Il
problema dell'obbedienza sarebbe esattamente lo stesso se avessimo a
comando, chiudendoci nella nostra camera per pregare nel segreto, una
apparizione di Cristo: parleremmo con Lui e Gli chiederemmo cosa
dobbiamo fare. La difficoltà di obbedire sarebbe in fondo
esattamente la stessa di quella dell'obbedienza alla Chiesa. Può
sembrare strano ma è così, e ve lo spiego.
Prima
di tutto ci sarebbe la difficoltà di sapere se abbiamo veramente a
che fare con Cristo. Problema di fede che fu quello degli Apostoli
davanti alle apparizioni pasquali. Alla base c’è una percezione
sensibile, sottile e quasi proustiana: uno stile, un'intonazione
della voce... Maria Maddalena non riconosce colui che le sembra
essere il custode del giardino ma lo riconosce quando le dice:
"Maria!..." Non è un puro e semplice atto di fede: è il
tono della voce che ha scatenato tutto. Giovanni riconosce Gesù
vedendo la pesca miracolosa, aiutato dallo Spirito Santo, certo e ciò
si conclude con un atto di fede, certo, ma ha visto e riconosciuto.
Tommaso esige dei segni per vincere i suoi dubbi: ciò evidentemente
non lo dispensa da un atto di fede.
Supponiamo
allora il problema risolto e che l'apparizione ci porti alla fede. Se
questa esperienza si ripetesse a volontà, lo stesso problema
ritornerebbe sotto un'altra forma: "Io sono l’unico a vedere
uno che nessun'altro vede." Tocco questo tavolo, ma non sono il
solo: se passassi la vita a vedere un tavolo che nessun'altro vede,
comincerei a preoccuparmi.
Allora
se passo la mia vita a vedere un Cristo che nessun'altro vede c'è lo
stesso di che preoccuparsi. Questo Cristo avrebbe un bel da dirmi:
"Sta tranquillo, sono Io, sta in pace", ebbene! talvolta lo
sarei... ma altre volte avrei dei dubbi!
Che
cosa potrebbe tirarmene fuori? La Chiesa. Sarei obbligato a ricorrere
alla Chiesa perché mi dicesse se è Cristo o no. Tutti i mistici
cristiani sono certi su questo punto. L'uomo più favorito di
esperienze e illuminazioni è obbligato in fin dei conti a fare un
atto di fede fondato su qualcosa d’altro che non è l'apparizione
stessa: la sottomissione a Colei che ha la pienezza della Verità
rivelata, cioè la Chiesa.
Mi
direte: e Giovanna d'Arco? Precisamente Giovanna d'Arco si è
appellata al papa, sentiva con l'istinto della fede che di fronte ad
una Chiesa particolare – manifestamente peccatrice e tenebrosa –
bisognava fare appello alla Chiesa universale. -
Così
in nessun caso sarete dispensati dal problema della fede nella
Chiesa. Bisogna avere la fede per riconoscere Gesù Cristo in un
sacerdote: ma anche per riconoscere Gesù Cristo in Gesù Cristo ci
vuole la fede e un sacerdote (dunque la Chiesa) che vi dica: "Sì,
puoi prestar fede a questa apparizione."
Il
problema della fede è dunque fondamentalmente sempre lo stesso. Se
ascoltate un sacerdote che Dio ha messo sulla vostra strada, una
Caterina da Siena, una madre, un amico, ecc., è la Chiesa che vi
dirà: "Puoi ascoltare questo prete (o questa Caterina da Siena
o chiunque altro) come uno che ti comunica la Parola di Dio. E di
conseguenza puoi obbedire totalmente": questo è il nocciolo
della questione.
Supponiamo
adesso che sia così. Voi siete inoltre sollevati da un’onda, una
follia d’amore, il desiderio di perdere la vostra volontà propria
e di dire: “Non quello che voglio io, ma quello che vuoi Tu”...
allora, è tutto a posto?
