2Cor
5, 17-21
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Parola di Dio
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Parola di Dio
Riflessione
Gesù
è morto per tutti noi; Gesù, il vero e unico innocente, noi, i veri
colpevoli. Lui ha pagato per tutti, e per noi, nessuna condanna...
Lui ci ha salvato dalle tenebre eterne, Lui ha preso in carico tutte
le nostre iniquità e le ha messe sulla Croce... “Egli portò i
nostri peccati nel Suo corpo sul legno della Croce, perché, non
vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle Sue
piaghe siamo stati guariti” (1 Pt 3, 24). Non
dobbiamo meravigliarci se, durante la salita al calvario, Gesù è
caduto diverse volte schiacciato dalle nostre infedeltà... il peso
era veramente grande!
La
Croce è stata la nostra salvezza.
Da
quel momento siamo diventati nuove creature, o almeno, dovremo
esserlo. Ma
cosa significa diventare nuove creature? Significa
svuotare il cuore dal nostro “Io” per far posto a Dio,
significa non vivere più per noi stessi ma per Dio, significa morire con Lui per poter risorgere con Lui, significa diventare nuovi di
fabbrica così che noi stessi non ci riconosciamo più, e anche gli altri non ci riconoscono più.
Attenzione, si tratta naturalmente di cambiamenti del cuore, non fisici... Se una
persona prima di incontrare Cristo era cicciottella, non è che poi,
dopo averlo incontrato, diventa una velina... per quello ci vuole una
dieta!!! Quello che diventa nuovo è il cuore, i nostri sentimenti, i
nostri gusti, i nostri comportamenti. Tutta la nostra persona subisce
una trasformazione radicale: prima era piena di orgoglio, ira, nervosismo, scontrosità, tristezza, malevolenza... poi
traboccante di amore, gioia e pace. La presenza di Dio in noi progredisce quando il nostro cuore incomincia a ospitare la mitezza,
l'umiltà, la pazienza, la dolcezza, la prudenza, la saggezza, la benevolenza... Se uno continua con le vecchie abitudini significa che in lui è ancora forte l'uomo vecchio.
Accogliamo allora
l'assicurazione di Paolo: “… le cose vecchie sono passate;
ecco, ne sono nate di nuove”. Questo non significa che una
volta diventati amici del Signore, diventiamo santi all'improvviso...
le miserie ci sono sempre, ma con l'aiuto di Dio e il nostro
lasciarci fare, riusciremo a soggiogare il peccato nella nostra vita.
Se
prima, ad esempio, parlando e discutendo usavamo un “intercalare”
volgare, dovremo assolutamente smettere questa abitudine... se prima eravamo
rissosi e ogni occasione era buona per litigare,
adesso dovremo evitare di farlo... se prima eravamo persone che
baravano nel lavoro o con gli amici per ottenere apprezzamenti, per aumentare il prestigio,
adesso dovremo cambiare... se prima eravamo invidiosi, pettegoli,
pieni di rancore, velenosi, adesso smetteremo di esserlo. Tutte
queste inclinazioni e altre simili, devono cessare all'istante.
Ma allora ci vuole un miracolo, dirà qualcuno! Appunto...
Il miracolo è la conversione. La Croce deve cambiare la nostra visione del mondo. Allora i nostri fratelli li vedremo in un altro modo, perché
sono tutti bisognosi di essere salvati da Cristo; noi dobbiamo diventare
degli ambasciatori del Cielo con le nostre parole e con il nostro
comportamento. Insomma,
una nuova vita, nuovi sensi, nuove amicizie, nuove idee, nuove
inclinazioni... una Luce nuova: Gesù Cristo!
