Nel mondo ci sono diverse religioni, tra queste, tre sono quelle che insegnano l'esistenza di un solo Dio: la religione degli Ebrei, la religione dei cristiani e la religione dei mussulmani. La religione degli Ebrei e quella dei Mussulmani insegnano che Dio è il creatore del mondo, che è buono, misericordioso, sapiente, che ha cura degli uomini e alla fine giudicherà la vita di ciascuno.
La religione dei cristiani oltre ad insegnare queste cose, insegna
qualcosa in più, insegna anche come è fatto Dio al suo interno e ci dice
che Dio è costituito da tre persone uguali e distinte: il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo Sono
una comunione di Sapienza e di Amore. Che le cose siano così, l'uomo non
arriva a scoprirlo con la sua intelligenza, ma arriva a crederlo perché
Dio glielo rivela. Dio che aveva già parlato nei tempi antichi,
molte volte e in diversi modi… per mezzo dei profeti, ultimamente… ha
parlato a noi per mezzo del Figlio (Eb 1,1). Gesù dunque, facendosi
uomo, parla agli uomini delle cose di Dio con un linguaggio adatto alla
loro capacità di comprendere; è quindi Lui che ci rivela il Padre, Se
stesso e lo Spirito Santo.
Caratteristica propria di ciascuna persona divina
Dallo studio della Sacra Scrittura e delle parole di Gesù, appare
inoltre che ciascuna persona divina ha caratteristiche sue proprie; si
osserva infatti una particolare relazione fra il fatto di esistere e la
persona del Padre, fra la sapienza o la conoscenza e la persona del
Figlio, fra l'amore o la bontà e la persona dello Spirito Santo. Vediamo
alcuni esempi che ci mostrano queste caratteristiche.
Quando Mosè, di fronte al roveto ardente chiede a Dio qual è il suo nome, gli viene risposto: Io sono colui che sono!… Dirai agli Israeliti: Io Sono mi ha mandato a voi (Es 3,14), e nel libro della Genesi leggiamo: In principio Dio creò il cielo e la terra
(Gn 1,1), da queste ultime parole si ricava che solo colui che ha la
pienezza dell'essere è in grado di dare l'esistenza ad altre cose. In
questi due esempi: Io Sono e Dio creò sono riferimenti alla persona del Padre.
Per quanto riguarda la persona del Figlio, nel Vangelo di Giovanni leggiamo: In
principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ... e
il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 1; 14). Sempre nello stesso Vangelo Gesù dice di se stesso: Io sono la Verità, Io sono la luce del mondo
(Gv 14, 6; 8, 12). Gesù è la Luce del mondo perché la sua sapienza
illumina la nostra ignoranza; e Gesù è anche la Parola di Dio e la
Verità di Dio che si manifestano a noi. Vediamo così che i termini Luce,
Verità, Sapienza, Parola sono particolarmente legati alla seconda
persona della Santissima Trinità.
Per quanto riguarda il legame dell'amore o della bontà con la persona della Spirito Santo, così troviamo scritto nel salmo: Il tuo Spirito buono mi guidi in terra piana (Sal 142, 10), e San Paolo nella lettera ai Romani dichiara: La carità (o amore) di Dio è stata effusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5) e nella lettera ai Galati così si esprime: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà... (Gal 5,22). Gesù poi, nel Vangelo di Giovanni parla dello Spirito Santo come Consolatore: Se
mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli
vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi sempre, lo Spirito
di verità (Gv 14, 15-16) e più avanti: Il Consolatore, lo Spirito
Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Gv 14, 26).
Riflesso della Trinità nelle cose che ci circondano
Visto come stanno le cose secondo l'insegnamento della Sacra Scrittura,
illuminati da questo insegnamento, cerchiamo di vedere se la nostra
intelligenza riesce a cogliere qualche riflesso, qualche similitudine
con la Trinità nelle cose che ci circondano.