No,
non è tutto a posto. Prendiamo come termine di paragone un
telescopio o un binocolo. C'è una prima messa a fuoco piuttosto
approssimata, poi un'altra messa a fuoco, più fine, con un’altra
vite. Si comincia con il localizzare l'obiettivo, poi c'è una
ricerca più precisa. L'umanità stessa di Gesù non può possederci
tanto intimamente quanto lo può il Suo Spirito.
Avrete
allora l'impressione che Gesù e lo Spirito Santo giochino a palla
con la vostra anima e che la cosa cominci ad essere irritante...
Perché Gesù vi rinvierà allo Spirito Santo e questi vi rinvierà a
Gesù. Perché?
Per
la ragione che è stato il dramma degli Apostoli: l'obbedienza a
Cristo non può essere resa perfetta che mediante l'obbedienza allo
Spirito Santo. Cristo stesso, quale che sia il nostro amore per Lui,
la nostra generosità, il nostro donarci totalmente, ci dirà: "La
tua obbedienza non è musicalmente a punto, non è abbastanza fine."
Ribatterete: "Ma sono pronto a fare tutto quello che vorrai.
Io, Gesù Cristo, in quanto uomo, non posso metterti completamente a
punto, è bene per te che io me ne vada, per tornare da dietro e
metterti a punto in modo più preciso”. E sarà lo Spirito Santo...
Dovrete
perciò subire la scomparsa di Gesù Cristo a favore di un Maestro
che non dà più ordini: "Non domando che obbedirti, parla! -
Ahimè, tu non capisci..."
E'
esattamente quello che ha detto agli Apostoli: "Voi non capite
niente. Potrei restare con voi cent'anni e spiegarvi le cose alla
lavagna, su qualsiasi lavagna, nera o bianca che sia: l'intelligenza
vi mancherà sempre. Bisogna che Io lasci la scena per ritornare
invisibilmente. A quel punto vi sarà dato il Mio Spirito, con la
finezza e la delicatezza di una madre. Il punto di inserzione della
mia influenza su di voi non sarà mai abbastanza profondo finché
avrete a che fare con Me dal di fuori: bisogna che abbiate a che fare
con Me dal di dentro."
Così
il Cristo scompare per lasciare il posto al suo proprio Spirito:
"Bisogna che vi dia il Mio Spirito perché possiate comprendere
i miei comandamenti, altrimenti li comprenderete materialmente,
grossolanamente, e li deformerete. Malgrado la vostra buona volontà,
ottengo da voi una caricatura di quello che vorrei ottenere.
Perciò... arrivederci! A presto! Ritornerò in un modo molto più
lacerante nel vostro cuore. Vi toglierò il cuore di pietra e vi darò
un cuore di carne che capirà. Un cuore che comprenda: ecco ciò che
vi manca per obbedirMi!"
Uno
starets dirà lo stesso: "Tu sei pronto a fare un pellegrinaggio
a Gerusalemme e anche delle penitenze straordinarie: ma non è questo
che ti chiedo. - Cosa devo fare? - Non te lo posso spiegare: bisogna
che te lo dica un altro, o meglio io stesso, il mio spirito... ma per
farlo è necessario che io sparisca un po'."
Conosco
un poema: è il canto d'amore di una serva a un boscaiolo che è
chiaramente Gesù Cristo, mentre la serva è Maria Maddalena –
quella di tutti i tempi. Un giorno lui parte, ritorna al suo paese.
Lei s'arrabbia di non poterlo seguire ma è il solo modo per ottenere
che obbedisca con la finezza necessaria: l'ultima messa a punto non
si può fare che in questo modo.
Solo
che, attenzione! Quando il Cristo si ritira per lasciare il posto
allo Spirito Santo non crediate che lo Spirito Santo vi libererà da
Cristo: Sarete invece finalmente sottomessi a Lui... e dunque alla
Chiesa. Lo Spirito Santo non ci porta al di là dell'obbedienza a
Cristo e alla Chiesa, perché non c'è nessun aldilà dell'obbedienza
a Cristo e alla Chiesa.
