Tutti
coloro che si sono messi al seguito del Signore nostro Gesù Cristo
sostengono una lotta spirituale. I Santi, attraverso una lunga
esperienza, hanno imparato dallo Spirito santo a combattere questa
guerra. Lo Spirito santo li guidava e li consigliava, e dava loro la
forza di vincere i nemici; mentre senza lo Spirito santo l'anima non
può neppure incominciare questa lotta perché da sola non sa e non
comprende né dove, né quali sono i suoi nemici.
Beati
noi, cristiani ortodossi, perché viviamo protetti dalla misericordia
di Dio. Per noi è facile combattere: il Signore ha avuto pietà di
noi e ci ha dato lo Spirito santo, che vive nella nostra Chiesa. Una
sola è la nostra afflizione: che non tutti conoscano Dio e quanto
egli ci ama. E questo amore riecheggia nell'anima di chi prega, e lo
Spirito di Dio dà testimonianza all’anima della sua salvezza.
Il
nostro combattimento si svolge ogni giorno ed a ogni ora. Se
rimproveri un fratello o lo giudichi o lo contristi, allora hai perso la tua pace. Se hai accolto un pensiero di vanità o hai disprezzato
il fratello, hai perduto la grazia. Se sei assalito da un pensiero
impuro e non lo scacci subito, l'amore di Dio fuggirà dalla tua
anima e resterai privo di fiducia nella preghiera. Se ami il potere o
il denaro, non conoscerai mai l’amore di Dio. Se vuoi fare la tua
volontà, sei ormai sconfitto dal nemico e lo scoraggiamento si
impadronirà dell'anima tua. Se odi tuo fratello, questo significa
che ti sei staccato da Dio e che uno spirito malvagio ti tiene in suo
potere.
Ma
se tu fai del bene al fratello, troverai la tranquillità di
coscienza. Se rinuncerai alla tua volontà, con questo respingerai i
nemici ed otterrai la pace dell'anima. Se perdoni a tuo fratello le
offese ed ami i nemici, riceverai la remissione dei tuoi peccati, e
il Signore ti farà conoscere l’amore dello Spirito santo. E quando
ti sarai completamente umiliato, allora troverai anche perfetto
riposo in Dio.
Quando
l'anima è umile e lo spirito di Dio dimora in lei, l’uomo gode la
beatitudine dell’amore divino e non teme più nessun male qui sulla
terra, ma desidera rimanere sempre umile davanti a Dio ed amare il
fratello. Ma se l’anima cede alla vanità, la sua festa è finita,
perché la grazia l’abbandona ed essa non può più pregare con
spirito puro, ma è assalita e tormentata da pensieri malvagi.
Perché
l'uomo soffre sulla terra, perché sopporta afflizioni e subisce
sventure? ----- Noi soffriamo perché non abbiamo umiltà.
Nell’anima umile vive lo Spirito santo, che dà all'anima libertà,
pace, amore, felicità.----- Soffriamo perché non amiamo il
fratello. Il Signore dice: « Amatevi gli uni gli altri, e sarete
miei discepoli ». A causa dell'amore per il fratello viene a noi
l'amore soave di Dio. È un dono dello Spirito santo; e la pienezza
di esso si conosce solo per mezzo dello Spirito santo. Ma c'è anche
un amore modesto, che l'uomo ha quando si sforza di osservare i
comandamenti di Cristo e teme di offendere in qualche cosa Dio: anche
questo è buono. Dobbiamo sforzarci ogni giorno di fare il bene ed
imparare con tutte le nostre forze l’umiltà di Cristo. Il Signore
ha detto ai suoi discepoli: «Vi do la pace » (Gv 14, 27). Questa
divina pace di Cristo, dobbiamo chiederla a Dio, e il Signore la darà
a chi la chiede. E quando l’avremo ottenuta dobbiamo devotamente
custodirla ed accrescerla. Chi, nel momento dell’afflizione, non si
affida alla volontà di Dio, non può conoscere la misericordia
divina. Se ti colpisce una disgrazia, non abbatterti, ma ricordati
che il Signore ti guarda con misericordia, e non pensare in cuor tuo:
« Potrà il Signore rivolgere ancora il suo sguardo verso di me,
seppure io l'ho offeso? », perché il Signore è per natura
Misericordia. Ricorri dunque a Dio con fede, e, come il figlio
prodigo del Vangelo, di : «Non sono degno di essere chiamato tuo
figlio », e vedrai quanto sarai amato dal Padre, e allora sorgerà
una gioia indicibile nell'anima tua.