Se osserviamo il mondo delle cose materiali, vediamo che tutte le cose,
per esistere, devono avere tre dimensioni: la larghezza, l'altezza e la
profondità; se manca una sola di queste dimensioni la cosa non esiste;
potrà esistere nella fantasia o su un foglio di carta ma non nella
realtà. Se infatti disegniamo un tavolo su un foglio o su una lavagna,
lo possiamo fare con due dimensioni soltanto, otterremo una
rappresentazione del tavolo, ma non il tavolo vero e proprio, questo
perché gli manca la terza dimensione, quella che gli darebbe la
consistenza dell'esistenza. Le cose materiali che non si possono
misurare in metri cubi non esistono.
Queste considerazioni potrebbero suggerirci qualche collegamento fra
tutto ciò che esiste e la Trinità; tutto ciò che esiste è infatti opera
della Trinità e ne porta impresso da qualche parte il sigillo. Possiamo
pensare ancora ai colori; tutti i colori che noi vediamo sono composti
da tre colori fondamentali: il rosso, il verde, il blu; miscelando
opportunamente questi tre è possibile ottenere qualsiasi colore; è su
questo principio che sono costruite le televisioni a colori.
Proviamo adesso a fare un esempio che sia un po' più somigliante alla
comunione del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Supponiamo di
entrare in una stanza e di vedere un macchinario strano pieno di
bottoni, luci, monitor, bracci snodati e ogni altra complicazione della
tecnica moderna. Se questa macchina esiste, e noi vediamo che esiste, la
sua esistenza dipende dal concorso di tre cose:
1 - Qualcuno ha avuto la capacità e le risorse per costruirla.
2 - Qualcuno ne ha avuto in mente l'idea o il progetto.
3 - Qualcuno ha avuto la volontà di costruirla.
Se veniva a mancare una sola di queste tre condizioni la macchina non
avrebbe potuto esistere. Così una donna potrebbe essere molto brava a
fare la torta di mele, ma se gli capita di non avere voglia di
prepararla, nessuno potrà mangiarla. Se manca la volontà niente può
esistere.
Un bambino invece, potrebbe avere una gran voglia della torta di mele ed
avere anche a disposizione gli ingredienti, ma se nella sua testa non
ha l'idea di come si prepara dovrà restare a bocca asciutta. Se manca
l'intelligenza niente può esistere.
Una donna povera invece potrebbe avere la volontà ed anche sapere come
si prepara la torta, ma se non ha gli ingredienti non potrà farli
spuntare dal nulla, ed anche in questo caso niente torta. Se manca chi
può fornire gli elementi di base, niente può esistere.
Vediamo in questi esempi che la capacità o la possibilità di produrre
qualche cosa ci suggerisce una similitudine con la persona del Padre,
l'idea o il progetto della cosa ci suggerisce una similitudine con la
persona del Figlio e la volontà di produrre la cosa suggerisce una
similitudine con la persona dello Spirito Santo; la necessità poi che
questi tre elementi si trovino insieme costituisce un richiamo all'unità
di Dio.
Quello che vale per la torta o la macchina, vale anche per tutto ciò che
esiste, anche per il granello di sabbia. Infatti, se il granello di
sabbia esiste è perché qualcuno era in grado di dargli l'esistenza, e
questo è il Padre; l'esistenza del granello di sabbia ci dice anche che
non solo qualcuno era in grado di farlo esistere, ma che qualcuno ha
voluto la sua esistenza, e questo è lo Spirito Santo; la struttura del
granello di sabbia poi, non è casuale, ma è una struttura che obbedisce a
leggi ben precise, nel granello di sabbia infatti, ci sono una quantità
enorme di atomi composti da nuclei ed elettroni che obbediscono nel
loro moto e nei loro rapporti a leggi così complesse che gli scienziati
moderni non riescono ancora a comprendere pienamente, ora, progettare la
materia secondo una legge ben precisa è opera della sapienza del Figlio
di Dio. Vediamo così che anche nel granello di sabbia è impresso il
sigillo della Santissima Trinità.
