono loro gli occhi” (Lc 24,31).
Qualsiasi
cosa stesse impedendo ai loro occhi di Vederlo era stata abbattuta.
Ora
potevano rendersi conto che quello straniero che Stava con loro era
in realtà Gesù che entrava nelle loro vite.
Era
il momento dell’illuminazione. È per noi il momento in cui accade
qualcosa che genera un cambiamento interiore.
Questo
è ciò che molto probabilmente è accaduto a molti di noi.
Esempi
di ciò possono essere trovati nei Vangeli.
Prendete
per esempio Zaccheo. Non era mai passato per la mente di Zaccheo che
avrebbe dovuto cambiare. Era felice così com’era: un uomo
d’affari, di successo. Pensava che la sua vita stesse andando
abbastanza bene, finché non è accaduto qualcosa nella sua vita,
quando Gesù l’ha chiamato e gli ha detto: “Oggi per questa casa
è venuta la salvezza” (Lc 19,9).
Considerate
la conversazione con la Samaritana. Era una donna che viveva con un
uomo che non era suo marito e per questo si vergognava di presentarsi
in pubblico. Ecco perché era andata a prendere l’acqua al pozzo in
un’ora disumana, a mezzogiorno, quando era molto caldo. Dopo aver
parlato con Gesù è successo qualcosa a questa donna, è tornata
nella sua città cambiata. È corsa indietro gridando alla gente che
aveva incontrato un uomo che le aveVa detto di essere il Messia.
Guardate
Pietro. Aveva visto tantissimi miracoli di Gesù, e anche se ne era
rimasto impressionato, quei segni non erano riusciti a generare quel
cambiamento in lui. Pietro è cambiato nel momento in cui ha toccato
il fondo, quando ha rinnegato Gesù. È stato quando il gallo ha
cantato e Gesù lo ha guardato fisso negli occhi. È stato in quel
momento che Pietro ha potuto vedere la sua debolezza e il suo
fallimento, ed è cambiato.
Guardate
Maria di Magdala, una donna, dice il Vangelo di Giovanni, posseduta
da sette demoni. Il numero sette nelle Scritture non va inteso
letteralmente, ma significa moltissimi. Ora però Maria è cambiata.
Quindi
troviamo molti esempi nel Vangelo di persone che sono completamente
cambiate dopo un contatto con Gesù.
Questo
è l’inizio di un’amicizia, l’inizio di una relazione. Una
relazione che non finisce in quel momento, ma che continua attraverso
molte altre esperienze nelle loro vite, esperienze che molte volte
finiscono con il sacrificio della propria vita per lui.
Questa
amicizia, come possiamo vedere, è un’amicizia che cresce; non è
statica. È un’amicizia generata da Dio stesso in un certo momento
della nostra vita.
Può
essere generata da Dio improvvisamente, cambiando in questo modo le
nostre vite e il loro corso.
La
vita nuova attraversa molte fasi. Molte volte è un’amicizia che
può anche essere emozionale, come per esempio in un’esperienza
mistica, o può attraversare momenti bui.
A
volte si prova gioia nel servire Dio; altre volte si prova dolore.
Ci
sono momenti diversi fra loro in cui viviamo questa amicizia con Dio,
ma è pur sempre un’amicizia con lui, un’amicizia colorata da
esperienze ed espressioni differenti.
Un'amicizia
che pota
Il
momento più elevato dell’amicizia con Dio durante il nostro
viaggio spirituale è l’Eucaristia.
È
per questo che l’Eucaristia è essenziale per tutti i santi e per
tutte le persone che amano Dio e che Vogliono crescere e andare
avanti nel loro cammino interiore.
Arrivati
a questo punto di riflessione, che cosa significa vivere in amicizia
con Dio?
In
termini pratici significa prima di tutto permettere a Dio di potarci
continuamente.
Tutti
i rami che danno frutto devono essere potati di tanto in tanto.
La
potatura non è qualcosa di piacevole.