Gli
uomini non si sforzano di imparare l’umiltà e a causa della loro
superbia non possono ricevere la grazia dello Spirito santo, e questo
è il motivo della sofferenza del mondo intero. Ma se gli uomini
conoscessero il Signore e quanto Egli è buono, umile, mite, in una
sola ora cambierebbe l'aspetto di tutto il mondo ogni uomo troverebbe
gioia e pace.
Il
Signore misericordioso ci ha dato il pentimento, e, con il
pentimento, tutto è riparato. Con il pentimento riceviamo la
remissione dei peccati, con il pentimento viene la grazia dello
Spirito santo, e con esso noi conosciamo Dio.
Se
qualcuno ha perduto la pace e soffre, si penta e il Signore gli
concederà quella pace santa che diede ai suoi Apostoli. Se un popolo
o uno Stato soffre, allora bisogna che tutti gli uomini si pentano e
ogni cosa sarà ristabilita da Dio.
Tutta
la nostra lotta spirituale ha lo scopo di farci diventare umili. I
nostri avversari caddero per orgoglio, e trascinano anche noi verso
quella stessa strada di perdizione. Ma noi, fratelli, umiliamoci, e
allora vedremo la gloria del Signore già qui, sulla terra (Mt 16,
28; Mc 9, 15), perché il Signore concede agli umili di conoscer Lo
mediante lo Spirito Santo.
Un’anima
che ha gustato la dolcezza dell'amore di Dio è completamente
rigenerata e totalmente trasformata, e ama il suo Signore, ed aspira
a Lui con tutto il suo essere giorno e notte, finché a un certo
momento rimane appagata in Dio; ma poi, ricordandosi del mondo,
comincia ad affliggersi per esso,e prega con tutto il suo cuore per
il mondo intero. Il Signore misericordioso dona all'anima sia il
riposo in Dio che un cuore che soffre per il mondo intero, affinché
tutti gli uomini si pentano e giungano al Paradiso. L’anima che ha
conosciuto la dolcezza dello Spirito Santo desidera che tutti
l'abbiano, perché la dolcezza del Signore impedisce all'anima di
essere egoista e le dona l'amore che sgorga dal cuore.
Non
vi nasconderò quali sono le azioni per cui il Signore ci dona la sua
grazia. Non scriverò
molto, ma, vi prego: amatevi
l’un l’altro, e allora vedrete la misericordia del Signore.
Amiamo il fratello, e il Signore ci amerà.
Non
pensare che il Signore ti ami se tu provi dell'avversione per
qualcuno , oh no! Piuttosto sono i demoni che ti amano, e tu sei
guidato da loro, (perché sei diventato loro servo.) Non tardare
dunque a pentirti e chiedi al Signore la forza di amare il fratello,
e allora vedrai la pace nella tua anima.
Con
tutte le forze domandate al Signore l’umiltà e l 'amore fraterno,
perché, a causa dell’amore per il fratello, il Signore ci dà in
dono la sua grazia.
Prova
a fare ciò: un giorno chiedi al Signore la forza di amare il
fratello, e un altro giorno resta senza amare. Allora ne scoprirai la
differenza. I frutti spirituali dell’amore sono evidenti: pace e
gioia nell’anima, e ogni uomo sarà per te amico carissimo, e
verserai molte lacrime per il prossimo e per ogni essere che respira
e per ogni creatura.- Spesso, per un semplice saluto, l'anima sente
dentro di sé un benefico cambiamento; e, viceversa, per un solo
sguardo ostile, si perde l’amore e la grazia di Dio. Pentiti
immediatamente, allora, perché la pace di Dio ritorni nell’anima
tua.
Felice
l’anima che ama il Signore ed ha imparato da Lui l’umiltà. Il
Signore ama l'anima umile, la quale spera fortemente in Dio. Ad ogni
istante essa sente la misericordia di Dio, tanto che, anche se parla
con gli uomini, rimane tuttavia assorta nel Signore amato; e a causa
della lunga lotta contro i nemici l'anima ama l’umiltà al disopra
di ogni altra cosa, e non lascia che i nemici le tolgano l’amore
fraterno.
Se
amiamo con tutte le forze il fratello e umiliamo l’anima nostra, la
nostra vittoria sarà sicura, perché il Signore dà la sua grazia
soprattutto a causa dell’amore per il fratello.