Rapporto fra la bontà e la volontà
Abbiamo detto che fra lo Spirito Santo e la bontà o l'amore c'è un
particolare legame, ma abbiamo anche visto che c'è un legame fra lo
Spirito Santo e la volontà. Il rapporto fra le due cose è questo: una
volontà, per sua natura, vuole ciò che è bene, o inversamente, il bene è
ciò che una volontà vuole. Da questo segue che: lo Spirito Santo in
Dio, vuole il bene o la bontà che è Dio stesso, all'esterno di Dio,
ossia nei nostri confronti, lo Spirito Santo vuole il nostro bene e la
nostra bontà.
Ora, il nostro bene e la nostra bontà dipendono dalla nostra adesione a
Gesù Cristo, l'opera dello Spirito Santo nei nostri confronti sarà
dunque quella di farci comprendere e amare Gesù, ecco perché San Paolo
nella lettera ai Corinzi afferma: Nessuno può dire 'Gesù è Signore' se non sotto l'azione dello Spirito Santo (1Cor 12, 3).
Queste parole mostrano come l'azione dello Spirito Santo ed il nostro
bene siano nel riconoscere Gesù come Signore, ma non possiamo
riconoscere Gesù come Signore, e non possiamo amarLo, se non conosciamo e
non comprendiamo sia il significato dei suoi insegnamenti, che delle
opere che ha compiuto in nostro favore; allora, per aiutarci, Gesù
promette: Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto … vi guiderà alla verità tutta intera, perché… prenderà del mio e ve lo annunzierà
(Gv 14, 26; 16, 13-14). Comprendere e amare Gesù significa inoltre
comprendere e amare il Padre, perché Gesù è del Padre la rivelazione e
l'immagine perfetta.
Condizioni per essere cristiani
Dall'opera dello Spirito Santo nei nostri confronti si ricava anche
quali siano le condizioni per essere cristiani. Il cristiano è colui che
riconosce Gesù come signore della sua vita; conoscere i suoi
insegnamenti, le sue opere i suoi miracoli, non basta; uno potrebbe
conoscere perfettamente tutti i punti della dottrina cattolica, ma se
non decide di sottomettersi alla persona di Gesù se non acconsente a
dare a Lui il potere di governare la sua vita, non può dirsi cristiano.
Essere cristiani, significa ancora accettare di compiere un certo
cammino, cammino che ha per meta la verità tutta intera, questa è la
meta a cui vuole guidarci lo Spirito Santo; giungere poi a questa meta
significa raggiungere la pienezza della libertà e la pienezza della
conoscenza di Gesù; Gesù ha detto infatti: Io sono la Verità…, la Verità vi farà liberi
(Gv 14,6; 8,32). Se questo è vero, ed è vero perché sono parole di
Gesù, dobbiamo concludere che: finché la persona di Gesù non avrà preso
pieno possesso del nostro cuore, ci saranno sempre in noi dei settori
più o meno grandi di ignoranza o di menzogna e saremo perciò
condizionati in vario modo dalle mode e dalle mentalità dominanti. Anche
se uno si trovasse a vivere in un ambiente cristiano ed il suo
comportamento venisse influenzato da tale ambiente, nella misura in cui
la sua adesione dipende dalla comodità di seguire l'andamento generale,
dalla preoccupazione di non creare tensioni o fratture, la sua adesione
al cristianesimo non avrebbe un gran valore, non sarebbe un'adesione
libera e convinta. Perché la nostra adesione diventi tale, deve essere
fondata nella verità, ossia purificata da ogni scoria di ipocrisia, di
menzogna o di compromesso, ed è a questo che ci spinge e per questo
opera lo Spirito di Verità (Gv 14, 17), e non ci lascerà tranquilli fino a quando non avrà compiuto il suo lavoro.
I confini del campo della conoscenza
La verità tutta intera a cui lo Spirito Santo vuole condurci potremmo
immaginarla come un immenso campo quadrato i cui lati è come se
rappresentassero i confini del campo della conoscenza: avremmo allora da
un lato la verità tutta intera riguardo a Dio in se stesso, dall'altro
lato la verità tutta intera riguardo a ciò che Dio compie fuori da se
stesso, sul terzo lato la verità sull'uomo nei suoi rapporti con Dio, ed
infine la verità sull'uomo nei suoi rapporti con i fratelli.