Significa
che dobbiamo permettere a Dio di strappare via, in qualsiasi momento,
qualsiasi cosa non sia davvero buona, tutto ciò che è negativo,
così che possiamo essere più freschi nella nostra vita e dare più
frutti.
Gesù
prova continuamente a potarci durante il nostro viaggio spirituale e
questa potatura porta con sé il fatto che molte volte potremmo non
comprendere cosa Stia realmente accadendo.
Eventi
e situazioni potrebbero essere completamente contrari alla nostra
natura e alle nostre inclinazioni o a quello che ci aspettiamo, ma è
attraverso di essi che Dio tira fuori il buono da noi.
Prendete
ad esempio Maria e Giuseppe durante la fuga in Egitto.
Dio
li ha mandati in Egitto come rifugiati per circa sette anni, ma non
perché non avesse altra soluzione: infatti aveva centinaia di altre
soluzioni per quella situazione.
Avrebbe
potuto lasciarli lì e accecare i soldati in quel momento, così che
non avrebbero visto la piccola casa di Maria e Giuseppe.
Dio
sapeva come nascondere Gesù in molti modi.
Quindi,
perché Dio ha scelto questa via di dolore e sofferenza per Maria e
Giuseppe?
Maria
e Giuseppe erano persone povere. Hanno dovuto lasciarsi alle spalle
la piccola casa a Nazaret, la piccola bottega, il lavoro di Giuseppe
e scappare in un paese che per i Giudei era pagano: l’Egitto.
In
Egitto hanno dovuto trovare un nuovo modo di vivere e hanno dovuto
vivere per sette anni da rifugiati.
Dio
Padre stava potando Giuseppe e Maria, facendo sì che in loro
crescessero la pazienza, l’amore, la dolcezza, crescessero i frutti
dello Spirito, l’umiltà e l’obbedienza.
Guardate:
Se non arriviamo ad un certo livello di maturità spirituale,
facilmente ci ribelliamo alla Volontà di Dio.
Ma
perché Dio permette tutto ciò?
Dio
permette tutto ciò perché vuole farci crescere e maturare.
E
quindi ci mette alla prova. Ci pota. Ci allunga.
Egli
permette che si verifichino situazioni in cui possiamo crescere in
fede ed amore, in speranza ed umiltà.
Dio
non permette che tutte queste cose accadano nelle nostre vite perché
ci abbandona.
Non
è un segno della mancanza di attenzione di Dio nei nostri confronti.
È,
al contrario, un segno della vera amicizia di Dio con l’uomo,
proprio perché Dio vuole rendere l’uomo più maturo.
Dio
vuole rendere l’uomo più forte. Andando avanti nella nostra vita
spirituale, cominciamo a comprendere il bisogno di essere potati da
Dio.
Diventare
un amico di Dio significa iniziare a seguirlo come un discepolo.
Come
abbiamo detto prima, l’amicizia non è qualcosa di statico.
L’amicizia
è dinamica. L’amicizia significa andare avanti. Spesso essere
amico di Dio non significa aspettarsi che Dio ci accarezzi per tutto
il tempo.
Significa
seguirlo e lasciare anche che ci faccia attraversare valli Oscure.
E
non perché Dio non ci ama, o perchè ci ignora, ma precisamente
perché Dio vuole farci diventare... qualcosa di stupendo.
Nella sua eterna Presenza
Tutto
ciò accade attraverso la preghiera. Non può accadere se non
attraverso l’intima preghiera. Il solo modo sicuro in cui il mio
essere discepolo e l’essere in intimità con Dio possono crescere è
nell’essere presenti l’uno per l’Altro, e Viceversa.
La
vera intimità fra due persone, che siano sposate o fidanzate, può
crescere solamente nella misura in cui le due persone passano del
tempo insieme. Più tempo passano insieme, più la loro intimità
cresce. Iniziano a capirsi l’un l’altro proprio perché restano
insieme.
Ecco
dove l’intimità con Dio può essere intensificata: nella preghiera
di fronte a lui.
Si
può conoscere Dio solamente attraverso la propria mente e il proprio
cuore.