Quel
giorno saprete cos'è uno starets e saprete anche come servirvene. La
Chiesa offre virtualmente a tutti, nella misura in cui ne abbiamo
bisogno, uno starets o se volete un padre spirituale: dobbiamo
desiderarlo. Uno che non desidera uno starets è uno che vuole ancora
agire di testa propria, che non accetta di essere spiumato e
spogliato delle sue ultime radici.
Detto
questo, non sempre ci è dato un padre spirituale, in virtù del
principio secondo il quale Gesù spesso scompare. L'assenza del padre
spirituale significa ciò che ho detto: per il momento la messa a
punto non sarebbe abbastanza fine, è nostro vantaggio che lo starets
se ne vada o sia assente, che Lui stesso, Gesù, sia visibilmente
irraggiungibile. Allora si è apparentemente (come è stato per
Teresa di Gesù Bambino praticamente per tutta la vita) abbandonati a
se stessi e allo Spirito Santo in presa diretta: ma non è così. Se
Teresa avesse incontrato Gesù Cristo, Gli avrebbe obbedito
veramente, umanamente: avrebbe chiesto precetti e consegne. Più si è
mistici, più questo è necessario: quando si entra in vie un po'
straordinarie, non si può fare a meno dell'obbedienza. E se non si
trova nessuno? Ebbene, si sta già obbedendo, a condizione appunto di
soffrirne - come gli Apostoli soffrivano dell'assenza di Cristo tra
l'Ascensione e la Pentecoste. Hanno ritrovato Cristo sotto la forma
di Chiesa, precisamente nel momento in cui la Pentecoste ha
costituito la Chiesa: allora si Sono messi a obbedire l'uno all'altro
come nella Sacra Famiglia.
Così
il gioco dell'obbedienza ha potuto riprendere. Non so con quali
modalità. Ma è certo ad esempio che i compagni di Paolo obbedivano
a Paolo e obbedendo a Paolo obbedivano a Cristo perché è tutt'uno.
E Paolo a sua volta obbediva allo Spirito che anima le Chiese:
ascoltava la femminilità intuitiva di tutte le Chiese. Era nello
stesso atteggiamento di obbedienza in cui era anche Cristo, come
uomo, nei confronti dello Spirito Santo.
Se
dunque non si trova, non vuol dire che siamo adulti, che si è
superata la fase. E' piuttosto il contrario: quando viene la
Pentecoste, Gesù ritorna in forza nel fondo di noi stessi, e noi
impariamo a obbedire. In una prima fase si crede di obbedire, ma in
realtà non si obbedisce perché si è molto rozzi: è la fase degli
Apostoli con Cristo. In una seconda fase non c'è nessuno a cui
obbedire perché Egli è scomparso e non si sa ancora che cosa questo
voglia dire. Nella terza fase, tornando lo Spirito Santo, si impara
ad obbedire a Cristo attraverso la Chiesa e si è liberati da Sé
stessi.
Se
avete questo desiderio nel cuore, cercate e troverete. Avete voglia
di trovare Dio? Proprio ciò che si chiama aver voglia - e ciò che
si chiama trovare Dio? Non è per obbedienza che si cerca Dio...
salvo l'obbedienza allo Spirito Santo. Che cosa ha attirato gli
Apostoli verso Cristo? L'acqua viva di cui hanno presentito
l'esistenza nel Suo Cuore. "Se qualcuno ha sete, venga a Me e
beva. - Tu hai parole di vita eterna". Questo li ha spinti verso
Cristo, rozzamente e maldestramente. Se non siete a questo punto,
chiedete e riceverete. E' meglio non aspirare alla follia
dell'obbedienza prima di avere la sete di una trasfigurazione della
vostra vita: fermatevi piuttosto alla saggezza dell'obbedienza, molto
difficile da praticare, d'altronde (in fin dei conti la saggezza è
più difficile della follia).
