Pietro il Venerabile (1092-1156) fece professione all'Abbazia di Cluny nel 1109. Sua madre lo aveva offerto al Signore sin dalla fanciullezza: essa stessa si fece poi monaca a Marcigny e tre dei fratelli di Pietro furono abati benedettini. Nel 1122 egli divenne abate di Cluny e tale rimase fino alla morte. Nel contrasto fra Cluny e Citeaux, Pietro mantenne un atteggiamento dolce e pacifico di fronte alla veemenza di san Bernardo, con cui del resto fu sempre legato da reciproca stima. Fu lui ad istituire per primo a Cluny la festa della Trasfigurazione, di cui intuiva l'importanza per la teologia monastica. E' anche molto significativo il fatto che quest'uomo di Chiesa fece tradurre in latino il Corano, aprendo così in qualche modo la via agli incontri fra le diverse religioni.
Il suo volto risplendeva come il
sole (Mt. 17, 2). Perché meravigliarci
che il suo volto sia diventato come il
sole, dal momento che lui stesso è il
sole? Perché meravigliarci che il volto del Sole sia diventato come
il sole? Era il Sole, ma nascosto dietro una nube: la nube si
allontana, ed ecco che per un momento risplende. Che cos'è questa
nube che si allontana? Non la carne, ma la debolezza della carne che
per un momento scompare. E' la nube di cui parla il profeta: Ecco
che il Signore monterà sopra una nube leggera (Is.
19, 1). La nube è la carne che vela la divinità; ed è leggera,
perché non porta nessun peccato. E' la nube che nasconde la
chiarezza divina; leggera, perché viene assunta nello splendore
eterno. E' la nube di cui si parla nel Cantico: Mi
sono riposata all'ombra di colui che desideravo, (Cant.
2, 3); leggera, perché è la carne dell'Agnello che toglie i peccati
del mondo. Quando questi vengono tolti, il mondo è sollevato nelle
altezze dei cieli, non più oppresso dal peso dei peccati. Il Sole
velato dalla nube della carne non è quello che sorge sopra i buoni e
i cattivi (cfr. Mt. 5, 45), ma è il Sole di
giustizia (Mal. 4, 2) che sorge
soltanto su coloro che temono Dio. Coperta, è vero, da questa nube
di carne, oggi risplende la luce che illumina ogni uomo; oggi essa
glorifica la carne stessa e nella sua persona la mostra deificata
agli apostoli, rivelandola così al mondo per mezzo loro.
Anche tu, città beata, godrai in eterno della contemplazione di questo sole, quando scenderai dal cielo, preparata da Dio come una sposa ornata per il suo sposo (cfr. Apoc. 21, 2). Per te questo sole non conoscerà più tramonto: sempre uguale a se stesso, rischiarerà un eterno mattino. Nessuna nube più lo offusca: in uno splendore ininterrotto ti rallegrerà di una luce continua. Questo sole non abbaglia più i tuoi occhi, ma, dandoti la capacità di guardarlo, ti dà la gioia del suo splendore divino; non conosce nessuna eclissi, perché nessuna pena può frapporsi fra te e la sua luce. Infatti non ci sarà più né morte, né pianto, né grida, né dolore che possano oscurare lo splendore che Dio ti darà: secondo la parola che Giovanni ha udito venire dal cielo, le cose di prima se ne sono andate (Apoc. 21, 4). E' questo il sole di cui parla il profeta: Non sarà più il sole la tua luce nel giorno, né t'illuminerà più lo splendore della luna. Il Signore sarà per te eterna luce e il tuo Dio il tuo splendore (Is. 60, 19). Questa è per te la luce eterna che risplende sul volto del Signore. Tu puoi udire la voce del Signore, e la Scrittura ti dice che il suo volto è luminoso come il sole. Sappiamo che dal volto si riconoscono le persone; ora, il conoscere lui diventa per chi lo conosce un'illuminazione che lo trasforma a sua volta in fulgore. Qui infatti tu credi, là conoscerai il suo s,tesso volto. Qui tu comprendi con l'intelligenza, là avverrà ,come se te ne impadronissi. Qui vedi come per mezzo di uno specchio, in maniera confusa, allora invece vedrai faccia a faccia (cfr. 1 Coro 13, 12). Riconoscendolo veramente come egli è, sarai perennemente abbagliato dall'eterno splendore di questo sole, rischiarato dalla gioia, illuminato in misura indicibile. Allora, quando il volto del Signore splenderà così su di te, si adempirà il desiderio espresso dal profeta: Faccia splendere su di noi il suo volto (Sal. 66, 2).
Anche tu, città beata, godrai in eterno della contemplazione di questo sole, quando scenderai dal cielo, preparata da Dio come una sposa ornata per il suo sposo (cfr. Apoc. 21, 2). Per te questo sole non conoscerà più tramonto: sempre uguale a se stesso, rischiarerà un eterno mattino. Nessuna nube più lo offusca: in uno splendore ininterrotto ti rallegrerà di una luce continua. Questo sole non abbaglia più i tuoi occhi, ma, dandoti la capacità di guardarlo, ti dà la gioia del suo splendore divino; non conosce nessuna eclissi, perché nessuna pena può frapporsi fra te e la sua luce. Infatti non ci sarà più né morte, né pianto, né grida, né dolore che possano oscurare lo splendore che Dio ti darà: secondo la parola che Giovanni ha udito venire dal cielo, le cose di prima se ne sono andate (Apoc. 21, 4). E' questo il sole di cui parla il profeta: Non sarà più il sole la tua luce nel giorno, né t'illuminerà più lo splendore della luna. Il Signore sarà per te eterna luce e il tuo Dio il tuo splendore (Is. 60, 19). Questa è per te la luce eterna che risplende sul volto del Signore. Tu puoi udire la voce del Signore, e la Scrittura ti dice che il suo volto è luminoso come il sole. Sappiamo che dal volto si riconoscono le persone; ora, il conoscere lui diventa per chi lo conosce un'illuminazione che lo trasforma a sua volta in fulgore. Qui infatti tu credi, là conoscerai il suo s,tesso volto. Qui tu comprendi con l'intelligenza, là avverrà ,come se te ne impadronissi. Qui vedi come per mezzo di uno specchio, in maniera confusa, allora invece vedrai faccia a faccia (cfr. 1 Coro 13, 12). Riconoscendolo veramente come egli è, sarai perennemente abbagliato dall'eterno splendore di questo sole, rischiarato dalla gioia, illuminato in misura indicibile. Allora, quando il volto del Signore splenderà così su di te, si adempirà il desiderio espresso dal profeta: Faccia splendere su di noi il suo volto (Sal. 66, 2).
Sermo Primus de Transfiguratione Domini
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