Ho
conosciuto soltanto per esperienza lo Spirito santo nella sua
pienezza, ma non sono capace di conservare questo stato.
Infelice
me, perché ho speso con negligenza i miei anni giovanili, e non ho
imitato il mio santo patrono Simeone lo Stilita - la sua vita è
meravigliosa! Aveva sette anni quando gli apparve il Signore, ed egli
lo riconobbe immediatamente e gli domandò: « Signore, come ti hanno
crocifisso? » Il Signore distese le braccia e rispose: « Così mi
hanno crocifisso, ma sono stato Io a volerlo. Ed anche tu crocifiggi
te stesso ogni giorno insieme a me! »
Dunque
dobbiamo tendere al bene per tutta la nostra vita, e la cosa più
importante è perdonare agli altri i loro errori, e allora il Signore
non si ricorderà dei nostri peccati e ci darà la grazia dello
Spirito Santo.
Quando
vivevo nel mondo, amavo perdonare di cuore;perdonavo facilmente e
pregavo volentieri per quelli che mi offendevano. Quando giunsi al
monastero, sebbene fossi ancora novizio, ricevetti una grazia grande
che mi insegnò ad amare i nemici.
Il
santo Apostolo Giovanni il Teologo dice che i comandamenti di Dio non
sono pesanti, ma leggeri (cfr. Gv 5,3). Sì, sono leggeri, ma solo a
causa dell'amore; senza l'amore tutto è difficile, Perciò conserva
l'amore con tutte le tue forze; non lasciartene privare, perché,
anche se è possibile che tu lo ricuperi, ciò potrà avvenire solo
tramite molte lacrime e preghiere; e senza l'amore la vita sulla
terra è penosa. Rimanere nell'odio è la morte dell'anima; che il
Signore ce ne guardi.
L'anima
che il Signore ha visitata e a cui ha donato la grazia, se perde
questa grazia per qualche motivo, prova una grandissima sofferenza, e
desidera ritrovarla. Oh, come essa scongiura il Signore giorno e
notte perché abbia pietà di lei e riversi di nuovo su di lei la sua
misericordia! E chi potrebbe descrivere i suoi lamenti, le sue
lacrime, le sue genuflessioni. E per molti, molti anni l'anima, si
affannerà cercando quella grazia che ha gustata e goduta. Ed accade
che il Signore per lungo tempo mette alla prova l'anima, per vedere
se è fedele. E l’anima, non vedendo dentro di sé la dolcezza che
ha conosciuto, ne ha sete ancora, e umilmente la ricerca, e
incessantemente si protende verso il Signore con ardente amore.
Quando
possiedi la grazia, è facile amare Dio, e pregare giorno e notte; ma
l'anima saggia sopporta anche l'aridità e incrollabilmente spera nel
Signore e sa che il Signore non deluderà la sua speranza e che al
momento giusto la ricompenserà generosamente. La grazia di Dio
qualche volta arriva subito; qualche volta, invece, tarda a lungo.
[Ma l’uomo saggio si umilia,ama il suo prossimo e sopporta con
pazienza la sua croce; in questo modo egli vince i nemici che tentano
di strapparlo a Dio.
Quando,
come nuvole, i peccati oscurano la luce della divina misericordia,
l’anima, anche se ha sete del Signore, rimane impotente e senza
forza, come un uccello chiuso in gabbia, che desidera i verdi boschi,
ma non vi può volare e non può cantare in libertà il suo inno di
lode a Dio.]
Per
molto tempo io ho sofferto perché non conoscevo la via che conduce
al Signore. Ma ora, attraverso molte afflizioni durate molti anni, e
per mezzo dello Spirito santo, ho conosciuto la volontà di Dio.
Tutti i comandamenti che il Signore ci ha dati (Mt 28, 20) dobbiamo
adempierli con diligenza, perché questa è la strada che conduce al
Regno dei cieli. Tuttavia, non immaginarti di vedere Dio, ma umiliati
e pensa che dopo la morte sarai gettato nell'oscurità e ti
tormenterai e con desiderio e affanno sentirai la mancanza del
Signore. La grazia di Dio ci protegge quando noi versiamo lacrime e
umiliamo la nostra anima. Ma se abbandoniamo il pianto e l’umiltà,
allora saremo tentati dai pensieri o dalle visioni. L'anima umile non
ha visioni e non ne desidera, ma prega Dio con spirito puro. Lo
spirito orgoglioso non è mai puro dai pensieri e
dall'immaginazione,e può giungere anche fino al punto di vedere i
demoni e di parlare insieme a loro. Scrivo ciò avendo io stesso
esperimentato questa disgrazia.
