San
Giovanni di Kronstadt (1829-1908)
Le
persone che si sforzano di condurre una vita spirituale, hanno da
affrontare in ogni istante una lotta sottile e difficilissima con i
loro pensieri, la lotta spirituale. L’occhio deve essere sempre
luminoso per osservare i pensieri che entrano nell’anima da parte
del demonio e respingerli. Tali persone debbono avere il cuore sempre
ardente di fede, d’umiltà, di amore. Altrimenti in esso entrerà
facilmente la malizia del demonio, a seguito della quale la debolezza
della fede o la sua mancanza assoluta ed infine ogni male, da cui non
riuscirai a liberarti presto neppure con le lacrime. Perciò non
permettere che il tuo cuore sia freddo e specialmente durante la
preghiera evita in ogni modo la fredda indifferenza. Molto spesso
abbiamo sulle labbra una preghiera, ma nel cuore la maligna debolezza
della fede o la sua assenza assoluta. Con le labbra, per così dire,
l’uomo è vicino a Dio, con il cuore lontano. Ma durante la
preghiera, il demonio impiega tutti i mezzi per raffreddare e rendere
maligno il nostro cuore in modo per noi impercettibile. Prega e
rafforzati, rafforza il tuo cuore.
Se
vuoi chiedere una grazia qualsiasi a Dio, prima di pregare preparati
ad una fede che non conosca dubbi, ad una fede robusta e prendi a
tempo opportuno i mezzi necessari per difenderti dal dubbio e dalla
mancanza di fede. È brutto se durante la preghiera nel tuo cuore
perde forza la fede ed essa non vi è in ampia misura. Non pensare in
tal caso che riceverai da Dio ciò che gli hai chiesto in preda al
dubbio: a chi lo beffa Dio non dà i suoi doni. Ha detto il Signore:
“Tutto
ciò che chiederete nella preghiera, se crederete, otterrete”.
Perciò se chiederete senza fede o in preda al dubbio, non riceverete
nulla. “Se
avete fede, e non dubiterete
– egli dice –, potrete
smuovere anche le montagne”.
Vuol dire che se dubiterete e non crederete, non riuscirete a farlo.
“Che
(ogni uomo) chieda con fede, non avendo alcun dubbio”
– dice san Giacomo – e non pensi di ottenere qualcosa da Dio se
dubita. “L’uomo
che ha due anime, è sconnesso in tutte le sue vie”.
Il cuore che dubita che Dio possa concedere ciò che gli si chiede,
viene punito per il dubbio che ha avuto: esso si tormenta come in
preda ad una malattia ed è oppresso dal dubbio. Non adirare
l’Onnipotente neppure con l’ombra di un dubbio, specialmente tu
che hai provato su di te moltissime volte l’onnipotenza di Dio.
Il
dubbio è una bestemmia contro Dio, è una menzogna sfacciata del
cuore, oppure dello spirito della menzogna che si annida nel cuore
contro lo Spirito della Verità. Temilo come un serpente velenoso, ma
no, che dico, non tenerlo in nessun conto, non rivolgergli
l’attenzione. Ricordati che Dio, quando tu chiedi, aspetta una
risposta positiva da parte tua alla domanda se tu sei internamente
disponibile per Lui: “Credi che io possa fare questo?”, e tu dal
profondo del cuore gli devi rispondere: “sì,
credo o Signore”.
Ed allora riceverai secondo la tua fede. Al tuo dubbio o alla
mancanza di fede sia di aiuto il seguente ragionamento:
Innanzi
tutto, io chiedo a Dio un bene che esiste, non astratto, non sognato,
non frutto della fantasia, e tutto ciò che esiste ha ricevuto
l’esistenza da Dio. Infatti “senza
di Lui non è esistito nulla di ciò che esiste”.
Ciò significa che nulla esiste senza di Lui e che tutto ha ricevuto
la vita o da Lui o dalla Sua volontà o che Egli permette che avvenga
grazie alle forze e le capacità da Lui concesse alle sue creature,
per cui Dio è Signore assoluto di tutto ciò che esiste e che
accade. Oltre a ciò Egli “chiama
viventi anche le cose che non esistono”.
Ciò vuol dire che se io gli chiedessi ciò che non esiste, Egli
potrebbe darmelo creandolo.
In
secondo luogo, io chiedo ciò che è possibile e per Dio anche quanto
per noi è impossibile, è possibile, per cui da questo lato non ci
sono impedimenti. Giacché Dio può fare per me anche ciò che dal
mio punto di vista è impossibile. Il nostro danno consiste nel fatto
che alla nostra preghiera si unisce un ragionamento miope, un ragno
che dà la caccia alla Verità con la ragnatela dei suoi giudizi,
conclusioni, analogie… La fede vede improvvisamente, accoglie,
mentre il ragionamento per vie traverse giunge alla Verità. La fede
è un mezzo di comunicazione dello spirito; il ragionamento è un
mezzo di comunicazione spirituale e sensibile con ciò che è
spirituale e sensibile o, semplicemente, materiale. La prima è
spirito, il secondo carne.
