venerdì 7 ottobre 2016

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 17, 11-19 - Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.



 Lc 17, 11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore



Riflessione

L'ironia di Gesù è splendida!!!... “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?”.
Quante volte anche a noi è capitato di fare del bene a qualcuno con vero amore, senza interesse, e poi non riceviamo né un grazie, né un sorriso? In questi casi io dico sempre: "Un grazie no, eh?!... Mica porta sfortuna?!... Ma santa pazienza!!!". "Grazie" è una parola così semplice, ma dimenticata da tanti!
Quanto è bello invece ricevere un grazie, una carezza o un sorriso... Molte volte basta poco per alleviare un pochetto le nostre tribolazioni. Questi comportamenti di amore non sono scontati neanche tra i fratelli di fede, l'apertura del cuore e la riconoscenza non sono così frequenti come sarebbe giusto aspettarsi.
A me viene “freddo” quando devo fare qualche favore a delle persone ingrate... perché è come se non apprezzassero quello che fai, è come se fossero indifferenti alle tue attenzioni e al tuo impegno... puoi fare bene o male, per loro non cambia.
Oggi Gesù si rattrista per questo comportamento ingrato, e anche se fa dell'ironia non è detto che non soffra... anzi... forse chi fa della sana ironia soffre più degli altri. A volte anche un genitore fa dell'ironia quando un figlio non ringrazia... e gli dice: "Ei tu, giovanotto... non ti sei dimenticato niente?".
La cosa bella è che Gesù guarisce tutti... Lui vuole guarire tutti, ma attenzione, solo a uno di questi dice: “...la tua fede ti ha salvato”.
Dunque Gesù guarisce tutti, ma uno solo su dieci è anche "salvato"... ed esattamente chi riconosce la grazia ricevuta e la misericordia di Gesù; chi riconosce che senza di Lui non poteva fare nulla.
Guarire non significa essere salvati. Possiamo anche dire che nove sono stati guariti dalla lebbra del corpo, ma non sono stati guariti dalla lebbra del cuore... Quella sparisce solo se evitiamo di fare gli avari con Dio, sparisce quando riconosciamo con gratitudine quello che Lui ci dona ogni giorno. Perché, purtroppo, a volte siamo pure convinti di meritare tutto ciò che abbiamo... Mi sa che è più facile guarire da una malattia del corpo che dall'ingratitudine, e questa è pure contagiosa!!! Solo dopo aver fatto i conti con Dio possiamo essere salvati. Il Sacramento della Riconciliazione serve a questo... «Andate a presentarvi ai sacerdoti».
In qualche modo è il “foglio di dimissioni” che rilasciano in ospedale per attestare che sei finalmente guarito. Quando il Sacerdote dice: "Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" la nostra anima si trova in grazia di Dio e, per il momento, “salvata”... Dico per il momento perché siamo talmente fragili che non ci dura tanto questa “grazia”... i nostri propositi vanno presto a farsi “friggere”... Ma Dio, nonostante la nostra continua infedeltà, continua a essere fedele, continua ad amarci e continua a guarirci. Tutti noi infatti, ogni tanto, ci comportiamo come i nove lebbrosi guariti, incapaci, una volta che otteniamo quello che desideriamo, di ringraziare il Signore. Diciamo che ci "dimentichiamo", che non è colpa nostra... è che abbiamo la memoria un po' labile!!! Oh poveri noi!!!
Se abbiamo una malattia grave e il medico ci guarisce, la prima cosa che diciamo è: "Grazie dottore!"... poi alla prima occasione, generalmente a Natale o a Pasqua, gli regaliamo un bel cesto natalizio o una colomba. E' un modo carino per dirgli che gli siamo grati e abbiamo apprezzato molto quanto ha fatto per noi.
Perché non farlo anche con Gesù? Perché non lodare il nostro Medico Celeste che ci ha guarito e ci guarisce ogni giorno dalla lebbra spirituale? Forse perché siamo ingrati come i nove lebbrosi!...
Quante volte siamo scampati da incidenti stradali, domestici o da altri pericoli e non abbiamo riconosciuto la bontà di Dio? Dopo che ci riprendiamo dallo spavento continuiamo nelle nostre occupazioni come se niente fosse successo. Che triste non riconoscere il nostro Benefattore!
Oltre a essere ingrati a volte siamo anche pigri, perché rendere grazie richiede un certo impegno e non sempre siamo disposti a rinunciare a certe abitudini giornaliere: guardare quella fiction, fare la nostra passeggiata, la nostra gita domenicale, ecc... Una vita di ringraziamento è una vita di preghiera, la preghiera deve venire prima di tutte le cose che dobbiamo fare, prima di ogni attività quotidiana.
Siamo sinceri... quanti di noi, appena svegli, volgiamo lo sguardo a Gesù Crocifisso, alla Mamma e a San Giuseppe e diciamo loro: "Buongiorno famiglia!"?... Quanti di noi, appena alzati, ringraziano Dio per averci custodito durante la notte? Quanti di noi, prima di iniziare la giornata lavorativa, recitano l'Ufficio e Le lodi? Quanti di noi, prima dei pasti, ringraziano il buon Dio e i benefattori per il cibo che abbiamo sulla tavola? Quanti di noi, prima di uscire da casa, offrono l'intera giornata a Gesù? Quanti di noi, appena rientrati a casa da una lunga e faticosa giornata, per prima cosa, anche prima di cambiarci, andiamo in camera di fronte al Crocifisso per salutarlo, per raccontargli tutta la giornata e per ringraziarlo di ogni cosa, anche per tutte le noie e gli imprevisti che ci sono successi? Quanti di noi ringraziano il buon Dio per il dono di un vero amico che si prende cura di noi? Quanti di noi rigraziano Gesù nelle sofferenze? Forse dovremmo considerare che lodare Dio nella croce è trasformare il dolore in salvezza!
Tutta la nostra vita dovrebbe essere un continuo rendimento di grazie al buon Dio. Invece Gesù non incontra se non ingrati e indifferenti! Allora supplichiamoLo di aumentare la nostra fede, chiediamogli di farci più umili e riconoscenti per la grande misericordia che riversa ogni giorno su di noi, chiediamogli di farci diventare un'Eucaristia vivente. Chi è superbo, chi pensa di essere a posto, è convinto di meritare tutto e non sente il bisogno di ringraziare, ma nessuno di noi è meritevole di niente... se abbiamo tanto lo dobbiamo solo a Lui, se abbiamo poco la colpa è solo nostra...
ChiediamoGli perdono se qualche volta non Lo abbiamo ringraziato per i suoi innumerevoli benefici e li abbiamo ritenuti una cosa scontata.
Pace e bene

Articoli correlati per categorie



Nessun commento:

Posta un commento