Un giorno un maestro illustrava agli allievi la
notevole efficacia psicologica delle parole e come gli uomini
soggiacciano a tale potere come in stato d'ipnosi.
«Le parole, in se stesse, non hanno importanza, sono solo fattori secondari, non fatti reali. Eppure gli uomini si cibano esclusivamente di parole anziché di realtà. Reagiscono positivamente o negativamente in base a parole amabili o ingiuriose».
«Non sono minimamente d'accordo!», ribatté un allievo alzatosi improvvisamente in piedi, «Le parole non hanno un tale potere su di noi!».
«Lurido schifoso cane rognoso!», lo ingiuriò il maestro preso da un violento raptus, «Chi ti ha detto di alzarti! Rimettiti subito a sedere o ti faccio cacciare via a pedate!».
L'allievo, cianotico in volto dall'ira, ribatté:
«Ma come, proprio tu, un maestro che reagisce in questo modo indegno? Mi meraviglio di un tale comportamento! Vergognati!».
«Chiedo umilmente perdono», rispose pacato il maestro, «Non so cosa mi è successo. Non era mia intenzione né offenderti né umiliarti. Ti prego ancora di scusarmi».
A quelle parole l'allievo si rasserenò e tornò tranquillamente a sedersi.
A quel punto il maestro disse:«Potete ora osservare il potere delle parole? Poche parole ingiuriose hanno ferito una persona e hanno provocato in lui un uragano d'ira. Poche parole amabili lo hanno gratificato e reso tranquillo. Qualche parola può significare ira o tranquillità! Le parole sono solo fattori secondari, non realtà effettive. Eppure l'uomo non riesce a scrollarsele di dosso e, come imprigionato, soggiace al loro potere».
«Le parole, in se stesse, non hanno importanza, sono solo fattori secondari, non fatti reali. Eppure gli uomini si cibano esclusivamente di parole anziché di realtà. Reagiscono positivamente o negativamente in base a parole amabili o ingiuriose».
«Non sono minimamente d'accordo!», ribatté un allievo alzatosi improvvisamente in piedi, «Le parole non hanno un tale potere su di noi!».
«Lurido schifoso cane rognoso!», lo ingiuriò il maestro preso da un violento raptus, «Chi ti ha detto di alzarti! Rimettiti subito a sedere o ti faccio cacciare via a pedate!».
L'allievo, cianotico in volto dall'ira, ribatté:
«Ma come, proprio tu, un maestro che reagisce in questo modo indegno? Mi meraviglio di un tale comportamento! Vergognati!».
«Chiedo umilmente perdono», rispose pacato il maestro, «Non so cosa mi è successo. Non era mia intenzione né offenderti né umiliarti. Ti prego ancora di scusarmi».
A quelle parole l'allievo si rasserenò e tornò tranquillamente a sedersi.
A quel punto il maestro disse:«Potete ora osservare il potere delle parole? Poche parole ingiuriose hanno ferito una persona e hanno provocato in lui un uragano d'ira. Poche parole amabili lo hanno gratificato e reso tranquillo. Qualche parola può significare ira o tranquillità! Le parole sono solo fattori secondari, non realtà effettive. Eppure l'uomo non riesce a scrollarsele di dosso e, come imprigionato, soggiace al loro potere».
Il Dito e la luna. Gli insegnamenti dei mistici
dell'islam.
Di Gianluca Magi -
Edizioni Il Punto d'Incontro
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