Fra le verità che riguardano l'uomo, ce ne sono alcune piacevoli altre
un po' meno, fra quelle piacevoli c'è ad esempio la grandezza dell'amore
di Dio per noi, la grandezza dell'uomo quando è unito a Dio, la
bellezza del suo destino. Fra quelle meno piacevoli, troviamo invece
l'immensa miseria e povertà dell'uomo lasciato a se stesso, le sue
cattiverie e meschinità, le resistenze ai richiami della grazia con la
possibilità reale di dire un no definitivo a Dio.
Lo Spirito di Verità è anche Spirito consolatore
Giungere alla verità tutta intera sull'uomo, significa allora lasciarsi
guidare dallo Spirito alla consapevolezza delle possibilità di bene e
delle possibilità di male che ci sono in noi. Dice infatti Gesù che lo
Spirito Santo convincerà il mondo quanto a peccato… perché non credono in me
(Gv 16, 8-9). Il mondo di cui parla Gesù sono gli uomini che non lo
hanno accolto e non hanno voluto credere in lui; ma anche in noi ci sono
parti di mondo, ossia resistenze ai suoi insegnamenti, mancanze di
fede, mancanze di docilità all'azione della grazia, offese alla legge
dell'amore; in una parola: c'è in noi del peccato da cui dobbiamo venire
purificati.
Ma lo Spirito che convince il mondo e noi di peccato, - pensiamo a Pietro che pieno di Spirito Santo dichiara: Quel Gesù che voi avete inchiodato alla croce per mano di empi e avete ucciso…(At
2, 23-24) - è anche lo Spirito Consolatore, ossia colui che nei momenti
di difficoltà, nei momenti duri, ci consola, incoraggia, ci consente di
vedere oltre le apparenze, ci dona fedeltà e perseveranza, suscita e
valorizza le capacità di bene che sono in noi.
Ma di quali difficoltà, di quali momenti duri stiamo parlando? Ebbene,
dei momenti duri e delle difficoltà che un cammino di fede normalmente
comporta. Infatti, non è sempre facile accogliere le parole e le
esigenze di Gesù; pensiamo ad esempio all'esigenza di rinnegare noi
stessi, prendere ogni giorno la nostra croce e andargli dietro; può
essere duro accogliere le parole: Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita
(Gv 6, 53). Spesso può capitare di sentire il peso di andare contro
corrente, può essere a volte faticoso amare come Lui ama, anche i
nemici... Così, lo Spirito Santo ci consola e ci conforta nelle
difficoltà e nelle asprezze che incontriamo nel seguire Gesù.
Volendo fare un paragone e un riassunto potremmo dire: come lo Spirito
Santo ha dato alla luce Gesù nel cuore e nel corpo di Maria, come Lo
rende presente nel momento della consacrazione, così fa anche nascere
Gesù nei nostri cuori, fa si che aderiamo a Lui e ai suoi insegnamenti
con amore, e tutto ciò che si fa per amore perde a poco a poco ogni
asprezza per lasciare il posto alla consolazione.
Condizioni necessarie per ricevere lo Spirito Santo
Rimane a questo punto da fare qualche riflessione sulle condizioni
necessarie per ricevere lo Spirito Santo. Nel Vangelo di Giovanni ne
troviamo due: una abbastanza comprensibile, l'altra abbastanza
misteriosa. Quella più comprensibile è questa: Se mi amate,
osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un
altro Consolatore perché rimanga con voi sempre (Gv 14, 15-16).
Queste parole mostrano come la condizione fondamentale per ricevere il
dono dello Spirito Santo sia quella di amare Gesù, questo amore però,
non deve essere solo a parole, ma deve concretizzarsi nell'osservanza
dei suoi comandamenti. Così, ogni volta che siamo attenti ai fratelli,
ogni volta che potendolo li aiutiamo, ogni volta che lottiamo per
vincere le tentazioni, ogni volta che ci impegniamo a crescere nella
conoscenza e nell'amore di Dio, meritiamo che Gesù ottenga per noi dal
Padre il dono dello Spirito Santo.