Per
esempio, il teologo conosce Dio attraverso la sua mente, ma ciò non
è sufficiente.
Noi
abbiamo bisogno di amicizia. Abbiamo bisogno di intimità con Dio.
L’intimità con Dio può essere raggiunta solamente attraverso
l’essere presenti alla sua Presenza.
È
solo nel momento in cui sono di fronte a lui, nel silenzio e nella
solitudine, che comincio a conoscerlo, e non solo con la mia mente,
ma anche con il mio cuore.
È
là che posso entrare in intimità con lui. Questa vita piena di
preghiera trova il suo momento più alto nell’Eucaristia,
attraverso l’Adorazione.
Che
cosa significa adorare l’Eucaristia e vivere l’esperienza di Dio
nella propria vita?
Come
possiamo cercare di comprendere il significato di accrescere la
nostra amicizia con Gesù nell’Eucaristia?
Gesù
ci ha già dato il simbolismo della vite e dei tralci per capire il
significato di “essere in eterno in lui”.
Essere
un tralcio unito al tronco della vite, significa portare frutto.
La
differenza fra un tralcio tagliato dal tronco e un tralcio che è uno
con il tronco sta nel fatto che il primo si secca mentre l’altro
rimane vivo e genera frutti.
Qual
è il vero significato della parabola della vite e dei tralci nel
Vangelo di Giovanni?
Quello
che impariamo è che non è il lavoro che facciamo che importa, ma è
il frutto dello Spirito.
Con
Gesù nello spirito, quindi, noi cresciamo nell’amore.
Il
nostro cuore sarà pieno di pace, gioia, forza, delicatezza,
pazienza, umiltà, generosità, onestà, fedeltà e tutto il resto.
Cominciamo
a Sentire l’autocontrollo e l’autodisciplina.
In
maniera più definitiva, questo è un percorso, non qualcosa che si
acquisisce in maniera istantanea.
Noi
cambiamo un po’ alla volta attraverso il nostro contatto diretto
con Gesù.
È
Gesù che ci cambia lentamente, ma inesorabilmente.
Noi
vogliamo ringraziare veramente Dio per aver dato vita all’amicizia
con l’uomo.
Non
abbiamo nessun diritto di pretendere questa amicizia, perché Dio è
Dio e noi semplici creature.
Una
normale amicizia nasce fra pari, ma non c’è assolutamente nessuna
eguaglianza fra Dio e l’uomo. Nonostante ciò Gesù stesso dice:
“Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa
il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho
udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi ” (Gv 15,15).
Preghiera
Ti
ringrazio, mio Signore, per aver voluto essere mio amico.
Molte
volte, mio Signore, sono stato più interessato a quello che tu
potevi darmi piuttosto che al fatto che tu fossi mio amico.
Molte
volte, mio Signore, il mio amore è egoista e ti amo nella misura in
cui tu mi dai quello che chiedo.
Ma
tu mi stai offrendo te stesso al posto di “cose”.
Tutti
i tuoi doni sono bellissimi, ma possono riempire il mio cuore solo
parzialmente e temporaneamente.
Non
c'è niente di più bello di te.
Solo
tu, mio Signore, solo il tuo amore può riempirmi.
Solo
la tua amicizia può soddisfarmi.
Purtroppo,
troppo poco spesso mi viene in mente di ringraziarti per la tua
amicizia.
Ma
oggi tu mi fai rendere conto di questo dono.
Grazie,
mio Signore. So che tu sei amico dell'uomo.
Tu
sei mui amico.
Sto
ancora viaggiando, mio Signore.
Molte
volte mi sforzo e dubito. Aiutami ad assaporare la tua amicizia.
Aiutami,
mio Signore, ad avere te, e solo te, come Signore della mia vita, il
vero Signore della mia vita.
E
per tutti i momenti in cui dubiterò, ti prego Signore di accrescere
questa amicizia con me, così che io non diventi una lampada senza
olio.
Posso
avere bisogno di molte cose e metterle avanti a te, mio Signore, ma
ti ringrazio sempre di più per essere mio amico. Amen.
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