Ognuno
di noi si porta appreso un baule di peccati grandi come una
montagna; tutti nella nostra vita abbiamo ferito qualcuno, tutti abbiamo
offeso i nostri fratelli. Se ci fermiamo un attimo a pensare, forse ci vergogniamo pure
di tutti questi “orrori”… e ne abbiamo ben ragione!!! Ma
l'unico modo per guarire è riconciliarci con Dio. Qualcuno,
purtroppo, cerca di nascondere il proprio passato, i propri peccati, la propria infelicità, il proprio fallimento...
indossando una maschera, ma non serve a niente, perché mentire
agli altri equivale mentire a se stessi e il peso delle menzogne
diventerà sempre più insostenibile e non si troverà mai riposo. Il nervosismo, gli
scatti d'ira, lo spargere veleno... non si curano con gli
ansiolitici; molto spesso la causa di queste inquietudini è il nostro peccato non
confessato. Il peccato è come un uovo nell'impasto delle polpette,
tiene la coscienza legata... e l'unica cosa che può
liberarla è la Croce, ma non si compra certo in farmacia! Se
crediamo di poterci liberare da soli e uscire vivi da questa
montagna di peccati: nostri e degli altri, siamo dei veri presuntuosi; abbiamo bisogno di
una guida alpina molto esperta, abbiamo bisogno di Gesù Crocifisso.
Tutto
viene da Dio, come ci dice oggi San Paolo, ad esempio, la chiamata e
la forza per rispondere il nostro “Si”, ma a noi è chiesto un
contributo, a noi è chiesto di lasciarci amare. Gesù ci vuole e ci vede come
nuove creature, non è meraviglioso?... Noi invece, come ci
vediamo? Continuiamo
a torturarci con il passato?... Ricordiamo le parole di Paolo:
“... le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di
nuove”. Se
dunque Gesù, non ricorda più le nostre iniquità, perché
continuare a tergiversare? Se
continuiamo a martoriarci,
a sentirci colpevoli, stiamo in qualche modo schernendo
il sangue che Gesù ha versato per noi, crediamo che la Sua morte non sia bastata, che il Suo sacrificio non sia stato poi
così efficace. Ha
ragione il nostro Gesù a dire: "Popolo mio, che male
t'ho fatto? Che dolore t'ho dato? Rispondimi!".
E'
giusto e doveroso ricordarci di tutte le nostre iniquità, ma solo
per ringraziare maggiormente Dio per averci guariti. I ricordi
delle nostre mancanze infatti,
non sono altro che il
lettuccio che il paralitico porta a casa dopo essere stato guarito: "...
E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò
a camminare"...
Ogni
credente era un peccatore prima di essere stato chiamato, e chi non lo era,
in ogni caso se è stato preservato lo deve alla misericordia del buon Dio,
altrimenti avrebbe forse fatto di peggio. Quindi,
ogni disastro della nostra vita passata è stato sotterrato ai piedi
della Croce e non ha più alcun valore; ora siamo diventati degni di
essere amici della Sorgente della vita... "Su, venite e
discutiamo" dice il Signore. "Anche se i vostri peccati
fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero
rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1, 18).
Chiediamo
al buon Dio di aumentare la nostra fede e di infonderci il Suo Santo
Spirito, perché il nostro cuore possa diventare
umile e mite come il Suo.
Grazie
Gesù per il dono del Tuo amore che mi sta accompagnando ogni giorno
e mi aiuta a perdonare le offese, a non sentire troppo le ferite,
ad amare gli altri come
Tu li ami; il Tuo amore mi aiuta a non
turbarmi troppo delle difficoltà megagalattiche in cui mi trovo.
Grazie Gesù per avermi chiamata a Te, grazie per il Tuo sorriso, per il
tuo conforto, per le tue consolazioni e gli aiuti che mi doni
attraverso i fratelli. Grazie
per aver fatto pace con me, grazie
per avermi perdonato e rigenerato a vita
nuova,
grazie per la possibilità quotidiana di
nutrirmi della Tua Parola e dei
Sacramenti.
Voglio
concludere questa mia riflessione con un pensiero di Sant'Agostino: “Angusta
è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala
dunque; è in rovina: restaurala; alcune cose contiene che possono
offendere la tua vista, lo ammetto e ne sono consapevole: ma chi
potrà purificarla, a chi griderò, se non a te: Purificami,
Signore, dalle mie brutture ignote a me stesso, risparmia al tuo
servo le brutture degli altri".
Pace
e bene
Nessun commento:
Posta un commento