La condizione più misteriosa è invece questa: Vi dico la verità: è
bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado non verrà a
voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò (Gv
16, 7). La cosa strana è questa: perché se Gesù non se ne va non può
venire il Consolatore? La presenza dell'uno esclude forse la presenza
dell'altro? Una prima risposta potrebbe essere questa: ogni grazia, Gesù
l'ha meritata per noi con la sua passione e morte, così, anche il dono
dello Spirito Santo non poteva essere concesso prima che Gesù, con il
suo sacrificio, avesse saldato ogni nostro debito nei confronti del
Padre; ma con la sua morte, risurrezione, ed ascensione al cielo, Gesù
avrebbe sottratto ai discepoli di allora e di adesso la sua presenza
visibile. È tuttavia possibile tentare di trovare una ulteriore
spiegazione alle parole di Gesù.
Quando Gesù era in mezzo ai suoi discepoli, questi avevano di Lui
un'esperienza soprattutto fisica, percepivano cioè Gesù con i loro sensi
corporei: Lo vedevano Lo sentivano Lo toccavano; per quanto bella,
importante e necessaria fosse questa esperienza, non era tuttavia la più
profonda che si potesse avere di Lui. L'esperienza a cui Gesù, mediante
lo Spirito Santo, vuole condurre i suoi discepoli è l'esperienza di Lui
vivente nei loro cuori, ma perché questo potesse avvenire, la sua
presenza fisica, che era servita ad accendere l'amore, doveva venire
loro sottratta, perché Colui che avevano amato all'esterno venisse
cercato ed amato all'interno del loro cuore. Se avessero avuto sempre la
presenza esterna di Gesù, non avrebbero mai cercato quella interna.
San Paolo che era giunto a questa meta poteva affermare: Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me
(Gal 2, 20). Non tutti possono dire la stessa cosa, ma tutti possiamo e
dobbiamo camminare verso la medesima meta. In questo cammino ci sono di
conforto le parole di Gesù: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e
il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di
lui... il Consolatore, lo Spirito Santo... vi insegnerà ogni cosa e...
vi guiderà alla verità tutta intera (Gv 14, 23-26; 16, 13). A Lui il compito di guidare, a noi quello di lasciarci guidare.
Qualcuno potrebbe pensare che noi non abbiamo il problema di staccarci
dalla presenza esterna di Gesù, ma non è così. Ci sono dei momenti, nei
quali ci troviamo in una situazione simile a quella in cui si sono
trovati i discepoli quando si rattristavano perché Gesù aveva annunciato
loro la sua partenza. Proviamo a fare un esempio. Quando in una
parrocchia viene predicata una missione, coloro che si lasciano
coinvolgere e vi partecipano attivamente, sperimentano il beneficio
della grazia soprattutto attraverso l'opera dei missionari. Li si vede
infatti predicare, visitare le famiglie e gli ammalati, li si vede
pregare e cantare, si dialoga con loro; così, la grazia viene diffusa
principalmente a causa di Gesù vivente in loro.
Tutto questo serve ad accendere o a far crescere in noi l'amore per
Gesù, è un primo passo, il secondo è quello di far si che Gesù diventi
vivente in noi come lo è in loro. Perché questo possa accadere i
missionari devono partire. Gesù accenna forse a questo secondo momento
quando, a chi gli chiedeva come mai i suoi discepoli non digiunavano
così come facevano quelli di Giovanni, risponde: Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno (Mt 9, 15).
Quello che vale nel caso di una missione vale anche per esperienze
simili: ad esempio una settimana di esercizi spirituali, la
partecipazione a un campo scuola o a un pellegrinaggio, la lettura dei
classici del cristianesimo o della vita di un santo... A chi accetta con
docilità la volontà di Dio e la fatica di camminare con le proprie
gambe senza il soccorso di questi aiuti esterni, il Signore promette il
soccorso dello Spirito Santo, che ha il potere di far nascere, crescere e
portare a maturità il nostro amore e la nostra unione con Gesù; a Lui,
al Padre, e allo Spirito Santo, onore e gloria nei secoli.
Nessun commento:
Posta un commento