Io
esorto tutti gli uomini: ricorriamo al pentimento e allora vedremo la
misericordia del Signore. Quelli invece che hanno visioni e le
accettano e vi credono, li esorto a comprendere che a causa di ciò
nasce dentro di essi l’orgoglio, e con esso il piacere della
vanità, dove non può sussistere l’umile spirito di penitenza. E
in questo sta il pericolo, perché senza umiltà è impossibile
vincere i nemici dell’anima.
Io
stesso sono stato ingannato due volte. La prima volta, il nemico mi
fece vedere la luce, e il pensiero mi disse: «Accetta – è grazia
». La seconda volta accolsi una visione, e a causa di questo soffrii
terribilmente. Alla fine di una veglia, quando cominciarono a cantare
il salmo: « Opere tutte, lodate il Signore », sentii il re Davide
cantare nei cieli un inno di lode a Dio. Mi trovavo in coro, e mi
sembrò che non ci fosse più il tetto ne la cupola, e che io vedessi
i cieli aperti. Raccontai questo fatto a quattro uomini spirituali,
ma nessuno di loro mi disse che ero stato ingannato dal nemico. Io,
personalmente,pensavo che i demoni non potessero glorificare Dio, e
che, di conseguenza, questa visione non veniva dal nemico. Ma
l'illusione della vanità mi tormentava, e di nuovo cominciai a
vedere dei demoni. Allora mi resi conto di essere stato ingannato, e
rivelai tutto al mio padre spirituale, chiedendo le sue preghiere per
me. E grazie alle sue preghiere fui salvo; e ora supplico
continuamente il Signore di concedermi lo spirito di umiltà. Se
qualcuno adesso mi chiedesse: « Che cosa vuoi da Dio,quali doni? »,
io risponderei: « Lo spirito di umiltà, che più piace al Signore».
A causa della sua umiltà, la Vergine Maria diventò Madre di Dio ed
è glorificata nel cielo e sulla terra al di sopra di ogni essere.
Ella si affidò completamente alla volontà di Dio: «Ecco la serva
del Signore ». E noi dobbiamo imitare la santa Vergine.
Due
volte mi sono trovato nell’illusione spirituale. La prima volta fu
all'inizio, a causa della mia inesperienza,quando ero un giovane
novizio, e il Signore ebbe presto misericordia di me. Ma la seconda
volta fu per orgoglio e allora fui per molto tempo tormentato, prima
che il Signore mi guarisse grazie alle preghiere del mio padre
spirituale. Questo avvenne dopo che io accettai una visione. Io
parlai di questa visione a quattro uomini spirituali, e nessuno di
loro mi disse che la visione veniva dal nemico, e così l'illusione
della vanità mi tormentava. Ma dopo qualche tempo io stesso compresi
la mia colpa perché i demoni cominciarono di nuovo ad apparirmi, non
solo durante la notte, ma anche durante il giorno. L’anima li
vedeva, ma non aveva timore di loro, perché sentivo presso di me la
misericordia di Dio. E così per molti anni ho sofferto a causa
loro. E se il Signore non mi avesse concesso di conoscer Lo per opera
dello Spirito Santo, e se non mi avesse aiutato la santissima Madre
di Dio, avrei disperato della mia salvezza; ora invece l'anima mia
spera fermamente nella
misericordia di Dio, per quanto, per le mie azioni, io sia meritevole
di tormenti sulla terra e agli inferi.
Per
molto tempo non
riusci
a capire che cosa
mi succedesse. Pensavo: «Io non giudico gli uomini,
non accolgo pensieri cattivi,
osservo con ogni cura l'obbedienza,
mangio con
sobrietà, prego incessantemente. Perché dunque
i
demoni hanno preso questa abitudine di venire da me? » Vedevo che mi
trovavo in errore, ma non riuscivo a conoscerne la causa. Quando
pregavo sparivano per qualche istante, ma poi ritornavano. E per
lungo
tempo l'anima mia visse con questa angoscia.
Parlai
di
questo stato a parecchi anziani i quali restavano in silenzio,
e io ero sconcertato.
Una
notte stavo seduto nella mia cella, ed ecco la celletta si riempì di
demoni. Pregai incessantemente e il Signore li cacciò, ma essi
ritornarono. Allora mi alzai per prostrarmi davanti alle icone, ma i
demoni mi circondarono e uno di loro si mise davanti a me in modo che
non potevo prostrarmi davanti alle icone,
perché apparentemente mi sarei prostrato davanti
a lui.