Bene!
Lasciamo quelli che non hanno fame e sete. Voi avete il tormento di
abdicare alla vostra propria volontà. Un ultimo consiglio: se non vi
sentite capaci di obbedire eroicamente nelle cose grandi, ciò che vi
sarà chiesto più tardi da Dio stesso, come ha detto a Pietro: “Un
altro ti metterà la cintura, mentre fino ad ora te la mettevi tu
stesso”) e di imitare Gesù nella sua Agonia, proclamate il vostro
desiderio con degli atti che, nella loro materialità, non costano
altro che questa proclamazione.
Quando
la Chiesa invita a portare la Medaglia miracolosa, si tratta di
qualcosa di questo genere: un atto che non significa niente, che di
per sé non vi farà avanzare nella vita spirituale. Ma precisamente
noi proclamiamo la nostra impotenza ad avanzare nella vita spirituale
da soli: questa semplice proclamazione per il fatto che obbedisce a
un invito della Madonna è una obbedienza povera e facile. Ed è
proprio ciò che è facile che è difficile. Quante battaglie a
questo riguardo nei "sapienti e intelligenti"! Perché una
medaglia? Come diceva Naaman il Siro: “perché immergersi in un
fiume della Giudea: forse che in Siria non ce ne sono ! – se il
profeta ti avesse chiesto di fare delle cose difficili, tu le avresti
fatte; ma ti chiede delle cose facili e allora tu non ci credi –
proprio perché è troppo facile”.
Bisogna
perciò porre degli atti poveri, senza difficoltà materiale, ma che
esprimano la volontà e la gioia di non agire da sé. Non è la fede
potente della Cananea: è una fede come un piccolo grano di senapa,
che però già sposta le montagne.
Noi
andiamo in cerca delle cose difficili perché cerchiamo un certo
lustro, un certo splendore, quello di aver comunque fatto uno sforzo
da soli: ma non si tratta di questo. Più l’atto è facile più
esso è vero dal punto di vista dell’obbedienza. Al limite, più
l’atto è stupido... Accettare che un atto non abbia altro senso
che quello di obbedire è ancora il più puro atto d’amore che
possiate fare. È possibile che tutta la nostra vita – la nostra
vita mistica e in definitiva la nostra vita eterna – si giochi su
un’accettazione di questo tipo.
Se
non volete farlo, che scusa avete? Altre colpe possono sembrare ben
più gravi, e in effetti è meno grave che rubare, che andare in
collera, che mancare di carità, e tutto quello che volete. Solo che
tutti questi peccati hanno delle scuse. Ma questo? Per quanto leggero
sia il peccato, piccolo, veniale, che scusa possiamo avere? Non è
puro orgoglio?
Ora,
Cristo cerca i peccati senza scuse - siccome tutti gli cantano, come
nel film “Les Mousquetaires au Couvent”: “Padre, io mi accuso,
ma sappia però che per ognuno dei miei peccati qualcosa mi scusa”
– Cristo risponde: “Cercate e troverete... dei peccati senza
scuse. Ma cercate!”
Ora
la maggior parte dei peccati senza scuse saranno, spero, dei peccati
veniali: un peccato mortale senza scuse rasenta il peccato contro lo
Spirito Santo. Allora direte: “E” veniale!” Sì, è veniale,
forse – ma senza scuse. Allora Io, Gesù Cristo, confessore e
starets, sono interessato, compro... e compro preferibilmente i
peccati gravi che vi opprimono, vi tormentano e vi affliggono: perché
un peccato senza scuse è orgoglio puro.
Interrogatevi.
Accettando la contrizione per questi peccati senza scuse e il fermo
proposito di non commetterli più, di non rifiutare più questi atti
di puro amore senza lustro, senza splendore, come Cristo non aveva
altra gloria che quella di non fare la sua volontà... è così che
diventerete santi.
Marie-Dominique
Moliniè – Tratto da “ Prigionieri dell'infinito”
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