La
lussuria è essere schiavi del sesso. Godere dei piaceri della carne
non è in sé lussuria, se però si è capaci di farne a meno. Quante
persone rovinano se stesse, la propria famiglia e la società a causa
di questa passione divenuta irresistibile! Chi commette adulterio in
molti casi si rende conto di agire male, confessa di farlo perché
“non riesce a resistere”: ecco l’ammissione della propria
dipendenza e assuefazione.
Non
è difficile mettersi in osservazione di se stessi: se a un uomo si
avvicina una donna bella e sensuale, o a una donna un uomo attraente,
quali moti si producono nel corpo e nella mente? Come farebbe un
etologo con una cavia, così bisogna studiare ciò che avviene in noi
stessi, le palpitazioni, la tempesta di sensazioni, l’agitarsi del
respiro, l’affluire del sangue al petto e alla testa e ogni altro
fenomeno psichico e fisico che si produce in seguito a una
stimolazione vagamente erotica. Soltanto così, senza nascondersi
nulla, con un contatto reale con il proprio corpo, si comincia a
prendere atto di come opera in noi la passione della lussuria, per
poi imparare a tenerla sotto controllo. «Indaga dentro di te quali
siano gli indizi delle tue passioni, non stancarti di cercare e
troverai che ne hai molte, che non conoscevi e non riuscivi a
individuare, poiché siamo malati».(6).
Soprattutto in questo campo le reazioni automatiche, provocate
dall’abitudine di assecondare inconsapevolmente la passione, sono
innumerevoli: è sfruttando questi automatismi che la pubblicità, ad
esempio, ricorre a immagini, a voci e ad altre più o meno esplicite
allusioni erotiche, sapendo che ognuno di noi, se non è addentro
alla pratica quotidiana dell’introspezione e della consapevolezza,
può essere indotto a comprare qualunque cosa, ad aderire a qualunque
offerta, a intraprendere qualsiasi impresa e persino a seguire
qualsiasi ideologia se si riesce a far presa sulla sua lussuria con
espedienti sufficientemente efficaci ed eccitanti, ma allo stesso
tempo non troppo evidenti (pochi forse intraprenderebbero una grande
spesa o un grande lavoro se si rendessero conto di farlo solo perché
“ammaliati” dal personale femminile della ditta, ad esempio).
La
lussuria è una passione tenace perché promette un piacere
particolarmente intenso. Eppure questo piacere è straordinariamente
effimero. L'eccitazione del corpo e il fantasticare della mente
surriscaldata proiettano e promettono un piacere infinitamente più
grande e più straordinario di quel che poi esso si rivela in realtà.
La mentalità odierna, che ha fatto della libertà sessuale una delle
sue conquiste, ci ha abituati a ridimensionare il pericolo della
lussuria: perché mortificare a tutti i costi – si dice – i
piaceri della carne? A queste osservazioni, suggerite, oltre che
dalla lussuria stessa, dai mezzi di comunicazione e da un’abitudine
acritica a seguire le mode sociali, il cristiano sa rispondere
facilmente che la dipendenza dal sesso è una schiavitù e ci
impedisce quindi di essere persone libere: «Come può dirsi libertà
il non sapersi dominare?».(7).
Quanto spesso poi questa schiavitù ci porta a compiere azioni che
noi stessi disapproviamo, o a fare doppi giochi, o a dire menzogne e
a perdere la nostra integrità morale! E ancora: quanto tempo della
nostra vita ci ruba questa passione, e quanta dispersione di energie,
e quanto ci costringe a spendere, quante preoccupazioni, ansie,
liti...! Non è difficile inoltre vedere le conseguenze sociali di
questo vizio, che a prima vista può sembrare una “questione
personale”. Quando i singoli coltivano nel loro cuore e nel loro
corpo la lussuria, le danno il potere di agire non solo su loro
stessi, ma anche sull’intera società: per il sesso si litiga, si
minaccia, si uccide; la libidine provoca gravidanze non volute,
induce gli adulteri, la rovina delle famiglie e i divorzi; provoca un
consumismo senza limiti, alimenta uno stile di vita fatuo, nonché la
prostituzione, la pornografia, la pedofilia...
Ora,
è importante rendersi conto che queste deviazioni sono la naturale
conseguenza di una lussuria non tenuta a bada nella normalità del
quotidiano. La lussuria del ragazzo che inventa una bugia per
incontrare una ragazza o per strapparle un bacio, è la stessa che
spinge a mentire al coniuge per commettere adulterio o fare traffici
di pornografia. Come con tutti i vizi, non è l’oggetto che conta,
ma la passione che cresce e mette radici nel Soggetto.
Non
esistono quindi casi in cui la lussuria è innocua: forse nel mio
cuore le piante di questo vizio sono piccole e, pur innaffiandole,
non destano preoccupazione; ma tutte le piante grandi erano piccole
una volta e sono divenute grandi perché sono state innaffiate.
Dopo
queste osservazioni, vediamo ora, alla luce degli insegnamenti dei
Padri della Chiesa, come lavorare concretamente per togliere a questa
passione il potere che ha su di noi.