Allora mi
sedetti di nuovo e dissi: «Signore, tu
vedi che io voglio pregarti
con spirito puro, ma i demoni me lo impediscono. Dimmi che cosa devo
fare perché se ne vadano via da me». E venne a me la risposta del
Signore nella mia anima: «Gli orgogliosi sono sempre perseguitati in
questo modo dai demoni ».
Allora
dico: « Signore, Tu sei misericordioso;l'anima mia Ti conosce; dimmi
che cosa devo fare perché la mia anima sia umiliata ».
E
il Signore rispose alla mia domanda: «
Tieni il tuo spirito agli inferi e non disperare ».
Quanto
è grande la misericordia di Dio! Io sono un abominio davanti a Dio e
agli uomini, ma il Signore mi ha amato tanto, che mi consiglia, mi
guarisce ed istruisce, Lui stesso insegna all’anima mia l’umiltà,
l'amore, la pazienza e l’obbedienza, e riversa su di me tutta la
sua misericordia.- Da allora io tengo il mio spirito agli inferi e
brucio nel fuoco
tenebroso, e ardo d’amore per il Signore, e lo cerco con le
lacrime,
e grido: « La fine è vicina, io morirò ed abiterò nella buia
prigione dell’inferno: là io, solo, brucerò, e avrò nostalgia
del Signore e piangerò: Dove sei, mio Signore, tu che la mia anima
conosce?
» E da questo pensiero trassi grande giovamento. Il mio spirito
venne purificato e l’anima mia trovò riposo.
Che
meraviglia: il Signore mi ha ordinato di tenere il mio spirito agli
inferi e di non disperare. Quanto è vicino a noi: « Ecco, io sono
con voi fino alla fine dei tempi », ed ancora: « Invocami nel
giorno dell'afflizione, e io ti libererò e tu mi glorificherai »
(Mt 28, 20; Sal 49, 15).-
Quando
il Signore tocca un'anima, allora essa si rinnova. Ma questo è
comprensibile solo a coloro che hanno vissuto questa esperienza ,
perché senza lo Spirito santo è impossibile la conoscenza delle
realtà celesti.
Questo
Spirito è stato mandato dal Signore sulla terra. Chi potrebbe
descrivere la gioia di conoscere il Signore e insaziabilmente tendere
a Lui giorno e notte? Oh, come siamo fortunati, noi cristiani! Non
c’è niente di più prezioso della conoscenza di Dio e niente è
peggio che non conoscerlo. Ma beato anche così che, sebbene non lo
conosca, tuttavia crede.
Ho
cominciato a fare come mi è stato insegnato dal Signore, e il mio
cuore poté conoscere il riposo in Dio, e ora, giorno e notte, io
domando a Dio l’umiltà di Cristo.
Oh,
umiltà di Cristo!
Ti
conosco ma non sono capace di raggiungerti.
Ti
conosco per grazia di Dio, ma non riesco a descriverti.
Ti
cerco come una perla preziosa e splendente.
Tu
sei delizia per l'anima e sei più dolce di ogni cosa al mondo.
Ti
ho conosciuto per esperienza. Non stupitevi di questo, perché: Lo
Spirito santo vive in noi e ci illumina.
O
Spirito santo!
Tu
ci riveli la conoscenza di Dio.
Tu
ci comunichi la forza di amare il Signore.
Tu
ispiri i pensieri divini. Tu ci concedi il dono della parola.
Tu
ci rendi capaci di glorificare Dio.
Tu
ci riempi di gioia è di allegrezza.
Tu
ci fortifichi per la lotta contro i nemici e trionfi su di loro
dentro di noi.
[Con
l’umiltà l’anima trova riposo in Dio; ma per conservare questo
riposo, deve fare un lungo tirocinio. Noi perdiamo questo riposo
perché non siamo radicati nell’umiltà. Anch'io sono stato molto
ingannato dai nemici dell’anima. Pensavo: « L’anima mia conosce
il Signore, sa quanto Egli è buono e quanto ci ama; com’è
possibile che mi vengano cattivi pensieri? »|
E
per molto tempo non ho potuto raccapezzarmici, fino al giorno in cui
il Signore mi ha illuminato: allora ho compreso che i pensieri
malvagi derivano dall'orgoglio.]