Osservate
l’immagine del Salvatore e vedete come Egli vi guarda con occhi
luminosissimi. Questo sguardo significa che Egli penetra in voi con i
suoi occhi più splendenti del sole e vede tutti i vostri pensieri,
ascolta tutti i desideri del vostro cuore ed i sospiri. È
un’immagine, ma nelle sue linee rappresenta ciò che non può
essere oggetto di un disegno o di una raffigurazione, ma può essere
raggiunto solo dalla Fede. Credete che il Salvatore sempre vi guarda
e vi vede, con i vostri pensieri, affanni, sospiri, con tutte le
vostre difficoltà, come sulla palma della sua mano. “Ecco
sulle mie mani ho raffigurato le tue mura e sei sempre davanti a
me”,
dice il Signore. Quanto conforto, quanta vita in queste parole
dell’Onnipotente, che è Provvidenza. Perciò pregate davanti
all’icona del Salvatore, come davanti a Lui stesso. Egli per il suo
amore per gli uomini vi è presente con la sua grazia e con gli occhi
che vi sono raffigurati realmente vi guarda: “in ogni luogo i suoi
occhi guardano”, anche nell’immagine dalla quale vi ascolta con
l’occhio che vi è disegnato. Ma ricordate che i suoi occhi
appartengono a Dio e che i suoi orecchi sono orecchi di Dio
Onnipotente.
Dovunque
io mi trovi, appena levo lo sguardo dell’animo nel mio affanno a
Dio, Egli, che ama gli uomini, risponde subito alla mia fede ed alla
mia preghiera e l’affanno subito viene meno. Egli non lo vedi, ma
lo senti vivamente con il cuore. L’affanno è la morte del cuore,
ed è la caduta da Dio; la tranquillità del cuore grazie alla viva
fede in Lui dimostra in modo più chiaro del giorno che il Signore è
continuamente accanto a me e che vive nel mio intimo. Quale
intercessore o angelo ci libererà dai peccati o dagli affanni?
Nessuno, all’infuori di Dio. L’esperienza lo dimostra.
La
misura della validità della nostra preghiera sarà da noi giudicata
con un criterio umano, con la qualità dei nostri rapporti con gli
uomini. Quali ci dimostriamo con gli uomini? Alle volte con
freddezza, senz’alcuna partecipazione del cuore, per puro dovere
oppure per convenienza esprimiamo a loro le nostre domande, le lodi,
la gratitudine, oppure facciamo una cosa qualsiasi per loro. Altre
volte invece con calore, con partecipazione del cuore, con amore,
oppure alle volte con ipocrisia o altre volte con sincerità. Così
pure con Dio siamo incostanti. Eppure non dobbiamo essere così.
Bisogna sempre e con tutto il cuore glorificare e ringraziare Dio e
rivolgergli le nostre richieste. Bisogna sempre di tutto cuore agire
nei Suoi confronti; con tutto il cuore amarlo e confidare in Lui.
La
parola, piena di grazia, della Scrittura, dei Santi Padri, della
preghiera e particolarmente la parola del Logos, è veramente acqua
viva; è acqua corrente e la parola scorre come l’acqua. L’acqua
rinfresca e ravviva il corpo; così la parola piena di grazia
ravviva e penetra con la pace e gioia nell’anima o con la
comunione ed il pentimento per i peccati. La nostra speranza di
ottenere ciò che chiediamo nelle preghiere si fonda sulla fede nella
bontà e nella misericordia di Dio, giacché Egli è Dio di
misericordia e di clemenza e così noi ci ricordiamo delle infinite
esperienze precedenti della Sua bontà e misericordia sia nei
confronti degli altri, che si manifestano nella Sacra Scrittura e
nelle vite dei Santi, che di noi stessi. Perciò, affinché la
preghiera abbia un esito positivo, è anche necessario che chi prega
abbia precedentemente ottenuto ciò che abbiamo chiesto e che creda
fermamente in ciò; spesso noi riceviamo dopo la preghiera ciò che
abbiamo chiesto, specialmente quanto si riferisce alla salvezza delle
nostre anime. Bisogna attribuire queste grazie a Dio stesso, e non ad
un caso qualsiasi; com’è possibile ammettere l’esistenza del
caso nel regno di Dio onnipotente? In realtà senza di Lui nulla
accade, come “senza
di Lui nulla fu fatto di ciò che è esistito”.
Molti non pregano perché sembra loro di non aver ricevuto da Dio
alcuna grazia tramite la preghiera. Oppure ritengono la preghiera
inutile. “Dio – dicono – sa tutto prima che noi gli chiediamo”,
ma dimenticano che è stato detto: “chiedete
e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”.
Le nostre preghiere sono necessarie appunto per rafforzare la nostra
fede, grazie alla quale soltanto ci salviamo: “Per
opera della Grazia siete salvati attraverso la fede”;
“È
grande,
o donna, la tua fede!”.
Il Salvatore costrinse quella donna a chiedere con forza, per
risvegliare la sua fede, per rafforzarla. Siffatti uomini non si
rendono conto di non avere la fede – che è il più prezioso tesoro
del Cristiano, necessario quanto la vita – che essi con la loro
mancanza di fede fanno di Dio un mentitore, che sono figli del
demonio, indegni di qualsiasi misericordia divina, che essi vanno
alla propria rovina. Bisogna pure che il cuore arda durante la
preghiera dal desiderio di beni spirituali, di amore per Dio,
contemplato chiaramente con il cuore nella sua immensa bontà nei
confronti del genere umano e pronto ad ascoltare con amore paterno
tutte le nostre preghiere. “Se
però voi, che siete malvagi, sapete dare doni benefici ai vostri
figli, quanti più beni vi darà il Padre vostro celeste se gliene
chiederete?”.
Da
“La mia vita in Cristo”
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