– L’ascesi
contro la lussuria consiste sostanzialmente nella normale osservanza
dei precetti e divieti della morale cristiana: non avere rapporti
prima del matrimonio; evitare tutte le “deviazioni” e
“stravaganze” sessuali; evitare la pornografia; se sposati avere
rapporti solo con il proprio coniuge; evitare i rapporti con il
coniuge nei giorni e periodi penitenziali (per esempio di venerdì,
durante la Quaresima, ecc.). Sforzarsi per rispettare queste regole
di castità, anche se forse la passione è ancora annidata dentro,
porta già a buoni risultati ripulendo la mente dall'«irrequietezza
della concupiscenza» (Sap 4, 12). – Anche un’abitudine
consolidata alla frequente e sincera confessione sacramentale con un
unico confessore e padre spirituale aiuta a vincere il vizio, se non
altro, come suggeriscono i Padri e molti santi, per la vergogna di
confessarsi. – Visto il potere che questa passione ha sui singoli e
sull’intera società, può essere utile attenuarne l’incendio
anche con qualche “doccia fredda” un po’ più drastica, come
suggerivano i Padri: di un monaco si racconta che, infatuatosi di una
donna bellissima, quando un giorno venne a sapere che era morta, si
recò a guardarne e toccarne il corpo in decomposizione (8).
Il
contatto vivo con la morte è certamente una “panacea” contro i
vizi. La lotta contro la lussuria esige molta oculatezza. C’è chi
crede di averla sconfitta, ma in lui la concupiscenza e la passione
continuano ad operare sotto altre forme: sembra irreprensibile nella
sua vita sessuale, ma è schiavo della ricchezza e del benessere
materiale; si adira se qualcuno lo critica o lo offende; il suo
stesso rigore nella castità lo rende arrogante e sprezzante verso
gli altri, facendogli perdere il bene più grande di tutti, che è
l’umiltà, insieme alla carità. Chỉ non sa dominare la collera o
la gola o l’ambizione, non è padrone di sé e allora certamente la
sua presunta castità è solo illusoria o momentanea. Più di
qualunque altro vizio, la lussuria può essere vinta solo
estirpandone le radici. È inutile affannarsi con secchi a buttare
fuori dalla nave che sta affondando l’acqua, mentre essa è piena
di buchi: l’unica cosa da fare è tappare i buchi. La nostra vita,
soprattutto oggi, è fatta di un continuo assorbire stimoli di
lussuria. Inoltre, come dicevano i Padri, il “demone” della
lussuria cerca di ottenebrarci la mente in modo tale che non
individuiamo le cause — pure tanto palesi! – delle infiltrazioni
d’acqua. Non vinceremo il vizio finché ci limiteremo a parlare
vagamente di “difesa della castità”. Bisogna scendere nel
concreto e vedere nel concreto quali siano i fattori che minano la
castità: — Il continuo bombardamento di immagini erotiche nelle
riviste, nei cartelloni, nella televisione, negli spettacoli e in
molti altri contesti. È necessaria quindi un’attenta “custodia
degli occhi”; dobbiamo chiuderli a tali infiltrazioni,
distogliendoli volutamente da queste immagini, tenendoli a freno
quando si cammina per strada, evitando di guardare la televisione, le
riviste e di frequentare spettacoli “a rischio”.
–
La
promiscuità tra uomini e donne negli ambienti di lavoro, di
divertimento, ecc. è un’abitudine radicata nel mondo occidentale,
ma credere che sia innocua significa ignorare le più elementari
dinamiche della libidine. Presumere di essere sufficientemente
padroni di sé e casti da non dover temere la vista dell’altro
sesso è – secondo i Padri – superbia o, nel migliore dei casi,
ingenua sprovvedutezza. «Chiunque guarda una donna per desiderarla
ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5, 28).
– Procrastinare
esageratamente il matrimonio. Se si aspettano – diceva già san
Giovanni Crisostomo – i 25 o 30 anni per sposarsi, o anche più
tardi — per motivi economici, di studio o per paura di prendere un
impegno definitivo —, è chiaro che il tormento della lussuria e la
probabilità di rapporti prematrimoniali aumentano proporzionalmente.
Questo punto, naturalmente, ha la sua radice nell’avidità di
denaro e di eccessive comodità materiali e nell’incapacità di
vivere poveramente e di fidarsi della Provvidenza. –
Per
chi ha scelto la vita consacrata è importante proteggersi dalle
tentazioni e non presumere troppo di sé, con l’aiuto del padre
spirituale e della vita in comunità.
—
«Mai
sarà in grado di frenare gli ardenti stimoli della libidine chi non
sia riuscito a frenare la concupiscenza della gola», dice Giovanni
Cassiano (Istituzioni cenobitiche, V, 11, 1).
–
Un
altro aspetto importante, infine, è l'abbigliamento: partendo
dall'idea che soprattutto gli uomini sono stimolati da immagini
provocanti, i Padri della Chiesa esortano le donne a vestirsi in modo
modesto e pudico.
Come
si vede, c’è molto su cui lavorare per vincere questa passione. Ma
una volta eliminate dalla propria vita le consuetudini che degradano
il sesso banalizzandolo e riducendo l’erotismo a strumento
commerciale o ad arma di ricatti affettivi, il cristiano può
riscoprire la meraviglia della sessualità riportata alla sua
naturale funzione, nella cornice dell’amore coniugale,
dell’atmosfera di famiglia e della tenerezza dove il sesso non è
profanato e Svenduto, ma torna ad essere qualcosa di sacro e
venerabile.
(8)
Detti dei padri (serie sistematica), V, 22.
Tratto
dal libro “ I 7 vizi capitali “ di Dag Tessore
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