Un
monaco inesperto era tormentato dai demoni, e quando essi lo
assalivano, egli fuggiva lontano da loro ed essi lo inseguivano.
Se
ti succedesse qualche cosa di simile, non temere e non fuggire, ma
resisti coraggiosamente, umiliati e di: « Signore, abbi pietà di
me, grande peccatore », e i demoni spariranno. Ma se tu fuggirai
vilmente, allora essi ti perseguiteranno fino al pauroso abisso.
Ricorda che nell’ora in cui i demoni si scatenano contro di te,
anche il Signore ti guarda, [per vedere se tu poni in Lui la tua
speranza.] Anche se tu vedessi Satana, e quello ti bruciasse nel suo
fuoco, tentando di afferrare il tuo spirito, anche allora non aver
paura, ma spera fortemente nel Signore e di: « Io sono il peggiore
di tutti », e l'avversario fuggirà lontano da te.
Se
senti uno spirito malvagio operare in te, anche allora fatti
coraggio. Confessati con spirito puro e chiedi al Signore uno spirito
umile, e il Signore certamente ti concederà ciò che chiedi, e
allora, secondo la misura della tua umiltà, sentirai nel cuore la
grazia; quando l'anima tua si sarà umiliata fino alla fine, allora
troverai il perfetto riposo. E questa lotta l’uomo la conduce sino
al termine della sua vita.
L’anima
che ha conosciuto il Signore per mezzo dello Spirito santo, se in
seguito cadesse nell’illusione spirituale, non si spaventi, ma,
ricordando l'amore di Dio e sapendo che la lotta contro i nemici è
provocata dalla vanità e dall’orgoglio, si umili e chieda al
Signore di guarirla, e il Signore la risanerà, talvolta subito, ma
altre volte lentamente, a poco a poco. Chi pratica l’obbedienza e
ha fiducia nel suo padre spirituale, e non pone la fiducia in se
stesso, guarisce presto da ogni ferita inflitta dal nemico. Ma chi è
disobbediente, non si potrà correggere.
L’anima
lotta contro i suoi nemici sino alla tomba. Nella guerra umana viene
ucciso soltanto il corpo, ma la nostra guerra è più difficile e più
pericolosa, perché può perire anche l’anima.
A
causa del mio orgoglio il Signore ha permesso per due o volte al
nemico di far guerra all’anima mia, al punto che l'anima mia si
trovava all'inferno. E posso dire che se l’anima è coraggiosa
resisterà; altrimenti può perdersi per sempre.
Scrivo
per tutti quelli che si troveranno in una simile disgrazia; siate
coraggiosi e sperate fermamente in Dio, e i nemici si ritireranno
perché saranno vinti dal Signore. Mediante la grazia di Dio, ho
conosciuto che il Signore si prende amorevolmente cura di noi, così
che né una sola preghiera, né un solo pensiero buono, venga
dimenticato al cospetto di Dio. Spesso ci sembra che Dio non ci
ascolti, ma questo accade solo o perché siamo orgogliosi o cerchiamo
ciò che non è utile per noi.
È
difficile distinguere dentro di noi l’orgoglio; ma la grazia
abbandona l'orgoglioso, affinché egli sia tormentato dalla sua
impotenza, e quindi si umili. Invece quando l’anima si umilia i
nemici sono vinti ed essa trova una profonda pace in Dio.
Due
volte ho trovato dimora nello Spirito Santo, e due volte sono stato
in grave pericolo e ho sopportato una dura tentazione. Una volta il
Signore ha permesso che io fossi messo alla prova a causa
dell'orgoglio. La grazia dello Spirito Santo mi abbandonò ed io mi
sentii come un animale in un corpo umano. Nella mia mente restava un
ricordo intellettuale di Dio, ma l'anima mia restava deserta, come
negli animali. Cominciai a pentirmi e la grazia ritornò. Questo durò
tre giorni.
Allo
stesso modo, durante la preghiera, mi trovai in una tale situazione,
per cui, mentre l'anima mia contemplava Dio, non sapevo se ero nel
corpo o fuori dal corpo. Ma ora io so, per esperienza, che cosa
significa essere nello Spirito Santo e che cosa vuol dire restare
senza di Lui.
O
fratelli, se conosceste il tormento dell'anima che ha vissuto nello
Spirito Santo ma poi l'ha perduto! Questa tortura è insopportabile:
l'anima è in un’afflizione ed angoscia indescrivibile. Questo era
il tormento di Adamo dopo la sua cacciata!
Chi
può immaginarsi il Paradiso? Solo chi porta in
sé lo Spirito
Santo
può farsene un'idea, anche se
parziale, perché il Paradiso è il Regno dello Spirito Santo,
e lo Spirito Santo
è lo stesso nei cieli e sulla terra.
Io
pensavo: «Sono
abominevole
e degno di ogni castigo! » Ma il Signore invece di punirmi
mi ha
dato
lo Spirito Santo.
O
Spirito santo, più dolce di ogni cosa
terrena,cibo celeste,
gioia dell'anima! Se
vuoi avere sensibilmente
la grazia dello Spirito
Santo,
umiliati, come
i
santi
Padri. Abba Poemen disse ai suoi discepoli: « Credetemi, figlioli,
io sarò gettato nel luogo dove fu gettato Satana ».
Un
calzolaio di Alessandria pensava: «Tutti
saranno
salvati: solo io sarò perduto ». E il Signore rivelò ad Antonio il
Grande che non era ancora giunto alla misura della fede
di quel calzolaio. I Padri sostenevano una grande lotta contro i
nemici e si abituarono a pensare umilmente di sé, e per questo il
Signore li ha amati.
Anche
a me il Signore ha fatto comprendere la forza di queste parole. E
quando tengo l'anima mia agli inferi, essa è pacificata; quando me
ne dimentico, mi assalgono pensieri non graditi al Signore.
Pensavo:
« Io sono terra, e terra peccatrice ». Ma il Signore ha riversato
su di me, in modo incommensurabile, la sua misericordia e mi ha dato
con abbondanza la sua grazia, e il mio spirito è pieno di gioia,
perché, anche se io sono un essere abominevole, il Signore tuttavia
mi ama, e perciò l'anima mia tende insaziabilmente a Lui, e quando
lo troverò, dirò alla mia anima: «Custodisci questo dono, affinché
non ti succeda qualcosa di peggio ».
Credetemi,
scrivo davanti al volto di Dio, che conosce l'anima mia. Per
custodire la grazia bisogna continuamente umiliarsi. E il Signore,
nella sua misericordia, umilia colui che lo serve.
Antonio
il Grande pensava di essere il più anziano e il più perfetto di
tutti nel deserto, ma il Signore lo guidò fino a Paolo di Tebe, e
Antonio vide un uomo più anziano e più perfetto di lui.
San
Zosima diceva di sentirsi monaco fin dalla fanciullezza, e nessuno
poteva insegnargli qualcosa di nuovo. Ma santa Maria Egiziaca lo
umiliò ed egli constatò di essere lontano dalla sua statura
spirituale.
Il
santo Tikhon di Zadonsk venne umiliato da un «folle di Cristo», che
lo schiaffeggiò e gli disse: «Non darti tante arie».
Così
il Signore con misericordia umilia i santi, in modo che restino umili
sino alla fine. Noi abbiamo un bisogno ancora più grande di umiltà.
Ed io giorno e notte chiedo a Dio l'umiltà di Cristo. Il mio spirito
ha sete di ottenerla, poiché è il dono più sublime dello Spirito
santo. Nell'umiltà di Cristo sono contenuti l'amore, la pace, la
mansuetudine, la sobrietà, l'obbedienza, la longanimità; insomma
tutte le virtù.
L'anima
umile, che porta in sé la grazia dello Spirito santo in abbondanza,
e la custodisce, troverà la forza necessaria per sostenere
un'apparizione divina. Chi ha poca grazia cadrà faccia a terra
dinanzi a una visione, perché in lui la forza della grazia non sarà
sufficiente per restare in piedi.
Così
avvenne anche sul Monte Tabor, quando il Signore fu trasfigurato, (e
mentre Mosè ed Elia parlavano con Lui stando in piedi, ) gli
Apostoli caddero a terra; ma poi quando aumentò in loro la grazia
dello Spirito santo, poterono, davanti le apparizioni del Signore,
restare anch'essi in piedi e parlare con Lui.
Così
san Sergio, quando gli apparve la Madre di Dio, restò in piedi
vicino a Lei, perché aveva la grazia dello Spirito santo in
abbondanza, mentre il suo discepolo, Michea, cadde con la faccia a
terra e non fu capace di fissare la Madre di Dio.
E
Serafino di Sarov aveva anch'egli la grazia dello Spirito santo in
abbondanza e quando gli apparve la Madre di Dio stava in piedi,
mentre la sua discepola cadde a terra, perché aveva una grazia
minore.
Quando
l'anima custodisce in sé la grazia, se anche vede dei demoni non li
teme, perché percepisce dentro di sé la forza di Dio.
Adesso
è l'ora quarta di notte, sto seduto nella mia piccola cella, come in
un palazzo, nella pace e nell'amore e scrivo.
Ma
quando giunge la grande grazia, allora non riesco più a scrivere
nulla.
LA
GRANDE SCIENZA
Finché
viviamo sulla terra, è necessario imparare a condurre la lotta
contro i nemici. La cosa più difficile è mortificare le passioni
della carne, per amore di Dio, e vincere il nostro amor proprio.
Per
vincere l'amor proprio è indispensabile umiliarsi continuamente.
Questa è la grande scienza, che non si può possedere facilmente.
Dobbiamo
pensare che siamo i peggiori di tutti e condannare noi stessi
all'inferno. Così l'anima umiliandosi acquista il dolore del
pentimento, da cui sorge la gioia. E’
bene che
l'anima si abitui a pensare: «Brucerò
nelle fiamme dell'inferno».
Sfortunatamente solo pochissimi comprendono questa pratica. Molti
disperano e in tal modo si perdono. Le loro anime si inaspriscono e
non vogliono né pregare né leggere la Scrittura, e neppure pensare
a Dio.
L'essenza
di questa pratica consiste nel sentire nel cuore che sei sotto il
dominio del peccato, e conseguentemente sei indegno del Regno di Dio.
Perciò condannati te stesso alla punizione dell'inferno, ma non perdere
del tutto la speranza, ricordando la misericordia e l'amore di Dio.
Quando ti condanni da te stesso al fuoco dell'inferno, conosci il
dolore e la compunzione, e l'anima si umilia, il cuore diventa
contrito e spariscono tutti i pensieri peccaminosi, la mente è
purificata e la grazia allora trova spazio in noi e abita in noi.
Ma
è necessario conoscere i propri limiti, perché l'anima non perda le
forze. Conosci te stesso e dà all'anima un'ascesi secondo le sue
possibilità.
Non
tutte le anime hanno la medesima resistenza: alcune sono forti come
la roccia, altre deboli come il fumo. Simili a fumo sono le anime
superbe. Come il vento disperde qua e là il fumo, così il
nemico trascina dove vuole le anime orgogliose, perché o non hanno
pazienza o si lasciano ingannare facilmente e cadono nella
disperazione. Ma le anime umili osservano
i
comandamenti del Signore
e restano incrollabili come uno scoglio contro il quale
si infrangono tutte le onde. Esse si sono affidate alla volontà di
Dio e Lo contemplano con la mente, e il Signore dà loro la grazia
dello Spirito Santo.
(Chi
vive secondo i comandamenti sente nella sua anima la grazia ad ogni
ora e in ogni istante. Ma alcuni uomini non riconoscono la venuta
della grazia.)
Chi
ha conosciuto l'amore di Dio, dirà: «Io non ho osservato i
comandamenti. Anche se prego giorno e notte e mi affatico a praticare
ogni virtù, tuttavia non osservo il comandamento dell'amore di Dio.
Solo raramente per un istante riesco a compiere il comandamento di
Dio; ma l'anima mia desidera restare continuamente in Lui». Quando
pensieri estranei si insinuano nella mente, allora la mente è divisa
tra Dio e qualche altro oggetto. Dunque il comandamento «Amerai Dio
con tutta la tua mente e con tutto il tuo cuore» non è adempiuto.
Invece quando tutta la mente è in Dio e non vi sono altri pensieri,
allora è osservato il primo comandamento, ma ancora in modo
imperfetto.
L'amore
verso Dio ha differenti gradi. Chi resiste ai pensieri malvagi ama
Dio secondo la sua capacità. Chi combatte contro i peccati supplica
Dio di dargli la forza di non peccare ma, per la sua debolezza, cade
di nuovo in peccato e si affligge per questo e si pente: costui ha la
grazia nel profondo dell'anima e della mente, ma le passioni non sono
state ancora vinte del tutto. Chi ha sconfitto le passioni non deve
ormai più lottare, ma solo vigilare su se stesso in tutto, per non
cadere in peccato. Un tale uomo ha una grazia grande e sensibile. Chi
sente la grazia nell'anima e nel corpo è un uomo perfetto, e se
conserva questa grazia, il suo corpo è santificato e si trasforma in
una sacra reliquia.
Silvano
del Monte Athos – Tratto da “Ho sete di Dio”.
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